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Autore: simoneorso394    04/08/2013    4 recensioni
"Hermione su una cosa si era sicuramente sbagliata non era la sua sfera emotiva ad assomigliare a quella di un cucchiaino, ma la capacità di esprimere le sue emozioni"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Aveva di nuovo un’ora libera e doveva incontrarsi per l’ennesima volta con Lav. Quanto non la sopportava. Era una cozza, le sue ventose erano peggio di quelle di un avvincino, le sue conversazioni erano quasi più noiose delle lezioni di storia della magia. Come era arrivato a quel punto? Perché si era lasciato trascinare nelle profondità del lago nero?
Fissava quel gradino, dove l’aveva vista piangere, piangere per lui. Era stato uno stupido, un emerito deficiente. L’aveva ferita e per cosa? Per quattro baci neanche soddisfacenti.
Doveva trovare una soluzione a tutto questo, ma non era mai stato bravo con le emozioni e con le parole, come aveva detto Hermione, Ron aveva la sfera emotiva di un cucchiaino.
Si sedette su quel marmo freddo, riusciva a percepire le lacrime evaporate dalla superficie fredda della scala. Guardarla lo faceva sentire colpevole, colpevole per non aver accettato i suoi sentimenti, per aver ceduto alla paura di rovinare un rapporto così speciale e così vero che alla fine aveva preso fuoco come uno schiopodo sparacoda.
Hermione su una cosa si era sicuramente sbagliata non era la sua sfera emotiva ad assomigliare a quella di un cucchiaino, ma la capacità di esprimere le sue emozioni. Ronald Weasley l’amava, ma la paura di non essere abbastanza, che lo perseguitava, era sempre presente e lo braccava, lo teneva prigioniero. Le prigioni che la paura crea sono sicuramente peggiori di Azkaban, perché lì è la gabbia che crea il terrore e non il contrario.
Ingabbiato nel suo timore aveva iniziato a sudare freddo, a giocherellare con le mani, forse avrebbe potuto parlarne con Harry, lui sicuramente avrebbe capito, magari con sua sorella, lei ed Hermione erano molto amiche.
No!
Non poteva parlarne, avrebbe dovuto trovare la soluzione da solo, doveva dimostrare il suo vero valore e per farlo doveva agire contando sulle sue forze.
Avrebbe dovuto trovare anche il coraggio di lasciare Lavanda, ma non voleva frantumarle il cuore, in fondo le sue intenzioni erano buone e poi era una ragazza dolce più della melassa. Sarebbe stata una vera partita a scacchi da vincere, più difficile di quella al primo anno probabilmente.

Lavanda arrivò portando con se un libro e un piccolo incarto che gli porse. Dentro un cuore di cioccolata con le loro iniziali in glassa e una piccola scritta “per sempre” lo fissava.
“Ciao Ron Ron” gli disse dandogli un bacio zuccheroso sulle labbra, prendendolo quasi in contropiede.
“È un anticipo per il tuo compleanno. Ti piace? Ma certo che ti piace, te lo leggo negli occhi. I tuoi bellissimi occhi. Te l’ho mai detto che hai degli occhi stupendi? S’intonato perfettamente ai tuoi capelli rosso fuoco. Ah il fuoco! Come la nostra passione che brucia…”
Lavanda aveva iniziato a fare i suoi starnazzanti monologhi e Ron aveva iniziato a contare i granelli di polvere sul pavimento con la mente completamente altrove.
Il pomeriggio passò dannatamente lento, Lavanda era diventata davvero insopportabile, doveva muoversi al più presto o si sarebbe strozzato con l’ennesimo pegno di cioccolato che simboleggiava “il loro grande amore”.

La sera nella sala comune per fortuna Calì aveva distratto Lavanda e lui si stava godendo un po’ di tranquillità su una vecchia poltrona mentre guardava Hermione intenta a leggere un libro. Adorava vederla leggere la faceva sembrare leggera, quasi appartenesse ad un mondo diverso. Era come se lo facesse entrare nel libro, le sue espressioni riflettevano esattamente gli avvenimenti della trama. Alcune volte le lacrime le rigavano il viso, proprio come in quel momento. Ron ogni volta avvertiva una spinta, una forza che l’avrebbe fatto sicuramente alzare per asciugare quelle perle, per farla sentire meno sola, se la paura ogni volta non lo avesse tenuto incollato alla poltrona, forse tutto ora sarebbe stato diverso, magari migliore...
 La visione fu interrotta da Harry che si era avvicinato a Ginny e aveva chiamato Hermione per unirsi alla conversazione.
Decise di andare a letto, salì le scale per il dormitorio ed entrò. Domani sarebbe stato il suo compleanno, sarebbe diventato maggiorenne, un motivo in più per risolvere la questione da solo, come avrebbe fatto un vero uomo. Si mise il pigiama e notò una scatola a forma di cuore di fianco al letto di Harry, non ci fece molto caso e si mise sotto le coperte nella speranza che la notte potesse portargli un consiglio che facesse al caso suo.
  
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