Dolce per te
Akame fanfic
Quella
mattina Kame si era svegliato davvero di buonumore. A
dire il vero tutta quella settimana l'aveva messo di
buon umore; finalmente quell'enorme distanza che
c'era stata con Jin fino a quel momento era stata
radicalmente accorciata. Due settimane prima l'aveva chiamato “Kamenashi”; il che l'aveva piuttosto stupito dato che erano
anni che quasi non si rivolgevano la parola, per di più in un modo così
scherzoso. Ma la vera novità c'era stata una settimana
prima, quando Jin lo aveva chiamato solo “Kame”...gli era davvero sobbalzato il cuore: aveva fatto
finta di niente, ma in cuor suo era davvero felice. Quella settimana, invece, Kame aveva finto di mangiare casualmente dalle stesse
bacchette di Jin; erano piovuti commenti da parte
degli altri, ma in fondo quei commenti lo avevano reso felice. Anche Jin si comportava in maniera
diversa con lui, ridevano e scherzavano quasi normalmente... “quasi” perché
ancora non c'era quella stessa affinità creata anni prima. Ma
a Kame andava bene anche così, a lui bastava riaver
avuto indietro, anche se in minima parte, Jin, il suo
Jin.
Dopo
quella puntata del cartoon, a Kame era venuto in
mente di preparare una piccola torta per il suo bakanishi;
nella puntata aveva apprezzato il suo cibo, quindi l'idea di preparargli una
torta non era così campata in aria.
Si era svegliato di buon mattino, aveva sfogliato i suoi libri
di cucina alla ricerca di una delle ricette preferite di Jin,
una deliziosa torta al cioccolato con codette di
zucchero. Si era messo quel grazioso grembiulino azzurro che aveva indossato
durante il cartoon; voleva metterci tutto l'amore e l'impegno possibile. Aveva iniziato creando una solida base di pasta frolla, dopodiché aveva sciolto in un pentolino mezza
barretta di cioccolato al latte. Una volta pronto,
aveva versato il liquido sopra la base, coprendola poi con della gelatina.
Infine, aveva versato una marea di codette colorate, che tanto piacevano al suo Jin.
Insomma,
era venuto proprio un bel lavoro. Una volta cotta, il suo aspetto era molto
invitante, così come il suo squisito odorino. La
incartò in una confezione rigida, per far sì che non si schiacciasse; dopodiché la mise in un sacchetto, perché aveva intenzione
di fargli una sorpresa.
Quel
giorno doveva andare al lavoro solo di pomeriggio, quindi aveva avuto tutto il
tempo per preparare il suo prezioso dono. Si preparò per uscire, mettendosi i
vestiti che più potevano piacere a Jin,
accompagnati da una marea di profumo. Quel rinnovato interesse di Jin nei suoi confronti l'aveva mandato davvero in euforia;
sembrava proprio una ragazzina alle prese con la sua prima cotta.
Arrivò
leggermente in ritardo agli studio: infatti quando fu
lì non vi trovò nessuno, probabilmente era già tutti entrati. In fondo meglio
così, almeno aveva più tempo e opportunità per nascondere il suo regalo. Entrò
nel corridoio principale, lo percorse fino ad arrivare
davanti ad una stanza dove solitamente non andava nessuno: il posto perfetto
per nascondere il suo regalo! Accese la luce e accostò piano piano la porta per non farsi sentire; pensò di doverlo
mettere in un posto sicuro, ma in fondo anche un tavolo poteva andare bene, no?
Non ci entrava mai nessuno in quella stanza...
Depositò
il sacchetto sul primo tavolo capitatogli a tiro, chiuse
piano piano la porta, spense la luce ed uscì.
Svoltato
l'angolo, si trovò faccia a faccia con Koki.
-
Ehi,
finalmente sei arrivato! - esclamò Tanaka. - A cosa è dovuto questo ritardo? -
-
Ehm...niente
di particolare...- rispose Kame imbarazzato,
lasciando trasparire parte delle sue emozioni.
