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Autore: Stiaref    06/08/2013    4 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction su The Hunger Games, ed ho voluto dedicarla a Cato.
"Cato almeno, si è spento sorridendo, senza rancori, finalmente felice. Come l'eterno bagliore lunare, che illumina la scura notte dal dolore e dal terrore, adesso anche lui può brillare e vincere finalmente, con la sua luce, l'oscurità."
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Ho sempre pensato che Cato non abbia avuto la fine che meritava, non so, mi ha sempre fatto pena come personaggio. Costretto ad uccidere, senza mai potersi opporre ed offrirsi addirittura volontario solo per orgoglio, per poi morire. Ho voluto dargli una fine alternativa, una fine abbastanza serena, per così dire.
Spero tanto che vi piaccia :)
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato, Katniss Everdeen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ETERNAL MOONGLOW


                   photo TheHungerGames-EternalMoonglow_zps1720bf1d.jpg
 

Mi ritrovo sola a vagare per la foresta alla ricerca di qualcosa da mangiare e di alcune erbe mediche per la gamba di Peeta. Lui si trova ancora nella caverna a riposare, la sua ferita peggiora sempre di più, devo darmi una mossa. Ad un tratto sento un rumore provenire da dietro un cespuglio. Mi metto sull'attenti e tendo l'arco incoccando subito una freccia.

"Ehi, cos'è tutta questa diffidenza? Puoi stare tranquilla, non sono qui per ucciderti. Non ora." Dal cespuglio esce fuori Cato, la sua frase non mi convince, ma, guardandolo bene, ha un non so che di diverso. Nei suoi occhi non vedo quella scintilla famelica degna di un assassino, il che mi coglie impreparata.
"Ti chiedi perchè io sia diffidente, cosa ti aspettavi, che ti accogliessi a braccia aperte per poi farmi uccidere?" Gli dico, con una sfumatura di evidente ironia. Cato sorride e, se non l'avessi visto con i miei occhi, non ci avrei creduto.

"In realtà sì." La sua risposta mi spiazza, mi sta prendendo in giro? Punta i suoi occhi nei miei e vi leggo una tale sofferenza che non mi sarei mai immaginata di trovare in lui.

"Divertente. Ora, se davvero non vuoi uccidemi, dimmi cosa vuoi." Cato si avvicina, io sto sulla difesa.

"Tu sei diversa. Non sei come tutti gli altri tributi." Butta a terra la sua arma e continua a muoversi nella mia direzione. Che cosa ha intenzione di fare?
"A che gioco stai giocando, Cato? Vuoi forse farti uccidere?" Gli chiedo, nervosa. Se continua ad avvicinarsi il mio arco sarà inutile. Dovrò prepararmi al combattimento corpo a corpo, anche se, quasi sicuramente sarà lui ad avere la meglio, viste le condizioni in cui mi ritrovo. Sono piena di ferite, mentre lui, sembra non avere niente di troppo grave. Non risponde, si limita ad alzare un angolo della bocca in un sorrisetto sghembo. Pefetto, ora si diverte, anche.

"Sin dal primo momento in cui ti ho vista, ho pensato che tu fossi speciale. Ti ho sempre osservata in silenzio. Ero sicuro che saresti riuscita a cavartela, a sopravvivere senza causare troppi spargimenti di sangue. Decisi quindi di lasciarti per ultima, di uccidere prima tutti gli altri, per poi arrivare a te." Si ferma, siamo ad un metro di distanza. Non ha smesso un attimo di guardarmi, il suo sguardo è davvero strano. Non è da lui. Resto in silenzio, aspetto la sua mossa, aspetto di capire.

"Sembri così pura, così innocente, ma sempre pronta a sacrificare te stessa per il bene degli altri. Eviti di uccidere il più possibile, se non in casi estremi, se non quando è strettamente necessario. Ti limiti a sopravvivere, incurante del fatto che così aumenti solo le possibilità di essere uccisa tu stessa." Perchè? Perchè mi dice questo? Abbasso leggermente l'arco. Riflesso incondizionato. Che mi prende? Sto cadendo nella sua trappola oppure Cato sta solamente, stranamente, abbassando le sue difese? Si avvicina, ancora.
"Sei riuscita a sorprendermi, cosa molto notevole, direi. Non mi era mai capitato, prima d'ora, di provare interesse per una persona come te. Tu hai detto che potresti uccidermi, ma potrai mai farlo senza poi averne il peso sulla coscienza?" Cosa? Questa è una sfida?
"Cosa ne sai tu!" Esclamo, sferrandogli un pugno dritto al volto che lui, prontamente, blocca. Solo quando la mia schiena urta un albero, mi rendo conto che sono in un vicolo cieco. L'arco mi cade di mano. Mossa sbagliata, Katniss. Cato non lascia la presa, continua a tenere la mia mano stretta in pugno.
"So quanto basta, credimi." Avvicina la mano libera verso di me, io, allarmata, con la mano che prima teneva l'arco, sferro un altro pugno che però, fa la fine dell'altro. Mi trovo bloccata, quasi schiacciata fra lui e l'albero, incapace di fare qualsiasi mossa.

