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Autore: domaris    14/02/2008    4 recensioni
Sommario: In una pigra giornata estiva Mac Taylor ripensa agli avvenimenti degli ultimi anni.
Spoilers: accenni più o meno vaghi agli avvenimenti di tutte le quattro serie
Nota: titolo e storia sono ispirati alla canzone "Till I Loved You" cantata in coppia da Barbra Streisand e Don Johnson.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota: titolo e storia sono ispirati alla canzone "Till I Loved You" cantata in coppia da Barbra Streisand e Don Johnson. Se volete ascoltarla cliccate qui.

Till I Loved You



Era una calda giornata d'estate e Mac Taylor sedeva alla propria scrivania. Ma l'attenzione del detective non era concentrata sulle carte che teneva in mano. In quella pigra giornata di sole si aveva quasi l'impressione che l'afa avesse mandato in letargo la città. Era già trascorsa metà giornata e ancora non c'era stata nessuna chiamata per la sua squadra.

Se alzava lo sguardo poteva vedere il laboratorio attraverso le pareti di vetro. Hawkes e Adam erano seduti in un angolo a parlare. Dubitava fortemente che l'argomento fosse pertinente al lavoro. Dall'altra parte c'erano Danny, seduto sulla scrivania, e Lindsey che si sorridevano e tubavano come ragazzini alla prima cotta. Un tempo avrebbe avuto da ridire ma ne aveva perso il diritto prima ancora di accorgersi che tra Danny Messer e la nuova ragazza arrivata dal Montana c'era del tenero. Ma forse prima di Peyton non si sarebbe nemmeno accorto di loro. Aveva passato così tanto tempo a rifiutarsi di andare avanti dopo la morte di Claire che gli erano sfuggite le cose più ovvie.

La porta che si apriva lo riscosse dai suoi pensieri. A quanto pareva anche Flack non aveva nulla da fare .

- Hey Mac, come hai fatto a spaventare così tanto i criminali da mandarli tutti a riposo? - chiese ridendo il giovane detective

- Se aspetti un po' potresti arrestare loro - rispose tranquillamente lui, indicando Danny e Lindsey che continuavano a tubare, dimentichi del luogo in cui si trovavano.

Il giovane si volse a guardarli. - Stella mi sparerebbe se mettessi in imbarazzo Linds, Messer però posso anche sbatterlo al fresco.

Flack si girò di nuovo verso Mac, non era difficile immaginare a cosa pensasse.

– Questo posto è diventato davvero troppo tranquillo da quando Stella se n'è andata, vero?

Mac rispose con un mezzo sorriso. Stella mancava a tutti, era ormai più di un un anno e mezzo che aveva lasciato il lavoro ma ancora nessuno si era abituato alla sua assenza, sia in laboratorio che sul campo.

Decise che era meglio cambiare discorso.

- Non mi hai ancora detto a cosa devo l'onore della tua visita

- Per la verità speravo che Angell fosse da queste parti. - rispose il giovane arrossendo un poco.

- Non anche tu! - replicò divertito dell'imbarazzo di Don. - stiamo diventando la barzelletta del dipartimento – aggiunse riferendosi alle coppie che si erano formate all'interno della Scientifica.

- Nessuno ride Mac, sono troppo invidiosi. Le alte sfere vi hanno tenuti d'occhio per un po', quando si sono resi conto che rendete meglio di prima si sono arresi.

Mac lo guardò torvo. Ma non era una sorpresa, se lo era aspettato.

Flack decise però che era meglio andarsene, tanto più che apparentemente la bella Angell non era da quelle parti. Mac guardò l'orologio. Erano passati solo pochi minuti e il turno era ancora lungo. Sospirando si alzò e volse lo sguardo fuori dalla finestra. Se ci fosse stata Stella prima o poi sarebbe entrata dalla porta con un sorriso, per discutere di un caso o soltanto assicurarsi che lui stesse bene.

C'era stato un periodo della sua vita, subito dopo la morte di Claire, in cui se non ci fosse stata lei non sarebbe sopravvissuto. Si era aggrappato a Stella come un naufrago e aveva attinto forza da lei. Ma anche quando aveva smesso consapevolmente di farlo era rimasto legato a lei in un modo difficile da spiegare. Stella a quel punto era stata talmente parte della sua vita che nemmeno se ne rendeva conto. Quella splendida donna, forte e indipendente aveva continuato a preoccuparsi per lui e a spronarlo a rifarsi una vita, ad uscire di nuovo. E lui in cambio era stato un pessimo amico, aveva dato per scontato che Stella sapesse cavarsela da sola e solo occasionalmente era stato capace di darle un sostegno. Eppure lei, solitamente senza peli sulla lingua, non gli aveva mai rinfacciato nulla, nemmeno quando non era stato capace di proteggerla da quello scultore squilibrato. Quando si era offerto di pagarle una stanza d'albergo in attesa di risistemare l'appartamento devastato lei aveva sorriso amaramente e gli aveva assicurato che non aveva bisogno di nulla. E lui l'aveva lasciata andare, senza nemmeno un abbraccio. A quel tempo era preso dalla relazione con Peyton. Combattuto tra la sensazione di tradire Claire, nonostante fossero passati anni dalla sua morte e la rinnovata gioia di non essere più solo. Ricordava ancora il sorriso dolce amaro di Stella quando aveva annunciato che sarebbe andato a Londra. Era stata sorpresa ma genuinamente felice per lui.

