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Autore: LolaMilka_97    04/08/2013    1 recensioni
La storia parla di un Vampiro, Raphael, figlio di due vampiri molto potenti e di Laila, un Licantropo, anch'essa figlia dei Lican più forti in assoluto. Le due razze si fanno guerra e Raphael non ha problemi a prendere parte ad una nuova guerra fino a quando non incontra Laila. Lui non rivela lei di essere un Vampiro dato che lei tiene il segreto di essere un Lican. In seguito alla loro infatuazione si presentano litigi di incompensioni e quando tutto viene chiarito scappano evitando la guerra delle due razze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina era terribilmente calda. Ero appoggiato alla vetrata della finestra nella mia stanza. Sapevo cosa stava succedendo tutto intorno a me, e sapevo di essere pronto ad affrontare una sfida così grande. D’altronde, sono il figlio dei capo Clan della casata dei Vampiri più potente al mondo. Una guerra non sarebbe stata un problema per noi, avevamo combattuto per migliaia di anni, ma, questa volta, era diverso.
 
Scesi nella sala grande, dove erano già riuniti tutti gli originali per discutere le strategie d’attacco e di difesa. Mio padre era in piedi a capotavola che segnava un tracciato su una mappa del Lago Nero. “Attaccheremo quando i Lican non se lo aspetteranno. Sanno che non possiamo esporci alla luce del sole, quindi sarà quello il momento che faremo irruzione nella loro terra.” Il generale dell’armata, Ven, seduto accanto a mio padre, dava indicazioni al resto del gruppo. Quando mio padre si accorse che ero li mi fece cenno di avvicinarmi e ascoltare attentamente. Mi tenni in piedi per avere una maggior visuale sulla mappa. “Abbiamo controllato più volte  il perimetro del loro castello. Attorno al castello ci sono al massimo una decina di Lican a fare da guardia. Non avremo nessun problema ad annientarli e irrompere al suo interno.” Non potevo credere alle mie orecchie, mio padre voleva tendere un’imboscata ai Lican. Era un atto disgustoso, lasciava a pensare che non saremmo stati abbastanza forti da avere uno scontro leale contro di loro. “No, padre.” Intervenni attirando tutti gli occhi su di me. 

Ogni Vampiro aveva un abilità mentale diversa dagli altri, la mia, era quella di manipolare la mente degli alti. Di solito i nostri poteri non funzionano su altri Vampiri ma, in tanti anni di vita, avevo imparato a potenziare il mio flusso mentale alterando la volontà di chiunque, anche la persona più potente sulla faccia della terra avrebbe obbedito ai miei ordini. “Non siamo così meschini. Non tenderemo un’imboscata. Anzi, andremo dritti all’entrata del loro castello, ci faremo vedere e gli faremo sapere che siamo lì, con le peggiori intenzioni.” Tutti intorno a me annuirono soddisfatti di quello che avevo detto. “Smettila di usare i tuoi giochetti mentali su di noi.” Mio padre alzò lo sguardo infuriato verso di me sbattendo un pugno sul grande tavolo d’innanzi a lui. “Altius! Raphael ha ragione.” Ven prese le mie difese alzandosi in contemporanea a mio padre, lo tirò indietro con una leggera spinta alla spalla. “Dovremmo fare come dice lui.” Un altro membro degli originali acconsentì al mio piano, e come una catena, un vociare di conferma sovrastò il silenzio che per un attimo era piombato nella sala. Lo sguardo di mio padre rimase fisso su di me, per poco. 
 
Mi dileguai dirigendomi nel salone da pranzo. Un lungo tavolo in legno battuto prendeva interamente la forma del salone. Mia madre e le sue dame cingevano un angolo del tavolo, nelle loro mani bicchieri in cristallo pieni di sangue. “Raph, vuoi un sorso?” Dana, la madre del mio migliore amico, Dante, mi offrì il suo bicchiere con aria spavalda. La mia famiglia ha sempre ucciso e conservato sangue umano. Io potevo considerarmi ‘vegetariano’. Bevevo solo sangue di animali. “Stupida donna, indicami dove trovare tuo figlio.” Mia madre e le altre ragazze presenti risero del mio comportamento, Dana non ne fu molto contenta. “Ingrato!” Mi lanciò addosso il calice scaraventandolo contro la parete dietro le mie spalle. “Mi dispiace, mio padrone.” Le ragazze scoppiarono in una risata isterica per le parole di Dana rivolte a me. La feci sedere e poggiare la testa tra le mani implorando perdono. Odiavo il comportamento di quella donna, quasi quanto amavo metterla in ridicolo in ogni situazioni. Era uno dei miei bersagli preferiti. Cercai Dante per tutto il castello, setacciai ogni angolo della casa. Ma lui non era li. 
  
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