Fanfic su artisti musicali > KAT-TUN
Ricorda la storia  |      
Autore: holls    14/02/2008    1 recensioni
Kame ha in mente una bella sorpresa per il suo Jin, ma una frase di troppo farà andare tutto irrimediabilmente storto... ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jin, Kazuya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dolce per te

Dolce per te

Akame fanfic

Quella mattina Kame si era svegliato davvero di buonumore. A dire il vero tutta quella settimana l'aveva messo di buon umore; finalmente quell'enorme distanza che c'era stata con Jin fino a quel momento era stata radicalmente accorciata. Due settimane prima l'aveva chiamato “Kamenashi”; il che l'aveva piuttosto stupito dato che erano anni che quasi non si rivolgevano la parola, per di più in un modo così scherzoso. Ma la vera novità c'era stata una settimana prima, quando Jin lo aveva chiamato solo “Kame”...gli era davvero sobbalzato il cuore: aveva fatto finta di niente, ma in cuor suo era davvero felice. Quella settimana, invece, Kame aveva finto di mangiare casualmente dalle stesse bacchette di Jin; erano piovuti commenti da parte degli altri, ma in fondo quei commenti lo avevano reso felice. Anche Jin si comportava in maniera diversa con lui, ridevano e scherzavano quasi normalmente... “quasi” perché ancora non c'era quella stessa affinità creata anni prima. Ma a Kame andava bene anche così, a lui bastava riaver avuto indietro, anche se in minima parte, Jin, il suo Jin.

Dopo quella puntata del cartoon, a Kame era venuto in mente di preparare una piccola torta per il suo bakanishi; nella puntata aveva apprezzato il suo cibo, quindi l'idea di preparargli una torta non era così campata in aria.

Si era svegliato di buon mattino, aveva sfogliato i suoi libri di cucina alla ricerca di una delle ricette preferite di Jin, una deliziosa torta al cioccolato con codette di zucchero. Si era messo quel grazioso grembiulino azzurro che aveva indossato durante il cartoon; voleva metterci tutto l'amore e l'impegno possibile. Aveva iniziato creando una solida base di pasta frolla, dopodiché aveva sciolto in un pentolino mezza barretta di cioccolato al latte. Una volta pronto, aveva versato il liquido sopra la base, coprendola poi con della gelatina. Infine, aveva versato una marea di codette colorate, che tanto piacevano al suo Jin.

Insomma, era venuto proprio un bel lavoro. Una volta cotta, il suo aspetto era molto invitante, così come il suo squisito odorino. La incartò in una confezione rigida, per far sì che non si schiacciasse; dopodiché la mise in un sacchetto, perché aveva intenzione di fargli una sorpresa.

Quel giorno doveva andare al lavoro solo di pomeriggio, quindi aveva avuto tutto il tempo per preparare il suo prezioso dono. Si preparò per uscire, mettendosi i vestiti che più potevano piacere a Jin, accompagnati da una marea di profumo. Quel rinnovato interesse di Jin nei suoi confronti l'aveva mandato davvero in euforia; sembrava proprio una ragazzina alle prese con la sua prima cotta.

Arrivò leggermente in ritardo agli studio: infatti quando fu lì non vi trovò nessuno, probabilmente era già tutti entrati. In fondo meglio così, almeno aveva più tempo e opportunità per nascondere il suo regalo. Entrò nel corridoio principale, lo percorse fino ad arrivare davanti ad una stanza dove solitamente non andava nessuno: il posto perfetto per nascondere il suo regalo! Accese la luce e accostò piano piano la porta per non farsi sentire; pensò di doverlo mettere in un posto sicuro, ma in fondo anche un tavolo poteva andare bene, no? Non ci entrava mai nessuno in quella stanza...

Depositò il sacchetto sul primo tavolo capitatogli a tiro, chiuse piano piano la porta, spense la luce ed uscì.

Svoltato l'angolo, si trovò faccia a faccia con Koki.

