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Autore: Reb_clas    07/08/2013    2 recensioni
Jacob e Nessie ormai sposati da tempo decidono di trascorrere una vacanza all'Isola Esme assieme ai suoi due figli, ma la coppia avrà qualche problema in corso dovuto alle reazioni esagerate di Jake e all'orgoglio illimitato di Renesmee, saranno Ephriam e Sarah che fino alla fine riusciranno a far riappacificare i due colombini.... RECENSITE!
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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JACOB BLACK:

< Sei un idiota! >
Mi urlò contro. Il suo palmo destro colpì la mia guancia perfettamente, il mio viso si voltò e rimasi fermo in quello stato per un po’; con il fiato pesante strinsi i denti, pugni e palpebre per non impazzire all’improvviso.
Il lupo, dentro me, si divincolò. Vidi rosso e sentii il mio corpo perdere il controllo ma non potevo, non davanti a lei e i bambini, non potevo ferirla. Ma lei era di fronte alla vetrata e se avrei mutato, l’avrei sicuramente colpita.
La guardai, bella e dannata come sempre, i suoi occhi erano accessi e mi guardavano come se volesse uccidermi. Anche lei stringeva i pugni, i suoi polpastrelli erano diventati bianchi e le sue unghie erano conficcate nella sua pelle.
Era così bella ed io con la mia solita testa di cazzo che mi ritrovavo l’avevo fatta infuriare. I bambini ci guardavano dal divano, erano muti come pesci e non avevano la forza di fiatare.
< Spostati Renesmee! > sibilai trattenendomi dal mutare all’improvviso.
Lei spalancò gli occhi adirata, poi notò che tremavo così sbuffò e corse via in camera mentre io mi precipitai fuori dalla vetrata diretto alla spiaggia.
Mi ero trasformato distruggendo i vestiti che avevo addosso, ringhiai ferocemente in direzione alla luna ed aumentai la velocità del mio passo verso la scogliera.
Perché dovevo sempre rovinare tutto con lei? Perché non riuscivo  a farne una buona, non potevo neanche litigare come un normale essere umano che la mia collera rischiava di rendermi un mostro, ogni volta avevo paura di farle del male e ogni volta me ne scappavo via da lei, distruggendo ogni straccio che avevo addosso. Per di più dovevo sempre litigare con mia moglie per la mia stupida gelosia, la mia fasulla idiozia era sempre in mezzo come se fossi chissà quale stupido adolescente ancora in crisi ormonale e alle prime prese con la propria ragazzina.
Ma era inutile dirlo, ogni volta che qualche persona di sesso maschile puntava gli occhi su di lei io me ne accorgevo e se lo sguardo di questo poi era insistente e associato ad altri fastidiosi comportamenti: io, JACOB BLACK, perdevo i lumi.
Ormai era da un po’ che ero accovacciato sulla scogliera e i miei ringhi e sbuffi erano udibili anche da Rio, dannazione perché mi ritrovavo sempre a fare i conti con i miei idioti monologhi interiori e non a far solamente l’amore con lei? Perché ero un coglione, ma di quelli fatti su misura!
Mi rimisi sulle mie zampaccie, tremavo ma camminai nuovamente verso casa, ripresi a correre e fui di fronte alla vetrata e guardai come Sarah appoggiasse un bicchiere d’acqua per terra e cambiasse canale del televisore sbuffando.
Si era aggiustata la lunga ciocca bruna ribelle dietro l’orecchio nello stesso modo in cui lo faceva sua madre, poi aveva accavallato le gambe e come una splendida signorinella guardava la tv.
Cercai di bussare con il vetro ma essendo ancora sotto forma di lupo, raschiai il vetro e spaventai la mia bambina che si coprì la bocca con una mano; la guardai realizzare subito che era il suo papà l’enorme lupo fuori dalla vetrata e scappare nel corridoio per prendermi dei vestiti.
La mia bambina era proprio un fiorellino stupendo.
Poi ricomparve saltellando e con aria serena, afferrò il manico della vetrata e la fece scorrere per poterla aprire, poi mi sorrise tranquillamente mentre io mi accucciavo vicino ai suoi piedi. Mugolai scherzosamente iniziando a mordere i lacci delle sue scarpe, lei iniziò ad allontanarsi, rideva felice ed io amavo il suono della risata dei miei bambini.
Poi Sarah rischiò di cadere per le scale ma io fui più veloce e con frenai la sua caduta con il mio dorso, poi mi acquattai lasciando che lei scivolasse per sedersi sul pavimento di legno.
Rise nuovamente, si voltò ed iniziò ad accarezzarmi le orecchie e il muso, io intanto mi capovolsi e lasciai che mi solleticasse la pancia per un po’. < Oh papà! A volte sembri proprio un cucciolo…>
Non aveva tutti i torti quella bimbetta, ero ancora un cucciolo e Ness era la mia stupenda padroncina.
< Ma la mamma ti accarezza mai la pancia? > domandò lei continuando a ridere < Dovrebbe farlo, è divertente! >
La tua mamma, tesoro mio, in questo momento vorrebbe solamente uccidermi per colpa delle mie inscusabili pazzie.
< E poi spesso siete troppo seri… > disse poi distaccandosi e lasciandomi di lato i vestiti, con il muso la spinsi dentro casa ed io mutai per potermi cambiare.
Entrai in casa e guardai la piccola nuovamente di fronte alla Tv < Tesoro dov’è tuo fratello? >
< E’ con mamma > disse lei.
Il piccoletto mi sostituiva in fretta ah?!? Mannaggia a lui.
Allora mi incamminai per il corridoio e giunsi di fronte alla porta socchiusa della stanza matrimoniale, ci poggiai la mano sopra e lentamente l’aprii. Come aveva detto Sarah, suo fratello era sul letto con Renesmee e vedevano la televisione in silenzio, Ephriam le abbracciava le spalle ed intanto era catturato dallo schermo piatto appeso al muro mentre lei stringeva una scatola di fazzoletti in una mano e uno di essi nell’altra.
