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Autore: harresprincess    08/08/2013    24 recensioni
-Oh buon dio, non è possibile.- esclamò, lasciando perplessi me e Louis. Lo fulminai con lo sguardo. Il dottore si schiarì la voce, poi mi guardò in modo strano.
-E' strano dirlo ma congratulazioni, lei è incinto.- disse, restando a fissarmi per gustare la mia reazione. Scoppiai nella risata più forte della mia vita, mentre gli altri due mi fissavano in silenzio.
-E' lo scherzo migliore che abbia mai visto, sto morendo giuro- feci per dare il cinque al medico che continuava a guardarmi. Louis era pietrificato.
No.
-Quindi sono...-
-Incinto, si.-
[Mpreg - Larry]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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Male and pregnant.

Ehm, salve. Mi chiamo Harry Styles e sono incinto. Si, avete letto bene. Per la seconda volta.
Tutto è cominciato quasi 3 anni fa. Una settimana dopo una copulata particolarmente.... intensa, ho cominciato a sentirmi stanco e ad avere la nausea.
* * *
-Loueeeeeeh- urlai rigirandomi sul letto appena sentii il rumore della porta
-Cucciolo, che hai?- corse verso di me appoggiandomi una mano sulla fronte. -Scotti!-
-Penso di avere la febbre, il raffreddore, e la naus...- venni interrotto e corsi in bagno.
-Vuoi una mano, Haz?- chiese Louis dalla camera affianco.
-Noooo, voglio morire qui da solo sul cesso.- blaterai prendendomela con lui.
-Come siamo acidi oggi! Sembri incinto, Harreh-
-Sta zitto o stai sotto sta notte.- minacciai, sapendo bene che effetto facesse su di lui: panico totale
-"o stai sotto sta notte". Non dici questa frase da anni.-
-Louis William Tomlinson, ti ricordo che l'ultima volta che ho pronunciato questa frase tu rimasi steso sul letto per due giorni senza nemmeno la forza di rigirarti. E' per il tuo bene.- lo stuzzicai appoggiato alla porta, guardandolo seduto sul letto.
-Mh, vieni qui checca isterica, Boo ha bisogno di coccole.- allungò le braccia verso di me. Mi stesi accanto a lui abbracciandolo, mentre mi lasciava qualche bacio in fronte.
-Resta qui, vado a farti un po' di brodo così ti riprendi- si alzò dirigendosi verso la porta.
-Ma dico mi vuoi morto? Lo sai che il tuo brodo è velenoso, Boo. Fammi un toast, ti preeeego.- lo guardai con gli occhi da cucciolo.
-Torno subito-
* * *
La mia "influenza" andava e tornava, e dopo quasi tre mesi cominciai a ingrassare. Cominciavo già a preoccuparmi, scrissi il testamento nel caso fossi morto di una di quelle malattie praticamente inspiegabili che si vedono in tv.
* * *
-Boo, sento che sto per morire- ammisi abbracciato a lui sotto le coperte.
-Non diamo i numeri, Hazza. E' solo influenza- scosse la testa rassicurandomi.
-Un'influenza lunga tre mesi. Fico.-
-Facciamo così, domani andiamo dal dottore solo per una conferma che è tutto ok. Va bene?-
-Mh. Ok.- mormorai prima di addormentarmi fra le sue braccia.
Il giorno dopo nella sala di attesa del medico cominciai a farmi le pippe mentali. -Louis, il testamento è nel primo cassetto del mio comodino, se muoio fammi seppellire ma assicurati che il mio aspetto non sia troppo etero e che i capelli siano a posto quando chiudono la bara ok? ok.- dissi così velocemente da mescolare le parole, mentre mi guardava perplesso.
-Non rimarrò vedovo, prometto.- sorrise dolcemente, probabilmente per compassione.
-Avanti- gridò "entusiasta" il dottore, Louis si alzò di scatto trascinandomi dentro.
-Non voglio morire!- gridai prima di scomparire dietro la porta dell'ambulatorio lasciando qualche vecchietta decrepita perplessa.
