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Autore: Hilary95    06/08/2013    0 recensioni
Questa è la mia prima Fanfiction, la storia che sto scrivendo parla di due ragazze ventenni, inglesi e amiche da una vita, inoltre sono colleghe di lavoro, perciò gli è stato incaricato di partire per Miami. I loro nomi sono Tracie ed Adrienne, e sarà proprio grazie al lavoro che avverrà il cambiamento della loro vita, in tutti gli ambiti. Spero vi piaccia e...Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Driiiiiinnn-driiinnn-drrrriiiiinn”.
La sveglia stamattina suonò molto presto, mi alzai e andai a spegnerla. La Tv era rimasta accesa perché ieri notte ci siamo addormentante durante il film.
-“Buongiorno mondo”- disse Tracie dal divano stiracchiando le braccia verso l’alto e sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori. Andai da lei e l’abbracciai, stampandole un bacio in guancia, le rimasi con le braccia appese al collo e dissi: -“Stamattina dobbiamo ritirare i fascicoli, dopo di che...facciamo un bel giro per Miami eh?!”.
Lai mi sorrise annuendo, ancora presa dal sonno.
-“Dai su su, non perdiamo tempo, ti vado a preparare il caffè!”- le dissi.
-“Graaazie”- mi rispose con una faccina dolce delle sue.
Bevemmo il nostro caffè, ci vestimmo e con le tute per girare con più comodità, coda di cavallo ai capelli e via. Caso strano stavolta in mezz’ora eravamo fuori l’Hotel, Tracie fece per prendere il cellulare in borsa, ma lo aveva dimenticato in camera.
-“Mi sembrava strano che ancora non fosse successo! Dai.. usa il mio”- mi fece il verso ridendo.
Controllammo sulla mappa del cellulare le strade da percorrere, camminammo un bel po’ prima di riuscire a trovare l’agenzia di viaggi. Una volta ritirati i fascicoli, cosa che ci tenne impegnate per circa un’ora e mezza, Tracie mi portò sul Metromover, ossia un trenino sopraelevato che percorre tutto il centro di Miami, dando l’opportunità sia di spostarsi in modo comodo, pratico e veloce, sia di vedere un panorama mozzafiato.
Scendemmo sopra il Lummus Park Beach, luogo d’incontro per la maggior parte degli abitanti, soprattutto per chi pratica sport come la corsa o stretching, per chi porta a spasso il proprio amico a quattro zampe, per chi si sgranchisce le gambe durante la pausa lavorativa, per chi si da il primo appuntamento, per le famiglie che mangiano un gelato o per chi semplicemente schiaccia un pisolino sdraiato sul prato.
Passeggiammo sotto braccio per un po’, era l’una e mezza e inevitabilmente il mio stomaco comincio a brontolare.
-“Tracie..”- le dissi guardandola.
-“Sì?!?!?”- già capì.
-“Qui c’è qualcuno che comincia a protestare..”- le feci indicandomi in direzione dello stomaco con l’indice.
-“Hot-Dog?”- propose.
Sorrisi con tutta me stessa -“Ottima idea!”.
Ci fermammo ad un furgoncino di panini, prendemmo gli Hot-Dog belli fumanti e ci andammo a sedere sul prato per gustarceli al meglio.
-“Mmmh è buoniffimo”- disse a bocca piena mentre cercava di pulirsi il mento dalla salsa.
Finito di pranzare ci sdraiammo sull’erba con la testa appoggiata sulle borse.
-“Cosa ti metti stasera?”- mi chiese.
-“Già inizi a pensarci?”- le risposi ridendo.
-“Mi conosci, e conosci anche la mia indecisione. Almeno cerco di accorciare un pò i tempi”- rispose.
-“Sapendo ovviamente di fare uno sforzo vano!”- la istigai.
-“Ah ah ah, ma come siamo simpatiche. Dai cretina sto dicendo sul serio”.
