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Autore: Raggio di Gioia    08/08/2013    4 recensioni
Salve popolo! Torno dopo 56789 anni di scomparsa. Causa rete penosa e problemi tecnici .-.
ma ooooooook. No comment. Prima di postare la fic per il contest di rie e Aurara metto questa.
Trattasi di un sequel del primo capitolo della raccolta "E se basta un pennarello per tessuti..."
Dedicato alla mia cara Ukki, dentro presenta altri ringraziamenti
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lo vuoi un Bacio, Masaki-kun?

 

Se colui che si trova lì sopra, nel cielo, voleva che Masaki avesse una giornata nera, complimenti, ci stava riuscendo davvero molto bene.
No, no, non pensate che fosse successo chissà cosa!


Primo:
quella mattina per colpa della sveglia che da un pezzo andava in ritardo e che, con grande ostinazione di Hiroto, doveva essere riparata dal rosso stesso (col risultato di averla solo privata dell’audio) Masaki aveva perso l’autobus;
 

Secondo:
grazie alla fretta impiegata per correre a scuola, quella mattina Masaki aveva dimenticato anche il pranzo a casa e si era visto costretto a comprarsi un panino al volo per strada, dicendo addio a gran parte dei risparmi che conservava per comprarsi un nuovo videogioco;
 

Terzo:
a scuola si era completamente dimenticato che quel giorno avevano una verifica di Algebra e, si sa, lui non era mai stato bravo con numeri e lettere insieme, ottenendo il risultato di scribacchiare solo le poche risposte che era riuscito a copiare da Takuto;
 

Quarto:
agli allenamenti, non trovando la sacca da calcio nello spogliatoio, ci era arrivato in fragrante ritardo, beccandosi la ramanzina più lunga della sua vita da Midori, seguita poi da Kirino e Takuto che l’avevano sorpreso a copiare nel compito in classe;
 

Quinto:
alla fine di tutto, giusto per mettere la ciliegina sulla torta, era venuto a sapere che quello era anche l’anniversario della squadra di calcio che compiva ben un anno.
E ovviamente, per merito della sua lodevole (si fa per dire) reputazione, non aveva ricevuto nemmeno l’ombra di un regalo. Differentemente da ogni membro della squadra che, anche se non da tutti, almeno uno l’aveva ricevuto.

 

Insomma, cosa mai poteva essere?

 

- Uffaaa! Oggi non è proprio la mia giornata! – L’azzurro lasciò sprofondare la faccia nella felpa della divisa, accasciandosi a peso morto su una delle panchine del campetto, approfittando della pausa per crogiolarsi nella sua depressione.
Nel mentre i compagni si scambiavano animatamente regali e battutine, seduti anch’essi ma ignari del fatto che il povero difensore si stesse lentamente circondando di una pesante aura negativa.
- Ok ragazzi ora che vi siete scambiati i regali e che Akane… ha finito… di sommergerne… Takuto… Direi che possiamo ricominciare gli allenamenti!
Un coro di “sì allenatore” si sollevò per aria, librando poi con esso l’allegro vociare dei ragazzi che correvano in campo, ancora carichi di energie.
Sì beh, insomma. Quasi tutti…
 
 
Alla fine degli allenamenti la squadra, una volta uscita dagli spogliatoi, decise di avviarsi verso il parco a prendere un po’ d’aria e concludere la serata in pizzeria; alcuni accettarono di buon grado, altri rifiutarono, altri ancora dissero di avere già un impegno.
Masaki preferì non dire proprio nulla e tornarsene a casa prima ancora di ricevere l’invito.
 
