Anonymous
Diario
segreto
Momoi
colpì bruscamente il lato tumefatto del viso di Aomine
con una borsa di ghiaccio.
“L’ho capito che sei arrabbiata, non serve infierire
così” berciò lui, reggendosi la borsa beige contro la guancia.
“No, tu non capisci. Se si fosse venuto a sapere che
tu e Ki-chan siete rimasti coinvolti in una rissa, sareste
stati espulsi all’istante dalla squadra!”
Aomine
sollevò gli occhi al cielo per l’esasperazione. Era almeno la quinta volta che
l’amica gli ripeteva sempre la solita ramanzina. “Be’, non è successo, quindi
smettila di farne un dramma.”
“Sei davvero irritante a volte!”
“Almeno io lo sono solo a volte…” commentò lui,
sottovoce.
“Che hai detto?”
“E chi ha parlato.”
Momoi
gli lanciò un’occhiata fulminante. Non aveva sentito le parole esatte, ma sapeva
che lui non le aveva certo fatto un complimento.
Aomine
preferì cambiare discorso. “Com’era oggi la situazione a scuola?”
“C’era un gran fermento: oggi è stato pubblicato il
terzo capitolo della storia sul giornale…”
“Sì, lo so” disse Aomine,
d’istinto.
“E come fai a saperlo?”
“Ehm…” Cazzo, aveva risposto di getto e ora era
obbligato a dire all’amica tutto ciò che aveva fatto il giorno prima, dal
momento in cui aveva lasciato Kise sul tetto della
scuola in poi.
Ah, al diavolo, prima o poi glielo avrebbe detto
comunque. “Lo so perché l’ho letta, ieri, in anteprima…” e seguitò a raccontare
quanto successo.
Momoi
rimase con la bocca e gli occhi spalancati per un minuto buono prima di
riprendersi. “Quindi ora sai di che parla! E come l’hai trovata?” L’entusiasmo
di Momoi era dirompente, come se fosse contenta di poter
finalmente parlare liberamente di una sua grande passione con l’amico
d’infanzia.
“L’ho trovata vomitevole!” rispose spietatamente Aomine. “I protagonisti non hanno niente a che fare con
noi. Be’, forse con Kise sì, ma con me di sicuro
nulla! E io che mi vantavo pure di essere diventato più popolare senza sapere
come mi vedevano esattamente le ragazze! L’autrice di quella storia, perché non
potrebbe essere altrimenti, ha dei seri problemi se pensa che noi maschi siamo
così!”
Momoi
si rabbuiò a quelle parole crudeli e insensibili, quasi l’altro l’avesse offesa
personalmente. Aomine aggrottò le sopracciglia
perplesso, inconsapevole di ciò che aveva fatto.
“Ma come diavolo ti è venuto in mente?” strillò lei.
“Eh?”
“Sei andato al club di giornalismo a dire che hai
difeso Ki-chan da quattro bulli! Ti rendi conto che
hai dato loro un argomento succulento su cui scrivere?
“Insomma, Sastuki, fai
pace con il cervello: prima sembri euforica e ora mi rimproveri, ancora! E poi
stavamo parlando di tutt’altro: perché hai cambiato argomento?”
“Non ti rendi conto che se avessero scritto qualcosa
sul giornale, tutti avrebbero saputo della lite? Per fortuna hanno avuto il
buon senso di non dire nulla” continuò lei imperterrita, ignorando la domanda
di Aomine. “E comunque la fantasia di tutte le
ragazze oggi a scuola era già piuttosto sovraeccitata: il fatto che oltre a te,
anche Ki-chan è stato assente ha dato vita a molte
idee.”
“Mh… quindi anche lui non
è andato…”
“Non dirlo come se non te ne importasse nulla.” Momoi si era placata e guardava Aomine
con un sorriso molto allusivo dipinto sul volto.
“Infatti non me ne frega niente.”
“Sai, Dai-chan,” Aomine non amava molto quel vezzeggiativo, ma fintanto che Momoi lo chiamava così quando erano soli poteva anche
accettarlo; per di più, aveva la netta sensazione che lei lo usasse per fargli
dispetto, “è proprio a causa di questo tuo atteggiamento che Ki-chan non ti parla più.”