-“Ma non lo so Tracie! Un vestito.. credo.. non lo so..”- scrollai le spalle.
-“Ma davvero? Grazie sei stata molto d’aiuto! Comunque secondo te dovremmo metterci il costume sotto?”.
-“Non credo. Senno avrebbero parlato di un Pool Party, invece hanno parlato solo della serata, credo sia una cosa tranquilla..”.
-“Mh capito, mi raccomando stasera, non mi interessa che ore siano, dobbiamo cominciare assolutamente a compilare i fascicoli capito?”- disse con tono convinto.
-“Si capo!”.
Mi rispose lanciandomi un’occhiataccia, incredibile quanto si facesse prendere dall’ansia, e sul lavoro in particolare, ce la voglio proprio vedere stasera..
Dopo esserci riposate per un po’ tirai fuori dalla borsa due asciugamani, Tracie mi guardo con gli occhi sbarrati.
-“Cosa sono quelli? Da dove saltano fuori? Dimmi che non fai sul serio!”.
-“Dai su alzati scansa fatiche, dobbiamo riprendere un po’ il ritmo, passiamo tutto il giorno dal letto al divano, dal divano al lettino, una camminata veloce non ci farà male, e poi guarda da quale panorama siamo accompagnate!”.
-“E va bene.. mi hai convita! Ma sappi che ti sto odiando comunque!”- si alzò puntandomi l’indice sul petto e sfilandomi l’asciugamano dalla mano, poi mi precedette cominciando a camminare con passo veloce.
Sistemai le borse vicino ad un albero ma ben visibili da poterle tenere sott’occhio e raggiunsi Tracie con una corsetta.
Facemmo quattro giri del parco e ci fermammo, erano quasi le sei del pomeriggio e dovevamo tornare per cena, anche perché stasera avremmo mangiato al ristorante dell’Hotel.
Arrivate salimmo a casa e, finito di fare le docce, cominciarono i dilemmi.
-“Mi viene da piangere.. non ho niente da mettermi”- disse Tracie affranta con la faccia nel cuscino.
-“Dai Tracie alzati, ci siamo andate a comprare i vestiti l’altro giorno, non fare scenate, altrimenti faremo anche tardi”- le dissi con tono piatto. Non volevo essere dura, ma era l’unico modo per darle una mossa, se l’avessi assecondata non saremmo più uscite di casa.
-“Dai io vado di là, sono le sette, vedi che puoi fare...”- la sollecitai ancora. Mi alzai dalla toletta e andai in salone per intrattenermi con un po’ di Tv mentre l’aspettavo.
 
•Tracie’s POV•
Sollevai la faccia dal cuscino.
Che palle, come al solito non trovavo niente da mettermi, o almeno , ce l’avevo qualcosa, ma come sempre ero indecisa su cosa indossare e di certo Adry non mi era d’aiuto dato che mi aveva appena abbandonato in camera. L’unica cosa chiara era che fossero le sette e io dovevo essere pronta in poco meno di mezz’ora, inoltre si era aggiunta anche l’ansia di dover rivedere i ragazzi stasera. Per tutto il giorno siamo state in giro per Miami -giuro di aver pensato a loro il meno possibile- quindi non ci siamo incrociati in Hotel, a maggior ragione stasera dovevo essere impeccabile. Presi uno dei miei respiri profondi, riaprii lentamente l’anta dell’armadio e scrutai di nuovo attentamente tutti gli abiti, dal primo all’ultimo. L’occhio mi cadde su un vestito lungo color panna, in stile antico romano, andava legato dietro il collo con un fiocco lasciando le spalle e il decolleté scoperto, aveva delle cuciture sotto il seno che cingevano la vita per poi ricadere morbido lungo i fianchi fino alle caviglie. Decisi di indossarlo con i sandali color cuoio scuro decorati con delle borchie dorate. Finalmente sembrava che avessi trovato il giusto abbinamento. Mi sedetti di fronte alla toletta, mi feci una treccia laterale, senza tirare troppo i capelli, di modo tale che qualche ciocchetta sarebbe fuoriuscita ricadendo sulla spalla. Poi passai al trucco, non era da me truccarmi, e con l’abbronzatura non ne avevo bisogno, ma in occasioni ‘speciali’ non potevo farne a meno, perciò mi misi il mascara e sporcai leggermente la rima inferiore con la matita nera. Mi diedi un’ultima specchiata al volo e riguardai il vestito. Riguardai il vestito e… cavolo ma questo è di Adry.