Si era alzata i capelli in una coda e indossava solo la sua camicia da notte corta in seta, mi ero appoggiato alla porta e mi ero fermata a guardarla, lei aveva spostato lo sguardo dalla tv su di me per più volte fino a quando Ephriam non capì della tensione creata e decise in silenzio di lasciare la stanza dopo averle donato un bacio sulla guancia.
Avevo solamente un pantaloncino comodo addosso e una canottiera dunque provai a stendermi sul letto ma il suo sguardo mi fulminò prontamente e disse con voce rotta < Non ci provare! >
Mi fermai ma rimasi comunque appoggiato < Cosa amore? >
< Non voglio… >  prese fiato < .. che tu stia qui >
 Quella frase mi lasciò letteralmente scioccato perché quando lei non voleva dormire nella stessa stanza con me significava che l’avevo fatta davvero grossa. Dunque dovevo rimediare.
< Amore… > iniziai a dire < … Lo so che non vuoi ma…>
< Non m’interessa Jacob > si alzò dal letto e anche il suo tono di voce cambiò e si fece più severo e determinato. Rimasi immobile di fronte a quella dea che con i suoi occhi lentamente mi trafiggeva il cuore. < Porta i bambini a dormire e rimani in salone >
Tentai di avvicinarmi ma lei scattò verso la porta e l’aprii invitandomi ad uscire, non potevo lasciare la questione in sospeso in quel modo così mi avvicinai nuovamente a lei che si ritrasse di fronte a tutta quella vicinanza.
< Amore ti prego…> l’afferrai da un fianco e l’avvicinai a me prima che andasse a sbattere contro il muro.
< J..jake > tremò e con un palmo della mano tentò di allontanarmi. < Ti ho chiesto di …> ma io mi avvicinai di più e le sussurrai un “perdonami” impercettibile <…sparire! >
Bene non mi voleva lì.
< Sto solo tentando di chiarire la situazione > dissi allontanandomi per lasciarla respirare, la rendevo nervosa.
< Ti sei mai chiesto se io la volessi chiarire? > domandò lei. < Ogni volta devo avere a che fare con te e le tue stupide ossessioni da… >
< Come posso starmi zitto di fronte a più uomini che ci tentano con una donna per altro sposata! > alzai la voce.
< Invece devi…. Significa che non ti fidi di me…> disse lei ringhiando.
< No! > sbottai sbattendo il palmo della mano contro il muro < E’ di loro che non mi fido! >
Lei socchiuse gli occhi e continuò a fissarmi con aria di sfida, poi una lacrima bagnò la sua guancia e la mia rabbia lasciò il posto alla delusione…verso me stesso.
< Dopo tutto questo tempo tu ti fai ancora accecare dalla gelosia, dopo tutto questo tempo è come se tu avessi paura che un altro uomo mi portasse via da te, non riesco a capire il perché tu dia di matto così tanto anche di fronte a degli stupidi umani che non potranno mai e poi mai mettere a rischio il nostro imprinting > disse asciugandosi il volto < E’ come se tu ti sentissi inferiore rispetto a tutti, come se tu non capisca di essere l’unico uomo giusto all’interno della mia vita >
< Perdonami amore > dissi avvicinandomi nuovamente, le afferrai il volto e posai la mia testa contro la sua < Ti prego >
Ma lei negò lasciando sfuggire altre lacrime < Vai di la >
< Andrò a mettere i bambini a letto e poi tornerò qui > lei fissò nuovamente il suo sguardo nel mio e capii i suoi piani < Se chiuderai la porta a chiave, io entrerò dalla finestra, se chiuderai anche quella, io la romperò ugualmente >
Lei deglutì e sussurrò < mi stai minacciando per caso? >
Io negai sconfitto  < Voglio solo dormire nello stesso letto di mia moglie perché nonostante tutto… è “nella gioia e nel dolore” che ti ho promesso eterno amore >
Lei annuì e con in volto un espressione stanca e abbattuta si diresse verso il nostro letto matrimoniale, alzò le coperte e si infilò al di sotto di esse.
Io spensi la luce e andai dai bambini mentre lei affondava le testa nei cuscini.

Accarezzai delicatamente i capelli a mio figlio Ephriam che ormai col respiro pesante dormiva beatamente nel mondo dei sogni, anche Sarah come lui era totalmente assopita sul cuscino. Entrambi con la serenità dipinta in volto mi fecero sorridere ed essere fiero di loro, certo erano ancora dei bambini ma ogni giorno che passava mi rendevano un padre totalmente soddisfatto ed ero convinto che nonostante i loro futuri problemi adolescenziali più in la non smetterò mai di sentirmi così tanto orgoglioso.
Mi alzai delicatamente dal grande letto matrimoniale blu, chiusi la porta e senza far rumore tornai nella stanza da letto mia e di mia moglie.
Renesmee era lì, il volto senza alcuna imperfezione posato sul soffice cuscino bianco, le palpebre, l'espressione del volto rilassata, le labbra socchiuse, il respiro che le solleticava il ciuffo ribelle ricaduto sul cuscino, le mani congiunte fino al petto, le gambe affusolate e nude mi diedero alla testa... amavo da morire quelle gambe.
Mi avvicinai e le scostai quella ciocca dal volto, in seguito le accarezzai la guancia e subito dopo le ricoprii il corpo scoperto con il lenzuolo anch'esso bianco puro come il suo animo.
Poi feci il giro del letto e mi stesi dalla mia parte ma non resistessi, mi avvicinai a lei e con un braccio le avvolsi la vita delicatamente. Sapevo che mi aveva sentito e devo ammetterre di essermi sentito leggermente sollevato quando realizzai che non si sarebbe scostata dal mio abbraccio.