- Ehi, finalmente sei arrivato! - esclamò Tanaka. - A cosa è dovuto questo ritardo? -

- Ehm...niente di particolare...- rispose Kame imbarazzato, lasciando trasparire parte delle sue emozioni.

- Non ci casco mica sai? Dai dai, dimmi tutto...- insistette Koki, mettendo amichevolmente un braccio intorno al collo di Kame.

- Be'...ecco...ho preparato una torta per Jin...- disse sottovoce Kame, come per paura di farsi sentire da altri.

- Wooooow, che cosa romantica! - lo prese in giro Koki – e dove l'hai nascosta? - aggiunse con un sorrisino sulle labbra.

- Dai, così mi fai sentire ancora più stupido >.< Comunque l'ho messa in quella stanza – disse indicando la porta chiusa poc'anzi. - Gliela darò dopo, quando saremo da soli...-

- Oh, accidenti! Sono davvero felice per voi...l'avevo capito che le cose si stavano rimettendo per il verso giusto! -

- Già...anche io ne sono davvero felice...dopo tanta sofferenza – abbassò il capo imbarazzato – un po' d'amore e d'affetto...-

Koki guardò con un sorriso l'amico, veramente felice che alla fine avesse risolto i suoi problemi.

Entrarono nella stanza dove erano già tutti, salutando. Jin era seduto sul divano con le cuffie del suo Ipod nelle orecchie. Aveva uno sguardo vagamente assorto, ed un abbozzo di sorriso sul viso. Kame si chiese quale canzone stesse ascoltando, per provocargli un'espressione tanto bella; forse la nuovissima “Keep the faith”, il singolo che aveva segnato il loro ricongiungimento? Una qualunque bella canzone? O magari...la sua Kizuna?
A quest'ultimo pensiero, Kame arrossì un poco, mentre si apprestava a chiacchierare con gli altri del più e del meno. Fece qualche passo verso Jin, e lo salutò dandogli un pizzicotto su una guancia. Jin si girò verso Kame, sorridendogli come non faceva da tanto; si tolse le cuffie e lo accolse con un tenero “Ciao”. Kame fece per andarsene a causa dell'imbarazzo, quando sentì la presa di dita che cercavano le sue. Si girò, ed arrossì come non aveva mai fatto; quel gesto così dolce lo aveva intenerito davvero tanto. Jin si sporse un pochino, e con l'altra mano lo afferrò per la vita, facendolo cadere sopra di lui.

- Accidenti come sei sbadato stamani! - esclamò Jin, a distanza di un centimetro dal viso di

Kame. Questi fece per replicare, ma la sua bocca fu bloccata dalle fugaci labbra del compagno. Un bacio piccolo, tenero, puro. Un modo molto romantico per dargli il suo buongiorno...Jin si sporse appena per assicurarsi che nessuno li avesse visti, ma notò che erano tutti impegnati a scherzare tra di loro. Tornò a guardare Kame, e, dopo avergli sorriso un'altra volta, gli toccò il naso scherzosamente.

Si sentì bussare alla porta: era un membro dello staff, il signor Mizu.

- Akanishi-kun e Tanaka-kun*, tocca a voi – disse Mizu-san.

- Haaaaaaaaaai* – rispose svogliato Koki. - Vieni principessa dei miei stivali! -

- Urusse!! - urlò Jin, buttandosi contro Koki e battibeccando per tutto il corridoio.

- Aaah! Quei due! Sono sempre i soliti! - commentò Junno, con quell'intonazione da playboy usata nel suo ultimo dorama. Kame sorrise di fronte a quell'affermazione: i capelli “gialli” di Junno, associati a quella voce, erano davvero buffi.

- Scusa ma non potresti adottare un colore un po' più...naturale? - domandò Ueda, interessandosi seriamente alla questione “capelli” di Junno.

- Perché...così non sono bello? - rispose lui, imitando una delle scene iniziali di Yukan Club.

