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Autore: RitaWhitlock99    07/08/2013    3 recensioni
Fuoco e cenere. In un universo di sola sofferenza, di sola distruzione, non esiste conoscenza, speranza o amore. Solo l'odio che scorre in paesaggi brucianti al sole.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                         A chi semina sofferenza,
                                                                                                         a chi cerca di bruciare
 ogni singolo istante,
a chi va oltre le apparenze del cuore
per versare lacrime amare:
da voi può nascere, comunque,
la bellezza di un verso.




 

والرمادالنار
   (Annaru warra mad)*
 

Sui volti stanchi,
tra le guance avvizzite e
incavate, nelle smorte
iridi dei vecchi. Cenere.
Divorano, le fiamme,
i cuori  e dei contadini
la pelle di cuoio, mentre
si getta nel vento il grano,
inciampa, rincorre la
spiga, se stesso, gli
orizzonti bagnati
di rosso, di sangue e
di ore buttate al
ventaglio di nuvole,
sensazioni, tocchi
pallidi di pietre
viventi. E poi solo
cenere.
Piedi nudi sulla
terra bruciante al
sole, una luce
straziante – violini
tirati da archi troppo
sottili e acuti, celli
accatastati tra
pentagrammi già
noti), una goccia
sul profilo, sull’eleganza
di  **ﺕ, unica vocale
di conoscenze proibite.
Cenere.
Infiamma, i respiri
maledetti, ogni
stupido istante con
Te, morso da metafore
schiaccianti, da verità
troppo leggere per
essere comprese, meditate
e partorite. E ogni cosa
si distrugge.  النار والرماد.
Fuoco e cenere.
Ed echeggia ancora
il tuo sguardo di
eclisse nel cielo, e
di nero illumina ancora
le lacrime del rifiuto, sul
no, sul divino muro
della conoscenza tra
arte e desiderio,
passione e thanatos***.
Gettano, i giunchi e
le fronde, speranze
mai formulate,
mai accolte,
mai coccolate e
sempre immerse in
mieli aspri e fatiscenti,
ormai acidi d’astio
nell’ombra dei tempi.
Cenere.
È tutto un deserto
di salvezza, di pura
freschezza scarlatta,
con l’anima che
geme, grida, si
contorce e vorrebbe
uscire, vorrebbe sentire
la dolcezza dell’amore
sulle labbra e poi
scorrere, con tutto
l’odio, verso il
sonno eterno.
Ogni verso vuoto. Cenere.
Ogni amore sepolto
tra cumuli d’aria. Cenere.
Ogni battito d’ali, il frullio
del colibrì. Cenere.
 
Una sola, silenziosa,
forse stolta, che mi
attraversa. Consunta
e scontata, goccia d’acqua
salata da un oceano, al
piatto azzurro di essenze
velate di cenere.
 



http://www.ilcambiamento.it/foto/250/fuoco.jpg
 

*In arabo "fuoco e cenere"
**(Pron. "ta") è una lettera "solare" cioè che assorbe l'articolo: nella poesia ta è il segno che rappresenta (per il fatto di essere solare) la stagione estiva, quella di fuoco per eccellenza ed è "una conoscenza proibita" in quanto la luce si estingue dove domina l'ombra.
***In greco "morte": è spesso in contrapposizione con l'eros, "l'amore"







Giungo finalmente alla fine di questo testo poetico ("poesia" è pur sempre una parola grossa... E io non credo di saper scrivere poesie :)).
Non è un gran che: scritto in un momento terribile, quando credevo che stesse per finire un'amicizia e la mia vita si era stravolta completamente. :'( Cosa dire? Recensite in tanti: criticoni, "positivisti" e neutrali sono tutti ben accetti! L'opinione è il profumo della vita, se leggete recensite! ^^ Un altro piccolo favore piccino piccino... Concedetemi l'indulgenza! Tashakor. Grazie.


RitaWhitlock <3

 

  
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