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Autore: EmmaDiggory15    04/08/2013    2 recensioni
Chris Colfer non aveva mai pensato che alla fine si sarebbe fatto fregare. Era sempre stato un tipo calmo e riflessivo, spesso tendeva a tenere sotto controllo le situazioni in cui capitava. E i sentimenti. Pensava che sarebbe stato semplice tenerli a bada e quando aveva conosciuto Darren era più che sicuro che sarebbe riuscito a mantenere un rapporto di amicizia professionale.
[...]
Ma, per la prima volta nella sua vita, si era sbagliato
***
Se mettiamo un Chris innamorato e un Darren che sa cogliere le opportunità nella stessa stanza, cosa può succedere?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:
Non possiedo né Chris, né Darren, non sono nessuno e questa storia non è scritta a scopo di lucro.
Inoltre la dedico ad Ale (*^*) che mi ha supportata in questo momento di sclero.
Addio.

Seize The Opportunities


Chris Colfer non aveva mai pensato che alla fine si sarebbe fatto fregare.

Era sempre stato un tipo calmo e riflessivo, spesso tendeva a tenere sotto controllo le situazioni in cui capitava.

E i sentimenti.

Pensava che sarebbe stato semplice tenerli a bada e quando aveva conosciuto Darren era più che sicuro che sarebbe riuscito a mantenere un rapporto di amicizia professionale.

Aveva naturalmente pensato che lui fosse un ragazzo carino, in fondo era un giovane uomo gay, era umano! Era perfettamente normale che facesse degli apprezzamenti mentali su un altro maschio.

Quando lo aveva conosciuto, pensava che sarebbe stato come tutti gli altri, legati, certo, ma con un leggero velo di imbarazzo e tensione dovuto al fatto che lui fosse gay, non ci sarebbe mai stata la stessa atmosfera rilassata che c’era con le sue amiche e colleghe.

Ma, per la prima volta nella sua vita, si era sbagliato.

Darren si era rivelato simpatico, rilassato e pieno d’energia, non aveva fatto nulla che gli creasse imbarazzo o altro, lo trattava esattamente come trattava qualsiasi altro suo amico e di questo gli era infinitamente grato.

Si erano ritrovati a passare sempre più tempo insieme, sia sul set che fuori, come quando il venerdì sera si vedevano per guardare un film o semplicemente parlare.
E lui era sempre gentile e Chris sapeva che alla fine ci sarebbe cascato, anche se non voleva ammetterlo a se stesso.

Si era sforzato di mettere da parte qualsiasi pensiero ambiguo sul suo amico, in quanto quest’ultimo si era dichiarato etero, sarebbe stato sbagliato eingiusto pensare a lui in quel modo.

Eppure sembrava impossibile frenarsi.

Non poteva impedire al suo cuore di accelerare e alle sue guance di riscaldarsi quando vedeva il riccio passargli accanto o parlargli, e non poteva impedire ai suoi sogni di concentrarsi su di lui.

Voleva smettere, sul serio, ci aveva provato.

Ma Darren era come una droga per lui.

E Kurt e Blaine non erano mai stati d’aiuto.

Ogni volta che dovevano semplicemente toccarsi Chris non poteva fare a meno di indugiare un po’ di più di quanto consentito sulla pelle olivastra del moro o di soffermarsi ad osservare i suoi occhi cangianti, per poi lasciarsi naufragare in essi.

E quando lo baciò, sentì che tutto era finalmente giusto e capì che le loro labbra erano nate per incastrarsi alla perfezione, anche nel più breve degli sfioramenti.

Anche se in quei momenti non erano Chris e Darren, avrebbe fatto tesoro di ogni singolo istante.

Perché, purtroppo, era tutto quello che gli era concesso.

Ma se lo sarebbe fatto bastare, e se per continuare ad avere quegli attimi con lui avrebbe dovuto mettere a tacere i suoi sentimenti e continuare ad amare in silenzio, lo avrebbe fatto.

Perché sapeva che sarebbe stato meglio guardarlo per sempre da lontano senza rischiare e averlo come amico, che mettere in gioco tutto e rischiare di perderlo per sempre.

Perché Darren si fidava di lui.

E lo stava tradendo.

***


È strano pensare a come il tempo passi in fretta.

Certe volte ti fermi e pensi a quello che hai fatto e a come sarebbero potute andare le cose.

Chris pensava a come sarebbe stata la sua vita se non avesse conosciuto Will.

Will che era sempre gentile, Will che lo stava a sentire, Will che lo amava.