-Quindi, il problema quale sarebbe?- il dottore mi scrutò poggiando goffamente i gomiti sulla scrivania e aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-Sto morendo. Praticamente tre mesi fa ho cominciato ad avere la nausea, a essere stanco e a sclerare come una checca impazzita, capisce?- spiegai freneticamente, mentre il medico mi osservava in modo da farmi intendere che da li a poco sarei finito in un centro di igiene mentale con la camicia di forza in una cella di isolamento.
-Tre mesi sono tanti...- osservò. MA DAI? non sono qui per intendere che effettivamente tre mesi di sofferenze atroci sono tanti, voglio solo fissare la data della mia imminente morte.
-Per me è influenza- commentò Louis, beccandosi un pugno sulla spalla.
-Ah! Sono ingrassato. Capisce, dottore? Il dramma più grande è che quest'anno non sarò pronto alla prova costume, nemmeno con una dieta ferrea e tonnellate di acrivia col BRRRRIFIDUS ACTIREGULARIS- farfugliai gesticolando sulle ultime due parole, dando ulteriormente l'idea di qualcuno a cui manca qualche rotella.
-Nausea, sonnolenza, irritabilità, se non fosse un uomo direi senz'altro che si parla di gravidanza.- disse l'uomo grattandosi i baffi. WUT? GRAVIDANZA? ah no, tranquilli gente, mamma m'ha fatto col pisy.
-Ma siccome sono un ragazzo...- continuai la frase, cercando di arrivare a una fottuta diagnosi.
-Chi è il passivo?- chiese sfacciato il medico. Eh no, le mie gesta eroiche da passivo restano nella camera da letto, non vado certo a sbandierare al primo cervellone che mi passa davanti che lo prendo nel culo. Potrebbe influire sulla mia inesistente virilità.
-Lui- Louis mi indicò, beccandosi un'altro pugnetto sulla spalla, questa volta più vigoroso e carico di spirito.
-Sempre?- continuò il dottore.
-Si, se no lo faccio secco.- presi la mia piccola vendetta, con un sorriso beffardo.
-Voglio provare a fare un'ecografia, se lei è d'accordo, si accomodi.- l'uomo si alzò indicandomi il lettino. Ok ok ok. La situazione sta degenerando. Appena appoggiò quello strano aggeggio sulla mia pancia sbarrò gli occhi.
-Oh buon dio, non è possibile.- esclamò, lasciando perplessi me e Louis. Lo fulminai con lo sguardo. Il dottore si schiarì la voce, poi mi guardò in modo strano.
-E' strano dirlo ma congratulazioni, lei è incinto.- disse, restando a fissarmi per gustare la mia reazione. Scoppiai nella risata più forte della mia vita, mentre gli altri due mi fissavano in silenzio.
-E' lo scherzo migliore che abbia mai visto, sto morendo giuro- feci per dare il cinque al medico che continuava a guardarmi. Louis era pietrificato.
No.
-Quindi sono...-
-Incinto, si.-
Dopo quelle due parole tre secondi di silenzio, poi sparai l'urlo più forte mai udito in questa galassia. Penso di aver rotto qualche vetro e aver fatto scattare qualche allarme, ma capita insomma. Louis intanto sbatteva ripetutamente la testa sul muro. Continuai l'urlo per 15 secondi abbondanti ti fila.
-LOUIS, UNA CREATURA SI STA IMPOSSESSANDO DI ME. CHIAMA L'ESORCISTA.- gridai afferrando il colletto della sua camicia.
-Guardala così, stai coltivando il frutto del nostro amore.- disse romantico, abbozzando un sorriso.
-FRUTTO DEL NOSTRO AMORE? PREFERIVO... UNA MELA. COME FACCIO A TIRARMELO FUORI MO'?- rivolsi l'ultima frase al dottore agguantando il suo camice e portandolo a pochi centimetri dalla mia faccia.
