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Autore: Piccola_Stella_Senza_Cielo    14/02/2008    8 recensioni
Qualcosa stava cambiando... Tutto stava cominciando a riacquistare la forma di un tempo. Ed i nostri eroi erano stati chiamati di nuovo a combattere... Ma questa volta, dalla loro parte, ci sono anche coloro che un tempo avrebbero fatto di tutto per vederli sconfitti! "...A voi serve per difendere il vostro mondo... a me per difendere la mia reputazione!"...
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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er cap
La luce aveva trionfato sul buio.
Gli eroi avevano battuto il nemico.
E tutto era tornato alla normalità.
Ma qualcosa nell'aria stava cambiando di nuovo.
Qualcosa minacciava nuovamente la tranquillità, e ben presto questo qualcosa avrebbe dato filo da torcere a tutti quanti.




7.30 del mattino. E lui ancora dormiva profondamente. La sveglia aveva già suonato da più di mezz'ora, ma niente: lui si era limitato a spegnerla con il dito e a girarsi dall'altro lato.
In quella stanza, come del resto in tutta la casa, regnava un silenzio magico, che altro non faceva che conciliare ancora di più il sonno del ragazzo.
Ad un tratto, però, un brusco movimento aveva interrotto il suo dolce dormire.La coperta era venuta via, lasciandolo improvvisamente soggetto alle correnti fredde del mattino. Dalla sua gola partì un lamento indistinto, che provocò il sorriso dell'artefice di quel gesto.
"Come sei entrato stavolta?" domandò il ragazzo ancora con gli occhi chiusi
"Dalla porta, come tutte le persone normali!" rispose l'altro aprendo le tende della finestra
"Ah bene!" esclamò l'altro sbuffando
"Dai sali! Si è svegliato!" gridò il ragazzo dalla finestra a qualcuno che evidentemente si trovava di sotto. Poi si girò di nuovo verso il giovane nel letto che nel frattempo si era nuovamente coperto con le lenzuola. Il ragazzo in piedi, allora, sbuffò sorridendo e ripeté il gesto di prima ottenendo risultati diversi. Infatti il povero dormiglione si alzò lentamente a sedere e stropicciandosi gli occhi chiese:
"Ma cosa devo fare per non vederti qui tutte le mattine? Chiudere la porta a chiave?"
"No! Ti basta svegliarti all'ora prestabilita! E vedrai come nessuno irromperà bruscamente nella tua camera! E adesso sbrigati, se no facciamo tardi a scuola!"
Il ragazzo aprì definitivamente, se pur con qualche difficoltà, i suoi occhi azzurri sul mondo. Cavolo, quanta luce che c'era!
"Riku! Chiudi quella finestra, maledizione!" urlò tirando addosso al ragazzo un cuscino. Quest'ultimo riuscì a schivarlo prontamente e sorridendo rispose:
"Ma che razza di custode della luce sei, se ti infastidisce un pò di sole di prima mattina?"
"Un custode che vuole dormire!" rispose facendosi ricadere all'indietro sul cuscino.
"Ancora a poltrire stai? Pensavo che già fossi vestito e pronto per andare!" una voce femminile irruppe nella stanza, catturando l'attenzione di entrambi i ragazzi. Lunghi capelli rossi le scendevano fin sotto le spalle, e due occhi azzurri facevano da cornice a quel viso perfetto, completato da un sorriso leggero ed innocente.
"Kairi, tu che sei buona e comprensiva, puoi dire all'uomo cattivo lì in fondo di lasciarmi dormire in pace?" chiese il ragazzo con un tono misto a supplica e divertimento. La ragazza sorrise e rispose:
"Non ci penso proprio! Forza, alzati e soprattutto sbrigati a vestirti!"
"Preferirei cento volte prendere il thé con i biscottini con Xemnas, piuttosto che alzarmi da questo letto e venire con voi!" sentenziò il ragazzo.
"Hai sentito Kairi? Preferisce Xemnas a noi!" esclamò Riku divertito. La ragazza, per tutta risposta ridacchiò, e dopo un'occhiata complice all'amico, che era ancora in piedi accanto alla finestra, si scaraventò addosso al dormiglione, sperando che così facendo l'avrebbero costretto ad alzarsi.
"No, per carità!" mugugnò il poveretto tra le risate, mentre cercava inutilmente di toglieri di dosso quei due "Abbiate pietà di me... ve ne prego!" ma ovviamente non ottenne buoni risultati, così, quasi sull'orlo della disperazione, disse: "E va bene... mi alzo... ma levatevi di dosso!" a queste parole i due ragazzi si fermarono immediatamente, si rimisero in piedi davanti al letto e trionfanti si batterono il "cinque" sorridendo.
"missione compiuta!" esclamò Kairi sorridendo
"Sì, missione compiuta.... ve la do io la missione compiuta!" esclamò il poveretto alzandosi in piedi e dirigendosi verso il bagno.
"Fai poche storie e vedi di muoverti!" gli urlò dietro Riku. Dopodiché, sospirando, si sedette sul bordo del letto, portando al petto le braccia incrociate. La ragazza, ancora in piedi accanto a lui, sorrise e gli domandò:
"Secondo te, almeno oggi, riusciremo ad arrivare in tempo?" il ragazzo la guardò e sorrise:
"Assolutamente!" Kairi sospirò e si sedette accanto a lui
"Lo sospettavo!"