Feci finta di nulla e uscii dalla camera con disinvoltura, d’altronde era facile che mi confondessi, ci prestavamo sempre i vestiti.
-“Sono pronta!”- dissi dirigendomi verso la porta, sperando che non facesse storie. Si alzo dal divano per spegnere la Tv, anche lei era molto bella, si era raccolta i capelli con un’alta cipolla e indossava un vestito lungo color verde acqua con un paio di sandali ne… Aspetta ma quel vestito è mio.
-“Perché hai il mio vestito addosso?”- le chiesi.
Si girò, stava spalancando la bocca per rispondermi, ma poi guardò quello che indossavo io.
-“E tu perché hai il mio?”- mi chiese.
Ci fu per un momento uno scambio di sguardi minacciosi, ma d’un tratto mi cadde l’occhio sull’orologio a parete.
-“C***o Adry sono già le otto e un quarto!”.
Uscimmo in fretta e furia, chiusi la porta di casa e andammo a chiamare l’ascensore che, guarda caso, non arrivava. Così mi tirai su il vestito per essere più agile e mi catapultai per le scale seguita da Adrienne. Arrivammo in un lungo corridoio che portava alla sala del ristorante e cercammo di allungare il passo per quanto ci fosse possibile.
-“Comunque sei uno schianto”- mi disse mentre, con il fiatone, si tirava goffamente su il vestito.
-“Grazie tesoro anche tu!”- le risposi ammiccando.
Ci risistemammo gli abiti al volo prima di spalancare le porte del ristorante, i commensali avevano già la prima portata sotto il naso.
Non posso dire di non essermi accorta che, appena entrate, molti degli occhi erano puntati su di noi. Devo ammetterlo stasera sembriamo due dive di Hollywood. Ok, ho esagerato, mi sono fatta prendere dall’entusiasmo della situazione.
-“Signorine se volete seguirmi gentilmente vi porto al tavolo”- ci disse una cameriera facendo cenno di seguirla.
Scartammo a priori la prima portata, e così controllammo il menù per ordinare il secondo. Una volta ordinati i piatti Adry disse:
-“Guarda un po’ chi c’è lì infondo a sinistra”- lanciò un’occhiata.
Mi spostai leggermente con la testa per guardare meglio, ma avevo la visuale coperta da una colonna.
-“Chi c’è?”- chiesi incuriosita.
-“Ci sono Harry e gli altri, c’è anche un nuovo ragazzo. Sta seduto appiccicato ad una ragazza castana, credo sia un loro amico ma non c’era ieri con loro”- mi disse descrivendo lo scenario.
Il misterioso ragazzo –agli occhi di Adrienne ovvio- era sicuramente Louis e la ragazza che le sedeva affianco era di certo Eleanor, stavano ormai insieme da qualche anno e mi hanno sempre dato l’impressione di essere una coppia molto affiatata, pur dandomi l’impressione di avere sue caratteri completamente diversi. D’altronde le mie teorie erano infondate non conoscendoli realmente.
Comunque, finimmo la nostra deliziosa cena e ci avviammo su in terrazza dove c’era la piscina. Il panorama, una volta arrivate, era indescrivibile. I palazzi intorno, avvolti dal buio della sera, erano illuminati dagli uffici e sembrava quasi che le luci calavano dal cielo ricadendo tutte intorno alla terrazza. L’acqua color verde acqua della vasca si fondeva con i colori dei faretti creando un effetto di sfumature sott’acqua. Anche il chiosco era illuminato da una luce soffusa che si unica a quella emanata dalle bianche candele accese qua e la.
