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Autore: Nives97    05/08/2013    3 recensioni
questa è la mia prima storia che pubblico. Parla dell'amore di un pirata e una ragazza di buona famiglia.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero figlia di mercanti, ma vivo con il mio nonno e il mio fratello maggiore Christopher, vivevamo a Liverpool ed eravamo felici. Avevo 6 anni quando una bambina di nome Lucy mi invitò alla sua festa di compleanno, a quella festa feci conoscenza con un bambino molto carino e anche molto strano, infatti quando gli chiesi il suo nome mi disse che era meglio che non lo sapevo, dopo la festa io e quel bambino ci frequentammo per molto tempo, si giocava insieme, e il nostro punto di ritrovo era da un fornaio, ma per tutto quel tempo passato insieme non avevo mai visto la sua famiglia. Un giorno andai al nostro punto d'incontro, ma non venne, per due settimane aspettai, ma non si faceva vedere, il fornaio mi diede una lettera che gli era arrivata qualche giorno fa. Era da parte di quel bambino :

cara amica mia

mi dispiace avverti lasciato senza salutarti, ma la mia famiglia si è dovuta trasferire nelle Americhe.

Spero tanto di rivederti, ti voglio bene.

Quando fini di leggere la lettera, corsi a casa e andai in camera mia a piangere. Qualche giorno dopo mio nonno morì, mio fratello non era più lo stesso dopo la sua morte, cominciò a bere e finiva molto spesso in prigione. Durante il tempo che mio fratello era in prigione venni data ad alcuni amici dei miei genitori, che avevano un figlio della mia stessa età, ma non avevano potuto avere una figlia, mi trovai bene a casa loro, ma un giorno mi arrivò un'altra disgrazia. Venne un poliziotto a casa nostra e mi disse che mio fratello Christopher si era buttato da un ponte ed era affogato. Da quei avvenimenti sono passati 8 anni, ora ho 14 anni e sto per partire per le Americhe con la mia famiglia. Sono una ragazza che non le piace parlare di ragazzi o di fidanzamenti, mi piace molto leggere e per questo non sto molto bene con ragazze mie coetanee. Mi chiamo Perla, ho capelli biondi come il sole, gli occhi blu oceano, e quello che vi sto per raccontare è la mia storia. Il porto era il luogo più animato, c'erano i pescivendoli che cercavano di vendere il pesce, uno di loro stava cercando di convincere una vecchia signora a comprare uno dei pesci introvabili, ma lei voleva un altro pesce. Risi per l'insistenza di quel pover'uomo, che non riusciva a far comprare quel pesce, oltre ai pescivendoli, c'erano molte navi, ero già stata al porto ma rimanevo meravigliata ogni volta che venivo a vedere se una nave o una barchetta che veniva dalle Americhe trasportasse con se il bambino che avevo incontrato 8 anni fa. Un giorno mio padre aveva convocato mio fratello nel suo ufficio, gli aveva dato l'incarico di occuparsi della nuova azienda nelle Americhe, io avevo origliato tutto e quando sentii il nome “Americhe” mi ero precipitata dentro e dissi ,

  • se Jonathan deve andare nelle Americhe, mandateci anche me, ve lo chiedo per favore – mio padre era rimasto sorpreso della mia richiesta, anche perché ero sempre stata una ragazza tranquilla e che non voleva viaggiare. Poi mio padre mi guardò e disse

se cosi che vuoi, allora puoi andare con tuo fratello –. quando stavo per salire sulla nave mia madre mi si avvicinò e mi diede un ciondolo con la foto dei miei veri genitori e di loro, poi mi disse

prima o poi verremo anche noi, e saremo di nuovo tutti insieme –, mi misi quasi a piangere