-Ehm.. si, ok. Facciamo così, un controllo una volta al mese ok? Poi vedremo come fare.- cercò di tranquillizzarmi sorridendo cordiale.
-Come dico a mamma che sono incinto?- piagniucolai incrociando le braccia al petto. Louis intanto stava già componendo il numero di mia madre, così gli strappai il cellulare di mano quando era già in linea.
-Mammiiiiiiina.- esclamai, come solo un bimbo di 5 anni che vuole una caramella potrebbe fare.
-Harold, che è successo?- rispose rigida, riconoscendo nel mio tono di voce il panico più totale.
-Diventerai nonna, ye!- mormorai
-Avete deciso di adottare un bambino! Ma è fantastico!-
-Non proprio, mamma.- presi un respiro sperando che la chiudesse li, come se nulla fosse, cosa impossibile.
-E come allora?-
-Sono incinto.-
-Non fai ridere, Harry.- disse, fredda. Uh, neanche a me fa ridere.
-Aspy, ti passo il dottore- allungai il cellulare all'uomo.
-Ehm si, signora non è uno scherzo...- disse, poi sentii un tonfo.
-Non risponde- aggiunse brillantemente il medico. OH, GRAZIE AL CAZZO, FORSE è SVENUTA?
-Mamma la buona notizia è che forse sopravviverò- gridai sperando di farmi sentire.
-Ora, portami a casa Loueh prima ce cada in depressione- mi alzai riattaccando il telefono e tirando giù la maglia.
-Buona giornata dottore- lo salutò stringendogli la mano, mentre io lo congedai solo con un cenno. Uscii nella sala di attesa e scrutai velocemente le persone presenti.
-Sono incinto, yeah! oh gesù dammi la forza- esclamai, per poi scoppiare in un pianto poco dignitoso mentre Louis mi tirava fuori da li.
-Quindi nella mia pancia c'è un marmocchietto, Lou?- mugolai prima di scendere dalla macchina, davanti a casa Stylinson.
-Evidentemente si- rispose sorridente Louis accarezzandomi la pancia, leggermente gonfia. Sbuffai, tirando fuori le chiavi e aprendo la porta. Con passo spedito raggiunsi il divano e mi ci buttai sopra, poi strinsi il cusino appoggiandolo in faccia.
-Hey- Louis mi accarezzò una gamba sedendosi vicino a me.
-Ho una paura...- mormorai spostando di poco il cuscino e facendo intravedere gli occhi rossi e gonfi.
-Non fare così, andrà tutto bene.- tolse il cuscino, poi mi baciò la fronte. Lo strinsi a me più forte.
* * *
Sapete vista così sembra quasi una cosa profonda/toccante/agghiacciante/divertente/esilarante/demenziale, no? Beh lo è. Trascorsi i mesi successivi gridando ordini come Hitler e mangiando nutella. Stavo mettendo su una quantità ribaltevole (ribaltante-vomitevole) di chili e stavo diventando cinico e bastardo. Quindi se fossi dell'altro sesso sarei così per una settimana una volta al mese? cazzarola.
* * *
-LOUIS WILLIAM TOMLINSON- gridai sdraiato dal divano. Lo vidi correre giù per le scale esasperato.
-Dimmi- disse dolcemente col fiatone
-voglio i cetriolini sott'aceto con la panna acida sopra e gli smarties. SONO STATA CHIARA?- ordinai.
-statA chiarA? adesso pure le crisi di identità?-
-CORRI PICCOLO PLEBEO. LA DIVA HA FAME.- gli tirai una ciabatta guardandolo correre in cucina. Poco dopo tornò con quanto richiesto e lo appoggiò sul tavolino accanto a me.
-Boo...- mugolai addentando il primo cetriolino con panna e smarties. Che razza di merda.
-Cosa c'è amore?- sorrise Louis cercando di non far notare troppo il fatto che mi avrebbe ucciso nel peggiore dei modi. Anche due volte, così per essere sicuri che fossi morto.
-Sono brutto!- gridai, scoppiando a piangere. Ah, avevo parlato delle mie crisi di autostima? no? Bene.