Quest'ultima affermazione fece scoppiare a ridere i restanti Kat-tun, che continuarono la discussione su questo argomento.

Tra una risata e l'altra, Kame notò sul pavimento un piccolo braccialetto; riconobbe subito che era quello di Jin.

- Accidenti, deve averlo perso durante il suo scontro con Koki...- disse Kame raccogliendolo.

- Be', perché non glielo riporti? Tanto sono qui accanto – suggerì Maru, indicando una stanza vicina con la porta aperta.

- Ottima idea! Speriamo solo di non disturbare...- aggiunse Kame sull'uscio della porta.

- Ma figuriamoci se lo disturbi...- lo rassicurò Ueda, facendogli l'occhialino.

Kame gli fece un sorriso d'intesa, avviandosi verso la stanza suggeritagli. “Accidenti, ma perché ci deve essere pure Koki?” pensò un po' egoisticamente, ma felice di poter rifare quel genere di pensieri dopo tanto, troppo tempo.

Da lontano sentì delle risate provenire dalla stanza dove erano Koki e Jin. Si accostò alla porta per ascoltare, più che altro per assicurarsi che non stesse davvero disturbando i due.

- Ahahah! Hai ragione, Maki-chan è davvero un'ottima cuoca! Il piatto che aveva preparato era buonissimo! - Kame sorrise, ripensando a quell'avvenimento successo pochi giorni prima. Concordava in pieno con ciò che Koki aveva appena affermato. Doveva proprio ammetterlo, il piatto di Maki-chan era piaciuto molto anche a lui.

- Be'...però...- stavolta era Jin a parlare – in confronto quello di Kame...-

- Cosa? Era terribile, eh? - rispose Koki, ridendo dell'affermazione appena fatta, seguito da un risolino di Jin.

Kame si sentì profondamente ferito. Allora era quello ciò che Jin pensava di lui?

E' vero che per buona educazione si dice sempre che i piatti sono graditi, però che senso aveva avuto mentire anche dopo finite le riprese? Aveva continuato a dirgli che aveva apprezzato molto ciò che aveva preparato...e invece erano tutte bugie...perché proprio in quel momento stava affermando l'esatto contrario, che il suo piatto era stato terribile!

Gli occhi di Kame diventarono a poco a poco lucidi, finché una silenziosa lacrima non cominciò a scorrergli sul viso.

Credeva davvero di aver ritrovato il suo Jin...quel Jin che aveva tanto amato in passato...e invece si era rivelato il solito bugiardo...ma che senso aveva? Era stato preso in giro per l'ennesima volta.

Cominciò a correre verso la stanza dove aveva depositato il suo regalo. Il suo stupido, inutile regalo. Ma come aveva potuto anche lontanamente pensare ad una cosa così sciocca? Avrebbe dovuto capirlo prima che quelli di Jin erano solo falsi complimenti. Perché era stato così stupido, ancora? Perché?

Entrò nella stanza dove aveva lasciato quell'inutile sacchetto, e una volta trovato lo aprì, lo gettò d'impeto a terra; afferrò la salda confezione doveva aveva riposto quel lavoro fatto con tanto amore, la strappò mentre lacrime amare continuavano a scendere impetuose sul suo viso...prese ciò che rimaneva di quel dolce e lo scaraventò contro il muro, un colpo secco e deciso...Tutto il suo lavoro era ormai spiattellato contro il muro e a terra...Con uno sguardo indignato strappò quei pochi brandelli di carta che si erano salvati, sporcandosi di cioccolato. Cadde a terra inginocchiandosi, si portò le mani al viso: in quel momento vide al suo polso il braccialetto trovato sul pavimento. Se lo sfilò e lo scaraventò insieme alle altre cose in un punto non ben definito della stanza. Dopodiché, rialzatosi, scappò via da quella stanza sbattendo la porta.

- Cosa? Era terribile, eh? - rispose Koki, ridendo dell'affermazione appena fatta.