Perché era questo quello di cui aveva bisogno: essere amato.

Aveva sofferto tanto, troppo nella sua vita, si meritava un po’ di amore, no?

No.

Lui non lo meritava l’amore di Will.

Non lo meritava, perché, per quanto gli fosse affezionato, non sentiva di amarlo.

Lo stava solo prendendo in giro.

Era consapevole dei sentimenti del ragazzo per lui e quegli occhi erano così sinceri da fare male.

E lui? Lui era solo un bugiardo.

Non gli era mai piaciuto mentire, ma in quel momento era diventato il suo pane quotidiano.

Era stato molte volte sul punto di sputare fuori tutta la verità, di smettere di fingere, perché il peso di quel sentimento che non voleva lasciarlo era diventato troppo da sopportare.

Ma poi Will gli diceva “ti amo” e tutte le sue buone intenzioni svanivano.

Ma poi Darren gli diceva “sono davvero felice con lei” e moriva dentro.

E doveva stare zitto.

Perché non le avrebbe pagate solo lui le conseguenze.

***


«Vuoi qualcosa da mangiare?»

Chris, con grande sforzo, riuscì a sollevare gli occhi dal punto su cui li teneva fissi.

«No, grazie, non ho molta fame»

Will si avvicinò al moro, accarezzandogli la guancia dolcemente. «Non mangi da ieri»

«Stai tranquillo, ok? Dovresti tornare a casa» Sussurrò Chris.

«Davvero, Chris, non dovresti…»

«Starò bene, ok? Potresti lasciarmi da solo per un po’?» Sbottò all’improvviso.

«Va bene, calmo» Disse Will, allontanandosi leggermente.

«Scusa, mi dispiace»

Il biondo scosse la testa. «No, va bene, tranquillo»

Will prese la giacca che aveva poggiato sulla poltrona. «Ti chiamo fra un paio d’ore, ok?»

Chris annuì distrattamente, senza davvero ascoltarlo.

Strinse un po’ di più le ginocchia con le mani, serrando gli occhi.

Aveva cercato di distrarsi, ma si sentiva male solo al pensiero di fare qualcos’altro, perché non era giusto pensare a qualsiasi altra cosa nel cosmo che non fosse… quello.

Ogni volta che provava anche solo a sussurrarlo nella sua mente gli veniva la nausea.

Non poteva essere successo davvero, stava sicuramente avendo un brutto incubo.

Perché era dovuta accadere una cosa del genere, quando tutto era così perfetto?

Be’, quasi.

Non era un pensieroconcepibile il fatto che uno dei suoi più grandi amici fosse…

Morto.

Morto.

Morto significava niente più sorrisi da parte sua, non lo avrebbe mai più sentito pronunciare una singola parola, non lo avrebbe mai più rivisto.

Non era giusto.

Ci doveva essere qualcosa di tremendamente sbagliato in quella situazione.

Sentì gli occhi bruciare e poi il suono del campanello.

Aprì le palpebre, sfregandosele leggermente, poi si alzò in piedi, forse troppo bruscamente, visto che dovette aggrapparsi al divano per non cadere, le ginocchia gli tremavano.

Raggiunse la porta, pensando che probabilmente era Will che aveva scordato le chiavi di casa sua o qualcosa del genere.

Per questo motivo trasalì quando sulla soglia non si trovò Will.

Alla sua porta c’era Darren.

Lo guardò sorpreso, gli occhi stanchi e l’aspetto leggermente trascurato erano dettagli che non si addicevano alla personalità del riccio.

Chris sentì una fitta allo stomaco quando vide gli occhi dell’altro spenti, privi della loro solita allegria e lucentezza, faceva male guardarli, quegli occhi non erano fatti per essere tristi.

Ingoiò il groppo che gli si era formato in gola. «Dare, che ci fai qui?»

«Posso entrare?»

Il moro di fece da parte. «Certo»

Darren avanzò per il salotto e Chris chiuse la porta alle sue spalle.

«Scusa per il disordine» Disse, mentre invitava l’altro a sedersi sul divano.

Il riccio scosse la testa, agitando la mano sinistra. «Non importa, non importa»

Per qualche istante calò il silenzio tra loro, ma non un silenzio come quando non si ha più niente da dire.

Quello era un silenzio pieno di cose non dette, come congelate e nessuno sembrava aver il coraggio di far qualcosa per cambiare la situazione.

«Tu.. ehm.. vuoi qualcosa da bere?» Disse Chris, leggermente a disagio.

«No, sono a posto» Darren scosse la testa.

