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Autore: myosotiis    07/08/2013    2 recensioni
Suikoden Tierkreis | Luo-Tao/Liu-Shen | one-shot | 2.442 words.
«Ci fermeremo lì per stanotte», il moro indirizzava i passi verso una grotta poco distante dalla loro postazione, sotto lo sguardo ancor più stranito del più giovane.
«Oh, ma certo, che fantastica idea», Luo-Tao riuscì a avvertire quella punta di sarcasmo di Liu; «e se qualche mostro ci attaccasse durante la notte?» non tardò ad aggiungere, mentre raggiungeva velocemente il fianco dell’altro.
«Siamo in grado di difenderci. Per arrivare fino al villaggio dovremmo camminare per tutta la notte, per questo è meglio riposare qui, per oggi».
«Sì, ma—» il pensiero di dover camminare tutta la notte, in una valle traboccante di creature mostruose non piacque affatto al giovane, che in risposta alla fugace occhiata dell’altro, non poté far altro che sospirare pesantemente e seguirlo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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F i r s t  K i s s ;


«Non c’era bisogno che venissi per farmi da balia», ed il più giovane lanciò un’occhiata all’altro, «sono capace di prendermi cura di me stesso e di completare questa missione anche senza di te, Luo-Tao».
Peccato che il più grande non sembrava dare troppa importanza alle parole del nuovo Anziano, preso com’era nel trovare uno spazio più tranquillo nell’ampia valle di Gineh dove poter trascorrere la notte prima di giungere finalmente a destinazione, ovvero al villaggio di Tehah. Ormai il cielo stava sfumando pian piano, mentre si rivestiva di un magnifico blu notte. La prima stella della sera non esitò ad apparire sotto gli occhi verdi di Liu, stavolta non più rivolti verso il maggiore; le sue labbra si fecero sfuggire un sospiro.
«Ne avremo ancora per molto?» continuava lo scriba minore, avendo notato il silenzio dell’altro in risposta alla sua prima frase; «Sono stanco, ormai è da parecchie ore che non facciamo altro che camminare».
Contro ogni previsione, Luo-Tao si bloccò bruscamente, guardandosi attorno; Liu lo imitò, ma leggermente più titubante.
«Ci fermeremo lì per stanotte», il moro non esitò a schiudere le labbra per pronunciare queste parole mentre indirizzava i passi – stavolta più placati – verso una grotta poco distante dalla loro postazione, sotto lo sguardo ancor più stranito del più giovane.
«Oh, ma certo, che fantastica idea», Luo-Tao riuscì a avvertire quella punta di sarcasmo di Liu, che si opponeva al suo essere esausto – o perlomeno, così il moro aveva udito, dalla sua precedente frase; «e se qualche mostro ci attaccasse durante la notte?» non tardò ad aggiungere, mentre raggiungeva velocemente il fianco dell’altro.
«Siamo in grado di difenderci. Per arrivare fino al villaggio dovremmo camminare per tutta la notte, per questo è meglio riposare qui, per oggi».
«Sì, ma—» il pensiero di dover camminare tutta la notte, in una valle traboccante di creature mostruose non piacque affatto al giovane, che in risposta alla fugace occhiata dell’altro, non poté far altro che sospirare pesantemente e seguirlo.
Si arrese all’idea di dormire in quel minuscolo rifugio dall’aria vagamente tetra – o forse solo lui era capace di vederla in quel modo, data la tranquillità di Luo-Tao nel penetrarvi e nel sedersi in un gelido angolo, incrociando le gambe ed afferrando il suo borsone. Liu esitò appena qualche istante, il tempo di lanciare un’ultima occhiata al cielo, che accoglieva le stelle appena spuntate che tentavano d’acquistare splendore, così come la mezzaluna che, come se fosse una regina, regnava circondata da quei piccoli diamanti. Il giovane entrò nella grotta; un lieve cambiamento di temperatura lo colpì immediatamente. Un soffio d’aria gelida ( la frescura notturna iniziava a farsi sentire ) gli accarezzò la pelle rivestita solo di tatuaggi del braccio destro, facendolo rabbrividire in un attimo.
«E’ in momenti come questi che desidero avere una pelliccia simile a quella dei membri del Ruggito Feroce», pensò a voce alta, mentre si indirizzava a sedere stringendosi le ginocchia al petto subito dopo aver abbandonato la sua modesta borsa sul pavimento quasi ghiacciato; il tutto creando una certa distanza da Luo-Tao, che nel frattempo iniziava a privarsi della sua modesta armatura.