 
Mentre stava per imboccare l’uscita della scuola, l’azzurro venne richiamato da una voce alle sue spalle; preferì di gran lunga ignorarla e procedere se non fosse che qualcuno lo fermò prendendolo per le spalle.
- Masaki-kun cosa ti prende?
- Lasciami stare stupido senpai, non ho voglia di parlare oggi.
- Andiamo, cos’è quel broncio?
- Ho avuto una giornata orrenda ok?! Dovrebbe farti piacere, immagino, visto che mi dete–
Non ebbe modo di finire la frase che le parole gli morirono in gola. Aveva lo sguardo fisso sulla maglietta del rosa. Non riusciva a credere che la stesse veramente indossando.
Era proprio quella che gli aveva regalato un paio di settimane prima!
- Beh? Che ti prende? Me l’hai regalata, perché non dovrei usarla?
- I-io… No, niente, lascia stare. – Fece per girarsi e tornare a casa quando venne nuovamente fermato.
- Aspetta, non mi hai fatto parlare. – Subito il più grande attirò a sé il difensore, stringendolo in un tenero abbraccio che ebbe l’effetto di far arrossire il più piccolo.
Un secondo dopo l’azzurro si ritrovò con una scatola di cioccolatini sotto al naso; una scatola di Baci per la precisione. – Ho dimenticato di darti il tuo regalo oggi pomeriggio. Lo vuoi un bacio Masaki-kun?
Prima ancora che l’azzurro potesse rispondere il rosa gli posò un dolce bacio nei capelli e, sciogliendo l’abbraccio, si avviò verso casa.
Masaki era ancora lì, imbambolato sul posto, con quei cioccolatini tra le mani.
- Ti prometto che imparerò a capirti sempre… Avrei dovuto scegliere una promessa meno impegnativa!
 
 
Cominciò ad avviarsi anche lui e per strada, considerando le proteste del suo stomaco, cominciò a sgranocchiare un po’ quei cioccolatini. Sette cioccolatini per sette messaggi: il linguaggio dei Baci.

Ne scartò uno e se lo portò alle labbra, assaporandone il dolce sapore con lentezza; subito l’occhio cadde sulla leggiadra grafia con cui era scritto il messaggio sulla carta del dolcetto.


“Un bacio sulle mani significa delicatezza”
 

Delicatezza? Una volta era capitato che Kirino gli desse un bacio sulla mano, ma non è che potesse considerarlo un vero e proprio bacio… Per colpa di una stupida scommessa fatta con Hamano aveva dovuto comportarsi da cavaliere con lui per tutto il giorno e di certo il bacio che gli aveva dato sulla mano non era per delicatezza.
 


 

Scartò un altro cioccolatino e se lo mangiò con gusto, sbirciando la scritta sul fondo. 


“Un bacio sulle spalle è l’equivalente di desiderio” 


Desiderio. No, no e ancora no. Questo non poteva avere senso: se c’era una volta che ricevette un bacio sulle spalle di certo non volle essere per desiderio. Che qualcuno ti cada addosso in corsa, finendo per darti uno pseudo-bacio sulla spalla è tutto fuorchè “desiderio”.
 


 

Prese anche un terzo cioccolatino, incurante della cena molto prossima. 


“Dare un bacio sul collo significa essere conquistato da chi si bacia” 


Ok, questo era fuori discussione. Solo perché una volta Masaki si era rotto una gamba e Kirino era venuto a trovarlo a casa (sicuramente per schernirlo credeva lui) e l’aveva abbracciato per poi baciarlo sul collo e consolarlo, non significava che gli piacesse.
 


 

Il quarto cioccolatino venne a sua volta mangiato in un sol boccone, rivelando un altro messaggio. 


“Un bacio sul naso è un implicito avvertimento di gelosia” 


Questo era decisamente strano, anche perché quelle poche volte in cui Kirino l’aveva visto parlare con Hikaru non l’aveva mai sottratto al suo amico, ma non poteva negare nemmeno che il rosa ultimamente era un po’ più affettuoso nei suoi confronti. Capitava che quando lo vedesse giù di morale volesse essere solo lui a consolarlo, come quella volta in cui non riuscì ad eseguire per bene nemmeno una mossa: gli si era avvicinato prima degli altri e dopo averlo rassicurato gli aveva dato un leggero bacio sul naso.
 


 

Il quinto cioccolatino fu inghiottito sia per golosità che per curiosità. 


“Con un bacio sugli occhi si vuol chiedere perdono” 


Non aveva molto in contrario con questo, anche se il gesto gli sembrava un po’ fuori luogo.
Questo però poteva anche giustificare Kirino quando lo colpì accidentalmente in faccia con una pallonata rischiando di fargli un occhio nero. Aveva sempre creduto che quel bacio sugli occhi fosse solo il classico e infantile “bacio sulla bua” ma evidentemente si sbagliava. Anche se non glielo perdonò tanto facilmente.
 
