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Autore: TheOnlyWay    04/08/2013    3 recensioni
(SEGUITO DI "L'importante è incontrarsi")
«Sei una persona triste, Morgan Anderson.»
Ora, qualcuno sarebbe tanto gentile da spiegarmi per quale motivo io non abbia ancora mandato Grace al diavolo? Voglio dire, non solo sono abbastanza depressa per conto mio, ci volevano anche lei e i suoi stupidi insulti gratuiti. E che nessuno abbia la faccia tosta di dirmi che me li merito. Anche perché non è assolutamente vero. Proprio no. Per niente. Affatto.
Io, Morgan Anderson, non ammetterò mai, nemmeno sotto tortura, di essere stupida, immatura e fondamentalmente idiota. Chi dovrebbe ammetterlo, invece, è Benjamin Barnes, alias Mr. Ho Trentadue Anni E Conosco Il Mondo Meglio Di Te. Povero scemo.
Se per caso vi fosse passato per la testa che le cose tra me e Ben non procedono propriamente per il meglio, be’, sappiate che ci avete visto bene. Anzi, benissimo. Per usare un eufemismo non del tutto elegante, direi che la situazione attuale è una merda. E no, non voglio essere delicata e dire che le condizioni in cui mi trovo rasentano il catastrofico. Io voglio essere volgare, sfacciata e maleducata.
Perciò vaffanculo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E infatti è fighissimo, capito? Perciò ringraziatela, perchè c'è anche la gif.
E Ben.
Due Ben, anzi.
Grazie, Ila.





II.

 
 