E quand'era tornato lei aveva capito subito che c'era qualcosa che non andava, sembrava che non potesse fare a meno di preoccuparsi per lui. Era strano come l'avesse sempre saputo ma non lo avesse mai davvero considerato fino a quel momento.

Mac tornò a sedersi alla scrivania e riprese in mano le carte su cui stava cercando di lavorare prima dell'arrivo di Flack ma i suoi pensieri erano tutti per Stella.

Ricordava con chiarezza il momento in cui si era reso davvero conto di quanto contasse nella sua vita. Aveva ricevuto una lettera da Peyton che, come si aspettava, non sarebbe tornata negli Stati Uniti. Quella storia era finita nel momento in cui lui aveva lasciato l'Inghilterra e lo avevano saputo entrambi, era solo mancato loro il coraggio di dirsi addio. Probabilmente era per questo che aveva dimenticato la lettera sulla scrivania nella fretta di lasciare l'ufficio per raggiungere gli amici con cui quella sera aveva promesso di suonare.

E quando tra il pubblico aveva scorto il viso di Stella aveva capito tutto. Che aveva trovato la lettera, che era venuta ancora una volta ad accertarsi che lui stesse bene, soprattutto che non c'era persona al mondo che contasse di più per lui. Anche il ricordo di Claire sbiadiva al confronto e questo lo aveva spaventato.

E così l'aveva tenuta a distanza, convincendola a dare una possibilità ad un altro svitato. E si era sentito maggiormente colpevole quando era saltato fuori che Drew Bedford era in realtà l'uomo che da mesi puntava a lui. In seguito aveva anche fatto di peggio, aveva distribuito le indagini in modo che raramente le loro strade si incrociavano durante il lavoro. E Stella aveva finto di non esserne ferita ma il suo sorriso, quando era rivolto a lui era un po' meno aperto, un po' meno luminoso. Negare di essersi sentito un verme in quel periodo non sarebbe servito a niente. Stella con la sua forte personalità e la sua empatia verso gli altri era amata da tutti e nonostante nessuno avesse detto nulla era stato dolorosamente evidente un certo risentimento generale nei suoi confronti.

Aveva seriamente rischiato di perderla e vivere il resto della propria vita senza Stella era qualcosa che non riusciva nemmeno ad immaginare.

- Hey capo, vieni a prendere un caffè con noi?

Mac alzò la testa. Danny e Lindsey erano sulla porta in attesa della sua risposta.

- andate voi – rispose – io devo finire qui se stasera voglio andare a casa

- te ne portiamo uno – replicò con un sorriso Lindsey prima che Danny la trascinasse via.

Il detective guardò di nuovo l'orologio. Era meglio darsi da fare se davvero voleva evitare di restare bloccato in ufficio. Un tempo non gli sarebbe importato, tornare in una casa vuota non era particolarmente allettante. Ma adesso era tutto diverso e le sue ragazze lo stavano aspettando. Con un sorriso spostò lo sguardo sulla foto che aveva sulla scrivania. Madre e figlia lo guardavano sorridenti da dietro al vetro. Lo stesso sorriso, identico luccichio negli occhi verdi ed entrambi i visi incorniciati da folti riccioli. Stella e Alexis, la sua bellissima famiglia. Stella gli mancava terribilmente in ufficio ma quando si era rifiutata di assumere una babysitter per tornare al lavoro aveva compreso ed appoggiato quella decisione. Ed ogni sera non vedeva l'ora di tornare da lei e dalla loro meravigliosa bambina.

Nothing lived, nothing grew
Till I loved you
Every sky ever gray, never blue
You were my friend, good friend
And sometimes I would wonder
Could the one to save me
Possibly be you?
I was lost, I was blind
Till I loved you
Wouldn't see, couldn't find someone new
You were my friend, dear friend
I held you close to my heart
But I never thought that I'd feel the way I do
Until that certain moment when I loved you
And now I can't ever imagine
My living without you
It seems I spend all of my time
Thinking only about you
Once I dreamed in a dream I would find you
Never thought that the dream would come true
Until that curtain lifted, parted, drifted from you
Until that certain moment when I loved you
Until that certain moment
Certain moment when I loved you
When I loved you
Nothing lived, nothing grew
Till I loved you
Every sky ever gray, never blue
Empty days, empty nights
Sometimes I wonder
Could the one to save me possibly be you?
Ooooohh I was lost, I was blind till I found you
Couldn't see, couldn't find someone new
You came along, stole my heart completely
And I thought, could the one to save me possibly be you?

Fine

Robin, 10 gennaio 2008
   
 
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