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Autore: xashtonhugmex    05/08/2013    0 recensioni
Il blu incontrava il verde, la terra incontrava il cielo.
Aveva una scintilla negli occhi, che Marie non aveva visto in nessun'altro, nonostante abbia incrociato pochi sguardi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Another Story,
Chapter One/Prologo.
 

Marie, 17 anni. Canberra, Australia.

Questa non è la solita storia di quelle ragazzine innamorate, che scivolano e hanno il principe pronto a prenderle, che sono popolari a scuola, piene di ammiratori, con una bella voce o portate per recitare.
Quelle, per Marie, ossia me, sono solo insulse favole. Questa non è la storia di una ragazza magra,alta,coi tacchi e vestiti firmati.
Questa è quella di Marie, sovrappeso per la sua etá, che indossa ogni giorno le converse, si nasconde nelle felpe e nei jeans per nascondere il suo corpo.
Quando era piccola, era quella stella sorridente che viveva a Canberra, con suo nonno e sua nonna, non a New York nelle solite ville. Lei viveva per suo nonno, era il suo angelo.
Ma è facile chiamare una persona "angelo" finchè non lo diventa davvero. E questo è il suo caso. La persona più importante della sua vita se n'era andata quando aveva 11 anni. E lei cominciò da lì a chiudersi in se stessa, ad essere riservata.
Poi andò alle medie, con la sua camicetta a fiori e la gonnellina, cercando di sorridere nonostante tutto. Dopo alcuni mesi,cominciarono a chiamarla "grassa,balena". E lei non capiva il perchè. Finchè suo nonno era vivo, le aveva sempre ripetuto quanto fosse una bella bambina. Occhi a mandorla, azzurri e profondi come il mare. Bocca rosea, come le guance e capelli biondi e liscissimi. In viso era veramente bellissima. Ma era il fisico che,al giorno d'oggi, Fotteva.
Non interessa se hai un bel carattere, bei voti o un bel visino. Loro la chiamavano grassa. Loro erano la causa dell'inizio della sua sofferenza, loro erano la causa delle sue felpe. Le felpe che nascondevano il suo corpo, che nascondevano le cicatrici. Le cicatrici di guerra. Le cicatrici della guerra contro se stessa. Perchè, la sua, era una continua guerra. Guerra per la sopravvivenza, guerra per la felicitá. Ma tutto questo sembrava non arrivare mai.
Un'altro schifoso giorno di scuola, e Marie, andata nel solito angolo del cortile, dove non consumava la sua merenda, ma stava seduta, a terra, a fissare il vuoto o a ripassare, finchè non suonava di nuovo la campanella, vide una figura non molto lontana, la figura di una ragazzina come lei. Era accucciata a terra, i libri sparsi e le lacrime che le rigavano il viso. Ma non era da sola. Quattro ragazzi del terzo anno erano intorno a lei. Un pugno nel braccio, un calcio nello stomaco. E continuavano così fino a consumare tutta la pelle della ragazzina, tutte le sue lacrime, tutto il suo dolore. quello giornaliero.
Marie era sempre stata introversa, chiusa in se stessa. Ma quella volta, sentiva il bisogno di avvicinarsi. Di tendere la mano alla compagna, accennandole un timidissimo sorriso, per poi però sedersi accanto a lei.
Asciugarle le lacrime, darle un abbraccio di conforto.
Poi i loro sguardi si incrociarono. Il blu incontrò il verde, la terra incontrò il cielo. Negli occhi l'una dell'altra videro la reciproca sofferenza,solitudine,malinconia.
Ma Marie, negli occhi di quella ragazzina, vide qualcosa di diverso. Una piccola scintilla che non aveva mai visto negli occhi di nessuno. Anche se non ne aveva visti molti perchè ogni volta che qualcuno provava a incrociare lo sguardo col suo, ogni volta che vedeva che qualcuno la guardava, abbassava la testa al terreno. Per la paura, per la vergogna.
Ma per quanti occhi aveva visto, nemmeno in quelli di suo nonno aveva mai visto una scintilla così. In quell'istante, provava cose mai provate:
Sentiva lo stomaco in subbuglio,un groppo in gola e il battito del proprio cuore nelle orecchie. Le stesse sensazioni che provò quando per aiutare la ragazza dagli occhi verde smeraldo ad alzarsi, le aveva stretto al mano. L'altra ragazzina la stringeva come se non ci fosse stato un domani, come per non lasciarla mai andare. E quando Marie si accorse di tutto, aveva paura, così arrossendo leggermente,
si girò senza dire nulla e si diresse a passo deciso e veloce nell'edificio scolastico dopo il suono della campanella.





Spazio autrice.
Okaay, allora.. innanzi tutto,piacere!
E' la prima storia che scrivo e sono state delle mie carissime amiche a consigliarmi di pubblicarla.
E' corto,lo so ma intanto volevo solo fare un prologo, un introduzione, per vedere se continuarla
o no.. prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi!
Non ho altro da dire..recensite!

Cami. xoxo

 

  
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