 
Brian mi abbraccia nel momento esatto in cui varco la soglia del suo piccolo monolocale. Non fa una domanda, probabilmente perché è del tutto consapevole del fatto che potrei ucciderlo seduta stante – o uccidermi, visto come mi sento – né si azzarda a pronunciare il nome di Ben.
Chissà come sta lui, adesso. Se lo conosco almeno la metà di quanto penso, sono piuttosto sicura che sta scaricando la rabbia con il sacco da boxe che ha appeso nel garage. Lo fa spesso, quando è nervoso, triste, arrabbiato e non sa come sfogarsi. Penso che la violenza gli sia in qualche modo d’aiuto.
So di averlo ferito e questa consapevolezza mi fa sentire ancora peggio. Lui è, e sarà sempre, l’uomo della mia vita, il primo che io abbia amato sul serio e l’unico ad avermi amata nonostante il mio caratteraccio, le mie stranezze e la mia assurda e stupida convinzione di essere un pirata. Sarà sempre l’unico uomo che mi ha portata al Mc Donald al primo appuntamento e che si è presentato a casa con la colazione il giorno dopo, perfettamente consapevole della mia insicurezza.
Ma è anche Ben Barnes, il famoso attore inglese che i giornali di gossip quotano con Amanda Seyfried. E’ l’uomo che milioni di ragazze ucciderebbero per avere ed io l’ho lasciato andare.
Perché non sono la sola a sentirmi in gabbia, credo. So che lui non affronta i suoi viaggi serenamente, perché io sono a casa da sola, con la compagnia di Grace che, sì, è la mia migliore amica, ma non è lui. Grace non mi prepara la colazione, non mi dice che sono la sua principessa guerriera, né mi dice che mi ama più della sua stessa vita.
Separarmi da Ben, è stata una decisione lunga e sofferta, che mi ha scombussolata più di quanto pensassi e che mi ha lasciata completamente a pezzi, senza nemmeno la forza di reagire. E scappare è una scelta da codardi, lo so, ma al momento è l’unica che mi viene in mente.
Se fossi in una telenovela, penso che mi starei già consolando con l’avvenente stalliere argentino di turno, ma questa è la schifosa realtà, perciò mi limito a buttarmi sul divano, affondare il viso nel cuscino e piangere tutte le mie lacrime, nella speranza che il dolore sia abbastanza forte da sopraffarmi e farmi svenire.
Ed è quello che succede: mi addormento dopo circa un’ora, senza aver detto nemmeno una parola a Brian, o aver ringraziato Grace per il passaggio. Cado in un sonno disturbato, in cui gli occhi scuri di Ben sono l’unica cosa che vedo. Inutile dire che quando mi sveglio mi sento ancora peggio.
Trovo Brian seduto in cucina, con il portatile acceso e l’espressione concentrata di chi sta facendo qualcosa di estremamente importante. Barcollo verso di lui, e mi accascio sulla sedia accanto alla sua.
«Tutto bene, Morgana?»
«Mi sento uno schifo.»
Non ho nemmeno voglia di dirgli di non chiamarmi Morgana, perché lo odio, né mi sforzo di ricordargli che il mio nome è Morgan, come un pirata. Per quanto mi riguarda, può chiamarmi anche Allyson, come l’odiosa giornalista che ha portato di fronte ai media la notizia del mio fidanzamento con Ben.
Forse è colpa sua se adesso siamo ridotti così. Se lei si fosse fatta un pacchettino di affari suoi, magari io e Ben non avremmo affrettato i tempi. Magari non saremmo finiti su tutti i giornali e, sempre magari, io non sarei impazzita per gli insulti di tutte le marmocchie che idolatrano il mio fidanzato.
Ex fidanzato.
«Devo uccidere Ben?»
Sorrido mestamente, poi scuoto la testa in segno di diniego. Credetemi, Brian sarebbe davvero capace di uccidere Ben, se solo glielo chiedessi. Penso non abbia mai accettato del tutto la nostra storia, perché Ben è più grande di me di nove anni, è famoso e, insomma, ci sono un sacco di motivi per cui la nostra unione è stata un disastro annunciato.
Ed io che, ingenuamente, pensavo che sarei riuscita ad andare contro tutti coloro (compreso Brian) che sostenevano che non ce l’avremmo mai fatta. Non vedo l’ora di leggere i commenti entusiasti delle fan, quelli cattivi della stampa e… Allyson! Cielo, quell’arpia mi chiamerà sicuramente. Non ho idea di come abbia fatto ad avere il mio numero, ma tant’è. Cosa dirà Ben? So che odia parlare di sé, soprattutto quando l’argomento è delicato e questo lo è abbastanza. Sono sicura che manderà al diavolo qualcuno.
«Sono stata io, Brian.»
«Tu hai lasciato Ben? È impossibile, Morgan.» commenta, incredulo. Se c’è una cosa di cui anche Brian è sempre stato certo, è che io per Ben avrei fatto qualsiasi cosa. Compreso un tatuaggio gigante su una chiappa, se me l’avesse chiesto.
«E invece è così.»
«Ti ha tradita?»
C’è da dire che, in quanto a delicatezza, mio fratello è imbattibile. Ho rotto il mio fidanzamento un paio di ore e lui parla già di tradimento. Come se non stessi abbastanza male così, mi ci manca solo l’immagine di Ben che si rotola nel letto con qualche stangona hollywoodiana.
«No!»
«Allora tu hai tradito lui?»
«Ma come ti viene in mente?»
«E allora sei stupida, Morgan.»
Dalla gola mi esce un suono strozzato che vorrebbe essere di protesta, ma che fa ridere Brian per almeno dieci minuti. Nel frattempo, non posso fare altro se non pensare a Ben e cominciare a rimpiangere la mia drammaticità e, soprattutto, l’atto drastico di cui sono stata l’artefice. Cielo, l’ho lasciato davvero? Me ne sono andata di casa. Ho piantato Ben.
Io, Morgan Anderson, ho scaricato Ben Barnes dopo due anni di fidanzamento, ad un passo dal cominciare l’organizzazione delle nozze. Sono davvero così stupida? Sì, lo sono, ovviamente. Ma la cosa non sorprende nessuno, immagino.
E ancora mi domando cosa mi sia preso. Certo, le cose non vanno bene già da un po’ e negli ultimi tre mesi sono stata sul punto di preparare le valigie non so quante volte, ma qualcosa mi ha sempre trattenuta.
«Non scocciare! C’è un motivo se l’ho fatto.»
«E sarebbe?»
«Non ti devo dare alcuna spiegazione, non sei mica Ben.» bercio, risentita. Insomma, capisco che Brian sia curioso, ma non vedo perché dovrei illustrargli tutti i dettagli di questa sordida e triste vicenda. Rischierei solamente di sembrare più patetica di quanto non sia già. Ma perché non sono una persona più coerente?