addio mamma, ti penserò sempre –, poi la lasciai e salii sulla nave. Quando finalmente partimmo non riuscivo a non credere che poteva succedere che lasciassi per sempre la mia famiglia e la mia città di origine e che forse avrei ritrovato quel bambino che aspettavo da tanto tempo. La nave aveva un andatura moderata, un po' lenta per i miei gusti, sulla nave c'erano altre ragazze, tutte della mia età, ma io stavo sempre a leggere che stare con loro e parlare di ragazzi e compagnia varia. A bordo c'era anche il migliore amico di mio fratello, John, che aveva un cotta per me, mio fratello cercava in tutti i modi di farmi fidanzare con lui, ma il problema era che loro non mollavano, quindi decisi si lasciarli stare. Durante il viaggio guardavo il mare, era bellissimo con quel color azzurro, e se avevo fortuna potevo vedere i delfini, il vento sapeva di sale, e il sole picchiava che era una meraviglia, ero contenta di essere li. La sera di solito uscivo e andavo sul ponte a guardare la luna, il mare era in quei momenti nero come la pece, però quando la luna era piena, pensavo di riuscire a vedere una fata giocherellare con le stelle, pensando che nessuno l'avrebbe vista. Una notte, mentre stavo pensando alla fata, non mi accorsi che John mi si era affiancato, mi salutò ma non ci feci molto caso, lui continuo a chiacchierare

bella la luna questa notte, non è vero? –

si è vero –

a che pensi? Ti vedo distratta – con voce di uno che si sta innervosendo

sto immaginando una fata che sta giocando con le stelle – lui mi prese alle braccia e mi disse con un tono un po' troppo severo

Perla la devi smettere di leggere tutti quei libri, ti stanno facendo pensare a cose che una ragazza della tua età non dovrebbe neanche pensare –

e chi me lo vieta di pensare come mi pare? Tu, Jonathan? No, nessuno. Perché sono io che decido per me, non tu o mio fratello, e chiaro? – feci per andarmene, ma lui mi disse

non lo capisci che cosi ti metti solo nei guai? – e mi lasciò andare. Nei giorni seguenti, John mi lasciò in pace, fino a che non saremmo arrivati a destinazione, però non mi resi conto che da ora in poi, sarebbe stata l'ultima volta che avrei di nuovo litigato con John o Jonathan. Mancavano poche ore all'arrivo, ero eccitata, avrei potuto cominciare la ricerca del bambino, il cielo quel giorno era sereno come il mare, si vedeva che mi stavano portando la buona fortuna, ma sentivo che qualcosa sarebbe successo. Subito dopo sentii un botto, e vidi all'orizzonte una nave che si avvicinava, la vedetta cominciò a urlare

SONO I PIRATI, PRESTO NASCONDETE LE DONNE E LE RAGAZZE – avevo sentito l'ordine , ma preferivo cercare Jonathan, quando lo trovai non feci in tempo a chiamarlo che la nave pirata ci scontro contro, io cadì a terra e non riuscivo a rialzarmi e cominciai a urlare

JOHN, JONATHAN, AIUTO MI SENTITE –, poco dopo vidi arrivare John e mi disse

Perla che ci fai qui? dovresti essere nascosta – non riuscii a rispondere perché vidi un pirata dietro John, non feci in tempo a dirglielo che era già a terra, il pirata mi prese e mi portò sulla sua nave, mi portarono al cospetto del loro capitano. Lui mi guardò e disse di portarmi in una cabina, mi portarono dentro e mi lasciarono li, da sola, l'unica luce era quella della finestra, l'aprii per avere un po' d'aria e vidi che eravamo lontani dalla mia nave, “chi sa come sta Jonathan, mi manca tanto”, poi sentii bussare andai ad aprire e vidi un ragazzo, doveva avere la mia stessa età o di più, aveva i capelli castani e aveva un fisico niente male e quando lo guardai in faccia vidi che i suoi occhi erano blu come il mare, però mi ricordava qualcuno. Il ragazzo mi guardò e disse

te ..... mi ricorda qualcuno che incontrai tempo fa...... come ti chiami? –

mi chiamo Perla, ma...... ve lo chiedo per piacere, lasciatemi tornare da mio fratello –

mi dispiace Perla, ma non possiamo lasciarti andare, adesso starai con noi per sempre –

chi siete voi? –

sono il capitano della nave, mi chiamo Jack, vi lascio la compagnia della mia sorella Jessica – detto questo entrò una ragazza che aveva un aria triste. Il capitano se ne andò lasciandomi sola con lei, io mi avvicinai e le chiesi