Così affondai la testa nel suo collo, m'inebriai del suo profumo e poco dopo mi addormentai più sereno.

Vuoto. Mi svegliai con questo presentimento malvagio e non avevo tutti i torti perchè nel letto non c'era nessuna traccia di lei, sulle lenzuola era ancora impregnato il suo profumo ma il letto dal suo lato era stato completamente rifatto alla perfezione. Sentii più rumori provenire dalla cucina e capii che lei era lì ad armeggiare con la lavastoviglie.
Sbadigliai e mi stiracchiai per bene, poi con poca voglia mi alzai dal letto e iniziai a camminare a stentoni verso la porta, il corridoio era ancora nella penombra più totale dunque non fu difficile arrivare in salone, dove invece il sole baciava ogni singola parte della stanza e persino la mia preziosa Nessie che mi rivolse uno sguardo rassegnato nel vedere un orso enorme come me uscire dal proprio letargo.
Stava ripulendo il tavolo con una spugnetta fresca, di tanto in tanto afferrava gli ultimi piatti rimasti e li infilava perfettamente nella lavastoviglie. Andai al frigorifero e con gli occhi ancora socchiusi e non abituati alla luce solare, guardai se c'era il latte ma era ancora sul tavolo.
Gli schiamazzi di Ephriam arrivarono al mio udito dalla spiaggia, mi affacciai un attimo da dietro il frigorifero per guardare cosa stavano facendo e mi tranquillizzai nel vederli ridere e scherzare ed intenti nel costruire un enorme castello di sabbia, improvvisamente mi venne voglia di andare ad aiutarli ma li avrei raggiunti più tardi.
Intato Nessie si era avvicinata al lavandino e sciacquò le tazze dei bambini, allora mi avvicinai alla sua figura, mi appoggiai con le mani al marmo della cucina intrappolandola totalmente, lei sobbalzò e tremò visibilmente quando delicatamente iniziai a lasciare una scia di baci lungo la spalla scoperta.
Portava un sottile copri costume color pesca che mi mandava in crisi solo a guardarlo, lei poi si voltò e notai che prima di guardarmi per un attimo mi fissò le labbra.
< Il caffè è quasi pronto.. > disse lei deglutendo e cercando di restare impassabile ai miei baci <... la tua tazza è nello stitipe, il latte sul tavolo... >
< E tu? > domandai in un sussurro sfiorandole il lobo dell orecchio con le labbra < Tu dove sei? >
Posò le mani sul mio petto e sospirò < Jake sm...smettila! >
Io risi notando che le venne la pelle d'oca, mi desiderava ed era inutile negarlo. < Dai piccola, non fare la cattiva con me... >
Lei sorrise soddisfatta < E' ciò che ti meriti signor lupo! >
Mi allontanai un po', posai due dita sotto il suo mento e le alzai il volto lasciando che il mio sguardo si incatenasse con il mio. Lei deglutì ancora e la sentii rilassarsi, era incredibile come sia per uno e sia per l'altro il nostro amore facesse lo stesso effetto. Perchè perdere tempo a fare la guerra se ci potevamo amare da pazzi e per sempre?
< Scusa! > dissi sincero.
Quando mi avvicinai alle sue labbra, la sua ragione e il suo autocontrollo vinsero sulla sua brama e scappò via dalla mia presa lasciandomi solo ed interdetto.
Quella donna era micidiale!! L'osservai uscire fuori dalla vetrata, lasciar ricadere il vestitino sulla ringhiera e scendere le scale come una dea, mi ero concentrato sul suo fondoschiena e cento volte mi ero ripetuto di esser un uomo fortunato ad avere una moglie capace di sapermi tenere testa e capace di amarmi senza sosta con un fisico stupendo.

< Bene! Chi vuole venire alla grotta con me? > domandai uscendo dalla vetrata.
Mi stiracchiai per un po' e mi soffermai a studiare come il mare fosse egregiamente calmo quel giorno mentre Ephriam e Sarah si buttarono ai miei polpacci tutti felici e contenti della mia proposta. Non era la prima volta che li portavo alla grotta qui vicino, ogni giorno ci andavamo a fare qualche escursione li vicino e ai miei bambini piaceva soffermarsi a vede i giochi di luci che la trasparenza dell'acqua creava sulle pareti della spelonca. Spesso però di notte io e Renesmee ci eravamo tornati da soli e proprio lì in quell'antro c'eravamo amati follemente.
< Ok piccoli... > mi abbassai verso di loro e scompigliai i capelli ad uno e all'altro <...andate a prendere il necessario! >
Ephriam scattò per prima e piombò dentro casa mentre Sarah allungò le braccia al mio collo e mi attirò verso se per darmi un bacio sulla guancia < Buongiorno papà! > poi sospirò e raggiunse di corsa il fratello all'interno della villa.
Dio adoravo quella piccolina!
Mia moglie intanto era stesa su un telo da mare sulla sabbia, era a pancia in giù e con interesse estremo era concentrata nella lettura di un libro. Indossava un cappellino di paglia da signora e con i suoi occhiali Prada mi sembrava una perfetta donna di classe, così non resistetti e mi avvicinai, lei con la coda dell'occhio osservava ogni mio movimento ma per sua fortuna riuscì a sembrare troppo presa dalla lettura. Mi sedetti sulla sabbia al suo fianco, afferrai lo spruzzino di fianco a lei e feci finta di leggere ciò che stava scritto sopra.
Poi improvvisamente gli spruzzai il contenuto sulla schiena e risi < Funziona allora! >
Lei strillò sconcertata e lasciò cadere il libro sulla sabbia per toccarsi la schiena, detto ciò perse il segno della lettura, ringhiò furiosa e con una spinta mi allontanò da lei. Ma non ero contento così le afferrai il cappello e lo indossai, lei tentò di riafferrarlo ma mi alzai fuggendo dalla sua presa, lei fece lo stesso ma era troppo piccola per rubarmelo.