-
Non ci
casco mica sai? Dai dai,
dimmi tutto...- insistette Koki, mettendo
amichevolmente un braccio intorno al collo di Kame.
-
Be'...ecco...ho preparato una torta per Jin...- disse
sottovoce Kame, come per paura di farsi sentire da
altri.
-
Wooooow, che cosa
romantica! - lo prese in giro Koki – e dove l'hai
nascosta? - aggiunse con un sorrisino sulle labbra.
-
Dai,
così mi fai sentire ancora più stupido >.< Comunque
l'ho messa in quella stanza – disse indicando la porta chiusa poc'anzi. - Gliela darò dopo, quando saremo da soli...-
-
Oh,
accidenti! Sono davvero felice per voi...l'avevo capito
che le cose si stavano rimettendo per il verso giusto! -
-
Già...anche
io ne sono davvero felice...dopo tanta sofferenza – abbassò
il capo imbarazzato – un po' d'amore e d'affetto...-
Koki guardò con un
sorriso l'amico, veramente felice che alla fine avesse
risolto i suoi problemi.
Entrarono
nella stanza dove erano già tutti, salutando. Jin era
seduto sul divano con le cuffie del suo Ipod nelle
orecchie. Aveva uno sguardo vagamente assorto, ed un abbozzo di sorriso sul
viso. Kame si chiese quale canzone
stesse ascoltando, per provocargli un'espressione tanto bella; forse la
nuovissima “Keep the faith”,
il singolo che aveva segnato il loro ricongiungimento? Una qualunque bella
canzone? O magari...la sua Kizuna?
A quest'ultimo pensiero, Kame arrossì un poco, mentre si apprestava a chiacchierare
con gli altri del più e del meno. Fece qualche passo verso Jin, e lo salutò dandogli un pizzicotto su una guancia. Jin si girò verso Kame,
sorridendogli come non faceva da tanto; si tolse le cuffie e lo accolse con un
tenero “Ciao”. Kame fece per andarsene a causa
dell'imbarazzo, quando sentì la presa di dita che cercavano le sue. Si girò, ed
arrossì come non aveva mai fatto; quel gesto così dolce lo aveva intenerito
davvero tanto. Jin si sporse un pochino, e con
l'altra mano lo afferrò per la vita, facendolo cadere sopra di lui.
-
Accidenti come sei sbadato stamani! - esclamò Jin, a
distanza di un centimetro dal viso di
Kame. Questi fece
per replicare, ma la sua bocca fu bloccata dalle fugaci labbra del compagno. Un
bacio piccolo, tenero, puro. Un modo molto romantico per dargli il suo
buongiorno...Jin si sporse appena per assicurarsi che
nessuno li avesse visti, ma notò che erano tutti impegnati a scherzare tra di loro. Tornò a guardare Kame, e, dopo avergli sorriso un'altra volta, gli toccò
il naso scherzosamente.
Si
sentì bussare alla porta: era un membro dello staff, il signor Mizu.
-
Akanishi-kun e
Tanaka-kun*, tocca a voi – disse Mizu-san.
-
Haaaaaaaaaai* –
rispose svogliato Koki. - Vieni principessa dei miei
stivali! -
-
Urusse!! - urlò Jin, buttandosi contro Koki e battibeccando per tutto il corridoio.
-
Aaah! Quei due!
Sono sempre i soliti! - commentò Junno,
con quell'intonazione da playboy usata nel suo ultimo
dorama. Kame sorrise di
fronte a quell'affermazione: i capelli “gialli” di Junno, associati a quella voce, erano davvero buffi.
-
Scusa ma
non potresti adottare un colore un po' più...naturale? - domandò Ueda, interessandosi seriamente alla questione “capelli” di
Junno.
-
Perché...così non
sono bello? - rispose lui, imitando una delle scene iniziali di Yukan Club.
Quest'ultima
affermazione fece scoppiare a ridere i restanti Kat-tun,
che continuarono la discussione su questo argomento.