-Ssssh, sei stupendo.- Louis mi baciò la fronte e trovai la forza per sorridergli. Mi alzai per andare in bagno quando accadde.
-LOUIS.- rimasi in piedi paralizzato.
-Che c'è amore?- corse vicino a me.
-Mi si sono rotte le acque. Cazzo.- mormorai pietrificato con gli occhi sgranati.
-Cosa? Oh dio diventeremo papà!- gridò cominciando a saltellate come un coglione.
-Louis. Luigino. Luigetto. Loueh. PORTAMI ALL'OSPEDALE BRUTTA TESTA DI CAZZO.- gridai dandogli un pugno sulla spalla.
-Giusto! Ehm...Vieni con me- andò nel panico accompagnandomi verso la porta
. -LOUIS. Sto per partorire e mi fai anche camminare? Che razza di marito sei?- lo squadrai con disgusto.
-Ma... ma... tu sei una nutellara gigante di un metro e ottanta con chissà quanti chili di marmocchio dentro. Mi spezzo la schiena!-
-WILLIAM. LA DIVA HA ESPRESSO IL SUO VOLERE.-
-Gesù dammi la forza- mormorò cercando di prendermi in braccio da qualsiasi angolazione mentre io sorridevo compiaciuto, con qualche fitta di dolore allucinante di tanto in tanto. Ammetto (mandando bellamente a fanculo la mia virilità) che quando ci riuscì mi sentii una bellissima principessa dai lunghi e fluenti capelli rosa.
* * *
E così si conclude un'altro breve capitolo di questa insolita storia. Seriamente, una principessa dai lunghi capelli rosa? pfff. Comunque si, ho appena fatto finta di fare swish, provate compassione. Ma tanta.
* * *
Appena arrivammo dentro all'ospedale, lui aveva i sudori freddi e continuava a chiedere aiuto mentre io controllavo di essere a posto. Tolsi il mio foulard di seta rosa e lo misi nella pochette abbinata, dirigendomi alla reception.
-A chi mi devo rivolgere per partorire?- mi avvicinai alla donna dall'espressione funerea, appoggiando un gomito al banco e togliendomi gli occhiali da sole.
-Salve, sono Susan. Ha un appuntamento, mh?- disse con un tono lento e basso, sprizzando voglia di vivere da tutti i pori.
-Senta, io devo partorire, mio marito è nel panico e mi si è rovinato lo smalto. Che altro deve succedere? La prego, chiami un dottore.- mi spazientii esponendo tutti i miei sassy-problemi.
-Va bene, ora controllo.- digitò velocemente sulla tastiera del computer. -Il computer dice no.- annunciò rassegnata, con la sua faccia da schiaffoni.
-No? Loueh! Invoco il tuo nome!- gridai esasperato facendolo comparire istantaneamente alle mie spalle.
-Tutto bene amore? Tutto ok?- mi guardò dalla testa ai piedi preoccupatissimo.
-Il computer dice no.- feci il musetto da cucciolo, incrociando le braccia.
-Esatto, dice no.- replicò Susan sonounottimainfermieramoltofunzionale.
-Faccia partorire mio marito o scatenerò la sassy che è in me, BWAAAH- ruggì coraggioso il mio principe azzurro, dimostrandole che lui è un duro, e la sottoscritta diva può tutto.
-Do un'occhiata e vedo se c'è un dottore disponibile- Susan digitò qualcos'altro. -Il computer dice no.-
Prima che potessi aprire bocca e lamentarmi Louis si era già buttato sul banco con le mani tese in avanti intento ad afferrare Susan per la gola e strangolarla. Feci una finta espressione stupita, poi restai a osservarlo mentre cercava di ucciderla brutalmente a mani nude. Questo è il mio uomo.
Notai che gli occhi della disgraziata stavano per uscire dalle orbite, così tirai giù LouLou, poi tirò un respiro, ci guardò male e ci disse di andare nella camera 24.