< Dannazione Jacob ridammelo > diceva infastidita < Jake smettila! >
< Sto meglio io > dissi tentando di simulare una danza femminile < Non riuscirai a prenderlo >
Lei tentava più volte di prendermelo ma io gli bloccavo i polsi e la facevo infastidire ancora in più, del resto era ancora più stupenda quando metteva il broncio.
Ad un certo punto si scocciò allora si voltò e s'incamminò verso l'asciugamano, così non persi tempo e l'afferrai da dietro le spalle e la bloccai contro di me, incominciai a baciarle il collo mentre lei tentava di divincolarsi dalla mia presa picchiandomi il braccio.
< Voglio un bacio! > dissi fintamente offeso < Poi ti ridarò il cappello! >
Lei ad un certo puntò smise di agitarsi e la vidi asciugarsi le guance e tirare su col naso. Erano lacrime quelle? Ma io stavo solo tentando di giocare con lei, amava sempre quelle tipo di sfide e di contatti con me ed adesso non riuscivo a capire perchè non riusciva a perdonarmi.
< Jake ti prego lasciami! > disse con voce tremante.
Io allentai subito la presa e  lei iniziò a camminare sempre più veloce, stavo tentando di seguirla quando Eprhiam comparve dalla vetrata e urlò < Papà prendiamo la canoa? >
Io mi voltai e accennai ad un si distratto < Arrivo subito! >
Lui tornò dentro ed io mi avvicinai a lei che si era stesa sul telo senza occhiali e senza capello e si tirava su i capelli in una coda.
< Scusa Ren... io non credevo che... > incominciai a dire ma le sue labbra tremarono di più e si asciugò altre lacrime < Insomma stavo solo giocando. >
Lei mi schioccò uno sguardo terribile, tant'è che indietreggiai colpito e affondato nel cuore. Quella volta dovevo davvero fare qualcosa di grande per rimediare.
< Io non ho nessuna voglia di giocare e scherzare. >
Fredda. Secca. Distaccata. Mi odiai terribilmente, l'avevo davvero offesa seriamente.
Mi allontanai con la coda fra le gambe e a testa bassa raggiunsi i miei figli. Mi sorrisero felici alla mia vista ma io ero tutt'altro che sereno, però dovevo mettere da parte le mie ansie per fare il padre. I bambini erano alle prese con la piccola canoa gialla e tentavano con la loro misera forza di portarla fuori, avevano strisciato e insabbiato mezzo pavimento e Nessie avrebbe strillato per tutta la sera se avesse visto quel macello. Mi misi le mani nei capelli e poi alzai un sopracciglio vedendo come scoprivano i denti in due sorrisi angelici e furbi, sapevano benissimo di aver combinato un pasticcio.
Feci segno di fare silenzio, afferrai la piccola barchetta e la portai fuori, loro mi seguivano in punta di piedi e sghignazzavano dietro di me. Renesmee ci seguì con lo sguardo stretto a fessura, sapeva che era successo qualcosa ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a rituffarsi nel suo librone da intellettuale. Mi voltai strizzando l'occhio alle due pesti che avevano ancora un espressione teatralmente buffa sul volto, si vedeva lontano un miglio che stavano nascondendo qualcosa.
< Aspettatemi qui ok? > domandai dirigendomi dentro casa.
Una volta dentro afferrai scopa e paletta e aggiustai tutto, fortunatamente ritornò tutto come prima... o quasi.
Tornai fuori con la stessa faccia dei bambini, Nessie nuovamente mi fulminò con gli occhi ma feci finta di non accorgermi, misi i bambini sulla canoa e incominciai a nuotare mentre loro remavano, a volta davo una spinta per non farli stancare ma i piccoletti erano cocciuti e si arrabbiavano. I piccoli cambiarono idea e prima di andare alla grotta vollero fare un giro più lungo e per più di una ora vistammo le coste dell'isole, la barriera corallina e tutto il resto, di solito ad un certo punto dove l'acqua era cristallina si tuffavano, nuotavano un po' e risalivano sulla canoa.
Arrivammo facilmente alla grotta, nonostante tutti i bisticci fra cane e gatto. Ephriam tendeva sempre a infastidire Sarah per ogni cosa e lei gli rispondeva a tono, la mia principessina era un osso duro, Ephriam invece era un po' testone e cocciuto ma era bellissimo anche lui. Il piccoletto ricordava Renesmee, per il colore più chiaro dei capelli, per la pelle chiara e per il nasino piccolo, poi aveva il sorriso sghembo alla Edward e Nessie Cullen e quello è lo stampino perfetto, mentre Sarah ricordava più me, pelle più scura, capelli scuri, guanciotte piene, ma era strano come entrambi avessero due occhi smeraldo bellissimi, Carlisle diceva che era il colore degli occhi di Edward da umano e che fosse normale che lo avessero ereditato.
Sarah spinse suo fratello e lui le ringhiò contro, lei le fece una linguaccia e nel momento in cui lui la stava per spingere io afferrai il suo polso, Ephriam mi guardò torvo. < Basta!! > Lui sbuffò e decise di tuffarsi. Io guardai Sarah e gli feci segno di tuffarsi ma lei rimase sulla barca a braccia conserte.
Poi Ephriam urlò.

Tornai alla riva preoccupatissimo, avevo il fiato pesante ed ero un po' agitato ma cercavo di mantenermi abbastanza preoccupato. Ephriam piangeva a singhiozzi sulla canoa, una medusa lo aveva colpito alla gambina e adesso la ferita bruciava da matti. Anche io da piccolino fui punto da una medusa e non fu per niente piacevole così capivo cosa provava il mio bambino. Sarah se la rideva ed Ephriam li tirava i cazzotti.
