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Autore: lunatica365    04/08/2013    2 recensioni
(ambientato dopo la seconda stagione, ma prima della terza) Dopo un attacco ai druidi, Artù rimane gravemente ferito. Cosa farà Merlino?
MERTHUR
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù, Uther | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capsella Bursa Pastoris

 
Dopo una giornata di duro lavoro al castello, Merlino tornò da Gaius e, anziché potersi buttare subito sull’accogliente letto, dovette andare a prendere per lui delle erbe.
Fortunatamente erano reperibili dall’erborista nella città bassa, quindi non ci mise molto. Dopo aver mangiato insieme a Gaius, si chiuse nella sua stanza e prese il libro di incantesimi. Avendo quasi rischiato di perdere Artù, se non fosse stato per le abilità di suo padre con le erbe e le preghiere dell’antica religione, decise di imparare alcuni incantesimi di guarigione.
- Allora, vediamo… - Merlino sfoglio le pagine fino a trovare la sezione che gli interessava. - Come chiudere tagli, sanare bruciature, fermare il sanguinamento… Perfetto!
Iniziò a studiare quegli incantesimi fino a quando non sentì di averli ripetuti talmente tante volte che avrebbe potuto dirli senza nemmeno pensarci. Si addormentò quindi a tarda notte, esausto ma felice di non dover più aver timore di farsi prendere dal panico in mezzo al bosco con Artù svenuto e ferito.
La mattina dopo venne svegliato da Gaius, che lo informava che la sua presenza era richiesta da Artù. Fece quindi una colazione veloce e andò nelle stanze del suo sire. Lo trovò che iniziava ad infilarsi l’armatura, e si avvicinò per aiutarlo.
- Buongiorno. State andando da qualche parte? - chiese sistemando lo spallaccio.
- In realtà STIAMO andando da qualche parte, Merlino. Vieni anche tu. -
- Oh, si certo, chiaro. E dove andiamo? - Artù prese la sua spada e la infilò nel fodero.
- Un gruppo di druidi è stato visto nelle foreste a nord della città. Mio padre ci manda all’attacco. -
- Uh, e quando si parte? -
- Ora, Merlino! - Artù gli passò la sua pesante sacca e si avviarono nella piazza di fronte al palazzo, dove gli altri cavalieri li aspettavano per partire.
Si misero in marcia e dopo aver trovato delle tracce, lasciarono i cavalli legati e continuarono ad avventurarsi nella boscaglia a piedi, il più silenziosamente possibile. Iniziarono a scorgere delle rozze abitazioni e delle voci. Non sapevano che stavano arrivando e questo era un fattore positivo, ma non bisognava sottovalutarli.
Merlino, brandendo goffamente la spada, mise un piede in fallo e ruppe un rametto. Uno dei druidi più vicini si voltò e lo vide. Diede l’allarme al resto dei suoi e in pochi secondi iniziò il combattimento. Artù dovette liberarsi in fretta della balestra di cui si era armato per attaccare a distanza e sfoderò la spada, menando fendenti sui nemici, che cadevano sotto i suoi colpi.
Merlino riuscì ad abbattere alcuni di loro che provavano ad attaccare Artù alle spalle sfruttando la magia nei momenti in cui nessuno poteva vederlo. Osservò con preoccupazione uno dei nemici riuscire a penetrare le difese di Artù e fargli un taglio sul fianco. In risposta a questo attacco però, Artù lo trafisse all’altezza dello stomaco.
Nonostante i druidi fossero di poco superiori ai coraggiosi cavalieri, sfruttavano anche la loro magia e vi furono numerose perdite, ma il gruppo di druidi venne sconfitto completamente. Di dieci cavalieri partiti (più Merlino), rimasero in vita solo Artù e il suo servitore.
Artù però era ferito e si accasciò per terra, tenendo una mano premuta sul taglio. Merlino gli si avvicinò in fretta e, inginocchiatosi accanto a lui, gli scostò delicatamente la mano dalla ferita, per osservarla meglio.
Per fortuna non era così profonda come avrebbe potuto suggerire il copioso quantitativo di sangue che da essa sgorgava. Gli tolse l’armatura causando ad Artù delle dolorose fitte.
- Scusate, scusate, ma dovevo toglierla per provare a guarirla. -
- Provare?! Perché non siamo già in viaggio per andare a Camelot? -
- State perdendo troppo sangue, non faremmo in tempo. - Merlino si alzò e andò a cercare nelle tende dei druidi le erbe che gli servivano per fermare il sangue. Per sua fortuna l’incantesimo andava applicato sulle erbe per rafforzare le proprietà che già possedevano, quindi Artù non avrebbe scoperto nulla. Riuscì a trovare solo una delle erbe con le proprietà che gli interessavano, così recitò a bassa voce l’incantesimo e sperò che funzionasse ugualmente.
- Dove vai, Merlino? - chiese Artù alzando faticosamente la voce.
- Mi servono delle erbe per fermare il sangue, altrimenti con cosa credete che possa salvarvi? Con la magia? - rispose Merlino divertito e quando si riavvicino al suo sire, questi lo guardò male. - Oh, vi prego, smettetela di guardarmi così. Siete così testone da credere che possa essere un mago? -
- Certo che no, sei troppo stupido per usare la magia. -
Merlino roteo gli occhi e inizio a masticare le foglie dell’erba, per poi applicarle sulla ferita. Artù chiuse gli occhi, stanco. Il sangue continuava a fuoriuscire dal taglio e il respiro del principe si faceva più corto e flebile. Merlino era preoccupato, aveva timore che il suo incantesimo non avesse fatto effetto. Mormorò di nuovo le parole dell’incantesimo, sperando che Artù fosse svenuto, e così parve, perché anche se il principe senti quelle parole, egli non vi fece caso. Probabilmente pensava di sentire male.