"Quanto basta, per cosa?" Gli chiedo, la paura mi assale, il cuore sembra scoppiarmi nel petto. Lui continua ad ignorami, il suo sguardo, per un attimo, sembra perdersi nel vuoto. Solo per un attimo. Torna a guardare me e cambia discorso.

"Io e te siamo così diversi, eppure così simili... Siamo entrambi volontari, ma per motivi completamente differenti. Tu per amore di tua sorella, io per dovere verso il mio distretto, veniamo addestrati duramente per questo." Resta in silenzio, mi guarda come se volesse pormi una domanda che lo tormenta.

"Dimmi Katniss, cos'è veramente l'amore, se serve solo a renderti debole? Perchè sei disposta a tutto pur di non vedere qualcuno soffrire?" Mi chiede, con un velo di sincera curiosità stampata sul volto.
"L'amore non rende deboli. Il contrario. Quando provi amore verso una persona, fai di tutto perchè non gli accada nulla di male, perchè sia al sicuro. Questo ti da una forza incredibile, ti senti in grado di rialzarti sempre, nonostante il dolore, nonostante la sofferenza che ti dilania l'anima. Quando provi amore, trovi sempre qualcosa di bello nel mondo, anche se tutto va male, anche se il dolore sembra soffocarti. Se provi amore, trovi qualcosa in cui credere, riesci a sopravvivere ad ogni cosa." Ora sono io a fissarlo, sembra davvero che lui l'amore, non l'abbia mai ricevuto veramente. Sento una strana sensazione farsi spazio dentro di me. Che sia pena? Tenerezza? Mi sembra impossibile, eppure, ho la verità davanti agli occhi. Cato non dice niente, sembra ragionare su ciò che gli ho appena detto ed un ondata di malinconia gli attraversa gli occhi, per un attimo.

"Non mi sono mai sentito così." Sussurra. Sento il suo respiro sfiorarmi la pelle, i nostri volti sono ad un centimetro di distanza. Io sono paralizzata, non riesco a muovermi.

"Così come?" Gli chiedo, anch'io sussurrando, intimorita. Lui si china sul mio volto ed improvvisamente unisce le sue labbra alle mie, spezzando la distanza fra di noi. Il mio cuore perde un battito. Qualcosa dentro di me mi porta a chiudere gli occhi ed a ricambiare il bacio. Cato si spinge maggiormente sul mio corpo schiacciandomi praticamente contro l'albero, per approfondire maggiormente il bacio. Sembra assetato di un sentimento mai provato. Sono senza fiato, lui lo stesso ma non pare volersi fermare. Dopo qualche minuto si stacca da me, ansimante, giusto il tempo di riprendere aria. Torna poi sulle mie labbra, quasi avido di me. Lascia la presa sui miei pugni per stringermi a sé, fa scorrere le mani sui miei fianchi su e giù, fino ad alzarmi leggermente un lembo della maglia che indosso. Il contatto con la sua mano bollente sulla mia pelle, mi causa una scossa che mi percorre tutto il corpo. Continua a baciarmi, non si ferma. Io non so dove ho la testa, sembro stare assecondando ogni sua mossa non riuscendo in nessun modo ad oppormi. Dopo poco, il bacio finisce e, dopo aver preso nuovamente fiato, risponde alla mia domanda di poco fa.

"Così." Dice. Io spalanco gli occhi, rendendomi conto di quello che è appena successo. Cato si allontana di poco, indietreggiando di appena un passo. Anche lui sembra sconvolto quanto me da tutto questo. Ad un tratto avvicina lentamente una mano al mio viso e, con le dita, mi sposta una ciocca di capelli dietro ad un orecchio per poi, con la parte superiore della mano, accarezzarmi una guancia. Chi è questo ragazzo? Cos'è successo al Cato spietato e senza cuore che avevo avuto modo di conoscere?

Cerca di nuovo le mie labbra, ma stavolta in un bacio casto, a fior di labbra.

"Cato! Che cavolo stai facendo?!" Entrambi sussultiamo. E' Clove.

"Non posso credere che tu ti sia lasciato abbindolare da quella stupida. Adesso la ucciderò, così ti farò tornare in te!" Detto questo, Clove mi lancia un pugnale contro senza esitazioni, ed è troppo tardi per difendermi, per evitarlo. E' velocissima. Chiudo gli occhi aspettando di incassare il colpo che però non arriva mai.

Quando li riapro non posso credere a quello che vedo: Cato mi ha fatto da scudo con il suo corpo.

"No!" Un urlo senza voce, il mio.

