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Autore: Bella Berger    06/08/2013    0 recensioni
Mi chiamo Jack Parcel e ho 17 anni. Vivo a New York e frequento la “Joyce Institute”. Lì tutto è cominciato...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione

 

Mi chiamo Jack Parcel e ho 17 anni. Vivo a New York e frequento la “Joyce Institute”. Lì tutto è cominciato...

 

Capitolo 1

PASSATO

 

Erano tutti appostati. Erano pronti. Il capo era con loro. Avevano fiducia in lui. Solo al suo comando sarebbero partiti all'attacco. Erano come cani fedeli al padrone. IL capo era davanti a loro. Si alzò piano e scrutò l'orizzonte. Era una bambina smilza dai capelli riccioli, rossi. Erano tutti spettinati. La pelle era bianca, color latte e metteva in risalto i profondi occhi marroni. Erano ai campi di grano gli unici in quella vallata. Lì sarebbe iniziato l'assalto. La bambina prese il corno che portava al fianco e lo appoggiò alla bocca. Proprio mentre stava per suonarlo qualcuno da dietro e tirargli i suoi pantaloni larghi. -Ehi capo... Ti chiamano a casa.- -Maledizione!- urlò la bambina pestando un piede a terra -Thuddle vai a dire agli altri che la guerra si continua dopo.- Un coro di sbuffi si levò fra i bambini sdraiati e piano, piano uno alla volta si alzarono sgranchendosi la schiena. Il capo si diresse, a passo svelto e deciso, verso una piccola casetta dove abitava con i suoi genitori lì in Australia. Arrivata alla casa con la spada che le pendeva ancora al fianco aprì la porta. -Guarda come ti sei conciata quei jeans! E pensare che tanto sono io a lavare. Neanche tu fossi andata davvero nel campo di battaglia come tuo padre!- Gli sbraitò sua madre. -Generale! Che si dice sul fronte di comando?- chiese il padre con il solito sorriso amichevole. -Niente di nuovo comandante! Solo la solita stupida guerra!- rispose la bambina sicura di sé. -Bella! Vieni in camera!- la bambina obbedì e corse dalla madre. Una sorpresa si trovò all'entrata: un bambino poco più grande di lei era seduto sul letto di fronte al suo. Aveva dei capelli marroni scuri dello stesso colore dei suoi occhi. Era alto, magro e poco muscoloso -Bella ti presento il figlio di un collega di tuo padre. Deve stare qui due giorni perché i suoi genitori non possono tenerlo. Dormirà in questo letto di fronte al tuo, siamo intesi?- Bella lo fissava incantata negli occhi. La madre uscì dalla camera e la bambina si riscosse. Prese la spada e il corno e li mise nella cesta sotto il suo letto. Il bambino la seguiva con gli occhi. Era carina.-Io Jack e tu Bella giusto?- Non ottenne alcuna risposta. Bella smise di frugare nella cesta e andò nel piccolo bagno di quella stanza a lavarsi le mani. -A cosa giocavate tu e i tuoi amici?- Neanche stavolta lei parlò. -Ah ho capito: sei muta ,ecco perché non parli!- disse provocandola. -No.- rispose irritata lei. Jack si sdraiò con sufficienza e fece finta di chiudere gli occhi con le mani dietro la testa. Bella non lo guardò e andò verso la porta. -Non tacerai per sempre, guerriero.- disse lui con gli occhi chiusi. Lei chiuse la porta dietro di sé.

 

Prese la spada e il corno e fece per uscire di casa quando la madre la chiamò. -Porta anche Jack con te scommetto che si divertirà.- Jack acconsentì e uscì insieme a Bella.