Tra una
risata e l'altra, Kame notò sul pavimento un piccolo
braccialetto; riconobbe subito che era quello di Jin.
-
Accidenti,
deve averlo perso durante il suo scontro con Koki...- disse Kame
raccogliendolo.
-
Be', perché non glielo
riporti? Tanto sono qui accanto – suggerì Maru, indicando una stanza vicina con la porta aperta.
-
Ottima
idea! Speriamo solo di non disturbare...- aggiunse Kame sull'uscio della porta.
-
Ma figuriamoci se
lo disturbi...- lo rassicurò Ueda, facendogli l'occhialino.
Kame gli fece un
sorriso d'intesa, avviandosi verso la stanza suggeritagli. “Accidenti, ma
perché ci deve essere pure Koki?” pensò un po'
egoisticamente, ma felice di poter rifare quel genere di pensieri dopo tanto,
troppo tempo.
Da
lontano sentì delle risate provenire dalla stanza dove erano Koki e Jin. Si accostò alla porta
per ascoltare, più che altro per assicurarsi che non stesse davvero disturbando
i due.
-
Ahahah! Hai ragione, Maki-chan è davvero
un'ottima cuoca! Il piatto che aveva preparato era buonissimo! - Kame
sorrise, ripensando a quell'avvenimento successo
pochi giorni prima. Concordava in pieno con ciò che Koki
aveva appena affermato. Doveva proprio ammetterlo, il piatto
di Maki-chan era piaciuto molto anche a lui.
-
Be'...però...- stavolta
era Jin a parlare – in confronto quello di Kame...-
-
Cosa? Era terribile,
eh? - rispose Koki, ridendo dell'affermazione appena
fatta, seguito da un risolino di Jin.
Kame si sentì
profondamente ferito. Allora era quello ciò che Jin pensava di lui?
E' vero
che per buona educazione si dice sempre che i piatti sono graditi, però che
senso aveva avuto mentire anche dopo finite le
riprese? Aveva continuato a dirgli che aveva apprezzato molto ciò che aveva
preparato...e invece erano tutte bugie...perché proprio in quel momento stava
affermando l'esatto contrario, che il suo piatto era stato terribile!
Gli
occhi di Kame diventarono a poco a poco lucidi,
finché una silenziosa lacrima non cominciò a scorrergli sul viso.
Credeva davvero di aver ritrovato il suo Jin...quel Jin
che aveva tanto amato in passato...e invece si era rivelato il solito
bugiardo...ma che senso aveva? Era stato preso in giro per l'ennesima volta.
Cominciò a correre verso la stanza
dove aveva depositato il suo regalo. Il suo stupido, inutile regalo. Ma come aveva potuto anche lontanamente pensare ad una cosa
così sciocca? Avrebbe dovuto capirlo prima che quelli di Jin
erano solo falsi complimenti. Perché
era stato così stupido, ancora? Perché?
Entrò nella stanza dove aveva
lasciato quell'inutile sacchetto, e una volta trovato lo aprì, lo gettò d'impeto a terra;
afferrò la salda confezione doveva aveva riposto quel lavoro fatto con tanto
amore, la strappò mentre lacrime amare continuavano a scendere impetuose sul
suo viso...prese ciò che rimaneva di quel dolce e lo scaraventò contro il muro,
un colpo secco e deciso...Tutto il suo lavoro era ormai spiattellato contro il
muro e a terra...Con uno sguardo indignato strappò quei pochi brandelli di
carta che si erano salvati, sporcandosi di cioccolato. Cadde a terra
inginocchiandosi, si portò le mani al viso: in quel momento vide al suo polso
il braccialetto trovato sul pavimento. Se lo sfilò e lo
scaraventò insieme alle altre cose in un punto non ben definito della stanza.
Dopodiché, rialzatosi, scappò via da quella stanza
sbattendo la porta.
-
Cosa? Era
terribile, eh? - rispose Koki,
ridendo dell'affermazione appena fatta.
-
Ma va! Anche il piatto di Kame era
squisito! Certo, un po' di salsa in più non avrebbe guastato, ma l'ho trovato
davvero delizioso... -
controbatté Jin.