"Non la devi toccare... Lei è speciale... Lei è mia." La sua voce è come un ringhio. Clove resta a bocca aperta e sbatte più volte gli occhi per realizzare se quello che ha visto è vero.

"Non ci posso credere." La sua voce è un sussurro. "E' imperdonabile!" Grida, poi. La rabbia la assale e si prepara a lanciare un altro pugnale, ma questa volta il bersaglio è proprio Cato, nonostante sia già ferito. Prima che possa fare qualsisi mossa, d'istinto prendo l'arco e velocemente scaglio una freccia contro di lei, che cade a terra in un attimo. Il mio cuore batte a mille. Lascio cadere l'arco e raggiungo Cato che adesso è in ginocchio, sanguinante.

Mi chino davanti a lui e sposto il mio sguardo alla ricerca di qualcosa per aiutarlo. La ferita è profonda, vista la forza con cui è stato lanciato il pugnale.

"Stai perdendo molto sangue." Gli dico, piano. Devo trovare una soluzione. Devo salvarlo.

"Perche l'hai fatto?" Mi chiede, ansimando.

"Tu perche l'hai fatto? Perchè?!" Sento gli occhi lucidi, nonostante siamo stati nemici sin da subito, ho scoperto che in realtà, è solo un ragazzo a cui è stato privato l'amore, la felicità, spinto a combattere sempre e comunque, ad uccidere. Uccidere per il suo distretto. Uccidere per onore. "Avresti potuto lasciare che mi uccidesse. Ti saresti liberato di me, una volta per tutte.". In realta' il suo gesto mi ha spiazzata, non avrei mai creduto che potesse mai sacrificarsi per un'altra persona, per il suo nemico, addirittura.

"Chi ha mai detto che voglio liberarmi di te." La sua non è una domanda.

"Sei uno stupido." Calde lacrime mi rigano il volto. Cato, accorgendosene, mi posa una mano su una guancia, scacciando via le lacrime con il pollice.

"Sapevo sin dall'inizio che non ce l'avrei mai fatta... me ne rendo conto solo adesso. Uccidere è l'unica cosa che so fare, per riempire d'orgoglio il mio distretto." Confessa, con rimpianto. Ora anche lui ha gli occhi lucidi. "... Per tutta la vita mi hanno insegnato ad odiare a prescindere da tutto. Odiare e distruggere. Solo così avrei vinto, solo così sarei stato un campione. I sentimenti d'affetto sarebbero solo serviti a farmi uccidere, a rendermi debole. Quanto sono stato sciocco a credere che tutto questo fosse il principio della vita... mi vergogno di me stesso." Ed ecco che gli cade una lacrima, una lacrima sincera, per la prima volta. Gli accarezzo una guancia, non deve finire così, non può, ora che ha capito, ora che può recuperare gli anni che ha perduto.

"Non ti arrendere, Cato, tu devi vivere... Devi vivere veramente, come ti senti, come preferisci. Non dovrai più uccidere..." Provo ad incoraggiarlo. La mia voce è spezzata.

"Katniss... sono felice di averti conosciuto. Sapevo che eri speciale. Mi hai insegnato più tu in pochi minuti, che le persone che ho avuto sempre intorno, in tutta la vita. E se devo morire, sono felice farlo per una ragione importante, per aver protetto qualcuno a cui tengo, e di essere con te, ora." Mi sorride, finalmente sincero. "Posso chiederti... un ultimo bacio?" Faccio come dice, senza esitazioni, senza più timori.

Poggio le mie labbra sulle sue e lo sento sorridere, in un bacio delicato, a fior di labbra.

"Credo di aver capito... cos'è l'amore... Grazie, Katniss." No, no, no. Non te ne andare.

Mi piego su di lui in un pianto silenzioso fuori, ma devastante all'interno. Non è giusto, non è giusto tutto questo. Stupidi giochi infernali!

Cato almeno, si è spento sorridendo, senza rancori, finalmente felice. Come l'eterno bagliore lunare, che illumina la scura notte dal dolore e dal terrore, adesso anche lui può brillare e vincere finalmente, con la sua luce, l'oscurità.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction riguardante The Hunger Games.

In realtà non so come mi sia venuta fuori una cosa del genere, ma ho sempre pensato che Cato non abbia avuto la fine che meritava, non so, mi ha sempre fatto pena come personaggio. Costretto ad uccidere, senza mai potersi opporre ed offrirsi addirittura volontario solo per orgoglio, per poi morire. Ho voluto dargli una fine alternativa, una fine abbastanza serena, per così dire.

Beh, spero vi sia piaciuta. Sarei molto felice se mi lasciaste la vostra opinione, o il semplice segno del vostro passaggio, accetto critiche e consigli, ci terrei davvero tanto :)
Baci, alla prossima.

P.S. Che ve ne pare dell'immagine? Ci ho messo tantissimo per renderla guardabile *^*

-Stiaref.

   
 
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