Arrivarono in una piccola caverna dove si erano radunati gli amici di Bella e lei entrò sicura. Si sentirono dei bisbigli ad avvisare il suo arrivo. -C'è il capo. Hai visto? Ma chi è quel bambino?-. Bella si mise al centro della caverna e urlò:- Radunata!- Tutti a corsa si misero attorno a lei -Qualcuno ha qualche domanda prima di andare all'attacco? Nuovi piani?- Ci furono varie mano alzate ma tutti facevano la stessa domanda. Bella scelse un bambino cicciottello -Chi è quel bambino, un nuovo arruolato?- Bella non ebbe il tempo di rispondere perché Jack la precedette. -Sì.- Un altro bambino parlò -Ha già passato la prova?- -Ora non c'è tempo Den. Vedremo come se la cava in battaglia.-

 

Le truppe di Bella come al solito avevano vinto ma i ragazzi avevano insistito perché Jack facesse la prova.-Il primo che cade a terra o viene disarmato ha perso. Devi dimostrare al generale di cosa sei capace deciderà lei se arruolarti.- -Regole?- -Nessuna.- -Bene. Non mettete niente in palio?- -Ehm... no.- Bella ci pensò un po' poi ribatté. Era la sua unica occasione. -Se vinco io tu non vieni accettato fra di noi.- Tutti si meravigliarono di quelle parole. Nel volto di Jack si disegnò un sorrisetto malizioso. -Se vinco io... Tu mi baci e mi dai il tuo medaglione.- Alla parola “bacio” un brivido le aveva percorso la schiena ma era decisa a farlo. Guardò il suo medaglione. Un normale ciondolo con nove pietre ai lati di una più grande centrale, tutte azzurre. In alto c'era scritto “Bella”. -Affare fatto-. Disse porgendogli la mano. Jack la guardò con uno sguardo gelido negli occhi. La guardò per un tempo che ai ragazzi parve interminabile poi gliela strinse. Si misero in posizione d'attacco. Lei era seria e concentrata. La lotta ebbe inizio. Come previsto, Jack non era forte, non era agile e in quanto a tecnica era inferiore a lei. E allora cosa accidenti lo rendeva così sicuro?

Bella fu presto in vantaggio: approfittava della sua rapidità per spostarsi di continuo disorientandolo. I suoi la incitavano con urla e fischi. A poco a poco sentì che la battaglia la eccitava sempre di più, finché la foga non la travolse: aumento la velocità, parò, si girò, colpì Jack al fianco e si preparò a spezzare il bastone che il bambino sconosciuto aveva levato in alto per difendersi dal colpo. E' fatta!si disse trionfante. Jack la guardò negli occhi con uno sguardo gelido, abbozzò un sorriso e mormorò qualcosa che Bella non capì. Lei si girò e vide il astone diventare una piccola nuvoletta d'aria. Fu un istante ma Jack non se lo lasciò scappare: uno sgambetto e lei cadde a terra sconfitta per la prima volta in vita sua. -Mi pare che ci sia un vincitore.- disse Jack porgendo la mano a Bella per aiutarla ad alzarsi. Lei si guardò attorno niente era scomparso e il bastone era tornato normale.-Maledetto! Non è leale fare trucchetti da mago!- -Invece di urlare dovresti ringraziarmi per la lezione. Mi hai chiesto se ero un mago? No. Come regola del combattimento hai detto no alla magia? No. Prima devi conoscere l'avversario e poi ti batti.- Bella guardò la mano e poi stizzita si alzò da sola.-Comunque sei forte non c'è che dire.- Si sfilò il medaglione e glielo porse. Fece per andarsene ma Jack la fermò -Non dimentichi qualcosa?- Lei lo guardò e gli si avvicinò. Jack sorrideva maliziosamente. Avvicinò la bocca alla sua guancia e lui di scatto si girò premendo le labbra sulle sue. Arrivò rapido e preciso. Uno schiaffo sulla guancia di Jack. Lui nonostante la forza non sentì dolore. -Un bacio non è un bacio se non lo dai così.- Bella aveva il fiatone. Lo guardava e sembrava avesse il fuoco negli occhi. Si girò e se ne andò a pugni chiusi. Jack si toccò la guancia. Gli bruciava ma non ci faceva caso. L'importante era che l'aveva baciata.

 

-Bella! Vieni a salutare Jack!- Bella sbuffò e si alzò dal letto. Andò in cucina e vide Jack che salutava i genitori della bambina e ringraziava. Bella si mise accanto a sua madre. Quando il bambino ebbe finito con i suoi genitori le si mise davanti a fissarla. Le lo guardava con aria truce. Jack si avvicinò al suo orecchio ma Bella non si mosse. - Sei proprio bella. Non ti scorderò mai.- E con lo stesso sorriso con cui era arrivato uscì. Da quella porta Bella non l'avrebbe più visto entrare e presto lo dimenticò.

  
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