“Che vuoi dire con questo?”
“Voglio dire che dovresti andare da lui e
parlargli.”
“Mi sono preso un cazzotto in faccia per lui: cosa
vuole di più?”
“Dai-chan! adesso ti prepari,
vai a casa sua e gli parli chiaro e tondo.”
Aomine
aveva in programma di sollazzarsi con l’ultima rivista gravure
che aveva comprato, ma sapeva quanto Momoi sapesse
essere insopportabile quando si impuntava su qualcosa. Le sue amate idol dovevano aspettare ancora un altro giorno per essere
ammirate nei loro provocanti completi intimi.
Era la prima volta che Aomine andava a trovare Kise
direttamente a casa sua, più che altro perché fino a quel momento non ce n’era
mai stato bisogno, visto che era sempre il modello a rincorrerlo ovunque
andasse. Era una bella villetta di due piani, con tanto di giardinetto esterno:
una tipica dimora da spot pubblicitario. Suonò il campanello e ancora non
sapeva cosa diavolo dire a Kise. Confidava nel
proprio istinto: al momento opportuno le parole sarebbero venute da sole.
Una voce femminile gracchiò dal citofono: “Chi è?”.
“Sono Aomine Daiki, un amico di Ki… Ryota” si corresse all’ultimo: non sarebbe stato molto
intelligente chiamare per cognome il compagno proprio a casa sua, dove tutti si
chiamavano Kise.
“Aomine! Oh mio Dio, vuoi
dire che sei il famoso Aominecchi?” Da quando in qua lui
era famoso? Per un momento, ebbe l’inquietante sensazione di parlare con un Kise al femminile.
Il cancello si aprì e, mentre attraversava il
vialetto, la porta d’ingresso si spalancò, rivelando la figura di una ragazza
di poco meno di vent’anni, biondissima e radiosa.
“Finalmente ti conosco! Piacere io sono Kaori, la
sorella di Ry-chan! Sai, mio fratello non fa altro
che parlare di te da quando vi siete conosciuti: Aominecchi
è fantastico; Aominecchi è sorprendente; Aominecchi di qua e di là. È come se già ti conoscessi, in
un certo senso. Ry-chan sembra una ragazzina alla sua
prima cotta. E sai, guardandoti bene…” la ragazza lo scrutò da testa a piedi
con aria di approvazione, “… la cosa non mi sorprende affatto. Oh, ma guarda,
quello è il famoso livido che ti sei fatto per difenderlo! Accidenti, deve aver
fatto parecchio male. Ti ringrazio per aver protetto il mio fratellino da quei bastardi… Ops, scusami, ma sai io
sono la sua manager e adesso per colpa di quegli ematomi che ha in faccia dovrà
rinunciare a ben due servizi fotografici!”
Aomine
avvertì il principio di un mal di testa. Al confronto con la sorella, Kise era più muto di un pesce rosso solo in una boccia di
vetro.
“Oh, ma che maleducata a trattenerti qui fuori! Non
sei certo venuto qui per me.” Il tono allusivo di Kaori ebbe il potere di
metterlo a disagio molto più della lettura di ‘Master Basket’: in fondo era la
sorella di Kise e vederla patteggiare così
apertamente per una loro relazione non era piacevole, affatto. “Accomodati, ti
accompagno nella sua stanza. È al piano di sopra, ma in questo momento si sta
facendo un bagno: sai a lui piace molto farsene di belli lunghi.” Iniziarono a
salire la scale, che agli occhi di Aomine apparvero
innalzarsi fin sopra le nuvole. “Le prime volte ci spaventavamo sempre, visto
che ha iniziato ad assumere questo atteggiamento da sì e no un anno. Poi ci
siamo ricordati che era entrato nella pubertà e si sa che a questa età a voi
maschietti piace scoprire cose nuove su
voi stessi.” Aomine cercava di contare alla
rovescia il numero di gradini che lo separavano dal pavimento del primo piano
della casa. Non era solo la quantità spropositata di parole che usciva dalla
bocca di Kaori a farlo ammattire, ma anche la tematica della conversazione: parlare
di Kise che si gingillava in una vasca da bagno non
era proprio un argomento che lo mettesse a suo agio. Ancora sette gradini… “Adesso avviserò Ry-chan
che sei qui. Nel frattempo accomodati nella sua stanza: è la porta in fondo a
destra. Nell’attesa, se ti annoi, puoi leggerti il suo diario personale. Lo
tiene nascosto sotto il materasso! Ma, mi raccomando: se lo senti arrivare
nascondilo subito, intesi?” E gli fece l’occhiolino, liberandolo da quella che
per lui era stata un’autentica agonia.