Mentre il maggiore era intento a posare il suo arco – e con esso anche le frecce – sul terreno roccioso, un barlume di luce illuminava timidamente l’entrata della grotta e non solo: anche la cima degli alberi, od i fiori sembravano velati dal chiarore lunare, sempre più affascinante. Lo scriba più giovane abbracciò le proprie gambe – magari in questo modo sarebbe stato capace di emanarsi più calore, anche se fu piuttosto futile; un altro brivido l’attraversò, mentre manteneva lo sguardo al di fuori della grotta. Si stava chiedendo come avrebbe fatto a dormire quella notte, con quella temperatura improbabile per il suo abbigliamento leggero.
«Hai freddo, Liu-Shen?» non ci volle poi molta perspicacia per capirlo, data anche l’espressione insoddisfatta dell’altro; «Avvicinati».
L’altro inarcò un sopracciglio, ed esitò qualche istante prima di seguire il suo “consiglio”; cosa intendesse lo capì solo qualche secondo dopo, quando l’altro tirò fuori dalla sua borsa una fine coperta dal colore del mare ed in men che non si dica ci coprì le spalle e la schiena del minore. Non era poi così calda ma Liu sembrò accettare comunque il gesto, nonostante fosse in qualche modo deluso da quella reazione, per un motivo di cui non era ancora a conoscenza, probabilmente.
«Grazie».
Il moro non fece altro che fare un cenno con il capo per rispondere al modesto sorriso dell’altro, mentre afferrava una boccetta d’acqua – sempre dalla sua borsa – per poi aprirla e portarla alle labbra, per dissetarsi dopo quel lungo camminare. Liu rifiutò il seguente silenzioso invito di Luo-Tao di bere un sorso d’acqua.
Per qualche infinito istante cadde il più profondo silenzio. Un silenzio che per Luo-Tao sembrava un paradiso, mentre per Liu un insopportabile momento di disagio. Al di fuori della grotta era oramai calata la notte, ma nessuno dei due seppe sinceramente che ora fosse in quel momento. Il minore lanciò un’occhiata all’altro, alzando un poco il capo: pareva intenzionato ad osservare la natura, o meglio, quello che riusciva a scorgere dal loro rifugio. Peccato che quel momento di pace fu interrotto da un movimento del giovane, che afferrò la sua borsa – decisamente più piccola di quella dell’altro – da cui estrasse un sacchetto.
«Hai fame, Luo-Tao?» molto probabilmente lo disse solo per interrompere quell’imbarazzante silenzio.
«Mh? No».
«Strano», aprendo il contenitore di carta si potevano scorgere qualche dolcetto: Liu, come probabilmente Luo-Tao sapeva, riusciva ad apprezzare parecchio quegli spuntini provenienti da altri mondi, che ogni tanto Hotupa riusciva a portare nel loro quartier generale. Quella volta, quei dolcetti avevano la forma simile a quella di un bigné— avevano persino della strana crema all’interno, ed erano incredibilmente soffici; forse erano gli unici che i clienti del girovago non avevano comprato. Poco importava a Liu che, in men che non si dica, ne afferrò uno e lo morse, senza pensarci due volte; «comunque se ti andasse di assaggiarne uno, non esitare a chiedere» continuò la frase, lasciando che il maggiore gli lanciasse un’occhiata.
Il maggiore reagì solo quando, ad un tratto, Liu macchiò la sua guancia destra di crema, nel mangiare il quarto dolcetto.
«Liu-Shen, un attimo», il primo s’avvicinò, interrompendo l’azione dell’altro e afferrando delicatamente il suo volto, voltandolo verso di sé; «sei sporco» mormorò, mentre annullava la distanza fra i due visi e, lasciando avvicinare le proprie labbra alla guancia del minore, leccò via quella minuscola porzione di crema finita accidentalmente sulla pelle lattea del giovane.
A quest’ultimo parve per qualche secondo che il suo cuore avesse deciso d’esplodere. Non conosceva cosa in quel momento gli fosse preso, ma in un solo istante s’irrigidì, lasciando trasparire la sua sorpresa ( e forse anche quella virgola di disagio ) dai suoi occhi sgranati, che fissavano intensamente il vuoto. Probabilmente quello fu l’istante più lungo di tutta la sua vita.
