Il sogno

Aveva appena finito di scrivere il biglietto, che si diresse subito nella sua camera.

Bussò piano per non svegliarla nel caso stesse dormendo. -Chi è?- Chiese una

vocina tremolante oltre la porta -Sono io…- in un attimo aprì la porta per

permetterle di entrare. -auguri di buon compleanno!- disse lei porgendole il

bigliettino con un grande sorriso stampato in volto; erano entrambe piccole ma la

festeggiata aveva un anno in meno dell’altra. -Grazie sorellona… non so cosa farei

senza di te- disse la più piccola, stringendo l’altra in enorme abbraccio -di nulla

sorellina!-

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Heather si risvegliò come se fino a poco prima fosse in uno stato di trans. Non

riusciva a capire come potesse succederle ciò: lei era una vampira e non poteva

addormentarsi; eppure ogni tanto gli apparivano queste visioni; non erano sogni,

ma ricordi. Non ne aveva mai parlato neanche con suo creatore-padre, dato che li

riteneva sciocchezze di poca importanza, ma negli ultimi tempi si facevano sempre

più frequenti. Decise di distrarsi dai suoi pensieri ed entrare nel centro

commerciale: oltre quello che portava, non aveva più un vestito che non fosse,

irrimediabilmente, macchiato di sangue. Appena entrata si diresse verso il negozio

di vestiti: nonostante si fosse accorta di essere seguita, erano due persone diverse,

una aveva un odore umano mentre l’altra… un vampiro?!

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

-perché proprio io?- Era questa la domanda che Alec si ripeteva da ormai molto

tempo; Aro aveva affidato questo compito proprio a lui. Non gli aveva affiancato

neanche sua sorella perché non voleva rischiare che un gruppo troppo numeroso

facesse saltare la copertura: se almeno avesse avuto con lui Demetri l’avrebbe

trovata molto prima. Conosceva il nome e l’aspetto del suo obiettivo: Heather

Mason di anni 17 (al momento della trasformazione) aveva dei capelli biondi, corti

e leggermente mossi, un giubottino senza maniche, una minigonna verde e degli

stivali in pelle; aveva memorizzato il suo odore, ma senza un punto di partenza era

difficile trovarla. Come se non bastasse, Aro si era raccomandato di non

intervenire finchè non fosse rimasta sola e da quando l’aveva rintracciata quello

era il primo momento in cui il padre-creatore, Harry Mason, se n’era separato. La stava

osservando attentamente, da lunga distanza, per paura di essere visto, ma aveva

notato che non era il solo che la stava seguendo: un uomo poco davanti a lui era

intento a pedinare la ragazza.