-Loooooueh!- mi lamentai sdraiato sul letto dell'ospedale mentre lui si era addormentato vicino a me. Cucciolo. Ma non era il momento di fare il cucciolo, seriamente, la diva stava a morì.
-Louis- scossai ancora il suo braccio nel tentativo di svegliarlo. Mi avvicinai al suo orecchio, dolcemente.
-LOUIS.- gridai facendolo sobbalzare e cadere dalla sedia.
-Si?- mormorò, evidentemente stanco.
-Fa male. Tanto.-
-Aspetta, chiamo l'infermiera- sbadigliò aggrappandosi alla sponda del letto e rialzandosi. La donna schizzò velocemente all'interno della stanza.
-Perfetto! E' il momento- gridò in preda all'entusiasmo. Presi la mano di mio marito e la strinsi così forte da farlo mugolare disperato.
Da quel momento non ricordo praticamente niente, fino al mio risveglio.
Aprii gli occhi lentamente accecato dalla luce, ero di nuovo nella mia stanza. Sentii la mano di Louis appoggiarsi sulla mia e accarezzarla.
-Hey, guarda, papino si è svegliato!- mormorò tutto contento. Dovevo ancora focalizzare, ma quella frase mi fece fermare il cuore per qualche secondo.
-Che.. che succede?- aprii del tutto gli occhi e li puntai su di lui. Vidi che in braccio aveva un piccolo fagottino che ammirava come se fosse la cosa più bella al mondo.
-Guardala, Harry- mi guardò con gli occhi lucidi passandomi la copertina contenente... la mia piccola. La fissai per qualche secondo mentre Louis faceva il servizio fotografico col MIO iphone. E cazzo, si, era veramente la cosa più bella al mondo.
-Hey- sussurrai commuovendomi, mentre accarezzavo il suo bellissimo visetto. Per controllare il sesso spostai di poco la copertina.
-CAZZO E' STA ROBA?- rimasi sbalordito.
-una vagina, Harold. E' una femmina- mi rimproverò con fare materno.
-Maronn che schif- la coprii di nuovo, poi mi venne un dubbio.
-Louis.- richiamai la sua attenzione.
-Dimmi-
-Con quale dei quattro capezzoli devo allattarla?-
-Harry devi darle il latte del gatto- affermò convinto quel grandissimo, enorme coglione di mio marito.
-Ma che sei cretino? Dusty è un maschio, lo sapevo che dovevamo tenere anche sua sorella.-
-Oppure? Alternative?-
-Potrei affittare una capra.-
-Capra? E dove la trovi?-
-Non lo so, secondo te Gemma è abbastanza capra?-
-Suppongo di si.- disse Lou facendo spallucce. Feci lo stesso, poi composi il numero di mia sorella.
-Ziettaaaa- gridai al telefono facendola come minimo sclerare. ''o emme gi, sono la ziuccia + bll dl mnd xdxd''
No.
-ODDEO SEH.- esclamò facendo, immagino, uno di quelle mosse alla ''rock me, yeah''
-E' una femminuccia vero?-
-Si, dovresti vedere com'è piccolina. Comunque, non ti ho chiamato per fangirlare con te- la ammonii subito dopo aver sentito qualche gridolino dall'altra parte del telefono.
-Sei sempre il solito rompi coglioni. Che c'è?- sbuffò.
-Ho bisogno di un favore.-
-...Tipo?-
-Me la allatti?- supplicai, poi sentii un beeeep.
-Capra disapprove- dissi scoraggiato. Poi boom, lampo di genio. Composi un'altro numero mentre guardavo compiaciuto Louis giocare con la bimba che ogni tanto emetteva qualche piccolo gemito.
-Hey Caroline- dissi lentamente, con una voce più roca e sexy possibile.
-Ah Harreh, te sei deciso a darmelo?- esclamò vittoriosa la graziosissima, finissima Flack.
-Veramente volevo chiederti un favore.-
-A ingoio, certo, certo.- mi rassicurò facendomi sgranare gli occhi.