L’uscita del sangue iniziava a rallentare, ma Merlino non sapeva dire se fosse stato per l’incantesimo e perché semplicemente non ve ne fosse più. Artù era molto pallido e non sembrava respirasse.
- Non potete morire, mi avete sentito? Camelot ha bisogno di voi, Gwen ha bisogno di voi -, e a voce più bassa aggiunse - io ho bisogno di voi. -
Iniziò a piangere, non sentendo nessuna risposta, non vedendo alcuna reazione e prese il suo volto tra le mani. Continuava a mormorargli piccole frasi, chiedendogli prima con dolcezza, poi quasi con rabbia di riprendersi, di vivere.
- Vi prego… - Il suo viso era a pochi centimetri da quello del principe. Quel principe tanto arrogante, fastidioso, ma anche dall’animo buono e generoso. Il viso del ragazzo che si era scoperto ad osservare più spesso di quanto dovesse. Lo stesso ragazzo che ormai non salvava più per il mero realizzarsi del suo destino, ma perché l’idea di Artù morto era per lui talmente estranea e inconcepibile che non avrebbe nemmeno voluto pensarci.
Eppure adesso era lì. Il suo corpo immobile stretto tra le braccia. Da quando l’aveva conosciuto aveva avuto un grande segreto da nascondere, ma conoscendolo di più un altro segreto si era aggiunto alla lista. Si sentiva attratto dal quel biondo che si montava troppo la testa, ma metteva i suoi sentimenti in un angolo e pensava alla sua felicità, fingendo di essere contento per lui quando gli parlava di Gwen.
Era talmente sconvolto e perso nei suoi pensieri, che non si accorse del battiti lenti, ma straordinariamente costanti e tenaci del cuore del principe.
Continuando a tenere il suo volto tra le mani, lasciò un lieve bacio sulle sue labbra, piangendo. Quando si staccò, sentì una voce che non si sarebbe aspettato di sentire più. Il principe parlava debolmente e continuando a tenere gli occhi chiusi.
- Merlino, perché mi hai baciato? - Il giovane mago arrossì e si allontanò leggermente da lui, ma senza staccarsi completamente.
- Io? Ma di che parlate, sire? La perdita di sangue deve avervi confuso il cervello. - disse Merlino facendo una piccola risata per sdrammatizzare.
- Merlino, lo so che ne sei fermamente convinto, ma non sono stupido come pensi. Tu mi hai baciato. -
- Non è vero! -
- Oh si che è vero! - Il principe si stava lentamente riprendendo e sembrava già meno pallido anche se comunque ancora in grave pericolo, visto che la ferita era ancora aperta.
Merlino, sviando completamente il discorso, gli chiese se adesso sarebbe riuscito a stare a cavallo. Artù, nonostante volesse chiarire col moro, lasciò perdere e gli disse che poteva cavalcare.
- Bene. - Merlino si strappò alcune strisce di tessuto dalla casacca e le avvolse alla bell’è meglio attorno al busto di Artù, evitando di toccarlo troppo per non fargli male. Poi andarono dove avevano lasciato i cavalli e vi salirono, per partire verso Camelot. Non poterono andare con la fretta che sarebbe stata necessaria perché il principe soffriva già a abbastanza a stare seduto, figurarsi con tutti i movimenti del cavallo.
Non parlarono e viaggiarono tutta la notte, senza fermarsi per dormire. All’alba, quando arrivarono al castello, la ferita di Artù aveva ripreso a sanguinare e lui era svenuto. Dei servitori giunsero in aiuto di Merlino e portarono il principe nelle sue stanze, mentre il mago andava a chiamare Gaius che lo seguì fino dal principe.
Nelle sue stanze trovarono Uther, che accanto al letto stringeva la mano al figlio, osservandolo con apprensione. Gaius sciolse il bendaggio fatto da Merlino e osservò l’impiastro applicato dal ragazzo.
- Che erbe hai usato? -
- Solo una. La borsa del pastore. - Gaius sorrise, tranquillizzato.
- Il suo nome scientifico è Capsella Bursa Pastoris e hai fatto molto bene ad usarla, è un ottimo emostatico. Gli hai salvato la vita. Ma ora serve che la ferita si richiuda. -
Tirò fuori dalla borsa le erbe che aveva portato dalla sua casa, dell’acqua e un mortaio. Schiacciò della polvere di mimosa, dei petali di calendula e delle foglie di agrimonia, tutte e tre dotate di proprietà antisettiche e cicatrizzanti. Spalmò le erbe sul taglio e lo lasciò senza garze.
- E’ meglio che la ferita respiri. Si chiuderà prima. -
Uther lo ringraziò a lungo e lo stesso fece con il servitore. Rimase accanto a lui tutto il giorno e permise a Merlino di tornare a casa con Gaius. Una volta dentro l’abitazione, Gaius preparò lui un pasto e iniziarono a mangiare. Merlino era talmente affamato che finì di mangiare in pochi minuti.
Vedendolo più tranquillo, Gaius gli pose finalmente la domanda che gli era sorta sin da quando gli aveva detto l’erba da lui usata.
- Merlino, la Capsella sarà anche potente come pianta, ma non tanto da fermare un’emorragia del genere. Come hai fatto a farla funzionare così bene? -
- Ho usato la magia. Ho rafforzato le sue proprietà con un incantesimo, ma lo giuro, Artù non mi ha visto! -
- Sta’ tranquillo, volevo solo saperlo. Sei stato bravo. -
- Grazie. - Merlino fece un piccolo sorriso e poi si alzò per andare nella sua stanza. - Svegliatemi se Artù si dovesse svegliare. -
- Certo. Ora riposa. -
 