«Perché sei qui?» Domandò il più giovane.

Darren prese un respiro profondo, come se quello che era sul punto di dire gli costasse una grande fatica.

«Ho riflettuto, Chris, tanto.

«Pensavo al tempo, a quello che ci teniamo dentro e vorremmo fare uscire, ma poi per un motivo o per un altro non lo facciamo mai, e sai… alla fine ti accorgi che è troppo tardi.

«Un giorno sei vivo, pensi a cosa mangiare per cena e l’attimo dopo sei… morto»

Chris aprì la bocca, ma Darren lo bloccò.

«No, fammi finire, per favore.

«Ci sono delle cose che rimandi e poi perdi la possibilità di farle, e pensi “e se fossi stato abbastanza coraggioso? La situazione sarebbe migliorata?”

«L’ho capito adesso… so che quello che sto per fare potrebbe mettere nei casini sia me che te, ma voglio cogliere l’opportunità finché ce l’ho e scusa se non l’ho fatto prima»

Darren si fece un po’ più vicino all’altro ragazzo.

«Lo so che stai con un altro, ma puoi darmi tutta la colpa. Mi dispiace, ma devo farlo, almeno una volta. Scusami tanto»

Poggiò una mano sulla guancia di Chris e poi lo baciò.

***


Era passato un mese da quella sera e Chris era sveglio alle tre del mattino a fissare il soffitto della sua camera da letto.

Dopo averlo baciato, Darren si era semplicemente alzato e lo aveva lasciato lì, con le dita che sfioravano le sue labbra che sembravano bruciare.

E non si era mai sentito meglio in tutta la sua vita.

C’erano poi state mille volte in cui sarebbe voluto correre dal riccio e urlargli: “io ti amo!”, ma ogni volta le parole gli si fermavano in gola.

E a lui sembrava non importare.

Si comportava come se non fosse successo nulla, come se non fosse venuto a casa sua parlando di ultime possibilità e di tempo che passa e non lo avesse baciato.

Darren lo aveva baciato.

Lo aveva baciato.

Non poteva impedirsi di sorridere al ricordo.

Doveva voler dire che almeno un pochino a lui piaceva e forse non era finito in un vicolo cieco.

Ma  adesso lo evitava.

E non aveva dato segno di pensare al loro bacio, aveva lasciato le cose esattamente com’erano.

Chris sospirò.

Chi era per giudicare la scelta di Darren di non fare assolutamente nulla? In fondo anche lui aveva continuato a stare con Will.

Ad illudere Will.

Si morse le labbra.

Non gli aveva raccontato cos’era successo con Darren e non aveva la minima intenzione di farlo, e si sentiva così in colpa.

Non era giusto dargli false speranze, eppure era quello che continuava a fare.

Si odiava per questo.

Era arrabbiato con Darren perché non metteva in chiaro cosa c’era fra di loro e poi si comportava in quel modo?

Non si poteva più andare avanti in quel modo, quella situazione doveva finire.

Strinse i pugni e prese una decisione.

«Domani dirò tutto. A entrambi» Sussurrò contro il suo cuscino.

***

«Ciao, tesoro»

Chris alzò lo sguardo dalla sua tazza di caffè, vedendo che Will era arrivato.

«Ciao»

Il biondo fece per baciarlo, ma Chris lo allontanò.

«C’è qualcosa che non va?» Chiese confuso.

«No, Will. Siediti» Disse indicando davanti a sé.

Il ragazzo prese posto di fronte a Chris.

Erano seduti in un posto particolarmente appartato di un bar particolarmente poco conosciuto.

«Di cosa volevi parlarmi?» Chiese Will.

«Di noi, Will»

Questo alzò un sopracciglio, riconoscendo il tono del fidanzato.

«Ho fatto qualcosa di male?»

«No, no», Chris si agitò sulla sedia, «lo so che questo è assurdo, ma tu davvero non hai fatto nulla. Sono io»

«Chris, cosa stai-»

«Per piacere, fammi finire. Il fatto è che sono un bugiardo.

«Per tutto questo tempo, io ti ho raccontato delle bugie, non ti amo, Will. Scusa, non lo meriti»

Alzò lo sguardo sul biondo, che sembrava impietrito.

«C’entra Darren per caso?» Chiese con la voce rotta.

«No» Mentì Chris. «Lui non ha nulla a che fare con questa storia, giuro»

Dopo alcuni interminabili secondi, in cui Will picchiettò nervosamente l’indice sul tavolo, il moro trovò il coraggio di parlare di nuovo.

