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Autore: Ale_Kiki    05/08/2013    3 recensioni
Dopo la morte del Signore Oscuro, il mondo magico sembra finalmente avere trovato la pace.
James Sirius Potter si appresta ad iniziare il suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts insieme al migliore amico Sam e alla sue grande famiglia.
Una sorpresa, però, lo aspetta.
James non sa che Teddy Lupin, l'uomo di cui è innamorato fin da quando era bambino, sarà il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
La pace che si è stabilita per molti anni sembra regnare sovrana nel Mondo Magico, ma spesso molte cose sono imprevedibili e arrivano quando meno te lo aspetti.
Un nuovo nemico cercherà di distruggere quello che era stato ricostruito.
Tra risate, pianti e storie d'amore, la nuova generazione si prepara ad affrontare battaglie che cambieranno per sempre la loro vita.
{TeddyxJames; OCxAlbus; OCxHugo; OCxMolly}
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Molly Weasley Jr, Teddy Lupin | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Don't let me fall into the darkness









PROLOGO



 

James guardava negli occhi il suo nemico.
Occhi rossi, pieni di rabbia e voglia di vendetta, privi d'amore.
Il giovane si chiese se anche suo padre avesse pensato le stesse cose durante lo scontro finale con Tu-Sai-Chi.
Ma il suo nemico non era Voldemort.
Il suo nemico era molto più forte e spietato di quello che aveva tormentato la giovinezza di suo padre.
Colui che in passato era stato un semplice Mangiamorte e seguace dell'Oscuro Signore, ora bramava vendetta e potere.
Colui che sarebbe riuscito a sconfiggere il figlio di Harry Potter e che avrebbe finalmente dominato sull'intero Mondo Magico.
-La storia si ripete a quanto pare.- Pensò James. -Speriamo solo che termini nello stesso modo.-
Si guardò attorno, non sapendo che cosa fare.
Tutti gli altri erano stati catturati, alcuni probabilmente erano morti.
James era solo ed era spaventato a morte.
Ma avrebbe lottato con tutte le sue forze, per vincere e liberare le persone a lui care, anche a costo di morire.
In fondo era lui che voleva Khalel.
"Sei pronto a giocare con me, James?" La voce di quel mostro gli risuonò nella testa.
Lo scontro stava per avere inizio.




 

PRIMO CAPITOLO



 

"James."
"Mmm."
"James."
"Ancora cinque minuti, mamma..."
"Mamma?!? Ehi, James, sono Al, e farai meglio ad alzarti prima che la mamma arrivi davvero e si arrabbi perché sei ancora a letto..."
"Mmm..."
James Sirius Potter era ancora immerso nel mondo dei sogni quella mattina del 31 Agosto, l'ultima prima dell'inizio del suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Non voleva lasciare il caldo e confortevole letto su cui stava riposando così placidamente, non voleva doversi srotolare dal lenzuolo che lo ricopriva, non aveva affatto voglia di alzarsi e di iniziare a preparare le sue valige.
Voleva solamente tornare a dormire.
"Al, lasciami in pace!" disse con voce assonnata e biascicando.
"Vabbè, come vuoi tu, però sappi che tra poco si mangia e dovrai subirti l'ira della mamma, io ti ho avvisato.“
Fu in quel momento che James si rese conto di quello che suo fratello minore gli aveva appena comunicato! 
Si alzò di scatto seduto sul letto, guardandosi attorno un po’ spaesato, ma completamente sveglio.
"Ma che ore sono?!"
Imprecando in tutte le lingue possibili e inimmaginabili, con un balzo fu fuori dal letto e si vestì alla svelta sotto lo sguardo divertito di suo fratello Al.
"Sei il solito pigrone!" Lo rimproverò amorevolmente il più piccolo, ridendo e stando appoggiato alla parete per godersi lo spettacolo di suo fratello che, in preda al panico, si vestiva e si lavava in pochissimi minuti.
"Non c'è niente da ridere! Vorrei vedere te, al posto mio! La mamma come minimo mi squarterà."
"Beh, te le cerchi, fratello mio. Ti dice sempre di andare a letto prima e tu non le dai mai ascolto!"
Jamie sbuffò finendo di abbottonarsi i jeans aderenti che gli fasciavano perfettamente le belle natiche sode. 
"Siamo in vacanza!"
"Da domani no."
"Grazie." Disse, infine, sarcastico.
Poi sentirono dalle urla provenire dal piano di sotto e per poco non presero un infarto.

