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Autore: Sara Black    06/08/2013    3 recensioni
Qualcosa stava accadendo nel suo organismo, era come…come avere l’imprinting. Ma non era imprinting. Era amore, vero. Amore allo stato puro. Come quando t’innamori per la prima volta. Come quando soffri per la prima volta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Claire Young, Quil Ateara V
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Salvee :) Sono di nuovo qui, questa volta con qualcosa di più breve.
Mi è venuta in mentre guardavo Breaking Dawn-parte 1. Ho voluto scrivere di Quil e Claire, questa volta. Mi piace un sacco e spero che valga lo stesso per voi ;)
Vi lascio ad un Quil piuttosto malinconico, ma Claire saprà come tirargli su il morale.
Chi non vorrebbe essera al posto di questa fortunatissima ragazza?
Un bacio, Sara Black :D



Lei.
Era il suo pensiero fisso dalla mattina alla sera.
Lei.
L’unica che potesse mai vederlo. Vederlo realmente.
Lei.
L’unica che potesse fargli male.
L’unica che lui potesse amare.

Quil Atera pensava distrattamente passeggiando sulla mezzaluna, mentre il sole tramontava.
I flebili raggi di sole gli illuminavano il viso. Si sedette sulla sabbia pensando a lei.
Lei, che in quel momento era a casa a studiare nella sua cameretta, con una matita a tenerle fermi sulla nuca i lunghi capelli castani.
Pensava a lei e il suo cuore sussultava.
Amava Claire da quando lei era bambina, ora era quasi una donna: avrebbe compiuto sedici anni il mese prossimo.
Era bellissima, Claire, pensava Quil. Ma lui la vedeva ancora come la bambina che aveva visto crescere, che aveva accompagnato all’asilo, alle scuole materne, a fare shopping, sì, anche a fare shopping. Quil si meravigliava di ciò.
Ma per lui rimaneva la piccola Claire che aveva bisogno d’aiuto per salire sugli scogli per vedere meglio l’oceano.

A volte si sentiva in trappola, come se ci fossero milioni di corde che lo tenevano stretto ad un muro. A volte rifletteva su ciò.
I suoi amici gli avevano proposto di spassarsela un po’, di cambiare aria e di scollegare il cervello dal corpo. E lui l’aveva fatto: aveva provato ad uscire con una bellissima ragazza dai capelli rossi, conosciuta in un locale.
Avevano bevuto qualche drink, avevano ballato e poi lui l’aveva accompagnata a casa. Lì, la ragazza (di cui non ricordava il nome) gli aveva chiesto di restare a casa sua.
Claire dormiva già a quell’ora, aveva pensato.
Così la ragazza agì d’istinto, e Quil si ritrovò a baciare due labbra sottili, troppo piccole. Ma non si tirò indietro.
Quil aveva capito le intenzioni della ragazza e la faceva fare. Le sue mani vagavano su tutto il corpo della ragazza, alzando appena l’orlo del vestito troppo corto.
Lei si sfilò le scarpe e guidò Quil sul letto. Gli sfilò la maglietta e sbottonò piano i bottini dei jeans.
La ragazza si sdraiò sul letto e fece segno a Quil di raggiungerla. Non se lo fece ripetere due volte.
Continuò a baciarla a lungo ma lei iniziava a stancarsi di quei baci, voleva di più.
Riteneva Quil un bellissimo ragazzo, i suoi lineamenti le ricordavano il suo primo fidanzato, quello con cui fece l’amore per la prima volta.
Un pensiero balenò nella mente di Quil.
Claire non se lo meritava. Lei era il suo imprinting e lui doveva proteggerla, anche da sé stesso.
Mormorò piano un “no” e si scostò dal corpo della ragazza.
Si scusò e si rivestì.
Non voleva ferire nessuno, tantomeno Claire.

Quel ricordo colpì Quil come una secchiata d’acqua gelata.
Era stata la prima volta che era uscito con un ragazza, ma anche l’ultima.
Quil si era sentito tremendamente in colpa quando, la mattina seguente, Claire gli corse incontro baciandogli la guancia. Si era promesso che non sarebbe mai più uscito con nessuna.
Era passato più o meno un anno da quell’episodio e Quil mantenne la promessa.
Guardò la luna prendere il posto del sole e illuminare l’oceano che, ormai, era diventato nero.
Claire sapeva del suo imprinting e sapeva cosa provava Quil per lei.
Ma Quil sapeva che c’era qualcosa di più.
Amava Claire come un fratello maggiore amava sua sorella e desiderava proteggerla.
L’amava, sì, ma non come il suo migliore amico Jacob amava la sua compagna: Renesmee. Loro erano insieme.
Decise così di alzarsi e d’incamminarsi verso Claire, non la vedeva da una settimana. Sentiva una strana forza attirarlo verso di lei.
Sbirciò dalla finestra. E lì la vide; lì, raggomitolata tra le lenzuola calde e impresse del suo profumo, sonnecchiava. Aveva appena finito di studiare, lo si capiva dai libri ancora aperti sulla sua scrivania.
Claire si mosse e premette il viso contro il cuscino.
«Quil», mormorò piano lei nel sonno.
Allora lui aprì lentamente la finestra e s’intrufolò nella cameretta di Claire.
Si sedette sulla poltroncina e prese tra le mani il suo diario. Sapeva che non doveva leggerlo, ma il più delle volte la curiosità prendeva il sopravvento.
Aveva letto della prima cotta di Claire (un compagno delle medie), del primo bacio con un tipo, con la faccia da schiaffi, aveva detto Quil.
Sapeva di quella cotta e di quel bacio e sapeva che Claire era innamorata di un ragazzo un po’ troppo grande per lei. Gliel’aveva raccontato perché sentiva il bisogno di sfogarsi.
Quil aprì una pagina a caso e il suo nome comparve scritto con inchiostro nero, seguito da un piccolissimo cuore.