-Puoi allattare mia figlia? solo per un po!- chiesi, e lei riagganciò.
-LouLou, se non funziona questa dobbiamo darla al gatto.- mi disperai facendogli alzare lo sguardo su di me.
-A chi stai per chiederlo, Harold?- domandò severo quando avevo già composto il numero.
-Taylor! Sciao biondah.- la salutai con un tono altrettanto provocante.
-WE'RE NEVER GETTING BACK TOGETHER, LIKE...EVER.- cantilenò con voce fastidiosa.
-Tranqui Barbie, non c'è pericolo. Me lo fai un favore?-
-I don't know about you but im feeling 22, Everything will be alright if you keep me next to you- continuò a cantare
-Senti ventiduenne dei miei coglioni, mi ascolti 'n attimo?- cominciai a scaldarmi
-Why you gotta be so mean?-
-ALLATTI MIA FIGLIA STUPIDA PORTATRICE DI TETTE?- gridai per sovrastare la sua voce
-Che? Figlia? Stupida? Portatrice? Tette? Mi hai preso per una mucca, EDUARD?.- no. questo non doveva farlo.
-Taylor Alison Maria Juan Carla Dolores De la rosa Ramirez Swift, come mi hai chiamato?-
-EDWARD. EDUARD. E D U A R D.- scandì le lettere con lo scopo di frantumarmi i coglioni. Wery nice job.
-Senti. Ho appena partorito in chissà quale modo, ho un marito stupido, mia sorella non mi aiuta, mia madre è svenuta, la mia ex voleva farmi un pompino. E poi come se non bastasse ho passato questi nove mesi a mangiare nutella guardando il mondo di Patty piangendo con lei. TI RENDI CONTO DI COSA SIGNIFICA PIANGERE CON PATTY? E ora arrivi tu, ti supplico di fungere da mucca e mi chiami per il mio secondo nome? sei una donna meschina, Taylor.- farfugliai velocemente, esasperato.
-You'll be the prince and I'll be the princess, It's a love story, baby, just say yes- cantò. ANCORA.
-Senti, cià- chiusi il telefono per poi girarmi con uno sguardo assassino verso Louis che giocherellava beato con quel piccolo involtino di guai che io stavo provvedendo a mantenere.
-Harry- mormorò l'altro alzando lo sguardo. -Ma sta bambina quindi come si chiama?-
-Uh. Suggerisco Harriet, suona bene no?- scherzai riprendendo la piccola fra le mie braccia.
-Susan-
-Charlie-
-Hope- annunciò Louis, sembrando quasi convinto.
-EH CAZZO NO. A FURIA DI LEGGERLO NELLE FANFICTION MI SANGUINANO LE PUPILLE. TE PREGO.-
-ok, ok. Mary-
-Emily-
-Delilah!- esclamò, probabilmente ricordandosi della nostra canzone. Alzai lo sguardo, poi gli sorrisi con gli occhi appena lucidi. Solo un po' eh.
-E' perfetto, Louis.- gli strinsi la mano, commosso. In quel momento la piccola aprì gli occhi e iniziò a piangere.
-Guarda Loueh! Sono blu come i tuoi!- commentai, cullandola nel tentativo di farla smettere. Lui, intanto, stava girando per la stanza nel panico totale.
-chiama l'infermiera, Lou!- ordinai, così corse fuori dalla stanza mettendosi a gridare come un disperato.
-E non sta morendo, su!- urlai, peggiorando la situazione. Pochi secondi dopo entrò l'arzilla infermiera, con un entusiasmo quasi disgustoso, al seguito di quella checca isterica di mio marito. -Ha fame!- osservò saggiamente l'infermiera che, a quanto lessi sul cartellino, si chiamava Mary. Con quelle sue mega-poppe poteva pensarci lei.
-Bene, ce ne siamo accorti. Ora, mi dica, DA DOVE ME LO TIRO FUORI IL LATTE?- mi innervosii, facendo sorridere ancora di più la piccola, ingenua Mary. Cazzo ridi che muori pure te?
