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Autore: Lulumiao    04/08/2013    3 recensioni
Il potere non è tutto, in fondo. Fanfiction su Re Boo. Questa fanfiction non è stata scritta a scopo di lucro e i luoghi e i personaggi che vi sono descritti non mi appartengono, sono proprietà di Nintendo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima fanfiction, sono molto emozionata :D spero che vi piaccia questo esperimento e che recensiate. Ci sono riferimenti a diversi giochi di Super Mario, spero che qualcuno li colga. Volevo leggere una ff su re Boo e alla fine l’ho scritta io XD Buone vacanze :)

Pensieri di un sovrano
 

 
Le luci erano spente. Fuori c’era un furioso temporale, che illuminava con i suoi lampi i vetri delle finestre, ornate da tende vecchie e logore. La stanza era grande, arredata in modo elegante: alle pareti c’erano numerosi quadri che ritraevano eleganti signori dall’aria pomposa, che altri non erano se non re del Mondo dei Funghi del XVII e XVIII secolo, messi lì per rendere l’ambiente ancora più solenne; i mobili erano antichi e rovinati, invasi dalle tarme; dal soffitto pendeva un grosso lampadario di cristallo, opacizzato dal tempo; e al centro della stanza c’era un enorme letto matrimoniale a baldacchino con le coperte color ametista, anch’esse molto rovinate. Sembrava insomma la camera da letto abbandonata di un sovrano o comunque di un personaggio illustre, ed effettivamente l’entità che si trovava accanto a una delle otto piccole finestre apparteneva a entrambe queste categorie.
 
A prima vista poteva apparire come un grosso pallone bianco sospeso a mezz’aria, ma ad un esame più accurato si notava una certa trasparenza che lasciava intravedere gli alberi agitati aldilà della finestra, e avvicinandosi un po’ si capiva che era una creatura animata. Il suo corpo presentava dei riflessi violacei, e c’erano addirittura una piccola codina e delle minuscole braccine attaccate. Il volto dell’essere avrebbe fatto venire un infarto a qualunque Toad: la bocca era ornata da due zanne ricurve e da una grossa lingua blu penzolante, gli occhi erano chiazze rosso sangue circondate da un malefico alone nero. Sul capo della creatura c’era una grossa corona di rubino. L’aspetto, per quanto semplice, era decisamente pauroso.
 
Il nostro personaggio, quindi, era un re, più precisamente il re dei boo, dei piccoli fantasmini molto simili al loro sovrano. Re boo era solito rimanere solo per molto tempo, spesso immobile, a fissare fuori dalla finestra, al contrario dei suoi sottoposti che erano sempre in movimento e si fermavano solo innanzi allo sguardo di qualunque vivente diverso da loro.
Ma il re non si fermava davanti a nulla.
 Era abituato ad avere qualunque cosa chiedesse, impartiva ordini ai suoi boo ghignanti e otteneva quasi sempre ciò che voleva, e quando aveva successo la sua agghiacciante risata risuonava in tutto il palazzo. Ma le rare volte in cui la situazione prendeva una piega non attesa, il monarca si arrabbiava molto e anche i boo avevano paura di avvicinarsi al loro re. Questi fantasmi ricordavano alcune occasioni in cui il sovrano non aveva trionfato, e anche lui stesso le ricordava. Era appunto perso nei ricordi quella notte. Ricordi di sconfitte sempre più frequenti, che gli causavano una certa inquietudine. Anni prima un nanerottolo aveva catturato molti dei suoi boo e li aveva rinchiusi in alcune cornici, rendendoli dei semplici ritratti, scatenando la sua ira. Mai prima di quel momento aveva pensato a dei piani di conquista, ma non poteva accettare che i suoi sudditi venissero maltrattati così, perciò li aveva salvati, e aveva preso spunto per vendicarsi di due idraulici baffuti che avevano importunato i suoi simili per anni. All’inizio tutto sembrava andare per il meglio, aveva catturato Mario e stava per annientare Luigi, ma quest’ultimo si era rivelato troppo forte. Il re era stato miseramente sconfitto. Ricordava anche un’altra eroica battaglia, in cui si era alleato con il terrificante signore dei koopa, Bowser. Il grosso re dotato di guscio spinato gli aveva chiesto di fare un lavoretto in cambio di una ricompensa, e guarda caso questo compito coincideva con la vendetta che Re Boo voleva attuare: doveva imprigionare Luigi, colui che lo aveva sconfitto. Due piccioni con una fava! Re Boo aveva costruito, grazie alla sua magia, una casa molto particolare: all’interno di un cortile nel vasto castello della principessa Peach aveva collocato una piccola gabbia, sorvegliata da un grosso boo, e se ci si avvicinava troppo si veniva risucchiati all’interno molto rimpiccioliti. Ci si trovava allora davanti a una grande villa tetra, circondati dalla gabbia improvvisamente enorme e da un cielo color indaco. Nella stanza più remota Re Boo aveva imprigionato Luigi, ma anche in quella circostanza era stato battuto, questa volta da Mario. Anche Bowser lo era stato, ed entrambi i re si erano infuriati non poco.
 