Ginny aveva preso tutto da nonna Molly.

Scesero le scale correndo e in fondo ad esse trovarono una piacevole sorpresa: Ted. 
Jamie per poco non morì dalla gioia. 
Era da più di una settimana che non lo vedeva! 
Rimase impalato sull'ultimo scalino e ignorò l'espressione infuriata di sua madre.
"James Sirius Potter, ti sembra questa l'ora di alzarsi?!" Gridò Ginny incrociando le braccia al petto in un chiaro segno di rabbia.
Ma come diavolo aveva fatto a capire che si era appena svegliato?!?
Istinti materni, probabilmente.
Pensò di mentirle, ma sapeva bene che una buona parte di questi istinti erano dettati dal fatto che nessuno poteva mentirle senza essere scoperto.
Quindi decise di dirle una mezza verità.
"Scusa, mamma. Non ho sentito la sveglia."
Lei alzò un sopracciglio.
"Certo, tutte scuse."
Teddy sorrise divertito: James era sempre il solito pigrone.
Appena terminato questo pensiero sentì un corpo allacciarsi perfettamente al suo, donandogli un immenso calore.
James, infatti, era corso immediatamente tra le sue braccia, proprio come faceva quando erano bambini e Teddy era sempre pronto a prenderlo.
Lui c'era sempre stato.
Era così felice di rivedere il più grande, quella settimana senza di lui era stata tremendamente noiosa.
Teddy d'altro canto, strinse forte a sé il corpo ormai cresciuto dell'amico, pensando che stesse diventando proprio un bel ragazzo, forse anche troppo bello.
Si era alzato di qualche centimetro rispetto all'anno prima, anche se non era alto quanto Teddy, ed il suo corpo aveva iniziato a farsi più muscoloso e sempre più slanciato.
I capelli mori, perennemente in disordine, erano il tocco di classe di casa Potter.
James li scompigliava sempre, in fondo era il degno erede di suo nonno e doveva in qualche modo far colpo su ragazze e ragazzi.
Ma la particolarità di Jamie erano gli occhi: dorati.
Ted ne era perdutamente innamorato, erano così profondi, carichi di voglia di vivere. 
Quanto gli era mancato il suo piccolo terremoto; quando restavano separati per tanto tempo era come se mancasse qualcosa, come se si formasse un vuoto, ma appena si rivedevano, appena i loro occhi si incontravano, quel vuoto veniva sempre colmato dalla presenza dell’altro.
Dall'allegria e dalla voglia di vivere di quella peste di James.

"Allora come andiamo, Jamie? Pronto per l'ultimo anno e per i M.A.G.O.?" Gli chiese.
James fece una faccia un po' schifata seguita da un sorriso forzato.
"Dovevi proprio ricordarmi che questo è l'anno dei M.A.G.O., vero?!"
Ted rise, accompagnato da Ginny e da Al.
"Beh fratellone, ancora un anno e poi non dovrò più subire le tue lavate di capo e finalmente potrò uscire con i ragazzi che voglio, chissà che pacchia che sarà! " Disse una voce femminile.
Lily Luna Potter era appena entrata in cucina, e con questa frase fece a dir poco infuriare il fratello, che odiava sempre tutti gli strani tipi con cui lei usciva, secondo lui erano sempre dei maniaci.
Roba da fratelli maggiori insomma.
James, dal canto suo, sbuffò a sentir sua sorella parlare in quel modo. 
Se faceva il geloso era solo perché le voleva bene e non voleva che soffrisse!
"Sei una stupida se pensi che te lo faccia per dispetto. Insomma, hai visto la faccia da malati di mente che fanno quando ti chiedono un appuntamento?! Forse non te ne rendi conto, cara sorellina." Sbuffò Jamie indignato. 
"E cosa vorresti fare, spaccar loro la faccia?" Chiese Ted ridendo, quella scena l'aveva già vissuta circa un milione di volte, ma ogni volta risultava sempre divertente.
"Sì, così come minimo si becca un'espulsione!"
"E a quel punto mi squarterai veramente. Giusto, mamma?"
Ginny annuì lanciando al moro un'occhiata sadica che fece ridere tutti i presenti, tranne il primogenito dei Potter.
Quest'ultimo lanciò un'occhiata a Ted e arrossì. 
Possibile che diventasse sempre più bello? 
Dio, quegli occhi.
Dio, quei capelli che cambiavano colore.
Dio, quel fisico forte e muscoloso. 
Dio, quelle mani, quella bocca, quella pelle.
Tutto di lui lo faceva impazzire. 
Non avrebbe mai amato nessuno come amava Ted.
Si era reso conto di essersi innamorato di lui poco dopo aver scoperto di essere gay ed era stato proprio grazie a Ted che lo aveva capito, ma tutto questo ovviamente lui non lo sapeva e non avrebbe mai dovuto saperlo.