- Ma va! Anche il piatto di Kame era squisito! Certo, un po' di salsa in più non avrebbe guastato, ma l'ho trovato davvero delizioso... - controbatté Jin.

- Oh be', potrebbe anche prepare il cibo più osceno del mondo, ma a te piacerebbe lo stesso, eh? Solo perché lo prepara il tuo Kamechan... - disse Koki con fare malizioso.

- Smettila baka! Guarda che Kame è davvero bravo in cucina – rispose Jin prendendo le difese del suo Kazuya.

- Uff, pare che abbiamo finito qui, ne~ -

- Già, torniamocene di là...-

I due tornarono insieme nell'altra stanza, e, quando entrarono, li guardarono tutti con una faccia stranita.

- Dov'è Kame? - domandò Ueda, facendo capolino qua e là, pensando ad una sua svista.

- Ma come, non era qui con voi? - rispose Jin, sul punto di agitarsi leggermente.

- Veramente era venuto da voi perché ti doveva rendere un braccialetto- continuò Maru, indicando il polso di Jin. Questi si guardò, e notò solo in quel momento di averlo perso. Una domanda però gli sorse spontanea.

- Ma se qui da voi non c'è, e da noi nemmeno, allora...dov'è? -

I cinque si guardarono come in cerca di una risposta nel viso dell'altro, ma, ovviamente non la trovarono.

- Ah!...- Koki si mise subito una mano davanti alla bocca. Si era ricordato della sorpresa di Kame, ma così dicendo l'avrebbe rivelato a tutti! Difatti tutti gli sguardi erano puntati verso di lui, come se avesse la risposta al quesito.

- Hai idea di dove possa essere? - domandò Jin, speranzoso.

- Ehm...veramente no...ecco io....dovrei andare a controllare una cosa...me ne sono ricordato ora... - e, così dicendo, uscì rapidamente fuori dalla stanza, provando a cercare Kame nello stanzino dov'era riposta la torta.

- Secondo voi Koki sa qualcosa e non vuole dircelo? - domandò Junno pensieroso.

- Naaa, perché mai dovrebbe nasconderci qualcosa? - ribatté Maru.

- Però, forse...potrei seguirlo...giusto per accertarmene...-. Jin non sapeva che fare, se seguire il suo istinto, o se credere alle parole del compagno. In fondo, però, tentar non nuoce, no?

Jin uscì così dalla porta, e seguì i passi di Koki che si prospettavano ancora chiari. Arrivò davanti ad una stanza dalla porta socchiusa, dentro una luce accesa. Quando entrò dentro, lo spettacolo che gli si parò davanti era a dir poco terribile.

- Che significa...? - Jin era sbalordito. Stracci di carta sparsi per tutto il pavimento, ed un muro sporco di quella che pareva essere stata una torta al cioccolato.

- Io...non capisco...Perché ha fatto questo? - Koki afferrò uno degli stracci, e lo contemplava come per cercare una risposta. Qual era stato il motivo che lo aveva spinto ad un gesto simile? Quella mattina non era arrivato raggiante e felice? Cosa poteva aver causato tutto questo?

- Koki che significa? Tu sai qualcosa, vero? Dimmelo! - Jin aveva la maledetta sensazione che in tutto quello c'entrasse Kame. E, di fronte a tale spettacolo, non era certo qualcosa di felice.

Koki gli raccontò brevemente ciò che era successo quella mattina, della sorpresa che Kame gli aveva preparato, e di quella stanza scelta come nascondiglio del suo dolce.

- Quindi...questa torta era per me? Ma che motivo avrebbe avuto di scaraventarla così al muro? Non...non ha senso! Non ho mai fatto cattivi apprezzamenti sul suo cibo...io... - Pronunciata quell'ultima frase, un lampo gli attraversò la mente.

E a quanto pare la stessa cosa era successa anche a Koki, che lo guardò in maniera disperata.