Aveva ricevuto anche altre sconfitte, queste erano solo le più eclatanti. Non capiva perché perdesse sempre, dopotutto lui era il re del terrore, comandava un esercito pauroso, era anche furbo. Dove sbagliava? Che quei due baffetti fossero più forti di lui? No, impossibile, lui aveva dalla sua parte la magia e orde di fantasmi. Quale poteva essere il motivo allora? Si soffermò a riflettere sui combattimenti. Lui e i suoi sfidanti erano sempre determinati al massimo, decisi a vincere. Quando perdeva lo prendeva la rabbia di essere caduto in battaglia e odiava vedere i visi felici dei vincitori, che puntualmente salvavano i loro cari. Perché a lui non toccava mai nessuna felicità? Eppure aveva tutto ciò che si possa desiderare: abitazioni quante ne voleva, servitori a volontà, tutti gli agi che spettavano a un sovrano. Ma pensò che nonostante questo era sempre infelice. Provava uno strano sentimento quando vedeva le espressioni felici dei suoi nemici vincenti che abbracciavano i loro amici. Invidia, forse? Ma lui aveva degli amici, tutti quei boo erano lì per lui. Aveva anche più amici dei due idraulici. Ma nessun fantasma gli faceva nascere il sorriso sulle labbra, o gli illuminava la giornata, o lo faceva sentire felice. Ammettendo che non avesse persone care, qual era dunque la differenza tra lui e i suoi sfidanti? Gli amici, appunto. Che fosse quella la chiave della vittoria? Combattere per qualcuno? Il re non poteva crederlo, si vince con la forza, non con il cuore. Ma, per quanto questo fosse uno schiaffo al suo orgoglio, doveva ammettere che lui forse non aveva veri amici. Forse farsi servire e riverire non è amicizia. Poteva provare, in fondo. Un re fa ciò che vuole.
 
 Fece apparire magicamente un foglio, e lo guardò sconsolato: era una lettera da parte di Bowser, che gli chiedeva di prendere parte al suo nuovo piano di conquista del Regno dei Funghi. Si chiese cosa poteva rispondere. Queste parole apparirono magicamente su un nuovo foglio: “Il re dei Boo, eccelso sovrano, dopo aver attentamente esaminato la Vostra proposta, comunica all’illustre sovrano dei koopa, re Bowser, di non poter accettare l’offerta per motivi riguardanti la gestione del regno. 
Distinti saluti, Re Boo.”
Chiamò uno dei boo e gli consegnò la lettera. Il fantasmino sparì. Per quella volta poteva anche rinunciare alla battaglia e spendere il suo tempo a chiedere ai boo presenti al palazzo se, per caso, avessero voglia di fare una partita a carte.
  
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