-
Oh be', potrebbe anche prepare il cibo più osceno del mondo, ma a te piacerebbe lo stesso,
eh? Solo perché lo prepara il tuo Kamechan...
- disse Koki con fare malizioso.
-
Smettila
baka! Guarda che Kame è
davvero bravo in cucina – rispose Jin
prendendo le difese del suo Kazuya.
-
Uff, pare che abbiamo finito qui, ne~ -
-
Già,
torniamocene di là...-
I due tornarono insieme nell'altra
stanza, e, quando entrarono, li guardarono tutti con una faccia stranita.
-
Dov'è Kame? - domandò Ueda, facendo
capolino qua e là, pensando ad una sua svista.
-
Ma come, non era
qui con voi? - rispose Jin, sul punto di agitarsi
leggermente.
-
Veramente
era venuto da voi perché ti doveva rendere un braccialetto- continuò
Maru, indicando il polso di Jin.
Questi si guardò, e notò solo in quel momento di
averlo perso. Una domanda però gli sorse spontanea.
-
Ma se qui da voi
non c'è, e da noi nemmeno, allora...dov'è? -
I cinque si guardarono come in
cerca di una risposta nel viso dell'altro, ma, ovviamente non la trovarono.
-
Ah!...- Koki si mise subito una mano
davanti alla bocca. Si era ricordato della sorpresa di Kame,
ma così dicendo l'avrebbe rivelato a tutti! Difatti tutti gli sguardi erano puntati verso di lui, come
se avesse la risposta al quesito.
-
Hai idea
di dove possa essere? - domandò Jin,
speranzoso.
-
Ehm...veramente
no...ecco io....dovrei andare a controllare una
cosa...me ne sono ricordato ora... - e, così dicendo, uscì rapidamente fuori
dalla stanza, provando a cercare Kame nello stanzino
dov'era riposta la torta.
-
Secondo
voi Koki sa qualcosa e non vuole dircelo? - domandò Junno pensieroso.
-
Naaa, perché mai
dovrebbe nasconderci qualcosa? - ribatté Maru.
-
Però,
forse...potrei seguirlo...giusto per accertarmene...-. Jin
non sapeva che fare, se seguire il suo istinto, o se credere alle parole del
compagno. In fondo, però, tentar non nuoce, no?
Jin uscì così dalla porta, e seguì i passi di Koki che si prospettavano ancora chiari. Arrivò davanti ad
una stanza dalla porta socchiusa, dentro una luce accesa. Quando
entrò dentro, lo spettacolo che gli si parò davanti era a dir poco terribile.
-
Che
significa...? - Jin era
sbalordito. Stracci di carta sparsi per tutto il pavimento, ed un muro sporco
di quella che pareva essere stata una torta al cioccolato.
-
Io...non
capisco...Perché ha fatto questo? - Koki afferrò uno
degli stracci, e lo contemplava come per cercare una risposta. Qual era stato
il motivo che lo aveva spinto ad un gesto simile? Quella mattina non era
arrivato raggiante e felice? Cosa poteva aver causato
tutto questo?
-
Koki che significa?
Tu sai qualcosa, vero? Dimmelo! - Jin aveva la
maledetta sensazione che in tutto quello c'entrasse Kame. E, di fronte a tale
spettacolo, non era certo qualcosa di felice.
Koki gli raccontò brevemente ciò che era successo quella
mattina, della sorpresa che Kame gli aveva preparato,
e di quella stanza scelta come nascondiglio del suo dolce.
-
Quindi...questa
torta era per me? Ma che motivo avrebbe avuto di
scaraventarla così al muro? Non...non ha senso! Non ho mai fatto cattivi apprezzamenti sul suo cibo...io... -
Pronunciata quell'ultima frase, un lampo gli
attraversò la mente.
E a quanto pare la stessa cosa era
successa anche a Koki, che lo guardò
in maniera disperata.