"Mamma, possiamo andare a mangiare? Sto morendo di fame!" Brontolò Jamie mettendosi le mani sullo stomaco, cercando di sviare i propri pensieri sul cibo invece che su Ted.
"Il solito ingordo." Dissero tutti contemporaneamente, qualcuno ridendo, qualcun'altro alzando gli occhi al cielo.
Mentre stavano preparando la tavola insieme, poichè sarebbero venuti a cena tutti i Weasley e parenti vicini, Jamie e Teddy si scambiarono una serie di sguardi che solo loro due potevano interpretare.
Così, solo con un semplice cenno del capo, entrambi cercarono di defilarsi dal preparare quella lunga e infinita tavola, per poter rimanere un po’ da soli e parlare come non facevano da tempo.
La missione ‘svigniamocela senza farci vedere da Ginny’ era ufficialmente iniziata.
James fece cadere apposta una forchetta e quindi, fingendo di volerla andare a lavare, come se niente fosse si allontanò dal tavolo per dirigersi in cucina.
Ma al posto che entrare nella stanza scappò su per le scale con passo felpato per non farsi sentire ed entrò in camera sua con una risata.
Lui ce l'aveva fatta, chissà Teddy.
Nell'aspettare l'amico si affacciò alla finestra, pensando a quando gli sarebbe mancato il più grande quando sarebbe andato a Hogwarts.
Ormai Jamie aveva capito che non poteva restare troppo tempo lontano dall'altro, era come non avere più aria da respirare.
Ma quando Teddy ritornava, anche l'aria tornava nei suoi polmoni.
James sapeva che quello era vero e proprio amore.
Non si era mai innamorato prima, ma ora ne era certo.
Il battito sempre accelerato del suo cuore ogni volta che gli era vicino, la sensazione di leggerezza e completezza che lo coglieva quando si toccavano, e le tipiche farfalle allo stomaco ogni qual volta guardava nei suoi occhi meravigliosi.
Ma sapeva che Teddy non era gay e quindi lo amava da lontano.
Mentre era perso in questi pensieri tristi anche Ted era riuscito a svignarsela dai lavori domestici ed entrando in camera di James, lo vide.
Una visione meravigliosa.
Sì, proprio meravigliosa. 
Era proprio così quello a cui stava assistendo. 
James era seduto sul cornicione della sua finestra e fissava il cielo al di fuori, con sguardo perso nel vuoto.
Teddy si chiese seriamente se il suo amico fosse umano. 
La luce del sole batteva sul suo viso rendendo i suoi capelli più chiari, il viso più luminoso e gli occhi più brillanti e vivaci. 
Stava impazzendo e doveva far qualcosa: doveva calmare l'istinto di saltargli addosso. 
Andiamo, come avrebbe potuto funzionare? 
Lui era Teddy e l'altro era James, nonché suo fratello 'adottivo' e figlio del padrino Harry Potter, niente poco di meno che uno dei Salvatori del Mondo Magico.
No, doveva assolutamente toglierselo dalla testa. 
O almeno, doveva riuscirci.

