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Autore: MelaChan    05/08/2013    3 recensioni
Salve, sono la traduttrice di A Study In Texting e ho deciso di provare a fare un piccolo esperimento (innocuo) sulla storia :)
Se vi ho incuriosito abbastanza, spero che questo 'coso' vi piaccia!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anderson, John Watson , Sherlock Holmes
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELLA PIGNA

Buongiorno a tutti! :D

Ebbene sì, sono io quella testa malata che ha deciso di cimentarsi nella traduzione di A Study In Texting di WriterX, che sta avendo molto successo e questo lo devo alla sua bellissima storia e al mio adoratissimo pubblico :')

Detto ciò, vi spiego brevemente cos'è... questo. Qualche giorno fa mi è venuta la brillante idea, mentre rileggevo l'ottavo capitolo della storia, di decidere di provare a scrivere un resoconto in stile narrativo del capitoletto e di pubblicarlo facendone una breve serie su questo account. E' solo un esperimento e se non piacerà continuerò lo stesso, muahahah ci dimenticheremo tutti di questo fatto.

Okay, questo è il link al quale questo capitolo si riferisce: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2052490, vi lascio alla lettura e ringrazio chiunque volesse lasciare un commento, un insulto, un incoraggiamento o una critica (le mie preferite) <3











#8 Ritorno


(23:07) Questo tea è terribile. Questo café dovrebbe vergognarsi. SH


Sorrido leggermente leggendo il messaggio, ringraziando mentalmente il cielo perché non se la sia presa per il ritardo, esasperante, lo ammetto, con cui gli ho risposto poco fa. Sorrido anche perché mi immagino la sua espressione in viso mentre sorseggia forzatamente quel tea che definisce lui stesso 'terribile'. Quelle adorabili rughette del naso e quelle leggermente più pronunciate in mezzo agli occhi mentre osserva contrariato la tazza, svuotandola ingoiando il liquido caldo tutto d'un fiato come con le medicine cattive.

Ora che è così vicino non ho mai sentito così tanto la sua lontananza e non smetterà di mancarmi fino a che non lo vedrò.


(23:09) Te ne farò una tazza quando saremo tornati all'appartamento. JW


Gli scrivo di rimando, dopo che il taxi si è arrestato di fronte all'aeroporto, scaricandomi sullo stesso marciapiede da cui ci siamo salutati alla sua partenza. Mi metto subito alla sua ricerca ed individuando velocemente il suddetto café lo vedo mentre legge il mio messaggio e mi risponde, probabilmente.

Oh, ecco la suoneria dei messaggi.


(23:10) Grazie. SH


Sorrido di nuovo come un ebete e mi avvicino lentamente alla zona ristoro dell'aeroporto, respirando profondamente al pensiero di ciò che mi accingo a fare.

Ci ho pensato durante praticamente l'intera settimana, dandomi più volte mentalmente dell'idiota, come sto ancora facendo adesso, ma sono certo che il sentimento che provo per Sherlock sia ricambiato. Almeno in parte. Ma comunque sia non posso tornare indietro, privandolo del 'sollievo' di conoscere cosa gli ho nascosto per tutto questo tempo. E anche se non ricambiasse manterrei la mia parola.

Una matassa di riccioli scuri e una sciarpa blu attirano la mia attenzione ed accelero il passo, un peso all'altezza dello stomaco. Prendo il cellulare e digito un ultimo messaggio, mentre lui è ancora girato di schiena.


(23:11) Ti vedo! JW


Solleva di scatto la testa mettendosi il telefono in tasca e si alza, prendendo il cappotto che svolazza dietro di lui mentre viene indossato. Esce dal café recuperando la valigia e gli vado incontro. Incrocio il suo sguardo e lui mi sorride debolmente sollevando un angolo delle labbra. Posa la valigia per terra appena siamo l'uno di fronte all'altro e restiamo qualche attimo in silenzio.

-Bentornato, Sherl- rompo la tensione.

-John- annuisce lui e si mette le mani in tasca, regalandomi un sorriso fugace.

Do' un colpetto di tosse, muovendo un passo in avanti ed attirando la sua attenzione. Infatti fissa il suo sguardo freddo e calcolatore su di me, aggrottando leggermente le sopracciglia. -Penso sia arrivata l'ora di darti la tua sorpresa, che ne dici?- sussurro e alzo la testa per fronteggiarlo.

Lui gira il capo annuendo e si toglie le mani dalle tasche, lasciandole cadere lungo i fianchi. Annuisco a mia volta e mi faccio ancora più vicino, mentre lui mi osserva curioso. Allungo una mano verso il suo viso, posandola leggera sulla sua guancia e accarezzandogli uno zigomo con il pollice. Quindi sollevo anche l'altra e gli sfioro l'altra guancia, sorridendogli rassicurante. Mi alzo sugli avampiedi e poggio delicatamente le mie labbra sulle sue, che rimangono serrate e rigide. Socchiudo le palpebre e respiro contro la sua pelle, inebriandomi del suo profumo e del suo dopobarba e di una leggera traccia di sigaretta. Quando mi convinco che non risponderà mai e che ho fatto una stronzata lo sento rilassarsi e ricambiare timidamente. Avverto una pressione sui fianchi, sono le sue mani, che si sono posate poco sopra la linea della mia vita. Accarezzo il suo labbro superiore con la punta della lingua e lui non sembra ritrarsi, anzi, si avvicina maggiormente a me, circondandomi il girovita con le braccia e facendo combaciare i nostri petti.

Ci stacchiamo solo per quello stupido bisogno di ossigeno. Ora lo capisco quando diceva che respirare era noioso. Poggia la fronte contro la mia, inspirando profondamente e mi sorride. Gli sorrido di rimando e gli accarezzo nuovamente la guancia, staccandomi dopo qualche minuto di sguardi e piccole risate.

Prende la valigia e si incammina verso il taxi che ho convinto ad aspettarci. Prendo un respiro profondo scuotendo la testa e lo raggiungo trotterellando, sedendomi vicino a lui nei sedili posteriori.

  
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