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Autore: Seki    03/08/2013    4 recensioni
Si sentiva come uno di quegli stranieri che aspettavano, camminando su e giù per il viale, alla ricerca di un’emozione che si nascondeva, da qualche parte, nella notte
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Don’t stop Believing

 

Hibari Kyouya se ne stava tranquillamente appoggiato alla ringhiera del tetto, unico limite che lo separava dal cadere nel vuoto, osservando il muto procedere della vita.

Si sentiva come uno di quegli stranieri che aspettavano, camminando su e giù per il viale, alla ricerca di un’emozione che si nascondeva, da qualche parte, nella notte1.
Solo che lui non era uno straniero e, decisamente, non era notte.

Quella era, senza dubbio alcuno, la scuola media Namimori e il sole battente che splendeva alto nel cielo indicava che erano da poco passate le ore più calde della giornata.

Eppure lui se ne stava lì, incurante delle lezioni pomeridiane ancora in corso, ad osservare il cortile irrimediabilmente vuoto, come se, anche lui, fosse in attesa di qualcosa, di qualcuno.

Il ragazzo raddrizzò appena la schiena e scosse leggermente la testa: che assurdità!

Lui non stava proprio aspettando nessuno.

Era solo per abitudine che, ogni giorno alla stessa ora, si ritrovava a fissare i cancelli aperti; solo un modo come un altro per rilassarsi, prima di passare all’ennesimo compito che spettava al Presidente del Comitato Disciplinare.

Tutto qui.

Il fatto che avesse iniziato da qualche mese a farlo non significava nulla.

Il fatto che avesse iniziato a farlo da quando Dino Cavallone si presentava, puntualmente, a quell’ora per venirlo ad infastidire non significava proprio nulla.

In fondo quello era solo uno stupido erbivoro come tanti altri.

Forte, sì, ma nulla di più.

Hibird, che fino a quel momento era rimasto appollaiato sopra la sua testa, prese a volteggiare nell’aria, scandendo il suo nome come una litania intonata da una voce troppo acuta.

-Sta zitto.-

Prendersela con l’uccellino non lo avrebbe portato da nessuna parte, questo Hibari lo sapeva perfettamente, ma in mancanza di altro materiale su cui sfogarsi non c’era nulla da fare.

Eppure non poteva fare a meno di sentirsi irritato.

Con un gesto stizzito estrasse il cellulare dalla tasca.

Il quadrante su cui spiccava l’orologio digitale segnava le tre e un quarto di un pomeriggio troppo caldo.

Non vi era nessuna chiamata, nessun messaggio, niente.

Non che si aspettasse di trovare qualcosa, in realtà –quando l’unica persona ad avere il tuo numero di telefono era a poco più di una rampa di scale di distanza, era abbastanza difficile venire contattati in quel modo.

Solo che, quel giorno, l’erbivoro era in ritardo.

Distrattamente, senza davvero darci importanza, Kyouya si chiese cosa potesse essere così importante da farlo tardare al loro appuntamento.

Quando sarebbe arrivato avrebbe morso a morte lo stupido cavallo più forte del solito.

“Se” sarebbe arrivato.

Velocemente scacciò quel pensiero dalla testa: Dino sarebbe arrivato come tutti i gironi a rompere le scatole al prossimo e lui avrebbe potuto tornare ad ignorare il mondo in santa pace.

Sbuffò nuovamente, spazientito, quanto si rese conto del tipo di pensieri che stava formulando.

Sembrava quasi che lui stesse seriamente aspettando il biondo, quando, naturalmente, non era così.

Improvvisamente,il piccolo uccellino che ancora seguitava a ripetere il suo nome decise che era giunto il momento di cambiare ritornello e, quasi a volerlo prendere in giro, cominciò a scandire il nome dell’ultima persona che aveva in mente in quel momento.

-Dino! Dino!-

Per un istante Hibari ponderò seriamente l’idea di liberarsi del pulcino.

Poi il suo sguardo si focalizzò su una figura che era apparsa quasi all’improvviso nel centro del cortile sottostante: un ragazzo dall’inconfondibile zazzera bionda avanzava svelto, come se fosse in ritardo, seguito dal suo fedele braccio destro, cercando in tutti i modi di non inciampare in se stesso.

Senza che il loro proprietario se ne accorgesse, le labbra di Hibari si incurvarono in un sorriso.

Tuttavia, nonostante il tremito di gioia che lo aveva pervaso –Kyouya era sicurissimo fosse dovuto solo ed esclusivamente dalla prospettiva di un ottimo combattimento, di lì a poco- il ragazzo rimase fermo nella sua posizione, in attesa.

Dopo pochi minuti percepì chiaramente la porta che collegava il tetto al resto della scuola aprirsi, ma non si voltò.

-Sei in ritardo, erbivoro.-

-Lo so, mi sono perso…mi dispiace.- le patetiche scuse del giovane Boss si interruppero bruscamente quando realizzò il significato recondito delle parole dell’altro.

-Mi stavi aspettando, Kyouya?-

Un movimento rapido del ragazzo e un tonfa troppo vicino al suo volto fecero indietreggiare Dino che, svelto, estrasse la sua frusta, pronto a combattere anche per quel giorno.

-Ti prometto che domani sarò puntuale, Kyou-chan...-

 Un secondo tonfa andò a fare compagnia al primo, in un attacco a due mani diretto contro l’irritante figura che, sorridendo, continuava a schivare.

In quel momento Hibari Kyouya decise che no, non si sarebbe più sottoposto alla tortura della presenza di Dino Cavallone un’altra volta.

Poi ci fu tempo solo per pensare al combattimento.

*****

Il giorno seguente, alle tre del pomeriggio, Hibari si trovava ancora sul tetto, a fissare l’orizzonte, in attesa, ancora una volta, di quell’emozione che solo uno stupido erbivoro biondo sapeva accendere.

Il resto non importava.

 

 

 

 

 

 

 

°Blaterazioni varie°
1Questa frase è un riadattamento della traduzione di una delle strofe della canzone che dà il titolo alla storia, Don’t stop Believing dei Journey (vi metterei il link ma le mie capacità tecnologiche non arrivano a tanto : D)
Ok ho finito con le cose serie, passiamo alla storia.
Hibari tsundere è l’ammmmmore!
Ho messo la dicitura ooc perché non tutti, forse, condividono il mio punto di vista (smentitemi!)…ma a mio parere Kyouya è uno tsunderello fatto e finito.
E poi volevo provare a scrivere qualcosa con tsundhibari a caso <3 Poco importa se il resto non ha senso! Non picchiatemi!
Come ormai tutto quello che scrivo (?) anche questa schifezzina è per la Challenge Multifandom del gruppo fb Fanfiction Challenges e blablablalosapete.
Alla prossima!
Un bacio, Seki

   
 
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