- Può essere che...-

- Abbia frainteso ogni cosa! - Il primo istinto di Jin fu quello di correre. Ma dove? Non aveva la minima idea di dove fosse Kame. Afferrò il cellulare, cercò in rubrica il suo numero e schiacciò il tasto verde. Dall'altro capo partì la voce dell'operatore. Era spento, dannazione.

- Non ho idea di dove cercarlo...proverò a casa...al limite lo aspetterò lì...-

La disperazione di Jin stava per raggiungere il culmine. Quale fosse l'elemento che gli impediva di scoppiare non lo sapeva. Sapeva soltanto di essere dannatamente preoccupato per la sua tartaruga.

Uscì di corsa fuorì dagli studio, entrò nel parcheggio e rapidamente mise in moto la macchina. Mentre guidava la sua mente fu attraversata da mille pensieri, anche assurdi. Sperava solo che Kame non stesse realizzando uno di quelli.

Arrivato davanti a casa di Kame, ebbe la fortuna di trovare subito posto; così parcheggiò, e uscì immediatamente dalla vettura. Salì le piccole scalette che introducevano la casa, e, arrivato davanti al portone, ebbe l'istinto di gridare; per fortuna qualcosa lo trattenne dal compiere un'azione tanto sciocca. Se Kame avesse sentito la sua voce, sicuramente non gli avrebbe aperto. Decise così di bussare semplicemente, come se fosse un normale ospite.

I secondi di quell'attesa furono i più devastanti della sua vita. Sembrarono non passare mai, sembrarono diventare ore. Quando finalmente sentì il rumore della maniglia che si abbassava, un enorme senso di sollievo gli pervase il cuore. Se ne stette lì imbambolato, felice di sapere che Kame era lì dentro, che stava bene. Peccato solo che si era imbambolato un po' troppo, cosicché, quando Kame aprì la porta, prese in pieno Jin, il quale cacciò un grido di dolore.

Spaventato, Kame si precipitò subito da lui, accarezzandogli la testa per assicurarsi che stesse bene. Subito dopo però, si ricordò di ciò che era successo quel pomeriggio, e questo lo portò ad allontanarsi da Jin. Quest'ultimo, una volta ripresosi, alzò il suo sguardo verso Kame; questi si vedeva chiaramente che stava soffrendo a causa sua. Il viso di Jin si fece serio e implorante.

- Possiamo parlare? -

- Hai già detto anche troppo – lo sentenziò Kame.

Ma Jin decise di non arrendersi. Non poteva lasciarsi sfuggire dalle mani la persona più preziosa che aveva, dopo averla persa per tanti anni. Doveva tentare di fargli capire. Capire che, per una volta tanto, lui non aveva fatto niente di male, che era stato tutto un equivoco.

- Io non...non ho capito perché...hai scaraventato la torta in quel modo...- In verità lo sapeva. Ma doveva avere una conferma.

- Tanto ti avrebbe fatto schifo! In realtà ti fa schifo ciò che preparo! E non provare a negarlo! - Dagli occhi di Kame cominciarono a scendere lacrime, che tentava di coprire con le maniche.

- Kame...-

- Bugiardo! - Tentò di pronunciare quella parola con tutta la forza che aveva dentro di sé. Ma, proprio sul più bello, quella forza sembrò abbandonarlo. La parola gli si ruppe in gola, cominciando a singhiozzare. - Sei...sei...- Non ce la faceva a dire più nulla.

- Kame, parliamone dentro, dai – Jin tentò di mantenere il tono più pacato che poteva. Spinse Kame dentro la casa, e chiuse la porta. Lasciò che la sua tartarughina si sfogasse; odiava vederlo piangere, ma in quel momento non aveva altra scelta.

- Kame...guarda che...-

- E smettila di chiamarmi Kame! - Continuò a singhiozzare, tenendo lo sguardo basso. In fondo, quella situazione feriva troppo anche lui.

