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Autore: Maiwe    05/08/2013    1 recensioni
I pensieri di Ned sul risveglio di Chuck, la decisione presa di lasciarla in vita, pur sapendo che avrebbe dovuto rinunciare per sempre a poterla anche solo sfiorare.
Dall'iniziativa delle Muse "ANOTHER drabble night", flash ispirata all'immagine-prompt "Farfalle" e alla canzone dei Goo Goo Dolls "Iris".
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Strana storia, la nostra.

Tu nascosta al mondo, io con il potere capace di risvegliare e riportare in vita ciò che è morto.

Anche tu eri morta, Chuck.

E' stata l'unico, giuro, l'unico momento della mia vita in cui ho ringraziato di avere questo strano dono, è stato come ottenere finalmente una risposta dopo le innumerevoli domande che mi sono posto. Poi tu sei tornata, e mi sei apparsa così, i capelli ordinati in un'acconciatura semplice, il vestito leggero come un soffio, come una farfalla, un sorriso sereno sulle labbra, e gli occhi chiusi. Distesa in quella fredda gabbia di legno e seta.

E io avrei tanto voluto risvegliarti con un bacio. Domandarti chi era stato a farti questo, chi aveva osato toccarti, chi aveva osato chiudere le tue ali dentro ad una scatola, privandoti della vita e della tua leggerezza. Ma sono stato un vigliacco, ed ecco che ti ho sfiorato solamente una guancia, come un qualunque amico.

Bellissima anche nella morte.

E io non ti ho mai amata tanto, Chuck.

Mi hai tramortito, spaventata, è vero, ma l'espressione nei tuoi occhi era inequivocabile: sapevi che sarei venuto a prenderti. Avevo anche messo il completo nero, per venirti a salutare. Per dirti addio.

E invece, imbrigliato nella mia debolezza e nella mia vigliaccheria, non ce l'ho fatta a dirti addio, ad attenermi al piano. Mi sei venuta vicino, e hai chiesto di lasciare questo mondo, stavolta per sempre, con un bacio.

Io esitavo: non potevo essere io a donarti la morte, a donarti la morte definitiva.

Sessanta secondi possono essere interminabili, e io, abituato a gestire quel lasso di tempo comeil più prezioso degli isanti, consapevole che non avrei avuto altre occasioni, davanti alle tue labbra li ho assaporati tutti, li ho vissuti come una lunga vita insieme, un semplice bacio d'addio tra due anziani.

Ed ecco che, invece, il tempo è accelerato, e ho perso l'attimo.

Sessantuno secondi.

E tu eri in vita, stavolta per sempre.

Cosa avrei potuto fare, a quel punto?

Baciarti per dirti addio definitivamente, in preda all'ansia che qualcuno stesse morendo al posto tuo e poi ucciderti comunque, ma assaporarti per la prima e ultima volta? O lasciarti in vita, così, perfetta, intatta, sacrificando la vita di qualche sconosciuto e pagando il fio per la mia sconsideratezza con la distanza e l'assoluto divieto di poterti toccare?

Rinuncio per sempre, rinuncio per sempre a sfiorarti, Chuck. So che, in qualche modo, hai anche paura di me, da qualche parte, so che ti fa male non avere avuto scelta; ma, per quanto breve, la vita di una farfalla è piena di battiti d'ali, e sono felice che tu possa essere viva di nuovo.

Posso solo assaporare il momento in cui ci guardiamo negli occhi, a sera, e ci capiamo, ci stringiamo, ci amiamo. Non posso aspirare ad altro.

Ma mi va bene così.

Rinuncio per sempre a sfiorarti.

Strana storia, la nostra.

  
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