La cosa più brutta è che quando Renesmee ci sentì si tuffò in acqua  e ci raggiunse immediatamente, dove ero arrivato l'acqua era bassa e lei toccava. Era preoccupatissima e con voce pungente mi urlò contro < Che diavolo hai fatto? >
< Io niente! > alzai subito le mani  e la canoa rischiò di andarsene con le onde.
L'afferrai prima che fosse troppo tardi e Renesmee prese in braccio Ephriam che piangeva come un disperato al suo collo, gli spiegò a singhiozzi cosa fosse successo e quando lei seppe che io non me ne ero accorto mi ringhiò contro. Sarah ed io eravamo rimasti muti e immobili mentre i due uscivano dall'acqua ed entravano in casa.
< Papà? > domandò Sarah. Mi voltai verso di lei con sguardo interrogatorio < Hai intenzione di rimanere qui a lungo? >
Io negai e la riportai a riva poi lei scoppiò a ridere continuando a dire che se lo meritava Ephriam ma gli diedi un buffetto sul sedere < Non dirlo più, sai quanto fa male una medusa? > Il suo labbro tremò non aspettandosi la mia reazione, poi negò con la testa e in silenzio < Allora non giudicare > poi le passai una mano fra i capelli e con un bacio sulla fronte la feci sorridere nuovamente.
Entrammo in casa e guardai Ephriam seduto sul tavolo che tirava su col naso e con i goccioloni sotto gli occhi, mi fece una tenerezza incredibile. Renesmee invece d'innanzi a lui armeggiava con la borsa del pronto soccorso, intanto parlava con suo nonno Carlisle tramite il cellulare e in vivavoce.
< Tesoro, non ti allarmare! > stava dicendo lui con voce neutra < Di solito ad un bambino il dolore continua per diversi giorni ma sappiamo entrambi che i piccoli sono speciali ed entrò stasera il bambino sentirà solo un lieve fastidio alla gamba >
< Ok ma che devo fare? > disse Renesmee tirandosi i capelli dietro l'orecchio, era nervosa ed agitata, una mamma preoccupata del resto.
Lui sorrise < La puntura di una medusa è abbastanza pericolosa dunque và curata subito. Innanzitutto premetto che è meglio se uno o due giorni Ephriam non si esponga alla luce del sole poichè potrebbe rimanere la macchia della cicatrice...> pensai che Carlisle stesse imitando uno di quei medici che si trovano solamente nelle telenovele da quattro soldi oppure nelle pubblicità, stava parlando come se fosse un disco e fu interrotto solo dalla sbottata adirata di Renesmee nei miei confronti. < Complimenti!! Il bambino non può più giocare in spiaggia! >
La guardai sorpreso, Renesmee si stava comportando così apposta maledizione! Di solito era accaduto anche peggio e lei era solita a evitare di incolpare me o i suoi figli anche se fossimo noi la causa dei nostri errori, ma quella volta nella sua voce sentivo una note pungente che stava solo a significare "Provochiamo Jacob Black!".
Dopo avermi fulminato con lo sguardo per la milionesima volta con lo sguardo mi puntò un dito addosso < ora cosa fai lì impalato? Fai qualcosa! >
Sbuffai irrequeto,stavo per perdere la pazienza anche perchè odiavo quando Renesmee si comportava così, trattandomi come se fossi un demente.
Lei continuò a rivoluzionare la cassetta del pronto soccorso non trovando ciò che Carlisle chiedeva. < Renesmee ascoltami te lo ripeto, nello scompartimento di sinistra troverai una crema con il tubetto verdognolo e il tappo giallo, è una crema che devi spalmare sulla ferita delicatamente e ti consiglio di tamponarla perchè se no potrebbe bruciare e far soffrire ulteriormente il piccoletto ok? >
Decisi che Renesmee si stava agitando troppo allora agii; afferrai il telefonino e dopo aver ringraziato Carlisle chiusi la chiamata dicendo che avrei provveduto io. Poi delicatamente la spostai dai fianchi e senza troppa rivoluzione afferrai la crema sotto gli occhi curiosi dei bambini, delicatamente riuscii a ricoprire tutta la ferita del bambini che rimase in silenzio per tutto il tempo, facendosi sfuggire solo qualche piccolo lamento.
Intanto Renesmee preparò la garza e quando ebbi finito, fasciò la gamba del bambino per bene, la guardai agire con perfezione e maternità, lei le sorrideva mentre lui  con gli occhioni tristi gli rispondeva affranto. Quando finì lo afferrai e lo misi per terra, provò a camminare e disse solamente che la garza lo infastidiva un po' ma si sarebbe abituato, Sarah gliela toccava e gli chiedeva cosa sentiva e lui faceva ritornare i suoi occhioni e la sua vocina tenera per essere consolato.... atteggiamento tipicamente maschile: mi sentivo spodestato dal mio ruolo!
< Dai su ometto, fila a lavarti le mani che si mangia! > dissi pizzicandogli la guancia. Avevo notato che Renesmee con aria incazzata aveva incominciato a cucinare la pasta. Io invece mi occupai di metter in ordine le cose che avevamo tirato fuori.
Ad un certo punto provai ad avvicinarmi a lei ma non ebbi gran che risultato perchè con aria minacciosa e con il coltello in mano mi ordinò < Primo:Vedi di metter via quella stupida barca e di non prenderla per andare così lontano...>
Sbuffai < perchè fai così? >
Lei mi ignorò completamente. < Secondo: Oggi pomeriggio tu e tua figlia andate a farmi la spesa! >
Mi avvicinai di più e l'affiancai mentre tagliava i pomodori < Mi vuoi rispondere? >
< Terzo: NON PEGGIORARE LA SITUAZIONE ! > Poi si voltò e con abilità li fece scorrere in padella con olio e aglio < NON COMBINARE ALTRE CAVOLATE! >
< Guarda che non sto facendo proprio niente, sono venuto a chiederti scusa per come mi sono comportato ieri e tu mi stai trattando come un demente! Sembra che io l'abbia presa di proposito la medusa e gliel'abbia strisciata sulla gamba del bambino > lei mi spinse con il gomito e svuotò la pasta nella pentola.