 


Giunse il turno del sesto cioccolatino che venne quasi letteralmente ingoiato. 


“Un bacio sulla fronte è segno di rispetto” 


Forse con il rispetto si esagerava un po’… Sì insomma, non è che Kirino fosse poi così rispettoso nei suoi confronti no? Un momento, era il contrario… Quindi se si voleva chiarire la storia era più che evidente che in fondo Kirino lo rispettava malgrado i suoi difetti, se nelle ultime settimane gli dava sempre un bacio sulla fronte dopo le sue ramanzine.
 


 

Ormai davanti casa mise in tasca i bigliettini e scartò l’ultimo cioccolatino, assaporandolo in ogni minimo particolare. Poi si azzardò a buttar un occhio sul foglietto e quello che lesse lo lasciò a dir poco sconvolto. Infilò in tasca anche quello entrando in casa e salì subito in camera sua, ignorando le urla di Midorikawa che annunciava la cena a tavola. Perché ancora non ci credeva. 
 


“Un bacio nei capelli è il modo più semplice di dire: ti adoro” 

 


 
Il mattino dopo Masaki arrivò quasi in anticipo a scuola, attendendo con impazienza l’ora di pranzo che precedeva gli allenamenti.
Quando suonò l’ultima campanella l’azzurro fu tra i primi ad alzarsi e uscire. Si sedette a tavola e pranzò in silenzio, aspettando che gli altri se ne andassero negli spogliatoi.
 
 
Rimasero al tavolo solo lui e il rosa, che stava rimettendo tutto in ordine prima di raggiungere i compagni. A passo svelto e silenzioso si avvicinò al senpai e poggiò sul tavolo un cioccolatino.
- Lo vuoi un bacio senpai? – In quel momento il rosa si accorse del compagno e dell’inaspettato dono.
- Masaki, quello non è un Bacio, ma un cioccolatino comune. – Ridacchiò tra sé e nel mentre prese il dolcetto tra le mani, portandoselo alle labbra.
- Non mi pareva di aver specificato che “bacio”, Ranmaru. – L’azzurro distolse lo sguardo un po’ imbarazzato, sentendo addosso lo sguardo del rosa. Ci volle meno di un secondo: le labbra del più piccolo si posarono leggermente su quelle del rosa, in un tenero e casto bacio, per staccarsi appena un paio di secondi dopo.
- Muoviti stupido senpai o cominciamo gli allenameni senza di te!
Fu tutto ciò che disse, correndo via con le guance in fiamme. Solo allora Kirino si accorse di un foglietto su cui precedentemente poggiava il dolcetto. Era l’indubbia grafia di Masaki.
Subito un sorriso angelico si dipinse sul volto del rosa che, presa la sacca in spalla, si lasciò sfuggire dalla bocca un sussurro. – Ti amo anche io Kariya.
 
                       
“Un bacio sulle labbra è il modo più veloce di dire: ti amo”                         

 
 
 
 
Dedicato alla mia amata kohai Ukki <3
Ti avevo detto di ricordare un messaggio in particolare riguardante un bacio nei capelli no? Ecco spiegato il perché <3
 
Angolino colorato dal profumo di primavera
Oww salve miei cari
Cosa posso dirvi? Eheheh. Boh ci stavo lavorando mentalmente da secoli e sinceramente non sarei riuscita a trovare la soluzione se la carissima Lola-chan non mi avesse aiutato <3 grazie mille tesoro<3
Va dunque un teneroso (?) ringraziamento a Cigno Bianco
In più approfitto di questo spazio per scusarmi con la mia cara Sasà.
Devo ancora risponderti al papiro (XD) ma ultimamente ho impedimenti di rete e giuro che lo farò appena possibile
E per la mia Onee-chan Karter… Te l’avevo detto su fb di ricordare il messaggino<3 SORPRESA
OOK. Stop sclero. Spero che vi sia piaciuta perché, beh, non lo so a me sta simpatica, non so voi. XD Pardon. Ho evitato di mettere OOC perché mi sembrava solo un sospetto. A mio avviso Masaki si comporta così se ha una giornataccia u.u
Vabbien ora vado e smetto di rompervi le scatoline del trasloco (???)
A presto popolo!  Un saluto e mille abbracci e baci color arcobaleno!
Raggio di Gioia <3
  
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