come mai hai l'aria cosi triste? – appena fini di parlare lei cominciò a sorridere

scusa hai ragione, ero sovrappensiero, mi chiamo Jessica e tu? – io la squadrai un po', aveva i capelli color rame e gli occhi rossi, se fosse stato per me l'avrei chiamata vampiro e non Jessica, chiacchierammo insieme per un bel po', conoscemmo meglio. Ma non so come siamo finite a parlare di Jack

che ne pensi di mio fratello?–

che potrebbe trattare meglio una ragazza rapita dalla sua banda di pirati, no?–

mi sa tanto, sai.....assomigli tanto alla bambina che mio fratello mi descriveva ogni sera, quando tornava a casa –

dove abitavi?–

a Liverpool poi ci siamo trasferiti nelle Americhe circa 8 anni fa, io avevo circa...... circa 5 anni e mio fratello 6 – “cosa? Non è possibile che Jack sia il bambino con cui giocavo tempo fa”

tuo fratello andò a una festa di una bambina di nome Lucy, per caso? –

non me lo ricordo, i ricordi di Liverpool sono pochi e sono molto offuscati, quindi, mi dispiace. Scusami se ti lascio da sola ma devo uscire, a dopo – la salutai, poi continuai a cercare di collegare le informazioni che mi ha dato Jessica con i miei ricordi, poi mi ricordai che il bambino mi aveva detto che aveva una sorella ma non mi ha voluto dire il nome, dopodiché mi misi nel letto e mi addormentai, stanca della giornata trascorsa e dei pensieri. Quando mi addormentai sognai il bambino e Jack, non riuscivo a credere che quel bambino poteva essere lui, mi sveglia all'improvviso perché un rumore mi aveva svegliato, era ormai notte, ma c'era un comodino con la candela accesa e potei vedere un ombra su una sedia, quell'ombra si avvicino e vidi che era Jack, era bellissimo ma pur sempre un pirata, lui si avvicinò a me e si mise a sedere sul letto e mi chiese

quando avevi 6 anni, sei stata alla festa di Lucy? –

come fai a saperlo? Sei il bambino che incontrai li ?– ma mi pentii di aver fatto quella domanda, perché conoscevo girò la risposta, ma mi dovetti ricredere

no, non sono io, ma lo conosco, se vuoi ti porto da lui –

grazie, sono anni che lo aspetto, devo dirgli una cosa che gli dovevo dire 8 anni fa, prima che sparisse –

ti prometto che farò di tutto per portarti da lui, infatti ti stavo cercando da parte sua – ma lo disse con una voce triste, che mi faceva compassione, poi lui si alzò e disse

ora ti lascio riposare, domani cominceremo la nuova rotta – e mi lasciò di nuovo sola. Nei giorni a venire, il viaggio continuo tranquillamente, io e Jessica si passeggiava con molta frequenza sul ponte, da poco avevo scoperto che sulla nave c'era un biblioteca, e dovetti chiedere a Jack il permesso di poter leggere quei libri. Una sera restai oltre al tempo dovuto, e mentre stavo leggendo, sentii uno scricchiolio ma non ne feci molto caso, poi vidi un ombra, mi spaventai e guardai l'orologio “oh no, è passato l'orario, se Jack mi scopre qui....” poi mi sentii prendere dalle braccia e una voce mi disse

non dovresti essere ancora qui, Perla – mi girai e vidi che era Jessica, io non riuscii a rispondere perché sentii un rumore di un organo e chiesi

chi sta suonando? –

  • non sono affari tuoi, adesso torna in camera, e.... - ma non era riuscita a finire perché svenne, io mi girai e vidi Jack, non sembrava più lo stesso, i colore dei suoi occhi era cambiato, non erano più blu ma rossi come il sangue, faceva paura, mi girai e e cercai di correre via ma poi lui mi disse qualcosa di incompressibile e mi addormentai. Ero sul divano della biblioteca quando mi risvegliai, e vidi Jessica in ginocchio sul corpo addormentato di Jack, stava piangendo, le chiesi il motivo e lei mi rispose