< Potevi stare più attento e quella medusa non l'avrebbe mai sfiorato ad Ephriam! >
< Ha detto Carlisle che entrò due giorni sicuro guarirà >
Lei ringhiò < in quei giorni dovrà stare chiuso in casa perchè... >
< E' un bambino Renesmee!! > dissi alzando le mani al cielo < Lo farò giocare io! >
Lei mi guardò di sottecchi e alzò un sopracciglio < magari questa volta fagli cadere una trave in testa! >
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai < Dio che bella fiducia! >
< come quella che tu hai di me... > rispose lei con lo stesso tono.
< IO MI FIDO DI TE > risposi afferrandola da un braccio.
Lei mi ringhiò contro e si allontanò bruscamente < A quanto pare no! Adesso chiama i bambini, è pronto da mangiare e dopo sparisci per un po' devo sbollire! >
Dopo quell'affermazione mi misi le mani nei capelli e mi allontanai, respiarai prima di combinare qualche puttanata delle mie. Renesmee non mi voleva lì con lei, bene!!! AL DIAVOLO TUTTI QUANTI!

Pranzammo in totale in silenzio, io e Renesmee parlavamo solo se eravamo interpellati dai bambini che invece intrattenevano vari discorsi diversi, fecero persino varie gare fra loro due e chi mangiava più velocemente vinceva l'ultima fetta di pane. Spesso volevano che partecipassi anche io a questi giochi ma in realtà quel giorno non avevo molta fame così mi limitai a fare da arbitro.
Renesmee spesso mi guardava a volte intensamente, altre volte mi lanciava occhiate furiose, altre volte alzava gli occhi al cielo. Quando sarebbe finita quella storia? Mi ero scusato, mi dispiaceva per come l'avevo trattata e speravo di non esagerare più altre volte ma lei non ne voleva sapere niente questa volta e non sapevo proprio come aggiustare le cose. Rivolevo la mia Nessie.
Dopo che i bambini riposarono, lasciai che Gustavo accompagnasse me e Sarah a Rio de Janero. Una volta scesi  per il porto e dopo aver pregato Gustavo di tornare a casa sua riuscimmo a raggiungere il centro della città, Sarah continuava a ridacchiare visto che quell'uomo per tutto il viaggio aveva continuato a ripetere di offrirsi per andare lui a fare la spesa ma io ogni volta gli dicevo che non c'era bisogno. Il problema è che quell'uomo parlava spagnolo ed io non sapevo un accidente di spagnolo dunque mi limitavo a dire No e Si e gesticolare come un demente, menomale che con me c'era Sarah che sapeva qualcosa in più visto che studiava lo spagnolo con suo nonno.
Durante tutto il tragitto la piccola mi disse tutto ciò che le passava per la mente, diceva che il pianoforte la entusiasmava ma non quanto l'idea di avere fra le mani una chitarra magari elettrica così decisi che al più presto l'avrei mandata a lezione di chitarra, avrebbe iniziato da quella semplice ovviamente, poi diceva che voleva frequentare assieme a Ephriam il liceo superiore lì a Forks o alla Riserva e smetterla di studiare a casa perchè spesso nonno Edward diventava troppo esigente e poi diceva che voleva incontrare l'uomo della sua vita al liceo come era successo per Bella e il nonno-succhiasangue. Non appena aveva parlato di uomo della sua vita, Seth si era fatto vivo e aveva chiamato sul mio cellulare ovviamente solo per parlare con lei, le loro telefonate ricordavano molto quelle mie e di Renesmee quando era piccolina ma del resto si sa .... l'imprinting ci rende tutti un po' ridicoli!
Del resto le risposte di Sarah mi facevano ridere: "Ciao Seth", "Si,ho dormito bene", "Si ho mangiato tutto", "Si, ho fatto il bagno", "Si sono con il papà", "No non faccio arrabbiare il capo!", "No, neanche Renesmee", "Si,salutami nonno Billy"," No non sto facendo i capricci", "Si, sono sicura" e poi finiva con un "Seth sei pesante!!" ma quella volta gli disse "Mi manchi tanto Seth!"... e come tanto tempo fà io avrei avuto un tuffo al cuore al suono di quelle paroline dette dalla mia Nessie, giuravo che anche quell'enorme licantorpo dall'altra parte del telefono avesse provato lo stesso.
Quado fummo di fronte al supermercato Sarah mi passò il telefono e gli raccontai tutto a Seth tentando di evitare parolacce e bestemmie visto che Sarah mi ascoltava curiosa, ovviamente anche Seth si trattenne ed al posto di dirmi che ero un emerito coglione si limitò a dirmi " Sei un brutto cattivone Jake, al lupo nero gli fai un baffo certe volte!"
Quando chiusi la telefonata mi preoccupai di fare la spesa: burro, uova, pasta, pesto, sugo, lievito, lievito per dolci, carta igenica, detersivi per piatti... di tutto e di più! Sperai di aver azzeccato tutto ma solitamente non si faceva problemi Renesmee anche se sbagliavo qualcosa ma sfortunatamente quella volta avevo paura di sbagliare nuovamente.
Verso le sette di sera ci dirigemmo ad una fiera carinissima piena di colori, bancarelle, artisti di strada e molto altro ancora che esibivano le loro specialità per le vie della città, in più mi piaceva camminare e chiacchierare un sacco con la mia bellissima bambina perchè mi riempiva sempre di gioia la sua allegria.
< Papà perchè tu e la mamma avete litigato? > domandò Sarah improvvisamente, era da un po' che stava in un silenzio pensieroso, credevo che fosse solo perchè  aveva parlato troppo e si fosse stancata.
< Perchè sono molto geloso della mamma > risposi avvicinandola di più a me visto che c'era un po' di gente che non mi piaceva.