***

Un altro mondo. Un'altra realtà ben diversa da quella dei tre ragazzi.
C'era un palazzo. C'erano delle pareti, interamente bianche. Altissime. Era quasi impossibile distinguerne la fine. C'erano tante stanze. E in una di queste c'era un'entità. Vestita anch'essa di bianco. Ma impossibile da confondere con la tappezzeria. Infatti, i suoi occhi celesti e i suoi capelli biondi risaltavano subito in quella stanza monocromatica.
La ragazza si avvicinò ad un lungo tavolo bianco e lo accarezzò lentamente.
"Come è possibile?" pensò avanzando verso una sedia "Come è potuto accadere?"
Si fermò un istante, guardandosi attorno. Nulla era cambiato, e tutto era esattamente come lo ricordava. Ad un tratto, vide qualcosa a lei molto famigliare. Era un blocco dei disegni, con la copertina marrone ed un nome inciso sopra. Il suo nome. Lo accarezzò timorosa, poi finalmente lo aprì.
Decine e centinaia di disegni le si pararono davanti agli occhi. Disegni pieni di colore, disegni solo abbozzati, disegni carichi di ogni sorta di emozione. Rabbia, gioia, dolore, tristezza, amore...
Già, ma come poteva lei, nello stato in cui si trovava provare sentimenti verso qualcuno? Se l'era sempre chiesto, ma mai, almeno fino a quel momento, aveva trovato una risposta.
Poi all'improvviso un disegno scivolò dal blocco finendo a terra. Si abbassò per raccoglierlo e una volta stretto nelle mani lo guardò attentamente. Erano tre ragazzi, che si tenevano per mano, distesi, su una spiaggia bianca, con gli occhi chiusi, uno accanto all'altra.
"Sarà successo qualcosa!" si disse rimettendo il disegno al suo posto "Deve... essere successo qualcosa!" esclamò più convinta. Dopodiché richiuse il blocco dei disegni e accarezzò di nuovo la copertina. Poi le lettere incise al centro. Le lesse quasi con un sussurro:
"Naminé!"

***

L'oscurità. Quando ti prende è difficle che ti lasci andare. L'oscurità é freddo. L'oscurità é solitudine. L'oscurità é sofferenza. Tutto ciò che ne faceva parte era buio allo stato puro.
In un precedente momento l'oscurità era stata sopraffatta dalla luce; si era attenuata, ma non del tutto scomparsa. L'oscurità non scompare mai; si nasconde sì, ma non se ne va. Aspetta soltanto il momento migliore per uscire allo scoperto: quando gli altri no guardano, o le loro difese sono abbassate. E quello era sicuramente uno di quei momenti.
Infatti qualcosa si muoveva nell'oscurità. Erano movimenti lenti, quasi senza vita. Movimenti fatti da qualcuno che si era appena reso conto di trovarsi in un luogo che non conosceva.
"Ma dove sono?" si domandò guardandosi attorno "Che cosa mi é successo?" poi ad un tratto, tutto gli tornò alla mente. I suoi ricordi, le immagini, le voci, i nomi. Tutto così, in uno sbattere di ciglia.
"Ma che ci faccio di nuovo qui?" pensò alzandosi in piedi. Barcollò un pochino. Le gambe non lo reggevano tanto. Però, dopo aver recuperato la totale stabilità, iniziò a camminare in giro, con la speranza di trovare qualcun altro in quel luogo.
"Ci deve, essere qualcuno! Per forza!" pensò "C'é nessuno?" domandò ad alta voce. Ma niente! Il silenzio era assoluto.
"Mi sentite?" nulla. Continuò a camminare senza una meta precisa, senza sapere dove andare, o se fosse già passato o meno da una determinata strada.
Ad un tratto, però, quando stava per perdere tutte le speranze, ecco una voce:
"Chi c'é lì?" si girò di scatto, in direzione di quella voce, e sorrise. Lui la conosceva. E la conosceva anche molto bene.
"Axel, sei tu?" domandò il ragazzo. Qualcuno gli si avvicinò con cautela, se pur con molta speranza. E allora lo vide. Lì in piedi con i suoi capelli rossi, i suoi occhi verdi, l'aria da sbruffone e il mezzo sorriso, sempre stampato sul volto. Tirò un sospiro di sollievo, dopodiché gli andò in contro quasi correndo.
"Ehi, piccolo! Stai bene?" gli domandò Axel sorridendogli. Il ragazzo era talmente felice che non fece neanche caso a quel soprannome.
"Certo! O meglio... non so! Mi spieghi cosa sta succedendo? Perché siamo di nuovo... così?". Il ragazzo più alto si fece d'un tratto serio e scrollò le spalle.
"Non ne ho la più pallida idea. L'unica cosa che so di certo, é che se noi siamo qui..."
"Ci sono anche gli altri! Sì, l'ho pensato anche io, purtroppo!" finì il più piccolo per lui. Axel si limitò a muovere lentamente la testa in modo affermativo. Ad un tratto, però, come era solito fare, Axel sorrise e disse:
"Mi sei mancato, sai, Roxas?" e a quel punto, l'unica cosa che potesse fare l'altro, fu arrossire e rispondere dolcemente al suo sorriso.

***



Salve a tutti! E' la prima volta che mi cimento in una fanfic di kh... volevo tanto farla perché adoro tutto di quel mondo ^^ ... Beh qst è il mio primo tentativo... quindi qnd recensirete siate magnanimi e soprattutto datemi consigli... Spero che vi abbia incuriosito e che leggerete il seguito che pubblikerò presto. Baci...Tante recensioni... mi raccomando!!!


  
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