«Mi dispiace, Will. Di’ qualcosa, per favore»

L’altro emise una risata amara e senza gioia. «Cosa vuoi che ti dica, Chris? Cosa ti aspetti che faccia?»

Chris abbassò lo sguardo nuovamente. «Io-»

«Addio, Chris»

Udì un rumore di sedia che si spostava e un cuore in frantumi, prima che potesse realizzare che era libero.

Libero di amare finalmente chi voleva.


***


Chris faceva tamburellare le sue dita contro il muro del palazzo di Darren, in attesa che questo gli aprisse la porta.

Quella mattina era riuscito a confessare la verità a Will, certo, adesso si sentiva uno schifo, ma c’era qualche differenza?

Sì, adesso era il suo di cuore ad essere in ballo.

Lisciò gli angoli della sua camicia, che fino a poco prima stringeva tra le dita e respirò profondamente.

Doveva stare calmo, se non avesse detto tutto con chiarezza sarebbe stata la fine.

Ormai era arrivato lì e non sarebbe più potuto tornare indietro e lo sapeva, fin dal momento in cui aveva deciso di confessare a Will la verità.

Non doveva fare altro che aspettare che Darren lo facesse entrare e poi si sarebbe potuto spiegare.

Gli avrebbe detto che erano tre anni che non sognava altri che lui, che erano tre anni che sospirava quando lo sfiorava…

Che erano tre anni che lo amava.

Non credeva che ci fosse un altro nome per definire quel sentimento.

Ma poi un altro pensiero gli precipitò addosso.

E se Darren non lo amasse?

Qualcosa doveva esserci o esserci stata per forza, dato che lo aveva baciato, ma poi non ne aveva più parlato.

E se avesse cambiato idea?

Non ebbe altro tempo di entrare nel panico, che Darren gli aprì la porta.

«Ciao»

«Ciao, Darren»

«Entra» Il riccio si fece da parte, lasciando che Chris entrasse in casa sua.

A Chris sembrò strano come quell’ambiente, che gli era sempre stato familiare, ora sembrasse il luogo della sua esecuzione.

«Di cosa volevi parlarmi?» Chiese il più grande, infilandosi distrattamente le mani in tasca.

«Di noi, Darren» Rispose Chris, ripetendo le parole che aveva usato quella mattina con Will.

Eppure quella frase era l’unica cosa paragonabile al discorso che aveva pronunciato ore prima.

C’era sicuramente una differenza enorme fra il lasciare qualcuno e il confessare il proprio amore segreto a qualcun altro.

Cosa stava facendo?

E se poi se ne fosse pentito?

E se si fosse solo immaginato tutto?

«Certo, dimmi pure» Darren lo guardava ansioso, Chris pensò che non lo aveva mai visto così, nemmeno quando era piombato a casa sua.

Com’è che si dice? Via il dente, via il dolore!

Stupidaggini.

Ma in fondo non aveva senso continuare a rimandare, gli avrebbe solo fatto più male.

«Darren, perché sei venuto a casa mia e mi hai baciato?» Lo disse con gli occhi bassi, non avrebbe mai avuto il coraggio di parlare guardandolo negli occhi.

Seguirono parecchi istanti di silenzio.

Silenzio.

Di nuovo quel silenzio.

Lo stesso che c’era stato un mese prima a casa Colfer, parole nascoste che galleggiavano nel vuoto, in attesa che qualcuno le cogliesse fra le proprie labbra e le pronunciasse.

Chris sentiva di star sudando freddo.

Perché doveva essere così difficile?

Amare qualcuno doveva essere facile, semplice, giusto.

Eppure Chris sentiva che tutta quella situazione era sempre più sbagliata.

Perché Darren era etero, Darren aveva una ragazza.

Darren lo aveva baciato.

Quell’unico appiglio in contrasto con mille motivi per i quali tutto quell’amore sarebbe stato solo una stupida illusione.

Ma lui non voleva che lo fosse.

Doveva lottare per far sì che tutto fosse reale.

E allora perché era così difficile?

Alla fine trovò il coraggio di rialzare lo sguardo.

«Darren?» Sussurrò, la voce rotta.

Quando incontrò gli occhi cangianti del ricciolo, riuscì a leggervi chiaramente la sorpresa.

Era sorpreso da quella domanda più che lecita?

Si fissarono per qualche altro istante e poi Darren scoppiò a ridere.

E quella risata fece gelare il sangue delle vene del soprano, perché Darren non rideva in quel modo.