Lei mi guardò curiosa < Ma non ha senso > Questa volta fui io a guardarla curiosa < la mamma ti ama! >
Io sorrisi < Ed io amo lei ma... >
< ma non ti va' a genio che lei sia così bella... > disse lei sorridendo, stravedeva per la madre come del resto ogni persona su questo pianeta.
Risi < Esattamente e gli altri uomini la guardano come se... >
< ...come se te la volessero rubare >
Risi ancora < ... ed io sono geloso e a volte... >
<... a volte tendi ad esagerare... > disse lei tranquilla, quella bambina non si accorgeva neanche di ciò che diceva. Poi smise di guardarsi attorno e di mangiarsi le unghie  e mi guardiò seria < ...la mamma ha occhi solo per te, non capisco perchè devi perdere tempo a litigare inutilmente... >
Il problema non era solo quello, il danno ero io che esageravo sempre tutto e che ogni volta la facevo stare male con i miei inutili comportamenti nevrotici. Odiavo quel mio lato pesante... ero pesante!!!
< Zio Emmett dice sempre che non bisogna fare la guerra ma l'amore > disse lei grattandosi la nuca e pensando riguardo al significato della frase, lei ovviamente non l'aveva capito letteralmente.
Io sorrisi < Si tesoro mio, è meglio amarla la mamma che litigarci vero? > domandai accarezzandole una guancia.
E quando dici che "parli del diavolo e spuntano le corna", mi arrivò un suo messaggio, chiaro e semplice: Vi stiamo raggiungendo, fatevi trovare al porto.

La guardai aggiustarsi il vestitino e afferrare la sua borsa, portava un semplice vestito nero senza spalline e con lo scollo a cuore con una gonna ampia che le scende fino alla coscia, era perfetta, poi indossava delle ballerine di vernice gialle abbinate alla borsa Chanel. Alice non si sbagliava mai, cavolo era così sexy!
Mi avvicinai alla barca e dopo che Gustavo aveva preso in braccio Ephriam, io porsi una mano a Renesmee, la guardai osservarla titubante prima di afferrarla, fece un saltino e con una mano l'acchiappai dalla vita prima che ricadesse all'indietro così ci ritrovammo abbanza vicini, pochi centimetri ci dividevano e con un sussurro le dissi < Sei bellissima! >
Lei alzò gli occhi al cielo e con un pugno mi spostò ma non evitò di affermare < Anche tu! >
Ma io avevo indosso solamente un bermuda color sabbia scuro, una maglietta grigia semplice e leggera e delle Bikerstook beije. Renesmee era meravigliosa quella sera e se non smettevo immediatamente di farle tremila radiografia mi sarei preso a pugni da solo ma insomma come si faceva a non guardarla ed io che mi incazzavo con il mondo intero mentre lei era perfetta e nessuno poteva negarlo.
Mi lasciò la borsa in mano mentre con una mano teneva Ephriam e dall'altra Sarah che saltellavano e parlavano insieme allegramente, lei riusciva a stento a stare dietro ad entrambia visto che non riuscivano a finire mai un discorso che poi ne prendevano un altro, altre volte si urlavano contro e altre volte tentavano di richiamare l'attenzione della madre facendo a gara, io intanto li guardavo poco più lontano di loro e mi sentivo fierissimo guardando quelle tre gioie che sorridevano poco più lontani da me.
Renesmee alzò lo sguardo dirigendolo verso di me quando entrammo nei recinti della fiera, Ephriam si guardava attorno mentre Sarah gli indicava tutto ciò che aveva visto quel pomeriggio, io intanto mi avvicinai a Renesmee che con un gesto della mano mi fece intendere che voleva la borsa, io le sorrisi mentre lei frugava all'interno ed estraeva il suo borsellino.
La fermai di colpo e la guardai < Che stai facendo? >
< Vado a prendere lo zucchero filato > rispose lei iniziando ad allontanarsi.
< No vieni qui, mostriciattola > io la fermai abbracciandole i fianchi solamente con un braccio. Lei rise e mi fece piacere sentire quel suono < Dammi il portafoglio! >
< Perchè? Ho il mio lavoro dunque anche uno stipendio, ciò vuol dire che posso permettermi di comprare un bastoncino di zucchero filato... > disse lei con quella vocina altezzosa.
< Ma se io voglio comprarti lo zucchero filato lo faccio > risposi io con lo stesso tono < Dunque te lo prendo io >
Ephriam si fermò frenando di colpo di fronte a noi < State davvero litigando per lo zucchero filato? >
Io negai e Renesmee riuscì a divincolarsi data la mia distrazione, prese per mano Ephriam e corse a comprare lo zucchero filato ai bambini con i suoi soldi. Sorrisi di fronte a quella scena, non mi aveva ancora perdonato ma eravamo in una specie di armistizio dunque potevo ancora amarla per bene.
Passammo la serata a passeggiare tra le vie di Rio, Renesmee ad un certo punto sfiorò la mia mano con la sua ed io mi affrettai subito ad afferrargliela senza esitare, lei non si allontanò ma rimase lì con me a passeggiare, lei mi guardava di sottecchi e mi faceva notare tutto intorno a se ed io pendevo letteralmente dalle sue labbra.
Ad un certo punto ci sedemmo su una panchina mentre i bambini più in la finiva di mangiare il loro panino, io afferrai le sue gambe e gliele possai sulle mie, amavo accarezzargliele ed intanto lei guardava con sguardo attento Eph e Sarah.
< Amore > le mormorai indugiando con le mie labbra sulla sua spalla.
Lei si voltò verso di me e guardai la pelle d'oca incresparsi sulla sua pelle, le erano venuti i brividi e la cosa mi rese soddisfatto.
La fissai intensamente < Cosa devo fare per ... >
< Non lo so > rispose interrompendomi.