Voglio dire, fino a questa mattina non credevo che avrei trovato il coraggio di lasciare Ben, poi nel giro di un’ora ho deciso di preparare i bagagli. Ho dato tutta la colpa a lui, quando in realtà è mia. Oppure no? Santo cielo, non so più che cosa pensare. Perché qualcuno non mi tira una botta in testa? Magari mi ritorna la ragione.
Brian sospira, mi lascia una carezza sulla spalla, poi si abbassa per baciarmi la testa con dolcezza.
«Si sistemerà tutto, sorellina. Te lo prometto.» mormora. Il suo tono è così sincero e così inaspettatamente dolce che ricomincio a piangere come una bambina. Brian mi abbraccia e aspetta in silenzio che passi. Ma passerà mai?
Grace ritorna pochi minuti dopo e, a giudicare dalla sua faccia, sembra assolutamente furiosa. Non mi sorprende che entri in casa di Brian come se fosse la padrona – è una cosa che fa di continuo, questo di piombare nelle case altrui con la delicatezza di un panzer – né che si lanci sul divano accanto a me.
Quello che mi stupisce, è il coppino che ricevo subito dopo.
«Ahi! Dì un po’, ma sei completamente impazzita?» mi lamento, massaggiandomi la testa.
«Io? Porca puttana, Morgan!» impreca. Non credo possiate capire sul serio il mio sgomento: Grace non dice mai parolacce. Mai. Nemmeno quando prende un voto piuttosto basso (ossia un punto sotto il massimo) ad un esame dell’università. In genere si lamenta per un quarto d’ora abbondante, poi si consola con una barretta di cioccolato e nel giro di mezz’ora se n’è già dimenticata.
Perciò provate ad immaginare quanto mi sembri assurda questa sua reazione. Apparentemente ingiustificata, oltretutto. Perché per far dire a Grace un “porca puttana” del genere, deve trattarsi di qualcosa di grave.
«Cosa c’è?» domando, preoccupata e con una punta di sospetto. Se sono a conoscenza del fatto che io potrei essere il motivo della sua rabbia? Assolutamente sì. E sono molto, molto preoccupata.
«C’è, grandissima idiota, che ho parlato con Ben!»
Ed è qui che cominciano i guai. Non so perché, ma ho la sensazione che da questo momento in poi, le cose andranno sempre peggio.
«E sai cosa? Sei proprio un’idiota.»
«L’hai già detto.» le faccio notare, scettica. In tutta sincerità, non ho per niente voglia di sentirmi dire – di nuovo – che sono una stupida senza cervello. Lo so benissimo da me, che ci crediate o no. E la cosa peggiore è che, proprio in virtù di questa mia stupidità, ho lasciato l’amore della mia vita.
Brian si butta improvvisamente accanto a Grace e le circonda le spalle esili con un braccio. Lei, ovviamente, arrossisce e si dimentica completamente di Ben, della nostra rottura e di tutte le accuse che era pronta a rivolgermi. Brian ha ancora questo effetto, su di lei. So che prima o poi mi toccherà affrontare l’argomento e so anche che non me la farà passare liscia, ma per il momento mi godo l’immunità e ne approfitto per svignarmela nella camera degli ospiti.
Quando ormai pensavo di essere al sicuro da ogni domanda e accusa, Grace mi raggiunge e comincia a passeggiare avanti e indietro sulla moquette color sabbia. Non oso chiederle niente a proposito di Brian, ma dalla sua faccia deduco che sia successo qualcosa. Non so se hanno litigato o se finalmente si sono rotolati sul divano per un po’ di sana attività fisica: non mi interessa saperlo.
«È curioso, Morgan. Ben non aveva idea che tu volessi lasciarlo.» commenta, arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita. Io sbuffo e nascondo la faccia nel cuscino. Non ho proprio voglia di parlarne, non può lasciarmi in pace?
«E allora? Non è che prima devo mandargli un telegramma. Sono cose succedono, Grace.»
«Certo, quando si è rincoglioniti come te.» e siamo a quota due parolacce. Devo averla combinata proprio grossa. L’unica cosa che non riesco a capire è per quale motivo non mi lasci crogiolare nella tristezza, ma continui a buttarmi in faccia la mia stupidità. Mi sono già pentita di aver troncato con Ben e sono passate appena poche ore.
«Le cose non sono così semplici.» borbotto, infine, trattenendomi a stento dal lanciare un urlo isterico.
«Allora spiegami, Morgan, perché io non capisco.»
Vorrei farle presente che non è lei quella che deve capire, ma Ben. In ogni caso, credo che parlarne con qualcuno mi farebbe bene, perciò sputo il rospo e, per una buona volta, mi decido a raccontare la verità.
«Mi sento in trappola. Sto vivendo da sola, in una casa che non è mia, ma che non fa altro se non ricordarmi che Ben non c’è. Prova a capirmi, Grace. Immagina il la cucina silenziosa, il tavolo apparecchiato per una persona, un libro abbandonato sul divano, e il letto vuoto, freddo, le lenzuola disfate solo da un lato. È così che vivo. E non mi basta una telefonata nel cuore della notte, qualche ti amo sussurrato prima di riattaccare e un’intervista che conferma che sì, stiamo ancora insieme. Ho finito il corso di pasticceria, lo sai? L’ho finito due mesi fa e ancora non ho cucinato niente. Avrei voluto preparare una torta per Ben, oppure dei biscotti, ma lui non c’era. Era troppo impegnato a bersi un fottuto caffè con Amanda. Sai dov’ero io? In camera nostra, a piangere. Capisci, adesso?» nascondo un singhiozzo nel cuscino, perché mi sento così patetica e così triste che non voglio essere vista da nessuno.
Grace si avvicina con cautela, poi mi si sdraia accanto e mi circonda con le braccia.
«Vedrai, Morgan. Andrà tutto bene.»




***





Lo so, lo so, avrei dovuto aggiornare prima, ma ero in vacanza e questo significa niente internet, niente computer e, insomma, niente di niente. In compenso, non che ve ne freghi, ovviamente, ho un'abbronzatura che fa PAURA. Giuro, mi hanno detto che sembro un'indiana. Yeah.
Comunque, questo capitolo è un po' deprimente, me ne rendo conto, ma quando due persone si lasciano dubito che siano al settimo cielo e qua parliamo di Morgan, che è esaurita persa.
Fatemi sapere che ne pensate, ci conto :)
Un bacione,
Fede <3
   
 
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