“Sì” rispose solo, temendo che se avesse detto
qualcosa di più le avrebbe dato spunto per un nuovo argomento di conversazione.
Si avviò verso la camera di Kise
e, quando ci entrò, si premurò di chiudere la porta per evitare un ulteriore
assalto della sorella affetta da logorrea cronica. Tirò un profondo respiro di
sollievo: silenzio, mai prima di quel momento gli era parso più bello.
Si concesse qualche secondo di relax prima di
riprendere il regolare flusso di pensieri. Kaori gli aveva detto che Kise nascondeva un diario segreto. Se non fosse stato
troppo intento a soffrire, avrebbe riso nel momento in cui glielo aveva
rivelato. La curiosità di sapere cosa ci scrivesse sopra un ragazzo prevalse
sulla sua buona creanza. Era un’autentica bastardata, ma si trattava di un
boccone ghiottissimo offerto su un piatto d’argento.
Si avvicinò al materasso a una piazza e mezzo. Lo
sollevò da un lato, ma non vide nulla. Andò dall’altro e ripeté la stessa
operazione. Eccolo lì, posto quanto più vicino possibile al centro del materasso
per non essere visto subito, ma c’era. Con un ghigno, Aomine
lo afferrò, ripose il materasso e si accomodò su di esso. Ormai quella della
lettura stava rischiando di diventare una mania per lui.
Aprì una pagina a caso, cercando le annotazioni più recenti;
quelle troppo datate non gli interessavano granché. Una frase letta di sfuggita colpì
particolarmente le sua attenzione. Sul rigo superiore c’era la data, così come
per ogni pagina: risaliva a qualche giorno prima l’ingresso di Kise in squadra.
21
Maggio
Anche
oggi nulla di nuovo da raccontare. Se sto scrivendo questi pensieri è solo
perché sento il bisogno di sfogare la mia noia in qualche modo, altrimenti
rischio di esplodere.
Anche
il calcio ha perso subito di interesse. In poco tempo sono diventato più bravo
del capitano. In un certo senso è come se fossi andato incontro ad un’altra
delusione.
Tutto
ciò che mi circonda mi suscita così poco interesse che riesco a sentire il suono
del vento persino quando sono in mezzo a tante persone.
23
Maggio
Ho
lasciato il club di calcio. Il capitano ne era persino sollevato, forse perché
vedeva in me una minaccia troppo grande.
Non
mi resta che aspettare, come al solito, che si presenti qualcuno abbastanza
forte da stimolarmi; qualcuno che io non possa battere facilmente; qualcuno che
mi tiri fuori da questo tunnel d’apatia in cui sono caduto.
Dove
sei? Fatti avanti!
24
Maggio
Credo
che la mia lunga attesa sia finita! Oggi un ragazzo mi ha colpito per sbaglio
con un pallone da basket. L’ho visto giocare ed è davvero sorprendente. La sua
velocità, la sua tecnica, la sua agilità: riuscirò mai ad imitarlo o
addirittura superarlo? Per la prima volta ho dei dubbi sulle mia capacità, ma
questo non fa che rendermi ancora più felice.
Ho
chiesto informazioni su quel ragazzo e ho scoperto che si chiama Aomine Daiki. Non vedo l’ora di
poter giocare con lui!
25
Maggio
Mi
sono iscritto al club di basket. Visto che sono un principiante mi hanno messo
in terza squadra, ma la scalata non mi spaventa se ho ben in mente il mio
obiettivo. E il mio obiettivo è Aomine Daiki, anzi Aominecchi!