Capii che aveva avuto solamente bisogno di tenermi lontano e di tranquillizzarti, vedevo ancora tratti minacciosi nei miei confronti da parte sua ma in realtà aveva solo bisogno di "sbollire".
< Non è vero, tu sai sempre cosa fare, sono io quello che non sa mai niente, tu sei l'alfa tra i due.... > dissi baciandole il collo, lei lo inarcò continuando a guardare i bambini ma sapevo che si stava sempre concentrando sui miei baci. < O è si o è no! >
< Lo stai dicendo solo per farti perdonare > disse lei < E comunque ieri sera non mi è sembrato che tu mi ascoltassi ... >
< Perchè un discepolo ha sempre bisogno di sbagliare prima di superare il maestro > dissi provocandola.
Lei sorrise e alzò su gli occhi  ma poi divenne subito seria < Ieri sera mi hai trattata male... >
L'abbracciai nascondendo il mio volto nel suo incavo < Lo so amore mio e mi dispiace da morire, se solo tu potessi perdonarmi... >
Ma lei si alzò di scattò < Sarah, Eph!!! > corse verso i bambini ed io la seguii immediatamente, si erano avvicinati ad un uomo che aveva tutta l'aria di essere un barbone e affianco a lei c'era una Zingara che stava toccando il colletto della Polo ad Ephriam, afferrai i bambini e li tirai dietro di me, guardai severo in volto i due tipi che si sorrise loquacemente, Renesmee spinse i bambini dalle spalle e si allontanò da loro quando ad un certo punto la signora le toccò un braccio iniziando a parlare in una lingua abbastanza strana.
Io afferrai il braccio della donna e senza forzare troppo staccai quella presa ferrea, i bambini ad un segnale della madre iniziarono a camminare velocemente e con un braccio circondai la vita di Renesmee e la trascinai via con me mentre quei due continuavano a parlarci e a pregarci da lontano in so quale lingua e non so riguardo cosa... gente strana!
< Papà che volevano quei due? > afferrai Ephriam e lo presi in braccio mentre Renesmee ancora pallidissima in volto e con un espressione sconcertata prese con se Sarah.
< Quelle erano persone povere che diventano cattive guadagnando soldi facendo del male ai bambini come noi > risposi in fretta e i piccoli si guardarono in volto sconcertati < Quindi non vi allontanate più da noi due ok? >
I bambini annuirono.

Dopo aver aspettato che entrambi si addormentassero serenamente nei loro lettini, uscii dalla loro camera senza fare casino mi diressi in bagno dove Renesmee era intenta nel farsi un bellissimo bagno che aveva tanto l'aria rilassante.Aveva i piedi posati sul bordo della vasca e la testa dall'altra parte, gli occhi chiusi e le labbra serrate, le guance serrate e con le mani si passata una spugnetta sulle braccia.
Aprì gli occhi un po' disorientata e quando mi vide mi sorrise e mi osservo mentre mi andavo a sedere vicino ai suoi piedi, presi un altra spugna e come ero solito fare gliela passai sulle gambe e lei abbandonò nuovamente la testa all'indietro per potersi rilassare maggiormente.
< Si sono già addormentati? > mormorò.
Io annuii < Erano stanchi >
Poi quando aprì gli occhi guardandomi con quel suo sguardo ammaliante non resistetti < pensi che possa partecipare anche io a questo bagno? >
Ritrasse immediatamente la gamba e negò < Stavo uscendo l'acqua si è freddata >
Io sorrisi dopo il due di picche < Dunque è qui che ti sei rifugiata da quando siamo tornati >
Lei sorrise benevolmente, subito dopo rimasi strabiliato quando di fronte ai miei occhi quella dea si alzò completamente nuda e con quel fisico scolpito di fronte a me e si tese per prendere l'asciugamano ma io scattai e lo presi prima di lei. Lei mi sorrise maliziosamente e capii che il suo gioco era provocarmi, lo era sempre stato!
Gli passai l'asciugamano che lo avvolse intorno al corpo leggiadramente e l'aiutai ad uscire fuori dalla vasca, si tamponò un po' il corpo per asciugarsi in pochi ed agili movimenti semplici mentre io afferrai l'olio-crema che di solito usava e glielo spalmai sulle spalle, sapevo quanto il calore delle mie mani la facesse rilassare ed infatti si appoggiò completamente contro il mio corpo cedendo completamente ad ogni nervo teso.
Alle mie mani si sostituirono tanti caldi baci che le lasciai lungo il collo, esplorai il suo mento e arrivai di fronte alle sue labbra, la guardai negli occhi e guardai un espressione accesa, le sue labbra erano socchiuse e il suo viso era proteso verso di me.
Lei non vedeva l'ora che tornassi la mia piccola brontolona!
Lentamente le mie mani scorsero lungo i suoi fianchi e l'avvicinai lasciando che il suo corpo incontrasse il mio, improvvisamente le sue dita febbrili accarezzarono il mio collo e in poco tempo mi ritrovai con le sue labbra incollate contro le mie, gonfie di baci e carezze, i respiri corti e l'affanno pesante, le gambe deboli e l'amore che scoppiava fra noi, il suo corpo contro la porta e il mio schiacciato contro il suo.
Ad un certo punto mi fermai ansimante < Perdonami! >
Lei sorrise < Mi pare di averlo già fatto! >
Avremmo potuto continuare ad amarci per tutta la notte ma una piccola vocina arrivò alle nostre orecchie < Ei colombini mi serve il bagno! >
Scoppiammo a ridere entrambi nel sentire la vocina allegra di Sarah, tutta contenta che avessimo fatto pace e così aprimmo e la lasciammo sola mentre noi ci chiudemmo in camera a pensare come amarci per tutto il resto della nostra vita.


ANGOLO AUTRICE: Spero sia di vostro gradimento, per favore recensite in tanti, mi fa piacere sentire cosa ne pensate!!! UN BACIONE!
  
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