Solo quando non avvertì più il calore e l’umidità della lingua dell’altro sulla propria gota, Liu sbatté le palpebre, volgendo il viso di fronte a sé, fuggendo di proposito allo sguardo del maggiore. Si passò velocemente il dorso della mano sulla guancia, sfregandola; forse, in cuor suo, non solo desiderava pulirsi, ma anche nascondere in qualche modo quel rossore ben visibile – data la pelle diafana – che pian piano esplorava il suo viso. Probabilmente non sapeva neanche come ribattere a quel gesto così sconsiderato ed improvviso, per questo tacque, borbottando però in seguito qualcosa d’incomprensibile. Sfortunatamente per lui, Luo-Tao fu abbastanza perspicace da accorgersi ben presto da quel colorito inusuale del suo volto, per questo che, quando gli volse lo sguardo, schiuse le labbra, di colpo.
«Ti senti bene?»
Molto probabilmente se in quel momento non fosse stato impegnato nel coprire al meglio quel rossore, gliel’avrebbe fatta pagare.
«Benissimo».
Non esitò a rispondere – sperava di potersi liberare di lui e delle sue stranezze con una risposta del genere, quando invece ottenne il perfetto contrario. Infatti, non solo il maggiore finì con l’avvicinarsi di nuovo a lui, ma stavolta posò le labbra sulla fronte dell’altro, per assicurarsi che l’Anziano degli Scribi non avesse la febbre, subito dopo aver sciolto facilmente la fascia che nascondeva quella porzione di pelle; il ciò contornato dalle domande spaesate del minore, che però non ottennero nessuna risposta dalle labbra di Luo-Tao. Pochi secondi che permisero a Liu di osservare più da vicino le forme rigide che unendosi formavano il corpo del maggiore. Fu un’occasione speciale, quella, per poter ammirare le sue spalle, il suo torace, il suo addome, senza farsi vedere da nessun altro. Solo in quel momento si stava accorgendo della bellezza di Luo-Tao, così vicino a lui, che si stava prendendo cura di lui in modo tanto premuroso. Il motivo era ancora sconosciuto al minore, ma si sentì investito da un’onda di piacevoli sensazioni che scorrevano lungo tutto il corpo; quelle labbra gli stavano donando un rinnovato senso di sicurezza, di beatitudine, di tranquillità. Eppure non riusciva a capacitarsi del perché si stesse sentendo in quel modo, e del perché nessun altro non riusciva a spedirgli quello stato d’essere così meraviglioso. Uno strano istinto di stringersi a lui e di posare le mani su quelle spalle – che in quel momento gli sembravano quasi attraenti – gli attraversò la mente ma, come un lampo, svanì nel nulla, sostituendosi in una reazione ben differente, ovvero quella di allontanarlo da lui.
«Sto bene, ho detto» mentre con le mani poggiate sulle sue braccia tentava di spingerlo via da lui, sospirando; «sto bene».
Chinò un poco il capo quando Luo-Tao decise ufficialmente di allontanarsi; gli pareva d’andare a fuoco, mentre poco prima stava per congelarsi. Rise, imbarazzato, prestando attenzione a non incrociare lo sguardo dell’altro mentre si passava una mano sulla nuca; quasi non ne aveva il coraggio, di guardarlo.
«Sono solo stanco» scrollò le spalle, facendo finta di nulla «ho bisogno di riposare».
Luo-Tao inclinò impercettibilmente il capo, senza staccare lo sguardo dalle iridi smeraldine del giovane, «Non mi sembri così sicuro».
«E’ la verità, invece!» sbottò; «Ed ora pot—» quell’astio del maggiore nel fissarlo ebbe finalmente la meglio. Liu non riuscì più a non osservare quel volto incredibilmente serio. Avrebbe preferito tirarsi indietro, o fuggire, ma non ne aveva la possibilità. Quello sguardo lo manteneva inchiodato a lui, mentre il suo corpo tentava di tirarsi indietro inutilmente, dato che la schiena già si appoggiava alla roccia della caverna. Le braccia del maggiore prontamente lo fermarono e lo circondarono, posandosi a terra ed accanto ai fianchi dell’altro, per evitare di farlo spostare da quella posizione – cosa che effettivamente Liu già pensava di fare. Era una sensazione strana per lo scriba giovane: voleva fuggire da Luo-Tao – che sembrava avvicinarsi lentamente con il corpo – ma al contempo preferiva rimanere immobile. E la sua mente correva già da una manciata di secondi, perché era prevedibile ciò che il maggiore avrebbe potuto fare: avrebbe potuto baciarlo. Ma il dubbio che ora ingabbiava il giovane era un altro: offuscato dai pensieri com’era, non riusciva a capire perché desiderava che le sue previsioni si avverassero in quell’istante. Quando il maggiore fu così vicino da poter sfiorare il suo naso con il proprio, Liu si morse il labbro inferiore, quasi involontariamente, però non poté frantumare il contatto visivo che si era creato. Quelle ametiste lo stavano trascinando in un vortice di confusione, macchiato di felicità; riusciva persino ad avvertire il suo respiro regolare sulla sua pelle, in contrasto con il suo, piuttosto irregolare e frettoloso. La febbricitante attesa fu conclusa solo quando Liu, finalmente riuscito a concentrarsi su un’altra parte del corpo del maggiore, riuscì a notare l’impercettibile curva verso l’alto delle sue labbra: Luo-Tao stava sorridendo.