Ci avvicinammo ad un tavolo per prendere un bicchiere di Champagne, poi ci andammo ad accomodare su di un tavolino.
-“Ragazze tutto ok?”.
Sentii una voce che mi era familiare, alzai lo sguardo e di fatti non mi sbagliavo. Vidi Jhavaad, era vestito molto bene, tanto bene da far risaltare un bel fisico muscoloso che di solito era nascosto da una giacca e cravatta.
-“Ma ciao! Grazie, sì tutto ok”- gli rispose Adry sorridente, lanciandomi poi un’occhiata di sfuggita come volesse dirmi ‘niente male il ragazzo’.
-“Vi siete già servite? Avete bisogno di qualcosa?”- chiese lui con tono gentile appoggiando delicatamente una mano sulla spalla di Adrienne e rivolgendosi più a lei che a me.
Adry diventò improvvisamente rossa senza rispondergli -non che lui avesse strane intenzioni-, così entrai in gioco io e gli risposi:
-“Si grazie Jhavaad, sei gentile come sempre”- gli sorrisi.
Ricambiò il sorriso e se ne andò raggiungendo un suo amico che lo stava guardando dal balcone. Diedi un calcetto ad Adry da sotto il tavolo.
-“La bomba sexy ha fatto colpo”- ammiccai.
-“Piantala!”- rise imbarazzata, poi continuò -“hai visto come accorcia le distanze senza giacca e cravatta?”.
Scoppiai a ridere, portandomi poi una mano davanti alla bocca: -“Si l’ho notato!”.
Mentre continuavo a sorridere buttai un occhio dietro le spalle di Adrienne e intravidi i ragazzi che erano appena entrati in piscina. Mi andò di traverso un po’ di Champagne e tossii. Nonostante ormai ci eravamo presentati, ancora dovevo farci l’abitudine alla loro presenza. Vedevo che venivano fermati da molte persone che gli parlavano amichevolmente, sì molto amichevolmente, soprattutto ad Harry, che strizzando un po’ gli occhi riuscii a capire che stesse parlando con la bagnina. Aveva una maglietta bianca a  maniche lunghe tirate su fino ai gomiti, pantaloni neri, e i suoi inseparabili, straconsumati, stivaletti marroni. Con una mano teneva il bicchiere dello Champagne e con l’altra gesticolava, poi se la passava tra i capelli tirandoli all’indietro, poi la infilava in tasca e nel frattempo sorrideva a lei, che gli stava parlando di chissà cosa d’interessante mentre muoveva nervosamente le gambe, prima ciondolava un piede, poi buttava lo sguardo a terra, poi incrociava le gambe, sembrava come se si sentisse in soggezione..
 
•Adrienne’s POV•
No, Jhavaad proprio no. Poteva avere anche un bel fisico ma non era assolutamente il mio tipo. Avevo finito lo Champagne e volevo prenderne un altro bicchierino.
-“Tracie”- la chiamai, ma sembrava che avesse lo sguardo perso dietro le mie spalle –“Tracie mi ascolti?”- alzai leggermente il tono.
Si riprese subito spostando gli occhi a me: -“Dimmi scusa, stavo vedendo che sono appena arrivati i ragazzi”- poi continuò parlando con le labbra serrate e un sorrisetto: -“ecco e adesso Liam sta guardando proprio in questa direzione”- alzò una mano e agitò leggermente le dita per salutarlo -“e adesso sta chiamando gli altri, non ti girare altrimenti capisce che stiamo parlando di loro”.
-“Ma qual è Liam? Il moretto?”- chiesi confusa non avendo ancora associato bene i nomi ai rispettivi ragazzi.
-“No è quello che ieri dicevi era carino oltre ad Harry”- poi aggiunse- “eccoli sono vicinissimi”.
