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Autore: Bellatrix_Black_51    06/08/2013    6 recensioni
La battaglia di Hogwarts imperversava.
Potter sembrava essere appena risorto, per dare il via all'ultimo scontro.
Lord Voldemort duellava, nel cuore della battaglia, contro la McGranitt, Kingsley e Lumacorno.
Bellatrix, a cinquanta metri da lui, sul suo stesso lato, duellava contro Luna, Ginny ed Hermione.

Lieve OOC di Voldemort, spero non sia eccessivo.
Partecipa al contest "Ad ogni Coppia la sua frase"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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So che è una scena e un argomento visto e rivisto, da parte di tutti i lettori di Bellamort. Ma non ho mai scritto io una cosa del genere, e volevo tentare.
Lieve OOC di Voldemort, anche se credo di averlo mantenuto coerente alla trama.
Arrivata quinta al contest: Ad ogni coppia la sua frase!
Detto questo... Buona Lettura :)
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Sentì qualcosa dentro di sè, Morire


La battaglia di Hogwarts imperversava.
Potter sembrava essere appena risorto, per dare il via all'ultimo scontro.
Lord Voldemort duellava, nel cuore della battaglia, contro la McGranitt, Kingsley e Lumacorno. 
Bellatrix, a cinquanta metri da lui, sul suo stesso lato, duellava contro Luna, Ginny ed Hermione.
Mossi l'uno da odio accecante, l'altra da amore ossessivo, sembravano intoccabili agli occhi dei loro avversari.
Non un incantesimo li colpiva. 
Fu quando un lampo di luce verde sfiorò il capo di Ginny Weasley, che qualcosa cambiò. La signora Weasley costrinse le tre ragazze ad allontanarsi, e fronteggiò da sola Bellatrix.
Lord Voldemort, nonostante fosse alle prese con tre avversari contemporaneamente, sembrava prestare loro attenzione.
Sembrava guardare anche Bellatrix duellare. 
E quando la signora Weasley si avvicinò per fronteggiarla, era certo che quella Weasley non aveva alcuna possibilità contro la donna che lui stesso per anni aveva allenato.
Aveva mostrato quel sorriso, l'unico che sapeva mostrare. Un sorriso colmo di crudeltà, che però voleva essere pieno di orgoglio in quel momento.
Poi video un fascio di luce verde. Bellatrix aveva colpito, pensò. Realizzò pochi istanti dopo, che Bellatrix non avrebbe mai usato l'anatema che uccide, prima di godere della vista di una persona agonizzante. 
Si voltò. 
E sentì qualcosa di sconosciuto, dentro di sè, morire.
 
Era poco più di una ragazzina, la bellissima ragazza dai capelli scuri che si presentò a lui con la richiesta di essere reclutata. 
Aveva alzato gli occhi, neri come la pece, ma con un luccichìo di pura ambizione ad illuminarli. 
Aveva avvertito in quella giovane ragazza il potere magico che pochi dei suoi mangiamorte erano riusciti a mostrare, dopo mesi di allenamento.
-Bellatrix Black, mio signore- si era presentata. 
Non l'aveva sottoposta a prove o allenamenti per principianti.
-Domani tornerai qui. Ti allenerai con me- si era limitato a dire. 
Un sorriso era comparso sul volto della diciassettenne.
-Ci sarò, Mio Signore- 
 
Ci fu un'esplosione, ad Azkaban. Erano passato 14 anni dall'incercerazione dei suoi mangiamorte migliori. Tra di loro, c'era Bellatrix.
Da molti considerata la sua preferita.
Come dare loro torto? Fu lei la prima che chiamò a sè, il giorno successivo all'evasione.
Della ragazza che aveva visto la prima volta, era rimasta soltanto l'ombra. Magrissima, ridotta ormai ad un'ammasso di pelle e ossa.
La prima cosa che gli aveva detto, dopo essersi inginocchiata davanti a lui, era stata -Non sapete quanto io abbia sentito la vostra mancanza per tutto questo tempo- 
Lui le aveva sollevato il volto con le dita, per incontrare il suo sguardo. 
La donna aveva ricambiato il suo sguardo. Di nuovo la stessa luce ad illuminare i suoi occhi. Quella luce non si era mai spenta.
 
Lord Voldemort urlò.
Un urlo che fece gelare il sangue nelle vene di tutti i presenti. Si voltarono, per vedere cosa fosse successo.
Si potè vedere Lord Voldemort scagliare via i suoi tre avversari, con una furia che mai prima di allora aveva liberato.
Lo videro puntare la bacchetta contro Molly Weasley.
Dov'era finito il freddo calcolatore noncurante delle vite dei suoi sottoposti?
Potter lo fronteggiò. Lo ascoltava, poco. Tentava di concentrarsi, di rispondere alle sue parole. Non riusciva a concentrarsi su di lui, non completamente.
Lanciò l'Anatema che Uccide. 
Potter rispose con un Expelliarmus. 
La bacchetta che Lord Voldemort teneva in mano volò lontana da lui. 
Sentì il corpo irrigidirsi. Per un frazione di secondo sembrò capire cosa fosse successo. 
E sentì una voce. La voce di Albus Silente, quasi a dargli il benvenuto nell'aldilà.
Con voce calma, ma con una nota di drammatica ironia, l'ex preside di Hogwarts riuscì a toccare delle corde nell'anima rimasta in Voldemort che sembravano ormai congelate.
-E' buffo, Tom. Devi sapere che l'amore è come le malattie contagiose: più le si temono e più vi si è soggetti. Perdonerai la citazione di uno scrittore babbano, non è vero?-
   
 
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