-
Può
essere che...-
-
Abbia
frainteso ogni cosa! - Il primo istinto di Jin fu
quello di correre. Ma dove? Non aveva la minima idea
di dove fosse Kame. Afferrò il cellulare, cercò in
rubrica il suo numero e schiacciò il tasto verde. Dall'altro capo partì la voce
dell'operatore. Era spento, dannazione.
-
Non ho
idea di dove cercarlo...proverò a casa...al limite lo
aspetterò lì...-
La disperazione di Jin stava per raggiungere il culmine. Quale fosse l'elemento che gli impediva di scoppiare non lo
sapeva. Sapeva soltanto di essere dannatamente preoccupato per la sua tartaruga.
Uscì di corsa fuorì
dagli studio, entrò nel parcheggio e rapidamente mise
in moto la macchina. Mentre guidava la sua mente fu
attraversata da mille pensieri, anche assurdi. Sperava solo che Kame non stesse realizzando uno di quelli.
Arrivato davanti a casa di Kame, ebbe la fortuna di trovare subito posto; così
parcheggiò, e uscì immediatamente dalla vettura. Salì le piccole scalette che
introducevano la casa, e, arrivato davanti al portone, ebbe l'istinto di
gridare; per fortuna qualcosa lo trattenne dal compiere un'azione tanto
sciocca. Se Kame avesse
sentito la sua voce, sicuramente non gli avrebbe aperto. Decise così di bussare
semplicemente, come se fosse un normale ospite.
I secondi di quell'attesa
furono i più devastanti della sua vita. Sembrarono non
passare mai, sembrarono diventare ore. Quando
finalmente sentì il rumore della maniglia che si abbassava, un enorme senso di
sollievo gli pervase il cuore. Se ne stette lì imbambolato, felice di sapere
che Kame era lì dentro, che stava bene. Peccato solo che si era imbambolato un po' troppo, cosicché, quando
Kame aprì la porta, prese in pieno Jin, il quale cacciò un grido di dolore.
Spaventato, Kame si precipitò subito da lui, accarezzandogli la testa
per assicurarsi che stesse bene. Subito
dopo però, si ricordò di ciò che era successo quel pomeriggio, e questo lo
portò ad allontanarsi da Jin. Quest'ultimo,
una volta ripresosi, alzò il suo sguardo verso Kame;
questi si vedeva chiaramente che stava soffrendo a
causa sua. Il viso di Jin si fece serio e implorante.
-
Possiamo
parlare? -
-
Hai già
detto anche troppo – lo sentenziò Kame.
Ma Jin decise di non arrendersi.
Non poteva lasciarsi sfuggire dalle mani la persona più preziosa che aveva,
dopo averla persa per tanti anni. Doveva tentare di fargli capire. Capire che,
per una volta tanto, lui non aveva fatto niente di male, che era stato tutto un
equivoco.
-
Io non...non ho capito perché...hai scaraventato la torta in
quel modo...- In verità lo sapeva. Ma doveva avere una
conferma.
-
Tanto ti
avrebbe fatto schifo! In realtà ti fa schifo ciò che preparo! E non provare a negarlo! - Dagli occhi di Kame cominciarono a scendere lacrime, che tentava di
coprire con le maniche.
-
Kame...-
-
Bugiardo!
- Tentò di pronunciare quella parola con tutta la forza che aveva dentro di sé.
Ma, proprio sul più bello, quella forza sembrò
abbandonarlo. La parola gli si ruppe in gola, cominciando a singhiozzare. -
Sei...sei...- Non ce la faceva a dire più nulla.
-
Kame, parliamone
dentro, dai – Jin tentò di mantenere il tono più pacato che poteva. Spinse Kame
dentro la casa, e chiuse la porta. Lasciò che la sua tartarughina
si sfogasse; odiava vederlo piangere, ma in quel momento non aveva altra
scelta.
-
Kame...guarda
che...-
-
E smettila di
chiamarmi Kame! - Continuò a singhiozzare, tenendo lo
sguardo basso. In fondo, quella situazione feriva troppo anche lui.