hai visto? Questo è Jack quando il fantasma di nostro padre comincia a suonare, tutto è cominciato quando mio fratello incontro una bambina, nostro padre però voleva che lui si dimenticasse di lei, cosi cominciò la notte a suonare l'organo e pian piano mio fratello si dimenticò di lei, ma di recente a ricominciato a pensare a quella bambina, cosi è comparso il fantasma di papà e l'organo – , mi sentii subito in colpa e aiutai Jessica a rialzarsi e la portai alla sua cabina, e rimasi con lei finché non si riaddormentò. Il giorno dopo, il mare era più agitato del giorno prima, il cielo era grigio come il fumo, e per finire in bellezza c'era anche la pioggia, Jack e gli altri stavano cercando di uscire da questa tempesta, mentre io e Jessica eravamo dentro la mia cabina e si stava cercando di giocare a carte, però la nave oscillava cosi tanto che le carte ci scivolavano fuori dal tavolo, poi entrò Jack tutto bagnato e ci disse

  • stiamo imbarcando acqua, se non ci muoviamo finiremo in mare con la nave – detto questo ci precipitammo fino alle barche, io e Jessica insistemmo cosi tanto di rimamene con Jack, che lui si arrese e rimanemmo con lui, dopo che la penultima barca fu fatta scendere, toccava a noi e Jack scendere, ma mentre Jack stava per salire, le cime della barca si ruppero ed io e Jessica eravamo finite in mare, vidi che Jack si era buttato dalla nave e ci aveva raggiunte, dopo qualche giorno le provviste finirono, Jessica era molto stanca e gli si era alzata la febbre

dobbiamo scendere, se no Jessica non c'è la farà mai –

vedi per caso qualche isola? –

no, hai ragione, ma se non facciamo qualcosa tua sorella ci lascerà, ed io so cosa significa perdere un fratello o una sorella, ti fa sembrare di essere solo, per sempre – dopo un po mi sembrò di vedere una linea di terra, dissi a Jack

Jack, mi sembra di vedere la terra –, lui si voltò e mi disse

quella è terra, abbiamo trovato un isola –, arrivati all'isola, Jack ci fece una tenda improvvisata e andò a cercare delle erbe per Jessica, io, con un panno bagnato, cercai di aiutarla a far scendere la febbre, ma invece di scendere, saliva e mi preoccupavo sempre di più. Mentre aspettavo Jack pensavo “ mi sa che da quest'isola l'unica ad andarsene sarà Jessica se Jack non si sbriga” e passò la notte, che quella volta era senza stelle. Il giorno dopo, aspettai che Jack tornasse, ma non arrivava mai, la febbre a Jessica era scesa, cosi la lascia e andai a cercarlo, la foresta era bellissima con i suoi colori, alcune volte era verde smeraldo, altri verde turchese, i suoni erano cosi belli che avevano i poteri di rilassarmi, mi fermai per sentire un uccellino quando sentii un rumore uguale a quello quando un martello da una botta per terra. Seguii il suono e vidi la casa più bella del mondo, sembrava una villa,

wow – dissi , Jack si voltò subito e mi vide, e disse

no, non dovevi vederla ora –

e per questa che sei rimasto fuori ieri sera?–

si, non potevo permettere a te e mia sorella di vivere sotto una tenda, a proposito dov'è Jessica? –

è ancora sotto la tenda, la febbre è ancora alta, ma lentamente sta scendendo, vuoi che ti aiuto? –

sei in grado di tenere un martello? - mi chiese stupito

certo, e se vuoi saperlo, ho aiutato mio padre e mio fratello per costruire la casetta per il mio cane – dissi con soddisfazione

va bene, cosi finiremo prima, intanto aiutami a portare Jessica qui – e cosi, dopo aver portato Jessica al posto, io e Jack lavorammo alla casa, e raccontavamo all'altro la nostra storia. Era strano, perché a tutti e due ci piacevano le stesse cose, poi una sera,dopo aver finito di lavorare,eravamo accanto al fuoco, finimmo a parlare della nostra infanzia, e tocco a me iniziare, e me ne pentii solo dopo, perché non ero riuscita a dimenticare mio fratello