-Dai capezzoli! ahahah- esclamò con la sua risatina da oca prendendo in braccio la MIA bambina. La guardai male e mi sbottonai il camice, e in quel momento scoppiò letteralmente in una risata fragorosa.
-Bhè? che c'è?- chiesi perplesso. Louis intanto cercava di placare la sua risatina isterica, seduto in un angolo della stanza, dondolandosi.
-Non ci avrai mica creduto! Era uno scherzo, dovete dargli quello artificiale.- prese un biberon e me lo diede in mano. Glielo diedi e cominciò a succhiare come Loueh con... No, vabbè.
* * *
E fra Susan, il computer che dice no, la piccola Didi (si, appena nata aveva già un soprannome) e Mary la svitata siamo riusciti ad andare a casa. Dopo neanche due ore ecco che si ripresenta la situazione di prima.
* * *
-Lou! Scalda il latte!- gridai dal salotto, dove Didi si era appena svegliata. Lui si alzò dal divano e si diresse in cucina, mentre io la cullavo tentando di calmarla.
-Tieni... Come facciamo a capire se è troppo caldo? Potrebbe bruciarsi la gola.- Louis fece la sua prima osservazione sensata dopo... 5 anni?
-Devi provarne un po' sulla pelle.- ci guardammo. Presi il biberon e gli misi un po' di latte sul palmo della mano, facendolo gridare come una gallina.
-E' bollente!- gridò, massaggiandosi la mano.
-Buono a sapersi.- gli lascia un bacio sulla fronte prima di dare il biberon a Didi.
Quando ebbe finito la misi nella sua culla per fare un pisolino. -Vuoi bene a papà? Si?- le feci il solletico nel pancino, e lei rise.
-Lo prendo per un si- spensi la luce, uscendo dalla stanza.
* * *
-Didi, sta ferma!- Louis è finalmente riuscito ad acchiappare la bimba, di ormai 3 anni, dalle bretelline della salopette. Quando si mette a correre dappertutto, si salvi chi può. Io intanto me ne sto steso sul divano mentre osservo la scena: Lou che tiene la bretella con solo due dita, e lei che si dondola come se fosse su un'altalena.
Io mi alzo, sorreggendo la schiena dolorante.
-Papi!- la piccola mi vede e tente le manine verso di me. La metto giù, e le lascio un bacino sulla fronte. -Sai che non posso prenderti in braccio ora.- le dico, dispiaciuto facendo comparire sul suo visetto un tenero broncio.
-Su, dai. Non fare così. Ti do un cioccolatino se vuoi- le scompiglio i capelli, ricci come i miei, che prima erano legati in una coda.
-Dai, non toccarmi i capelli!- sbuffa aggiustandoseli. Poi le prendo un cioccolatino e la faccio sedere sulle mie ginocchia, in cucina.
Ripensandoci non ho rimpianti, rifarei tutto da capo, riaffronterei tutto insieme a Louis.
Anzi, lo sto già facendo.




ANGOLO AUTRICE. (perdonate il colore vomitevole ma scrivendo il codice a mano faccio quello che posso ahahahha)
io l'ho... l'ho fatto davvero? davvero davvero?
ho davvero detto che... no aspettate PUAHAHAHAHHAHAHAHA
Harry incinto. cazzarola. La mia malattia mentale sta degenerando di brutto.
dovrei farmi una lobotomia, seh.
acomunque... ta daaaa *voce alla Marcel*
grazie per aver letto questo obrobrio, se riceverà un numero decente di recensioni (dicesi 2 o 3) credo che scriverò il sequel perchè, come avrete intuito, HARRIET E' INCINTA. AGAIN.
tremate gente *da da daaaaaa*
ora vado o come sempre rischio di scrivere lo spazio autrice più lungo della os in se.
*ultima cosa* mi fate la carità di lasciare una recensione a questa povera piccola ragazzina malata? perfavore çç
accetto e prevedo crtitiche, lol.
ciao belle <3

  
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