-
...tu
hai frainteso tutto...-
Kame lo guardò con aria scocciata.
-
Ah sì,
certo, ho frainteso tutto. Come no! - si trattenne dall'istinto di tirargli un
ceffone, un calcio, un pugno; si trattenne dall'istinto di ferirlo così come
aveva fatto lui.
-
Sentiamo,
allora, cosa avrei fatto di male stavolta? - domandò Jin, spavaldo. Sapeva di essere nel giusto, di non aver
fatto davvero niente che potesse ferirlo.
-
Lo sai
cosa hai fatto. - Kame aveva smesso di piangere, e
adesso guardava Jin con uno sguardo irato.
-
Per
favore Kame, non fare il bambino! Dimmi cos'è
successo che così proviamo a risolverlo, no? - Anche Jin
cominciava a spazientirsi. Ci mancava solo che Kame
facesse le bizze.
-
Mi hai
mentito. Hai detto di apprezzare il mio cibo quando
non è così. Pensi che sia terribile, e ti fa schifo! - Kame abbassò
di nuovo lo sguardo.
-
Ah! - un
piccolo sorriso uscì dalle labbra di Jin,
trionfante – lo sapevo! -
-
Sapevi
cosa? - Lo sguardò di Kazuya
era un misto tra l'arrabbiato e l'interrogativo.
-
Hai
proprio frainteso ogni cosa! Ahahah! - di fronte alla
risata di Jin, Kame lo
fulminò, ma l'altro sembrò non farci troppo caso. - Hai mai pensato che la mia
frase poteva essere intesa nell'altro senso?-
-
Be'...però...-
stavolta era Jin a parlare – in confronto quello di Kame...-
-
Volevo
dire che, in confronto a quello di Makichan, il cibo
di Kamechan è mille volte
più buono! -
Detto questo,
sorrise, sperando che la sua tartarughina non fosse
tanto cocciuta.
-
Da-davvero? Davvero
volevi dire questo? - Kame tratteneva a stento le
lacrime.
-
Certo...
- gli depositò un dolce bacino sul naso – baaaaaka! -
sussurrò dopo avergli accarezzato una guancia.
-
Jin...- si gettò
nelle braccia del suo compagno – s-scusa! -
I due si unirono in un forte
abbraccio. Jin infilò le dita nei capelli del suo
ritrovato amante, dopodiché gli diede un piccolo
bacio a stampo sulle labbra, che ben presto si trasformò in un bacio molto più passionale. Le loro lingue si unirono
in una vorace danza, le loro labbra cercavano insistentemente quelle
dell'altro, la loro passione sentiva l'irrefrenabile bisogno di consumarsi.
E così fu, quella sera; i loro corpi si ritrovarono insieme
dopo tanto tempo. Distesi sul letto, abbracciati, fu una fusione di baci e
passione.
Si addormentarono così, l'uno tra
le braccia dell'altro, sereni e felici di aver chiarito l'equivoco.
La mattina dopo, un raggio di luce
entrò nella camera dove erano i due; erano rimasti nella stessa identica
posizione di quella notte. Jin, disteso sul letto,
circondava col braccio sinistro il suo Kame, che
dormiva beato sul petto del suo amante. Alcuni ciuffi di capelli ricadevano
dolcemente, facendogli il pizzicorino: Jin li scostò lievemente e ne approfittò
per dargli una carezza, per osservare la morbidezza dei suoi capelli, la
dolcezza del suo viso, l'innocenza del suo sguardo.
Dopo qualche minuto Kame si svegliò e, quando realizzò di avere davanti lui, il suo amore, sorrise dolcemente, posando poi
il bacio del buongiorno sulle sue labbra.
-
Buongiorno
tartarughina...dormito bene? -
-
Sì...grazie
amore...-
-
Senti...-
Kame sistemò il suo visetto
sopra le braccia conserte – che ne dici di preparare un dolce insieme? -
A quella proposta così appetitosa,
Kame non poté far altro che rispondere:
-
Sì...un
dolce per te... -
OWARI