sono cresciuta a Liverpool, la famiglia di adesso, non è la mia vera famiglia, i miei sono morti subito dopo la mia nascita, lasciandomi col nonno e mio fratello ormai di 16 anni. A 6 anni incontrai un bambino, me ne innamorai all'istante, ma era strano, non sapevo neanche il suo nome, ci si vedeva tutti i giorni, poi sparì, 2 mesi dopo mi arrivò la sua unica lettera che mi aveva mandato, qualche mese dopo ancora, mio nonno ci lasciò, e mio fratello ormai cambiò radicalmente, cominciò a bere e finire in prigione, andai a vivere dai miei genitori adottivi, poi mi lasciò anche il mio fratello. Te invece.... che mi dici? –

anche io sono originario di Liverpool, avevo anche io 6 anni, quando incontrai la più bella creatura mai vista sulla faccia della terra, ma mio padre voleva che partissimo per le Americhe,cercai di dire la mia, ma mio padre era inflessibile, quindi dovetti cedere e promisi di non andare a cercare quella bambina, oltre il fatto che non potevo sopportare che piangesse per me, un ragazzo che non era riuscito a stargli accanto. Qualche anno dopo, i miei vennero a mancare, ed io ormai dodicenne, non avevo neanche un soldo, e dovetti imbattere nella pirateria, portai con me mia sorella, ma oltre a fare il pirata, stavo anche cercando la bambina che mi ha rubato il cuore. Se mi sforzo mi posso ricordare il suo nome...... inizia con la P....... no, non riesco più a ricordarlo –

forse il suo nome è Perla? – feci quella domanda perché sapevo già la risposta

sì ed era identica a te -

allora, perché sulla nave mi avevi mentito? –

volevo essere sicuro che tu amavi quel bambino che ero, come io amavo quella bambina che eri –

sei soddisfatto adesso? –

si, ma lo sarò anche dopo – e senza che lo percepissi, lui mi prese il mento e mi baciò, non so quanto è durato, ma mi ricorderò per sempre quel momento, perché ho ritrovato la persona che cercavo e ho scoperto che mi amava come lo amavo io. Finimmo finalmente la casa, e la febbre di Jessica era scomparsa. Quando si svegliò mi chiese

Perla, ma cos'è successo mentre dormivo? E dove mi trovo? –

sei a casa, l'abbiamo costruita io e Jack, ora Jack è andato via per un po, ma mi ha promesso che sarebbe stato via per poco tempo –

è successo qualcosa tra voi due? –

cosa? No, niente, comunque questa è la tua stanza, ti piace? – lei mi sorrise, ma il sorriso le si spense subito e divenne pensierosa, non ho mai potuto sapere cosa stesse pensando. Erano passati tre lunghi anni, io avevo avuto una bellissima bambina che avevo chiamato Diamante, erano passati tre giorni dall'ultima volta che Jack era venuto, mi spaventavo, ogni volta che lui se ne andava, a pensare che gli potrebbe succedere qualcosa, ma lui mi aveva promesso che sarebbe sempre tornato, da me e da sua sorella, ed io lo aspettavo impaziente di riabbracciarlo, come quando mi disse la sua decisione

devo andarmene – mi disse lui quando appoggiammo Jessica sul letto

cosa? stai scherzando, non è vero?non puoi andartene – dissi piangendo, lui mi spinse fuori dalla stanza per paura di svegliare sua sorella, poi mi abbracciò

mi dispiace, ma devo andare, dovrete imparare a prendervi cura da sole, quindi.. – ma prima che finisse la frase, lo abbracciai a mia volta e dissi

ti ho già perso una volta, non voglio che mi sparisci una seconda volta. Promettimi che tornerai, promettilo per me e per tua sorella – lui mi guardò, in quel momento, sembrò che i nostri occhi si sarebbero potuti toccare, poi lui mi disse

ti prometto, che tornerò, ma solo per un giorno alla settimana, e che penserò sempre a te, ma tu penserai a me? –