Quando Darren rideva, l’allegria era così tangibile che sembrava avrebbe potuto curare il cancro.

Ma quello scoppio era freddo e senza gioia, e nulla era più sbagliato per un’associazione con la persona di Darren.

Spaventava Chris.

«Tu me lo stai chiedendo sul serio? Non è forse ovvio?» Darren lo disse come se fosse una cosa ovvia, scontata e la confusione si faceva strada nella mente del più piccolo.

Cosa voleva dire?

«Sì, te lo sto chiedendo sul serio. Rispondimi»

Il riccio si alzò in piedi bruscamente, superando Chris di qualche passo.

«Sei un’idiota, Chris Colfer»

Il soprano sbarrò gli occhi a quell’affermazione.

«Sarei io l’idiota? E perché? Sentiamo!»

Darren si voltò verso di lui di scatto. «Perché non hai capito! Non hai capito! E continui a stare con quello»

«Quello? Si chiama Will» Lo disse come si fa quando bisogna spiegare qualcosa di ovvio ai bambini, come quando spieghi perché il sole sorge e tramonta.

«Come ti pare» Si allontanò leggermente.

«Darren,» Chris lo prese per un braccio, «devi dirmi perché»

L’altro ragazzo lo osservò combattuto, poi rispose. «Perché non potevo più fare finta di nulla, ok? Mi dispiace, ho dovuto farlo, sentivo che ti stavo perdendo»

Non potevo più far finta di nulla.

Ho dovuto farlo.

Sentivo che ti stavo perdendo.

Quelle frasi arrivarono dritte nello stomaco di Chris.

«P-perdendo?» Balbettò incapace di formulare qualsiasi frase.

«Sì, Chris, sì,» scosse la testa, «e sai che c’è? Non sono pentito, scusami tanto, ma non sono pentito»

Continuava a scusarsi e Chris non sapeva cosa fare.

Era questo quello che cercava, no?

Darren gli aveva detto di non essere pentito, quel bacio non gli sembrava un errore.

Ma lui stava con una ragazza, aveva detto di essere etero.

Era forse un giochetto per lui? Un’esperienza? Un modo per provare come fosse baciare un altro ragazzo?

Non era nulla di più?

Ma prima aveva detto…

Doveva sapere.

«Lo hai fatto perché provi qualcosa per me o perché volevi provare come fosse baciarmi?» Domandò, in modo freddo, glaciale.

Darren lo fissò, come offeso.

«Intendi dire che ti ho preso come una prova? Pensi questo?» Il suo tono era arrabbiato e Chris si sentì in colpa.

Abbassò la testa e annuì, sentendo gli occhi di Darren bruciare su di sé.

«Come puoi pensare questo? Non lo vedi come io… come io…»

Il riccio strinse i pugni, talmente forte che le sue nocche divennero bianche.

«Cosa, Darren?» Chris si sentì esasperato. «Non vedi tu come io ti venga sempre dietro, sei tu quello che non sa niente»

Darren lo fissò. «Che cosa? Tu… tu stai con Will»

Chris si morse il labbro. «Io sono stato un bugiardo, non l’ho mai amato. L’ho lasciato. Oggi»

«Cosa?»

«Sì. Darren, io ti amo»

Chris credeva che sarebbe stato più difficile dirlo.

Non era stato semplice, ma pronunciare quelle parole gli era venuto spontaneo.

E ora sentiva emozioni contrastanti.

Si sentiva libero, perché finalmente non avrebbe più dovuto reggere il peso di quel sentimento e finalmente lui sapeva.

Si sentiva speranzoso, perché forse non era tutta una causa persa, forse Darren lo avrebbe potuto amare.

E si sentiva spaventato, perché Darren diceva di essere etero e aveva una fidanzata ed era tutto così strano.

«Di’ qualcosa, ti prego»

Ma Darren non parlò.

Non disse nulla.

Non disse “sì, ti amo anch’io”.

Non disse “questo non può funzionare”.

Non disse nulla.

Ma qualcosa la fece.

Le parole rimasero soffocate nelle sue labbra, labbra che si poggiarono su quelle del soprano, subito dopo che lui gli aveva stresso le braccia intorno al corpo.

Non era quello che Chris si aspettava.

Non aveva le sue risposte.

Non aveva nulla.

Ma sentiva le sue labbra, quel bacio che aspettava da tanto.

E per ora poteva bastare.

FINE.
 

 
 
Angolo d’autrice:
Non so che dire, quindi non dirò niente. *scappa*
P.S.: Si accettano critiche e consigli ;)
 
  
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