29
Maggio
Mi
sento come una delle mie fan quando mi vengono a spiare durante un qualsiasi
momento della giornata. Non vedevo Aominecchi da tre
giorni, così sono andato alla palestra dove si allena la prima squadra e sono
rimasto ad ammirarlo per venti minuti buoni.
Sarò
ripetitivo, ma continuo a pensare che è davvero sorprendente!
Ah,
il coach oggi mi ha notato e ha detto che sto facendo dei passi da gigante: se
continuo così, in pochi giorni mi passano in seconda squadra.
Aominecchi, sto arrivando!
1
Giugno
Sono
passato in seconda squadra. La mia meta è sempre più vicina. Sono andato ancora
una volta a guardare Aominecchi mentre gioca: uno
spettacolo come sempre! Già riesco a copiare qualche suo movimento, ma la
strada è ancora lunga eppure questo non mi scoraggia per niente, anzi, mi
fortifica.
Devo
impegnarmi di più!
8
Giugno
I
miei sforzi sono stati ripagati. Oggi è venuta la manager della prima squadra, Momoi Sastuki, che mi ha dato il
tanto atteso annuncio. La prima cosa che ho fatto è stato salutare Aominecchi. Purtroppo non ho avuto occasione di giocare con
lui, ma confido di riuscirci domani.
Mi
hanno assegnato anche un tutor, ma è davvero ridicolo: Kuroko
Tetsuya, un ragazzo bassissimo che si nota appena. Ma
come fa ad essere titolare della prima squadra? La cosa peggiore è che Aominecchi lo difende a spada tratta!
È
stata una sorpresa non proprio gradita questa…
9
Giugno
Ho
giocato il mio primo one-on-one contro Aominecchi!
E
ho perso…
Cavolo,
fa davvero schifo perdere, però, non so perché, ma non riuscivo a smettere di
sorridere un solo istante. Aominecchi si è dimostrato
l’avversario valido che ho sempre aspettato di incontrare. Sento che, per
quanto possa sforzarmi, per quanto possa migliorare, non riuscirò mai ad
arrivare al suo livello.
Sembra
un traguardo irraggiungibile e, forse per questo, ancora più ambito e desiderabile.
Mi
sono lamentato ancora una volta di quella mezzacalzetta del mio tutor e Aominecchi mi ha rimproverato per come lo tratto. Ma che
avrà di così speciale poi?
Mi
vien da ridere: sembro una mocciosa gelosa del ragazzo dei suoi sogni!
Ridicolo, vero?
15
Giugno
Domani
dovrò giocare una partita in seconda squadra con Kuroko.
Che palle! Bastavo anche solo io per vincere, perché cavolo deve venire anche
lui?
Questa
storia del tutor comincia davvero a rompermi le palle!
16
Giugno
Kurokocchi è fantastico! Non mi sarei mai
aspettato che avesse un modo così particolare di giocare a basket! Mai visto
niente di simile prima. Ora capisco perché Aominecchi
lo difendeva così tanto.
Comunque,
continuo a pensare di essere io il migliore. È un po’ difficile da spiegare,
però, non so, vedere Aominecchi così affiatato con Kurokocchi mi fa sentire strano, in modo negativo. Si vede
che è successo qualcosa tra loro, che è un’amicizia molto intensa…
Penso…
credo… di essere… geloso… Ecco, sì, l’ho detto (anzi, scritto)! Però la gelosia
non è qualcosa che si associa per forza all’amore, giusto? Altrimenti si
potrebbe pensare che io mi stia innamorando di Aominecchi…
ridicolo!
18
Giugno
È
il mio compleanno e Aominecchi non lo sa. Mi ha
battuto senza pietà anche oggi. Non che mi aspettassi un trattamento di favore,
al contrario. Non sopporterei di vincere solo perché lui me lo ha concesso.