fino alla morte – e ci baciammo, come se sarebbe stata l'ultima volta che avremmo potuto stare cosi vicini. Poi lui mi disse

me ne vado anche per un altro motivo, devo scegliere cosa ci potrà accadere, se stare insieme o no – io mi strinsi a lui e dissi

preferisco la prima opzione. Se devo stare con una persona,oppure sposarmela, vorrei che fossi tu – lui mi guardò e mi strinse forte a se, come per non perdermi, ma poi, mi lasciò e prese la sua roba e se ne andò, lasciandomi sola, a sperare il suo ritorno”, quando ero incinta, lui si era spaventato parecchio “ avevo aspettato la sera per dire a Jack la notizia, cosi Jessica non avrebbe sentito

Jack ?!? – lui si girò

dimmi – io ero indecisa se dirglielo o no, poi feci un respiro e glie lo dissi

Jack, io sto aspettando un bambino da te – lui mi guardò sorpreso, poi mi abbracciò e mi disse

è meraviglioso, se sarà maschio potrò dargli un nome io? –

  • certo – poi lui mi sorrise e se ne andò con un'altra promessa, cioè che sarebbe tornato tre volte alla settimana, cosi per starmi accanto”. Da un bel po' di giorni il cielo è sempre grigio cenere, Jack mi aveva insegnato a riconoscere le nuvole della tempesta. Una notte, dopo che tutto il giorno avevo fatto le faccende, ero uscita per vedere le stelle, rividi la fata che mi aveva accompagnato nel mio viaggio, poi sentii un rumore, abbassai lo sguardo e intravidi qualcosa tra i cespugli, mi avvicinai per vedere cos'era poi risentii il suono che faceva “perla, perla”, mi giravo per capire da dove provenisse il suono, dopo il quarto giro, vidi qualcuno entrare in casa, mi chiedevo chi poteva essere se non Jack, ma quando entrai non vidi la persona che amavo, ma la persona che non avrei voluto vedere, era Jonathan, era davanti alle scale, io mi avvicinai piano poi urlai – che ci fai qui? – lui si girò spaventato e mi guardò come si guarda un fantasma, poi corse ad abbracciarmi, tanto che stavo per soffocare e mi disse

sorellina, meno male che non ti è successo niente. Come stai? Non ti hanno toccata spero –

sto bene, e non mi hanno toccata. che ci fai qui? –

ero venuto a cercarti, ma la nave è andata contro una tempesta e mi sono ritrovato qui. Ora che ti ho ritrovato, devi venire con me –

no, non voglio. Ormai mi sono affezionata a loro, non puoi portarmi via – subito dopo scese Jessica con in braccio Diamante, Jonathan guardò la bambina e chiese a Jessica

è tua la bambina? – lei scosse la testa e disse

non è mia figlia, questa bambina è mia nipote –

e i suoi genitori? –

la madre e` proprio accanto a te, questa è la figlia di Perla – Jonathan mi guardò arrabbiato, non so come mai, ma nell'aria la tensione salì, poi sentii un rumore di passi che venivano da fuori, era Jack, lui da fuori mi chiamò – Perla, ci sei? Sono tornato – quando entrò, Jonathan gli puntò la pistola addosso, Jack confuso mi chiese – ehm.... perla, chi e` lui? -

lui e` mio fratello –

ah... e perché` mi sta puntando la pistola? – Jonathan furente gli urlo` contro

  • brutto pirata, come hai osato avere un figlio con mia sorella? Questa non te la perdono – mi misi dietro a Jack per la paura, feci il segno a Jessica di approfittare della distrazione di Jonathan per scappare. Quando vidi che loro due erano in salvo, dissi a Jonathan che era inutile convincermi con il suo comportamento. Ma lui non voleva sentire ragioni, Jack vedendoci in difficoltà lo colpì e mi porto fuori,

mentre mio fratello era privo di sensi. Quando fummo fuori lui mi strinse a se e mi baciò come se quella fosse stata l'ultima volta che lo potemmo fare, poi mi disse