***
 
Merlino riposò a lungo e non diede segno di sentire la porta della sua stanza che si apriva, né il rumore di passi che si avvicinavano al suo letto.
- Merlino. - disse ad alta voce Artù, con le braccia incrociate sul petto. Il moro si svegliò di soprassalto, borbottando.
- Uh? Si, cosa c’è? - Artù fece un piccolissimo sorriso divertito.
- Una persona che vuole ringraziarti. - Merlino si era ormai svegliato del tutto e messo a sedere, e non riuscì a trattenersi dal chiedere sarcasticamente dove fosse questa persona. - Proprio di fronte a te. -
- Oh, beh.. Di niente. Sono felice di vedere che state bene. -
- Già. Non sapevo fossi così bravo con le erbe. - Merlino rise leggermente.
- A volte lo ascolto Gaius. -
- Per mia fortuna. -
- Già. -
Merlino non riusciva a guardarlo negli occhi per più di qualche secondo dopo l’incidente del bacio. Probabilmente Artù stava pensando alla stessa cosa perché gli disse
- Mi sembrava dovessimo finire un discorso, io e te. - Il moro fece il finto tonto e rispose
- Davvero? Non ricordo. -
Il principe si sedette accanto a lui sul piccolo letto e si guardò intorno.
- La tua stanza è un disastro! -
- Dopo aver passato tutta la giornata a pulire le vostre di stanze, non ho certo voglia di pulire anche la mia. -
Artù sorrise e poi fece un respiro profondo, facendo una smorfia di dolore. Probabilmente la ferita tirava.
- Come sta il taglio? -
- Meglio. Ma è abbastanza lungo e Gaius ha detto che ci metterà un paio di settimane a rimarginarsi del tutto. -
- Mi fa piacere. -
Entrambi sapevano che non era quello il discorso per cui Artù era venuto di persona fino alla sua stanza. Artù aveva una domanda in testa e desiderava avere una risposta.
- Perché mi hai baciato? - Merlino si fece coraggio e rispose.
- Pensavo foste morto. - Artù fece una risata sprezzante e si voltò a guardarlo. Non erano a molta distanza l’uno dall’altro.
- E sei solito baciare cadaveri, Merlino? -
- No. -
- Provi qualcosa per me? - chiese allora a bruciapelo il biondo.
- Si, sire. - disse Merlino abbassando lo sguardo.
- Allora questo cambia tutto. -
Merlino era triste, ma sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Ora avrebbe voluto sicuramente un nuovo servitore e non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Si diede dello stupido da solo per averlo baciato. Artù invece stranamente sorrideva e lo guardava più intensamente del solito.
- Dovevi proprio aspettare che fossi sul punto di morte per baciarmi? - disse prima di lanciarsi sulle labbra del moro, che aveva desiderato a lungo. Merlino, sorpreso, si staccò da lui.
- Ma io pensavo… -
- Tu pensavi? - chiese Artù sospirando per quell’interruzione.
- Pensavo vi interessasse Ginevra! -
- Beh, è una bella ragazza - Merlino lo guardò con disappunto, ma lui non si scompose e continuò, - Ma la verità è che volevo farti ingelosire. -
- Ci siete riuscito eccome, testone! -
Artù rise e lo attirò di nuovo a sé per baciarlo.




BUONGIORNO :) allooooora, ho iniziato a guardare Merlin poco tempo fa, ma mi sono subito innamorata di questi due scemi eheh spero che la storia vi piaccia! E se avete voglia recensite, che fa sempre piacere ;)
  
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