"Allora, Jamie. Triste per l'inizio della scuola? Questo sarà il tuo ultimo anno. Goditelo, mi raccomando."
Il primogenito dei Potter, che era totalmente in balia dei suoi pensieri, si spaventò nel sentirlo e si girò di scatto sussultando, quasi.
Teddy era lì davanti a lui che gli sorrideva, e Dio se amava il suo sorriso. 
Gli scaldava il cuore, gli faceva provare mille sensazione ed emozioni e, cosa più importante, lo rendeva felice come non mai. 
Non solo perché era pazzo di lui, ma perché provava una gioia infinita nel sapere che Ted era felice e che stava bene.
Non pretendeva che il suo amore fosse ricambiato dal più grande, sapeva che era praticamente impossibile.
A lui bastava solo che fosse felice.
"No, ad essere sincero, non vedo l'ora di tornare. 
A Hogwarts mi sento bene ed è come se fosse una seconda casa per me. 
Mi dispiace che questo sia l'ultimo anno." Confessò malinconico alzandosi dal cornicione della finestra e andando di fronte al suo migliore amico, regalandogli uno dei suoi sorrisi più belli, che riservava solo a lui.
Avrebbe tanto voluto aggiungere che la sua prima casa era proprio lì davanti a lui.
Avrebbe voluto dirgli che era lui, Teddy, ma non poteva, non doveva, era sbagliato.
Si guardarono negli occhi.
Si lessero nell'anima.
Ted non poteva fare a meno che fissare quell'oro puro.
James non riusciva a distaccare lo sguardo dagli occhi color ossidiana dell'altro.
"Ti voglio bene, Ted."
Lo disse così James, con tono soffice, senza nemmeno rendersi realmente conto delle parole che erano fuoriuscite dalla sua bocca.
Ted rimase un pò sorpreso, non che fosse una novità; sin da quando erano bambini si dichiaravano il loro bene, ma questa volta a Ted parve diversa.
C'era, nel tono di James, qualcosa di cambiato dall'ultima volta che glielo aveva detto, era più maturo, più sicuro.
E quelle quattro semplici parole gli scaldarono il cuore più delle altre volte.
"Anche io ti voglio bene, piccolo Jamie."
Posò una mano sulla testa del moro e gli scompigliò i capelli, come era solito fare.
Ma quelle parole, per entrambi, volevano in realtà esprimere un significato diverso. 
Non il solito "ti voglio bene" per dimostrare affetto, ma un "ti voglio bene" diverso, come se volessero mostrarsi qualcos'altro, come se volessero far capire l'uno all'altro che c'era forse qualcosa di più di un semplice affetto. 
Questo lo avevano capito entrambi, ma preferivano non dire niente a riguardo. 
Jamie lo abbracciò forte e Ted sussultò sentendo il contatto della sua pelle con quella della sua piccola e adorabile peste. 
Fece per ricambiare l'abbraccio, ma la porta si spalancò letteralmente e recitò l'entrata di una Ginny Weasley molto infuriata.
"Teddy Lupin, James Sirius Potter! Vi sembra questo il modo di sgattaiolare via?! Stiamo tutti aspettando voi per mangiare!"
Gli altri che erano in cucina, compreso Harry, che si era seduto da poco, scoppiarono a ridere sentendo la voce squillante di Ginny arrivare fin lì. 
"Scusa, scusa, mamma!"
"Scusaci Ginny."
Scesero al pian terreno alla velocità della luce e andarono ai loro soliti posti iniziando a mangiare sotto gli sguardi divertiti dei presenti. 
Se Ginny si arrabbiava, in qualche modo era sempre colpa anche di James. 
Ormai era diventata una cosa quasi automatica.






 

ANGOLO AUTRICI

Ciao a tutti, siamo Ale e Kiki e siamo le creatrici di "Don't let me fall into the darkness." Avevamo pubblicato i primi due capitoli di questa storia molto tempo fa, poi abbiamo deciso di cancellare e rifare da capo, riscrivendo e correggendo tutto. Speriamo che il prologo -lo abbiamo completamente cambiato- e il primo capitolo vi siano piaciuti. Fateci sapere con una recensione che cosa ne pensate di questa nostra storia, ci fareste molto felici. Grazie a tutti coloro che hanno letto e che leggeranno. Noi vi diamo l'appuntamento a lunedì prossimo, con il secondo capitolo. :)

 

Baci Ale e Kiki <3

  
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