  • Perla devi andartene da qui, e troppo pericoloso,non vorrei saperti in pericolo – io lo guardai, non volevo separarmi da lui, non volevo lasciarlo alle grinfie di quel pazzo di mio fratello. Cercai in tutti i modi di convincerlo, ma lui non voleva che rimanessi, vidi che Jonathan era dietro Jack, e che stava per sparargli, scansai via Jack e dopo, sentii come un buco nello stomaco e sentivo freddo, l'ultima cosa che vidi era Jack che mi prendeva, e sentivo le sue lacrime sulle mie guance, erano calde. Poi chiusi gli occhi e non vidi più niente e non sentivo più nulla. Era come se fossi entrata nella grotta più buia che esisteva nel mondo, più provavo a chiamare più la mia voce diventava bassa, poi dopo un po' vidi una luce accecante e un angelo che mi ricordava qualcuno. L'angelo mi parlò

Perla, non mi riconosci? Sono Christopher – lo guardai stupefatta, che ci faceva mio fratello qui?

Io ormai sono diventato un angelo per guidarti e sorvegliarti, e ti posso dire che la tua ora non è giunta –

allora che ci faccio qui? –

qui siamo dentro la tua mente, si è vero sei stata colpita, ma la pallottola non è entrata in profondità, infatti Jack te l'ha levata subito, quindi puoi stare certa che tu sei solo svenuta –

quindi anche tu sei un'illusione? –

per tua sfortuna non lo sono, adesso dimmi un po', perché ti sei fatta avanti te al posto di Jack? –

io..... perché lo amo, io l'ho sempre amato fin da bambina, non ho fatto che pensare a lui per tanto tempo, ti prego ti scongiuro rimandami da lui –

chiudi gli occhi – feci quello che mi disse, e poi non sentendo più nulla, il riaprì e vidi ancora Jack sopra di me, che piangeva come un matto e la bambina tutto abbracciata, eravamo nella mia camera da letto, dopo che avevo capito dov'ero accarezzai la guancia di Jack e gli dissi

Jack sono viva, non c'è bisogno di bagnarmi tanto, per favore non piangere più –

Perla, non farmi mai più prendere una paura come questa –

dov'è Jonathan? –

se ne sta occupando Jessica, sono usciti ma non so dove sono. Andiamo, dobbiamo far veloce –

detto questo mi aiutò ad alzarmi e corremmo a cercare Jonathan, Jessica Diamante. Avevo paura che mio fratello le avesse fatto qualcosa, ma quando arrivammo vidi Jessica mentre stava dicendo

  • sei uno stupido, non hai ancora capito quello che provo per te? Io vi ho dovuti seguire per tutti questi anni, e mi sono innamorata di te. Però tu sei un mostro, hai avuto il coraggio di uccidere tua sorella, sei un mostro –

detto questo lei scappò via, io e Jack ci eravamo nascosti dietro un albero e avevamo visto tutto, io stavo per andare da Jonathan, quando lui cominciò a correre verso Jessica, io non so cosa è successo dopo, ma Jessica mi disse che lei si sentì chiamare e quando si girò, inciampò e proprio in quel momento arrivò Jonathan che la prese in tempo. Jessica stava per scappare di nuovo, ma Jonathan la trattenne e la baciò. Non so come mai, ma ero contenta per loro due, cercai di convincere Jonathan a rimanere con noi, ma lui aveva promesso ai nostri genitori che sarebbe ritornato. Due giorni dopo, Jonathan e Jessica se ne andarono, io e Jack saremmo voluti rimanere ancora un po' in quell'isola che ci aveva ospitato e permesso di incontrarci di nuovo, prima della partenza avevo dato a Jessica il ciondolo che mia madre mi aveva regalato prima della mia partenza per le Americhe, e gli feci una promessa che dopo che Diamante avrà compiuto 3 anni, noi torneremo da loro. Ormai sono passati due anni, io e Jack viviamo felici e tranquilli, però sapevamo che la nostra tranquillità sarebbe conclusa da li a poco. Ma per adesso eravamo contenti, e sapevo che Christopher ci vegliava perché era pur sempre mio fratello.


 


 

FINE

  
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