Lea_z_98 presenta
una fanfiction di ONE PIECE
Grazie
A Portgas D. Ace
perché è un eroe
Se affronto
qualcuno, non mi volto indietro!
Il piccolo
Ace davanti a Polchemy
***
D’improvviso sento un
caldo, sordo, logorante dolore.
Tenace, silenzioso,
severo.
Proprio dietro la schiena,
attraverso la spina dorsale, nella carne, poi sul petto, poi al di fuori.
È bollente, bruciante,
infernale.
Strano, penso, visto che
sono fatto di fuoco. Non dovrei soffrire il caldo.
Cos’è successo?
Ma certo…
Akainu.
Akainu stava attaccando
Rufy, stava per ucciderlo.
E io…?
E io… e io mi sono gettato
davanti a lui.
Giusto?
Sì, deve essere così.
Perché il ragazzo col
cappello di paglia davanti a me non è un’illusione.
Il ragazzo col cappello di
paglia disteso a terra non è un’illusione.
Il ragazzo col cappello di
paglia che mi guarda esterrefatto non è un’illusione.
Quindi… quindi?
Quindi… Akainu ha colpito
me.
Ora capisco perché mi
sento appesantito. Proprio qui, sul petto, dove c’è il cuore.
La bocca mi si impasta.
È una sensazione
sgradevole, schifosa.
Una goccia di sudore mi
imperla la fronte.
Allora…
Allora sto morendo?
No. Deve essere uno
scherzo.
Ho un tuffo al cuore, mi
si annebbia la mente.
Lentamente il fardello sul
torace si alleggerisce.
Akainu ritrae il braccio
ed io, lentamente, mi indebolisco.
Lentamente cado a terra.
Lentamente sento il grido
di Rufy.
Perché è tutto così lento?
Perché è tutto così
ovattato?
Non riesco ad udire bene
gli spari, le urla.
Strano…
Vedo un po’ del mio fuoco
sparso a terra, seminato qua e là.
È debole, silenzioso.
Tetro.
Rufy è davanti a me.
Ignora la battaglia.
Che fannullone. Non
dovresti andare a combattere?
Mi sento invaso da un
gelo, il respiro si arresta.
Sto morendo.
Possibile? Davvero? La
morte?
Strano. Mi ero ripromesso
di non perire.
Ma allora perché sto
morendo?
Rufy adesso mi sorregge.
Perché? Perché sto
morendo?
Cosa ho fatto di male?
Sento il respiro di mio
fratello sul collo.
È impercettibilmente
rotto, spezzato, affranto.
Mi stringe una gran pena
di lui.
Sì, io lo sto tormentando.
Non ha il coraggio di pensarci, non vuole crederci.
Ma starà meglio quando
morirò.
Tutt’un tratto mi diviene
chiaro ciò che mi opprime: gran pena di Rufy, gran pena di tutti loro. Liberare
loro e liberare me stesso da queste sofferenze.
Com’è bello, com’è
semplice!
E il dolore? Dov’è andato
a finire?
Ehi! Dove sei, dolore?
Resto sospeso, in ascolto.
Non lo sento.
E la Morte?
Morte! Vieni fuori, ti
affronterò a testa alta.
Cerco la mia antica paura
della Morte e non la trovo.
Dov’è, essa? Quale morte?
Nessun terrore c’è più, perché anche la Morte c’è più.
E perché mai penso a
“Morte” invece di “morte”? Non è tanto importante da avere un nome con la
maiuscola.
Mi chiedo soltanto…
Mi chiedo…
È stato un bene che io sia
nato?
Forse sì. Forse no. Non
l’ho mai saputo e credo che non lo saprò mai.
Forse non è stato né un
bene né un male. Forse non è stato nulla.
Ah, così va meglio.
Sento la voce di mio
fratello sussurrare il mio nome.
Mio fratello…
L’unico rimorso che avrò
sarà quello di non poterlo rivedere.
Ehi, Rufy. Bada bene di
realizzare il tuo sogno prima di morire… voglio essere il fratello del Re dei
Pirati.
Gli parlo. Devo farlo
ragionare, devo tranquillizzarlo.
Ehi, Rufy.
Rufy!
Dico a te.
Sappi che io ti ho amato
quanto tu hai amato me.
Ormai non capisco se sto
parlando o se sto solo pensando.
Che scocciatura…
La lingua mi si impasta
ancora, un disgustoso saporaccio mi pizzica la gola.
Dev’essere il mio sangue.
Non sento quasi più la mia
voce. Deve essere troppo debole per essere sentita bene...
Mi raccomando, Rufy…
voglio che tu riferisca a tutti gli altri quello che sto per dirti, perché è
importante.
Padre…
Amici…
E tu, Rufy, fratello mio.
Tutti vi siete presi cura
di me e, anche se non lo meritavo, mi avete accettato.
Avete accettato uno come
me, nelle cui vene scorre il sangue di un mostro.
A tutti voi dico grazie…
Grazie di avermi amato.
***
Se un uomo
non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire, non ha ancora iniziato a
vivere.
Martin Luther King
Certezza di morte. Scarse probabilità di successo. Che cosa aspettiamo?
Gimli, dal Signore degli Anelli
***
Vedi, Rufy, la Vita è come una ciliegia; la parte succosa sono i Sogni,
il nocciolo è la Morte, il ciliegio è l’Amore.
E da dove nasce il ciliegio?
Ciò che la sottoscritta
vorrebbe dire a Monkey D. Rufy
***
Angolo dell’autrice
Grazie Oda-sensei, adesso
sì che mi sento davvero depressa.
… Ma sono già
all’angolino?
Che bello…
Inutile dire che mi sento
uno schifo per avere scritto tale scempiaggine.
Siatene felici! È raro che
io sia abbastanza seria per formulare un tale discorso.
Beh, non ho molto da dire
sulla fanfiction. È un’esplorazione dei mille possibili pensieri che avrebbero
potuto attraversare la mente di Ace al momento della sua morte.
Invece avrei mille cosa da
dire sul perché l’ho scritta.
Ringraziate i due miliardi
di AMV che si trovano su YouTube, le canzoni di sottofondo, alcune canzoni nel
mio mp3, la morte di Ivàn Ilìč col suo Tolstoi, la fanfic di martyc97 sulla morte di Ace dal punto di vista di
Rufy, i miei che mi fanno pesare i compiti più di quanto già non lo facciano
essi stessi e la “Depression Mode: On” che affligge di tanto in tanto le nostre
vite.
Ah, e poi c’è dell’altro.
Per me Ace è un eroe, un
esempio da seguire, da acclamare.
Perché è come lui che mi
piacerebbe morire. Per salvare un padre, una madre, un amico, un fratello o una
sorella.
Morire per dare la Vita.
Già.
Basta, così finite per
deprimervi anche voi.
Bene, io e i miei pensieri
funesti che ne andiamo, un saluto!
Lea
***
Ace, ma cosa
pensi? Certo che è stato un bene che tu sia nato. Altrimenti il fuoco non
sarebbe mai apparso sulla Terra, la Marina mi sembrerebbe ancora una ciurmaglia
di stinchi de Santo, non saprei nemmeno cos’è la narcolessia e non avrei mai
potuto amare un eroe come te.
Ciò che
avrei voluto dire a Portgas D. Ace
***
The End