Corro.
Sfreccio nel vento come non ho mai fatto prima.
Mi guardo attorno e riesco a scorgere tutto ciò che mi circonda nel dettaglio, nonostante io sia in movimento.
Corro.
Mi manca qualcosa.
Forse ho dimenticato qualcosa, è tutto troppo vuoto.
Corro.
In un attimo mi volto e qualcuno è accanto a me, non fatica a stare al mio passo.
Mi prede per mano.
Ora tutto è a posto, non manca più niente.
Pur essendo ad una velocità sovrumana scorgo i suoi occhi azzurri, così limpidi, che osservano dolcemente il mio volto. Un sorriso sulle labbra.
Un rumore e tutto cambia. 
La sua espressione si indurisce ed io vengo presa da una strana sensazione proprio qui, alla bocca dello stomaco.
In un attimo capisco.
Non sto correndo.
Sto fuggendo.
Ma da cosa?
Si, in pochi secondi tutto riaffiora e, nel momento in cui ricordo ogni particolare della vicenda, il mio sguardo va dritto verso il ragazzo che mi sta accanto. Mi prende per mano.
Saltiamo.
Intorno a me una piccola cittadina illuminata dal sole, ma questo non ci preoccupa. O almeno così credevo.
Cala la notte e una donna ci offre riparo.
Ho qualche dubbio al riguardo ma noi saremo comunque più forti e più furbi di questa gente nel caso in cui ci fosse un attacco o una rivolta.
L'importante è che non ci trovino.
Che non MI trovino.
Se solo sapessero cosa sono, cosa lui mi ha fatta diventare.
Non ne saranno affatto contenti appena lo scopriranno.
Entriamo in una casa malmessa, la signora che ci ha offerto un riparo è di altri tempi, con una cuffietta in testa e gote rosse.
Gote così invitanti.
Scuoto la testa per allontanare il pensiero ed entriamo in una stanza.
Ci guardiamo, io e lui, siamo ancora mano nella mano.
La stanza è grande, rettangolare.
La porta da cui noi siamo entrati è posta su una delle due pareti corte, quindi di fronte a noi si allunga la grande stanza.
Il soffitto è bucato ed entra un pò della luce che emana la luna, di fronte a noi una finestra cadente con le tapparelle di legno abbassate, un vetro rotto e le tendine ingiallite.
Un'anta della finestra è aperta.
Tutto è un pò tetro, ma in fondo noi siamo i protagonisti migliori che ci potrebbero essere se una storia dell'orrore dovesse svolgersi proprio lì dentro.
Non sentiamo più nessuno e questo ci preoccupa, siamo pronti all'attacco se ce ne fosse bisogno.
Improvvisamente è giorno, la luce del sole piomba nella stanza proprio come tante persone intorno a noi.
Non vedo più lui.
Cerco il suo sguardo e quando lo trovo è distrutto.
Vedo un uomo sconfitto, un'espressione che non avevo mai visto sul suo volto.
Mi segue fuori dalla stanza e, inginocchiatosi di fronte a me, comincia a piangere.
Io mi accovaccio contro il muro, gli prendo il viso tra le mani e lo abbraccio.
Lo consolo in una scena muta di pianto e rassicurazioni.
Andrà tutto bene, gli dico.
Mi ritrovo a baciarlo.
Mi ritrovo a stringerlo a me, solo così so che si convincerà.
Alzo lo sguardo ed un uomo, un uomo che conosciamo molto bene, ci guarda soddisfatto per poi sparire.
Ma lo sento.
Loro sono qui.
Ci hanno trovati.
Gli abitanti della casa d'improvviso ci danno la caccia, ci vogliono spingere fuori, nella mano dei nemici.
Lo prendo per mano, ci alziamo e cominciamo a correre.
Usciti fuori con sicurezza veniamo traditi dalla nostra natura.
Dannazione.
La luce del sole non mi sta torturando come dovrebbe fare se non avessi posto rimedio a questa punizione ma, stranamente ed inaspettatamente, mi fa rispendere.
Fa brillare la mia pelle come fossi ricoperta di rugiada.
E questo mi tradisce.
Nella confusione perdo lui, ma gli abitanti della città mi riconoscono come un pericolo e cominciano a darmi la caccia.
Corro e lo cerco.
Corro e spero che non gli abbiano fatto del male.
Faccio dei balzi enormi per sfuggire alla folla inferocita ma sembra che li aizzi solo di più. 
Poi mi fermo.
Di colpo è calata di nuovo la notte e lì, di fronte a me, proprio sulla collina che è a qualche centinaio di metri da me scorgo una figura.
Non è l'uomo che correva con me, ma ne è un altro che conosco altrettanto bene.
O meglio, che conoscevo.
Un tempo lo amavo, ora mi da la caccia.
Lui ed il suo amico bramano il mio sangue ma non sa cosa mi ha fatto suo fratello.
Mi ha salvata, in qualche modo.
In un attimo lo ritrovo e, come me, scorge l'uomo che ci osserva dalla collina.
Cerco la sua mano ma l'uomo sulla collina schizza verso di me e mi afferra.
Cadiamo a terra, io mi dimeno.
Sento che non impone neanche metà della sua forza su di me per bloccarmi, cerco lo sguardo del mio nemico per capirne il motivo.
Lo ha capito.
Sa cosa sono diventata.
E' la fine.
La furia nel suo sguardo, nei suoi occhi spalancati, sul suo volto così bello, senza tempo e senza più quella scintilla che lo rendeva umano e vivo, mi pietrifica.
Non ho neanche il tempo di guardare suo fratello un' ultima volta.
Perdo i sensi.
Il buio.




Commento dell'autrice:
Questo è un sogno che ho fatto ieri notte, mi è piaciuto molto è ho avuto voglia di scriverlo! 
Nel sogno io sono Elena trasformata in Vampiro, il ragazzo che corre con me è Damon, l'uomo che ci guarda baciarci è Alaric e i vampiri che mi danno la caccia sono Stefan e Klaus! 
Si, ad un certo punto c'è stata anche un' influenza da parte di Twilight nel modo in cui i vampiri reagiscono al sole! :)
ahaha Spero che il mio modo di raccontare questo sogno vi sia piaciuto quanto a me è piaciuto scriverlo e, soprattutto, sognarlo! 
P.S. Mi farebbero piacere recensioni perchè è la prima cosa che pubblico qui :)