- ...tu hai frainteso tutto...-

Kame lo guardò con aria scocciata.

- Ah sì, certo, ho frainteso tutto. Come no! - si trattenne dall'istinto di tirargli un ceffone, un calcio, un pugno; si trattenne dall'istinto di ferirlo così come aveva fatto lui.

- Sentiamo, allora, cosa avrei fatto di male stavolta? - domandò Jin, spavaldo. Sapeva di essere nel giusto, di non aver fatto davvero niente che potesse ferirlo.

- Lo sai cosa hai fatto. - Kame aveva smesso di piangere, e adesso guardava Jin con uno sguardo irato.

- Per favore Kame, non fare il bambino! Dimmi cos'è successo che così proviamo a risolverlo, no? - Anche Jin cominciava a spazientirsi. Ci mancava solo che Kame facesse le bizze.

- Mi hai mentito. Hai detto di apprezzare il mio cibo quando non è così. Pensi che sia terribile, e ti fa schifo! - Kame abbassò di nuovo lo sguardo.

- Ah! - un piccolo sorriso uscì dalle labbra di Jin, trionfante – lo sapevo! -

- Sapevi cosa? - Lo sguardò di Kazuya era un misto tra l'arrabbiato e l'interrogativo.

- Hai proprio frainteso ogni cosa! Ahahah! - di fronte alla risata di Jin, Kame lo fulminò, ma l'altro sembrò non farci troppo caso. - Hai mai pensato che la mia frase poteva essere intesa nell'altro senso?-

- Be'...però...- stavolta era Jin a parlare – in confronto quello di Kame...-

- Volevo dire che, in confronto a quello di Makichan, il cibo di Kamechan è mille volte più buono! -

Detto questo, sorrise, sperando che la sua tartarughina non fosse tanto cocciuta.

- Da-davvero? Davvero volevi dire questo? - Kame tratteneva a stento le lacrime.

- Certo... - gli depositò un dolce bacino sul naso – baaaaaka! - sussurrò dopo avergli accarezzato una guancia.

- Jin...- si gettò nelle braccia del suo compagno – s-scusa! -

I due si unirono in un forte abbraccio. Jin infilò le dita nei capelli del suo ritrovato amante, dopodiché gli diede un piccolo bacio a stampo sulle labbra, che ben presto si trasformò in un bacio molto più passionale. Le loro lingue si unirono in una vorace danza, le loro labbra cercavano insistentemente quelle dell'altro, la loro passione sentiva l'irrefrenabile bisogno di consumarsi.

E così fu, quella sera; i loro corpi si ritrovarono insieme dopo tanto tempo. Distesi sul letto, abbracciati, fu una fusione di baci e passione.

Si addormentarono così, l'uno tra le braccia dell'altro, sereni e felici di aver chiarito l'equivoco.

La mattina dopo, un raggio di luce entrò nella camera dove erano i due; erano rimasti nella stessa identica posizione di quella notte. Jin, disteso sul letto, circondava col braccio sinistro il suo Kame, che dormiva beato sul petto del suo amante. Alcuni ciuffi di capelli ricadevano dolcemente, facendogli il pizzicorino: Jin li scostò lievemente e ne approfittò per dargli una carezza, per osservare la morbidezza dei suoi capelli, la dolcezza del suo viso, l'innocenza del suo sguardo.

Dopo qualche minuto Kame si svegliò e, quando realizzò di avere davanti lui, il suo amore, sorrise dolcemente, posando poi il bacio del buongiorno sulle sue labbra.

- Buongiorno tartarughina...dormito bene? -

- Sì...grazie amore...-

- Senti...- Kame sistemò il suo visetto sopra le braccia conserte – che ne dici di preparare un dolce insieme? -

A quella proposta così appetitosa, Kame non poté far altro che rispondere:

- Sì...un dolce per te... -

OWARI

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > KAT-TUN / Vai alla pagina dell'autore: holls