E prima che potesse dire qualcosa, magari riferito a quel minuscolo sorriso, le labbra del moro erano già poggiate sulle sue, ed anche le ametiste erano coperte dalle palpebre chiare. Tutto ciò gli sembrava dal profondo del cuore un errore, eppure non era capace di non ricambiare quel timido ma soffice contatto a cui avevano appena dato vita.
Fu proprio quello il suo primo vero bacio.
Un braccio del maggiore andò ad afferrare delicatamente il mento tatuato dell’altro, mentre approfondiva il contatto; le palpebre di Liu si socchiusero, il corpo rimase inerme. Una punta di sorpresa nel vedere, qualche secondo dopo, Luo-Tao distaccarsi dalle sue labbra, mentre entrambi schiudevano finalmente le palpebre.
Liu mormorò qualcosa di confuso, frutto dei pensieri aggrovigliati che popolavano la sua testa.
«Ehm», non poté far altro che lasciarsi sfuggire una lieve risata imbarazzata; «non capisco cosa—ah!» una sottospecie di gemito strozzato, a causa della sorpresa causata dalle labbra del maggiore stavolta posate sulla pelle del suo collo. Un brivido gli percorse tutta la colonna vertebrale, portandolo involontariamente ad inarcarsi appena, mentre serrava le labbra e lanciava occhiate al corpo di Luo-Tao. Cos’è che avrebbe dovuto fare in quel momento? Aveva un’incredibile conoscenza di tribù, luoghi e Cronache, ma non sapeva come comportarsi in occasioni come quelle. Il giorno dopo non sarebbe riuscito a guardare Luo-Tao con gli occhi di sempre.
«Nh» mugolò, mentre l’altro risaliva la superficie della sua pelle ancora con le sue succose labbra. Solo quando il contatto fu bloccato sul suo lobo, Liu si aggrappò con le mani alle spalle del maggiore, stringendo fra le dita affusolate la maglia che aderiva perfettamente al torace del compagno.
«Liu-Shen, ti amo» sospirò al suo orecchio, versando all’interno del suo corpo l’ennesima sensazione di estrema contentezza.
I loro occhi s’incontrarono di nuovo, riacquistando il contatto visivo che fino a poco fa stava mandando Liu decisamente in subbuglio; ora invece sembrava più tranquillo, più beato, nonostante il suo cuore non intendeva far scemare la forza dei battiti. Un angolo delle labbra del giovane si alzò, in un sottospecie di sorriso. Forse non si era mai sentito così appagato; e forse riuscì a realizzare la vera essenza di quello strano appagamento e di quella felicità incontenibile nell’avere l’altro accanto a sé. Alzò le braccia, con la quale lo circondò, mentre schiudeva le gambe per ottenere una vicinanza maggiore.
«E’ strano sentirselo dire» forse non fu una delle sue espressioni migliori, soprattutto dato il momento, «ma è ancora più strano il fatto che io ricambi, Luo-Tao». Liu rise; Luo-Tao sorrise, divertito. E quando l’istinto del primo fu calmato, questi unì di nuovo le loro labbra in un nuovo bacio. Ed ancora un altro. Ed un altro ancora, fino a quando non decisero di riposare, l’uno accanto all’altro.


Liu non si pentì d’aver concesso il suo primo bacio a Luo-Tao.
E Luo-Tao non si è mai pentito d’aver giurato di seguire in capo al mondo il nuovo Anziano degli Scribi, Liu.
Nessuno dei due si pentì d’essersi dichiarato quella notte.

Dopotutto si amavano, e questo era tutto quello che importava davvero.








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note dell'autrice:
uhm, che dire? Li vedo così bene insieme che non ho potuto fare a meno di dedicare a questa coppia una fanfiction♥. Non sarà delle migliori, ma comunque spero vi sia piaciuta; e siate liberi, ovviamente, di esprimere ciò che pensate di questa storia con una piccola recensione, dato che mi fanno più che piacere! ~
   
 
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