So che lui mi vuole bene e che sono il suo imprinting ma a volte sembra che Quil sia distante da me.
Lui? Distante da Claire, era impossibile.

Sono solo una ragazzina e non ho avuto molta esperienza con i ragazzi, ma ogni volta che lo vedo il mio cuore parte in quarta e il mio stomaco sussulta. Le mie amiche dicono che mi sento così solo perché è bello da star male, ma Quil è molto altro.
Mi ricordo che si faceva in quattro per me, per accontentarmi in tutto. Ora lo vedevo meno in pensiero per me.
Non sono una bellissima ragazza ma neanche tanto brutta. Adoro Quil in un modo…strano. Mi sento quasi male quando sto con lui.
Forse sono io, oppure il suo imprinting sta svanendo. Ma la verità è che il mio amore non c’entra nulla con l’imprinting! Sento quando è così, altrimenti. Sento quando una piccolissima forza mi attira a lui.
Ma quello che provo è diverso, malsano, direi. Ho bisogno di lui ogni momento della giornata, ogni ora della notte. Lo sogno mentre mi bacia, mentre mi sussurra all’orecchio che sono l’unica, mentre facciamo l’amore.
Ma è questo il punto, sono solo sogni.
Come dicevo, vedo Quil distante da me. Non voglio dirglielo, ma ci sto male al pensiero.
Mi sa che mi sono innamorata, per davvero questa volta.


Chiuse il diario con un colpo secco e lo rimise a posto.
Le parole di Claire gli turbinavano nella testa e non lo lasciavano ragionare con lucidità.
Davvero si era allontanato da lei? La sua unica ragione di vita?
La risposta era sì, si era allontanato piano piano da lei.
E l’aveva fatta soffrire.
La guardò di nuovo e si sentì meglio.
Qualcosa stava accadendo nel suo organismo, era come…come avere l’imprinting. Ma non era imprinting. Era amore, vero. Amore allo stato puro. Come quando t’innamori per la prima volta. Come quando soffri per la prima volta.
E Quil soffriva, soffriva perché aveva fatto soffrire Claire.

La mattina seguente si svegliò tardi e decise di andare nel bosco per stare un po’ solo.
Mutò per raggiungere la sua meta in fretta, ma qualcosa non andava.
Claire era distesa sul prato con un libro in mano, le gambe per aria e le caviglie accavallate.
Quil riprese le sembianze umane e si accoccolò di fianco a lei silenziosamente.
«Quil», si spaventò lei mettendosi seduta.
Lui la guardò intensamente. Era proprio andato, pensò. Si era innamorato.
Claire leggeva “Romeo e Giulietta”.
Adorava talmente tanto quella storia da desiderare, in cuor suo, da vivere un amore come quello di Giulietta.
«Non volevo spaventarti», sussurrò Quil prendendo una ciocca castana dal viso di lei. Claire arrossì e il suo cuore iniziò a martellare forte.
Quil ripensò a quello che aveva letto sul diario la notte scorsa e sorrise.
«Lo fai sempre», rispose la ragazza. Era un po’ scossa: era abituata ai gesti dolci di Quil, ma quello, quello era decisamente diverso.
Quil guardò quelle labbra carnose e rosse. Voleva provare ad assaggiarle e a sentire il respiro fresco di lei sulla sua bocca. Deglutì a vuoto.
Si rese conto che era la prima volta che pensava a Claire in quel modo. In quel preciso istante capì di volerla tutta per sé e di non dividerla con nessun’altro.
Di colpo, Quil prese il viso della ragazza tra le mani e poggiò delicatamente le sua labbra su quelle di Claire. Lei rimase sorpresa, in un primo momento, non capendo quello che stava succedendo, poi il suo cuore prese a fare capriole nel petto, rischiando di perforarlo.
Lui schiuse le labbra e il sapore di Claire si fece largo tra le labbra.
Non erano sottili, erano carnose.
Non erano piccole, erano sorprendentemente morbide.
Era Claire, lei.
Quil si staccò piano per riprendere fiato e poggiò la fronte contro quella di Claire.
«Ricordi quando ti ho raccontato di quel ragazzo più grande di me di cui ero innamorata?», chiese Claire sussurrando, per paura di rovinare quel momento. «Eri tu, Quil. Mi sono innamorata di te ma non te l’ho voluto mai dire perché mi vergognavo, così ho inventato una scusa».
Claire sentiva un peso in meno. Finalmente era riuscita a esprimere i proprio sentimenti.
«Mi sa che mi sono innamorato, per davvero questa volta», disse Quil. Claire spalancò leggermente gli occhi, sapendo benissimo da dove veniva quella frase. L’aveva scritta sul suo diario qualche mese prima.
Lei sorrise, aveva deciso che non le importava se lui avesse letto il suo diario, era Quil, poteva fare ciò che gli andava.
Quil la guardò negli occhi e capì: “È lei”.
  
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