-“Ciao ragazze! Come procede la serata?”- ci chiese Liam sorridente.
-“Molto bene grazie voi?”- gli risposi ricambiando il sorriso.
-“Anche noi”- sorrise guardandomi, intanto prese una sedia dai tavoli vicini e si mise di fianco a me, seguito dagli altri che fecero lo stesso. Poi ci presentò il ragazzo che avevo visto prima al ristorante si chiama Louis, me lo ricordo perché ha lo stesso nome del mio cuginetto, e la sua fidanzata che si chiama Eleanor, che ha detto di poterla chiamare anche ‘El’, meglio perché per me è più facile da ricordare.
Dopo qualche chiacchiera ci alzammo dal tavolino per andare a prendere qualcosa al bancone. Zayn chiese al barista di preparare un cocktail per tutti, solo per Liam ordinò una bibita gassata e lo sentii parlare con Tracie dicendogli che fosse astemio. Mentre stavamo al bancone i tavolini si erano riempiti, perciò ci spostammo a bordo vasca per continuare la conversazione e consumare i cocktail.
-“Vado a prendere qualcosa da stuzzicare?”- chiese rivolto a tutti il biondino, aveva le guance arrossate dal sole che gli rendevano la faccia buffa e simpatica.
-“Sì, mi prendi un tramezzino”- le rispose Zayn -“ e anche le patatine”- gli disse sorridendo e assumendo un’espressione simile a quella che mi faceva Tracie quando doveva chiedermi qualcosa.
 
•Harry’s POV•
-“Quindi è già da un mese che lavori qui?”- chiesi a Careen.
Lei lavorava qui come bagnina, aveva diciassette anni, ma ne dimostrava decisamente di più, ed era inoltre la cugina di Matt.
-“Eh sì, ormai sì.. Matt mi aveva già proposto di venire a lavorare qui lo scorso anno, ma ancora non avevo preso tutti i brevetti”- mi rispose. Nel frattempo avevo buttato un occhio dietro di lei e vedevo che Liam e gli altri si erano seduti al tavolino di due ragazze.
Continuai a parlare con Careen, ma avevo l’impressione che fosse un po’ agitata perché muoveva continuamente le gambe, non era mia intenzione ma forse la stavo mettendo in imbarazzo. Così, con la scusa di accompagnarmi a prendere un cocktail la lasciai a parlare con suo cugino Matt.
Nel frattempo i ragazzi si erano spostati a bordo vasca, ero proprio curioso di scoprire chi fossero quelle due ragazze. Forse i ragazzi  volevano fare conquiste, sorrisi fra me e me mentre mi avvicinavo. Poi sentii Zayn dire: -“Ecco Hazza”.
Le ragazze di spalle si voltarono e solo allora le riconobbi, erano le ragazze di ieri pomeriggio, Adrienne e Tracie, se non sbaglio.
-“Da lontano quasi non vi avevo riconosciute così eleganti”- dissi sorridendo e loro ricambiarono con una risata tenendo i bicchieri tra le mani.
Vedevo intanto con la coda dell’occhio Louis che scherzava con El sul bordo della piscina, involontariamente lei fece un passo all’indietro di troppo e scivolò in vasca aggrappandosi a Lou che a sua volta la seguì finendo entrambi in acqua.
Tutti scoppiammo in una risata generale, quando ad un certo punto sentii una forte spinta alle mie spalle e mi ritrovai a sguazzare anch’io in acqua, quando risalii in superficie vidi Niall prendere una rincorsa e lanciarsi in un tuffo a bomba mentre urlava: -“Adoooro i Pool Party!!!”.
Tutta la gente era piegata in due dal ridere con le lacrime agli occhi.
-“Ma che c***o?! Ma mi spieghi che ti passa per la testa?!?”- mi rivolsi confuso a Niall scrollando le spalle e cominciandolo a schizzare.
