La dedico a Luigi. E non perché mi piace ma perché è il mio migliore amico. E lui non saprà mai della mia dedica.
La dedico a tutti gli innamorati perché hanno avuto tanta fortuna in questa vita; che ne abbiano ancora.
La dedico a Kakashi e a Sakura, perché sono i miei personaggi preferiti e perchè è la prima fiction che scrivo su di loro come coppia
La dedico a Masashi Kishimoto. senza la quale non avrei mai sognato così tanto.
La dedico anche a te. E te non saprai mai chi sei.
Declaimer: La solita solfa. I personaggi non sono i miei ma di quel genio di Kishimoto, pertanto io li suo per solo piacere personale e non per scopi di lucro. Non mi azzarderei mai
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San Valentino. Oggi è un giorno inventato dai fabbricanti di cioccolatini per fa sentire di merda le persone. [Se mi lasci ti cancello]
Lei. Guardava sconsolata i regali che aveva sul banco, Lei.
Le Altre. Guardavano invidiose i regali sul banco di Lei, le Altre.
Lui. Guardava di sottecchi la scena, Lui.
Gli Altri. Guardavano Lei come se la volessero spogliare, gli Altri.
Lei pensava -A cosa serve una festa del genere? A farmi sentire uno schifo più di quel che sono in realtà?
Parlava con il tono di chi ne aveva viste tante Lei. Per la sua piccola età ne aveva viste tante davvero. Credeva di avere raggiunto la felicità con poco, ma quel poco non le bastava mai. E avere tutte quelle rose, tutti quei cioccolatini e tutto quel rosso fuoco dei cuori sul tavolo, non faceva altro che darle fastidio a Lei.
Le Altre credevano che dire di no a tutti quegli inviti fosse soltanto una questione di vanità o di orgoglio. Ma le Altre non capivano che era solo sofferenza. Qualcosa che deturpa il cuore e corrode l’anima. Le Altre non capivano Lei.
Lui pensava -A cosa serve una festa del genere? A far sentire gli adulti più vecchi di quel che sono in realtà?
Parlava con il tono di chi ne aveva viste tante Lui. Ed effettivamente era così. Credeva di avere raggiunto la felicità con molte cose, ma in realtà non si capiva. Lui aveva solo bisogno del poco. E avere l’età sulle spalle non significava niente.
Gli Altri credevano che i rifiuti di lei fossero soltanto per fare la preziosa. Gli Altri pensavano che bastassero i soldi, il buon nome ed essere bravi nello sport, magari con un bel fascio di muscoli addosso. Gli Altri non capivano Lei.
(Ma Lei capiva Lui...)
Incrociarono gli sguardi. Lui e Lei. Un istante, un secondo. Quel tanto che basta per far sfiorare le due anime. Un sorriso involontario sulla bocca di ognuno.
(…e Lui capiva Lei)
Non si resero nemmeno conto di essere tornati alla solita espressione. I loro cuori piansero pensando alla solitudine che li accompagnava.
Ma Lei aveva bisogno di molto
Ma Lui aveva bisogno di poco
Ma Loro avevano bisogno di stare insieme
Per compensarsi