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Autore: CabiriaNorthStar    05/08/2013    0 recensioni
"The Hourglass of Fire" è la prima storia che pubblico e, per chi non lo sapesse significa clessidra di fuoco. La storia parla di draghi, difatti "MIDE" è una sigla e vuol dire "Mysterious Igneous Dragon Egg". Che dirvi, spero apprezziate e ... Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il viaggio era durato due giorni, durante i quali Liten Laga aveva conosciuto anche qualche altro
 


drago della sua stessa età; rispettivamente Crionne, un drago di oscurità dalla corazza viola
 


scuro lucido, quasi nero, con occhi completamente di colore verde acqua e Deemona, un drago di
 


veleno color verde metallizzato e prematuramente con lunghe corna nere.
 

Beh, era il caso di dire che anche Liten Laga era cambiata fisicamente, il suo corpo che una
 


volta era liscio e nero opaco con sfumature viola, andava annerendosi, ed era completamente
 

corazzato, anche se non erano ancora presenti le chiodature sulla coda, le sue corna già
 

abbastanza lunghe non erano ancora diventate color lava incandescente e la pelle magmatica non
 

era ancora visibile da sotto la compatta corazza color pece.
Mancava ancora molto alla metamorfosi, intanto parlando con gli altri draghi era venuta a

conoscenza di cose interessanti, come, ad esempio, il fatto che il custode di ogni rispettivo

drago desse ad esso solo e solamente prima della partenza per l'accademia un medaglione con la

gemma della sua scuola a proposito del quale, quanto pare, non poteva essere rivelata l'utilità.

Aveva chiesto a Crionne e Deemona se i loro custodi avessero svelato lo scopo di portare quell'

amuleto con se, ma le due avevano risposto che non li era stata data alcuna spiegazione se non un

palese " tienilo con te, quando ti servirà ti sarà d'aiuto"...Se come no.
<< Siete arrivati! Su scendete! Datevi una mossa che non possiamo fare sera qui! >>...'che

cortesia!' disse tra sé Liten Laga, come probabilmente avevano pensato anche gli altri, viste le

occhiate di vicendevole insofferenza che si erano scambiati.
Appena scesi, si trovarono davanti un uomo, alto più di loro...Ok che dovevano crescere

però...Guardando meglio, Liten Laga si accorse che non era un uomo, bensì un elfo, non era

riuscita a vedere le orecchie a punta prima perché  coperte dal casco di capelli biondo chiaro che

quest'ultimo aveva in testa... Il filo logico dei suoi pensieri si interruppe quando l'elfo le

parlò con tono visibilmente irritato
<< Se anche lei Liten Laga potesse prestarmi per...beh, diciamo un'ora la sua attenzione gliene

sarei grato. >>
<< Ehm mi scusi, ero assorta a guardare il panora...per tutti gli gnomi! Ma siamo sospesi in

aria! >>
<< Non so se si è informata prima di venire qui, ma probabilmente avrebbe dovuto sapere che

Kosmos, è costruita su un insieme di pezzi della montagna sacra che si è sgretolata durante

l'Ultima Guerra a causa di un colpo di saetta eterea, il cui impatto ne ha reso stabili in cielo

i pezzi collegati tra loro per mezzo di ponti o attraversabili, per voi, in volo, quando ne

sarete capaci. >>
<< Ah...si...s-saetta e-e-eterea...capisco. >> era stato proprio a causa di quel colpo di saetta

eterea se i suoi genitori erano morti.
<< Proseguiamo con il giro di Teelander, il nome della zolla di terra su cui è stata edificata la

scuola... >> le parole del professore di cui non sapeva nemmeno il nome scemarono nel vento, come

la sua attenzione. Teelander era davvero bella come zona, era una giungla praticamente, c'era il

porto per le navi volanti della flotta, poi ci si inoltrava all'interno di un paesaggio che aveva

del surreale, fiori viola, giganti, che si illuminavano come di luce propria, alberi

giganteschi...era tutto a misura di drago, anche la scuola, era favolosa, gigantesca, già l'aveva

vista in volo da quanto era grande, situata al centro di Teelander, era di color bianco avorio,

la struttura era costruita sul bordo curvo di un semicerchio al cui interno era situato il

cortile d'allenamento costeggiato da undici torri di grandezza uguale fatta eccezione per quella centrale, la torre madre, dove

risiedeva il preside, Seraphineus un drago della purezza, con corazza bianca come la luce e

un'armatura decorativa d'oro puro a disegni astratti, le ricordava sua madre...nonostante la

differenza d'età, il millenario preside, le era sembrato comprensivo e materno come Nityh...
<< Bene giovani draghi, si entra! Benvenuti nella vostra nuova casa! >> era questo il saluto con

il quale il preside li aveva accolti, Liten Laga poteva tranquillamente giurare di non aver visto

mai niente di più bello e lussuoso di quell'accademia. All'interno era ancora più bella che

all'esterno, tutti gli arredi erano di colore blu pallido e viola come i tappeti, decorati da

tanti piccoli gigli d'oro, il corridoio si estendeva per tutta la lunghezza del castello, poi si

divideva nelle torri, una per scuola, esclusa quella esterna a sinistra, per gli insegnanti: uomini elfi o qualsiasi altra creatura facente professore. La sua torre, era alla destra di quella del preside e degli altri draghi adulti, si entrava con una lunga scala a chiocciola, che si snodava per chi sa che altezza, fino ad arrivare all'apice della torre. Le stanze erano

alternate, un piano femminile e uno maschile, per un totale di dodici piani che potevano

ospitare ognuno ben cinque draghi. La sua stanza era perfetta, con un salotto comune tutto sui toni del rosso, dell’arancio e del giallo e con un grande caminetto. Tramite una porta si passava alla camera, il cui pavimento era di legno scuro, erano presenti cinque letti giganteschi a forma pentagonale, le cui basi, molto vicine al terreno, erano tutte di legno intagliato con disegni geometrici e dei

rubini incastonati all'interno delle cavità. I materassi erano di piume di cigno nero, coperti da
morbide coperte di velluto rosso;ai vertici di ogni letto si ergevano cinque immensi

pali di sostegno sempre intagliati e impreziositi da rubini che sostenevano una tenda anch'essa

di velluto rosso come il letto. Nella stanza era presente una lunga porta finestra in ferro

battuto contornata da tende rosse che, se aperta, sbucava su un poggiolo di marmo bianco che

faceva il completo giro di ogni torre per ogni piano in modo da comunicare con tutte le stanze

situate alla propria altezza. Era un sogno...era perfetto. 

  
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