-“M-a m-a ma come?? Lou e El si sono buttati in acqua! Credevo aveste dato inizio al Pool Party!”- mi rispose lui ancora più confuso di me, mentre si difendeva dai miei schizzi.
Cominciai a ridere e mi avvicinai ancora di più per preparargli un agguato: -“Loro ci sono caduti per sbaglio idiota!!”- gli presi la testa e gliela infilai sott’acqua, così lui mi sollevò da sott’acqua e iniziò la guerra.
Nel frattempo gli ‘spettatori’ a bordo vasca continuavano a ridere per il malinteso.
Uscimmo tutti dall’acqua. Lou ed El andarono in camera per asciugarsi, ma stento a credere che sarebbero tornati, seguiti da Niall che si pianterà davanti la Tv a giocare a Fifa, perciò neanche lui tornerà.
Mi sfilai la maglietta e cominciai a strizzarla, ma fu inutile, allora tanto valeva che mi levassi anche i pantaloni, tanto ero comunque zuppo. Così rimasi in boxer di modo tale da stare anche più comodo per i miei gusti.
Le persone ormai erano rientrate in Hotel e rimasero soltanto Zayn e Liam, che continuavano a parlare con le due ragazze, e Jhavaad che invece parlava al bancone con Matt e Careen, mi unii a loro.
Mezz’ora più tardi visi passare davanti al chiosco Liam e Zayn con le ragazze.
-“Dove andate?”- gli chiesi aggrottando le sopracciglia.
-“Torniamo in camera, anche loro stanno andando”- mi rispose Liam riferendosi alle ragazze.
-“Ci vediamo dopo”- gli risposi sorridendo e loro ricambiarono.
-“Anch’io vado”- disse Careen -“domani mattina devo svegliarmi presto”- lascò un bacio in guancia al cugino –“Notte ragazzi”- disse poi rivolta a noi.
-“Vengo anch’io.. Notte ragazzi”- disse Jhavaad seguendo Careen.
-“Notte”- rispondemmo all’unisono io e Matt.
-“Ti serve una mano amico?”- gli chiesi mentre ripuliva da solo tutto il bancone, così senza che neanche mi rispondesse o facesse complimenti, andai a sistemargli le sedie ai tavolini e raccolsi i bicchieri caduti a terra.
-“Grazie Harry”- mi disse con espressione esausta e stanca.
-“Per così poco”- gli sorrisi.
Immagino quanto fosse stanco, era da questa mattina che lavorava e stasera aveva fatto orario continuato fino alle due di notte.
Quando finì prese la tracolla e chiuse il chiosco.
-“Andiamo?”- mi chiese indicandomi con la testa la porta dell’Hotel.
Non avevo molta voglia di tornare in camera, non avevo per niente sonno, così gli dissi di andare e che sarei rimasto ancora per un po’ qui.
Aprii un lettino e mi sdraiai.
Volsi lo sguardo in alto, le luci degli uffici si erano ormai spente e rimasero a far una fioca luce solo quelle delle candele, così che riuscii ad intravedere le stelle tra i grattacieli.
Incrociai le braccia dietro la nuca e cominciai a pensare al lavoro, al fatto che domani avremmo avuto le prove perché a fine mese sarebbe ricominciato il tour.
Poi il mio pensiero si soffermò, come al solito, su casa.
Erano ormai due mesi che non vedevo la mia famiglia e non tornavo a Londra, poiché il tour qui in America aveva tappe troppo ravvicinate per permettermi degli spostamenti, e adesso che avevo qualche settimana un po’ più ‘libera’, non potevo tornare comunque perché oltre ad essere impegnati in sala prove, stavamo lavorando con alcune riprese.
Durante la giornata la mia mente era così occupata dagli impegni, dalla buona compagnia, dalle risate, che è distratta da tutti questi pensieri, ma appena mi soffermo poco di più a riflettere, la nostalgia degli affetti si fa subito pesante...
  
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