Not yet that day (ancora non è arrivato quel giorno)
Una mattina ti sveglierai sereno, ti
accorgerai, facendo colazione, che c’è qualcosa di strano in te.
Chiuderai gli occhi, rifletterai un attimo, li riaprirai e vedrai il sole.
Sorriderai.
Quella ferita non fa più male.
Toccherai il tuo petto, sentendo il cuore intero, battere pacifico, senza
singhiozzare.
E allora ti renderai conto del fatto che non hai più voglia di piangere.
Il tempo guarisce tutto, ed è vero, te ne renderai conto perfino tu, perfino tu
che sostenevi che quel dolore ti avrebbe accompagnato per sempre, che lo avresti
sempre portato con te.
Un giorno sparirà quel velo davanti ai tuoi occhi, un giorno la luce ed i
riflessi delle tue iridi saranno nuovamente puri e limpidi.
Toglieranno le pagliuzze nei tuoi occhi, tornerai a divertirti ad una battuta di
un amico, ascoltando una canzone triste la canterai a squarciagola senza però
volgere lo sguardo ad un passato che non tornerà e ad un futuro che ormai hai
perso.
Ci sarà un giorno in cui sarai nuovamente felice, in cui potrai camminare a
testa alta, felice senza motivo, felice del sole che brilla alto in cielo,
felice per un bel voto, felice perché è sabato e l’indomani potrai dormire,
felice perché in settimana vedrai un caro amico, felice e basta.
E potrà piovere, potrà tirare vento, potrà andar storto qualcosa, saltare un
appuntamento, potrai perdere l’autobus, ma niente, niente e nessuno potrà
intaccare la tua felicità e se qualcuno vorrà offenderti o toglierti il sorriso
dal volto, tu ti limiterai a sorridere con ancora più calore, con ancora più
forza, ridendo.
Ci sarà un giorno in cui penserai al passato, a quella lontana ferita, e non
soffrirai, ricordando solamente ciò di bello che ti ha regalato una persona,
dimenticando il male che ti ha fatto, volente o nolente.
Ci sarà un giorno in cui sarai ancora felice, ma non oggi. Non è ancora arrivato
quel giorno.
Ancora non è arrivato il momento in cui riuscirai a volgere lo sguardo al
passato sorridente e senza rancore ed al futuro senza rimorsi, senza sentirti in
colpa e piangere per un qualcosa che non potrai avere.
No, ancora non è il momento. La scottatura è ancora troppo forte, la ferita
ancora aperta e non puoi affrettare il suo rimarginarsi, altrimenti lo farà
male.
Io ti dico quindi piangi, sfogati, sfoga il tuo dolore, mia piccola anima
ferita.
Mettiti sotto le coperte, in questa sera d’inverno, abbraccia il cuscino, chiudi
gli occhi, e piangi, piangi, non trattenere le lacrime, non cercare di
soffocarle, sarà solamente peggio tenerle dentro.
Non tenere il tuo dolore per te, lo sai che è inutile, lo sai che hai bisogno di
sentire che qualcuno ti voglia bene, che qualcuno tenga a te e che non voglia
che tu pianga.
Fa male, fa molto male, non puoi negarlo. Non puoi nascondere a te stesso il
dolore che affligge il tuo animo. Non nasconderlo neanche ai tuoi più cari
amici, parlane con loro, troveranno un modo per farti ridere, per tirarti su.
E sorridi, per favore, sorridi. Asciugati le lacrime, non vedi che occhi rossi e
gonfi che hai? Non vedi che cadavere che sei, che volto smorto e pallido? Lo
vedi, nello specchio? Quello non sei tu.
Quella è una brutta copia. Tu non sei così, ti conosco bene.
Tu hai sempre il volto allegro, sempre un sorriso stampato sulle labbra, gli
occhi luccicanti, chiari, un labirinto di gioia. E allora, scaccia quella triste
copia, cancella quella tristezza dal tuo volto.
La vita dà tanti motivi per esser triste, ma tu ne hai ancora di più per
sorridere.
Stai male, e questo ormai si è capito, qualcuno o qualcosa ti stan facendo
soffrire.
Reagisci, non star lì, passivo. Torna te stesso, fallo per te, per i tuoi amici.
Fallo per chi tiene a te.
Lo so, lo so a cosa stai pensando. E umano, e tu sei umano.
Concediti quindi qualche altro attimo, concedi qualche altro attimo ad i
ricordi.
Rileggi quei vecchi sms, quelle vecchie mail. Fa male, vero? Non c’è niente che
possa farti più male ora.
Quei dolci ricordi, anche le lacrime fanno fatica ad uscire, troppe sono già
state versate.
Forse stai migliorando, inizi a perdere le speranze, vero? Inizi a capire che è
inutile illudersi ancora, illudersi, credere in un ritorno che non ci sarà.
Ormai hai capito, vero?
Ti sei reso conto di come è la vita, vero?
Ecco, magari già non speri più. È la cosa migliore, delle volte non importa cosa
vuoi, non importa cosa desideri, non importa cosa conta realmente per te; delle
volte devi prendere delle decisioni in base a ciò che è meglio, non in base a
ciò che realmente ti rende felice.
Lo so, è brutto, non piangere ti prego, basta lacrime. Ti è stato detto anche in
spagnolo.
Non ne vale la pena, non serve.
No, il vuoto no. Non pensavo fosse così critica la situazione. Ti senti anche
vuoto, flagellata anima, debole e indifesa ora farfalla?
Riempirai nuovamente quel vuoto, ci riuscirai. Fa male, farà male ancora un
altro po’. Dalle tempo, a questa ferita.
Non si può guarire subito, né è facile.
Fa freddo, vero? Il calore è uscito dal tuo corpo, ma tornerà.
Delle volte non so che dirti, lo sai? Nonostante faccia parte di te, non trovo
un modo per sollevarti. Perché so che è difficile.
So che non è facile, affatto. È difficile quando si soffre senza capire appieno
il perché. È difficile quando la colpa non è la propria, è difficile quando
qualcuno sceglie per te ciò che crede sia meglio, senza sapere in realtà che il
meglio per te è tutto meno quello.
Ci sarà un giorno in cui avrai la forza necessaria per rialzarti, ma a quanto
pare è ancora distante.
Guarda le stelle, allora. Vedi come brillano? Quelle che brillano di più sono i
tuoi amici, che non ti lasciano solo. I veri amici, che non ti abbandonano mai.
Sto guardando le stelle, le vedo
sfocate, colpa delle lacrime che ho pianto finora. Ne sento scivolare una sul
mio volto, congelarsi a metà guancia. Alzo nuovamente lo sguardo, riconosco
Sirio. Come è bella, come brilla, come vorrei essere come lei. Voglio sperare,
lo voglio!
Nancy