In
verità Aominecchi non sa tante cose. Se finalmente ho
ritrovato il sorriso e le mie giornate sono diventate migliori è solo per merito
suo, e non mi riferisco solo al basket…
Forse
è meglio così; meglio che lui non sappia niente. Mi prenderebbe per pazzo o per
una donnicciola, e l’ultima cosa che voglio è perdere quel pizzico di stima che
mi sono faticosamente guadagnato finora.
Quelle considerazioni erano davvero troppo strane da leggere per Aomine.
Kise che provava davvero qualcosa per lui? No, non
poteva essere, se ne sarebbe senz’altro accorto. Leggere quel diario era come rileggere
‘Master Basket’ una seconda volta, ma dal punto di vista del personaggio di Kisu.
Si disse che era solo suggestione e andò avanti
veloce per un bel po’ di pagine, fino ad arrivare alla data in cui era stato
pubblicato il primo capitolo della storia yaoi.
28
Settembre
Sono
stato scoperto! Sul giornale di oggi è uscita una storia romantica in cui i
protagonisti sembriamo proprio io e Aominecchi!
Qualcuno (non so chi) deve aver capito quello che provo ed ora lo sta
sfruttando per puro divertimento. Non so cosa fare: se manifestassi troppa
preoccupazione desterei sospetti, d’altro canto non posso nemmeno ignorare la
cosa.
Per
fortuna, Aominecchi sembra intenzionato a trovare
l’autore e farlo smettere: mi basterà solo assecondarlo e la questione si
risolverà.
Purtroppo,
il nostro primo tentativo al club di giornalismo è fallito. Dovremmo pensare ad
un’altra strada da seguire.
3
Ottobre
Aominecchi è un vero coglione! Ha venduto la
sua stessa dignità, quella che tanto voleva difendere solo quattro giorni fa,
in cambio di qualche moina da parte delle ragazze. Ha deciso di rinunciare alla
ricerca e abbiamo anche fatto discussione per questo.
Mi
sono sentito abbandonato… tradito…
La
situazione in cui siamo finiti non è delle migliori, ma ero contento per una
volta di condividere con lui qualcosa al di fuori del basket.
Cazzo,
forse sono io il coglione! Scrivo su uno stupido diario tutto quello che provo
e che vivo, neanche fossi una ragazzina innamorata.
Ormai
è evidente: mi basta sfogliare le pagine precedenti per rendermi conto che non
faccio che parlare di lui ogni giorno.
La
situazione mi sta davvero sfuggendo di mano. Non posso evitare Aominecchi, visto che giochiamo nella stessa squadra, ma
potrei limitare i nostri contatti. Sì, credo che sia la soluzione migliore e
poi non ho tanto voglia di parlargli dopo quello che ha fatto. Non gli chiederò
più di giocare con me dopo gli allenamenti. Devo ridimensionarmi o finirò per
farmi scoprire e se mai dovesse succedere...
…gli farei senz’altro schifo…
Mentre Aomine divorava
parole e pagine, udì distintamente la voce di Kise
che urlava nel corridoio.
“Da quando è arrivato?” strillava, palesemente
arrabbiato.
“Saranno dieci minuti…”
rispose vaga la sorella.
“E che aspettavi ad avvisarmi?!” Il suono dei passi
frettolosi di Kise annunciò il suo imminente arrivo.
Note
dell’autrice
Forse mi ammazzerete, ma in realtà questo
capitolo doveva procedere ancora, solo che rischiava di allungarsi davvero
troppo, così ho preferito interromperlo qui! ^^””
Ero un po’ dubbiosa se fosse credibile l’idea
di un diario segreto scritto da un ragazzo, ma il mio consulente mi ha
confermato che può benissimo essere e io mi sono fidata u.u
La storia sta prendendo una piega diversa
da come l’avevo impostata all’inizio, il che si traduce in una maggiore
difficoltà per me di sbrogliare la situazione e farla procedere in modo
corretto >.< Ma mi sono tolta da impicci ben peggiori in passato, quindi
abbiate fede!
Ok, cominciamo un attimino ad esplorare
meglio la sfera sentimentale dei protagonisti! Spero che il capitolo vi sia
piaciuto e ricordate che non mi offendo se vorrete commentare XD