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Autore: Acid_    08/08/2013    0 recensioni
‘Dio, che è successo qui?’
Alex sembrava preparato a lanciare un commento poco carino ma qualcosa lo fermò improvvisamente. Blu. La più bella sfumatura di blu che avesse mai visto. Arrossì subito, vergognandosi dei suoi stessi pensieri. Quegli occhi blu appartenevano ad un ragazzo.
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Brace yourself, Marianna is back!
No, ok. Mi annoiavo ed ero in periodo di fluff, quindi è uscita questa..  



Proteggimi da me stesso.

Capitolo uno – quello in cui in mondo di Alex viene messo sottosopra e perde una delle costanti nella sua vita.

 

xXFlashbackXx
 

La sua fronte batté contro l’anta dell’armadietto con un forte rumore ed era sicuro che il suo labbro inferiore stesse sanguinando. L’inequivocabile sapore del ferro scivolò sulla punta della sua lingua.
La forte presa attorno al suo collo finalmente si calmò un po’ ma Alex lasciò cadere una lacrima quando una mano ferma e aggressiva gli tirò dei capelli.
‘A più tardi, perdente’, una voce rude gli urlò così vicino all’orecchio che non poté far a meno di tremare di paura.  
Sentì che i loro passi si allontanavano, ma non osò muoversi. Il suo respiro era ancora nascosto da qualche parte nei suoi polmoni e iniziò a tossire immediatamente.
Almeno non mi hanno rubato l’inalatore come l’ultima volta.
Si toccò la tasca del pantalone giusto per esserne sicuro.
‘Stai bene amico? Non voglio disturbarti se hai appena scoperto un portale magico nel tuo armadietto, ma potresti per favore dirmi dove posso trovare l’ufficio del preside?’
Alex aggrottò le sopracciglia tra se e se, era abbastanza sicuro che il corridoio fosse vuoto quando il Cretino e la sua banda erano andati via ma questa voce, anche se sconosciuta, non sembrava cattiva.
Si mise in piedi velocemente anche se con qualche difficoltà, bestemmiando silenziosamente sotto il suo respiro quando si accorse che i suoi jeans erano strappati sul ginocchio sinistro. ‘Cazzo, erano nuovi’.
‘Dio, che è successo qui?’
Alex sembrava preparato a lanciare un commento poco carino ma qualcosa lo fermò improvvisamente. Blu. La più bella sfumatura di blu che avesse mai visto. Arrossì subito, vergognandosi dei suoi stessi pensieri. Quegli occhi blu appartenevano ad un ragazzo.
‘Sembra che mi sia appena sbattuto la testa contro l’armadietto. Cosa c’è di tanto shoccante?’
Lo sconosciuto roteò gli occhi ma un piccolo sorriso apparì sul suo volto. ‘Ti senti bene?’
Alex voleva dire che non c’era bisogno di ripetere quello che aveva appena detto ma rimase senza fiato quando il ragazzo allungò la sua mano e toccò delicatamente il suo labbro inferiore. ‘Stai sanguinando.’
Odiava l’assurda reazione del suo corpo, ma non poté far a meno di arrossire di nuovo. Alzò le spalle, ma per un assurdo motivo non riuscì a togliere via la mano dell’estraneo dal suo labbro.
‘E’ solo un mio normale giorno di scuola superiore.’

XxFine del FlashbackXx




Alex Kapranos era felice della sua vita. Stava vivendo uno dei suoi sogni più grandi circondato dalle persone che amava.
Tanti anni fa quando i suoi genitori gli regalarono la sua prima chitarra non avrebbe pensato nemmeno in un milione di anni che sarebbe diventato famoso e che sarebbe potuto diventare ricco facendo la cosa che gli piaceva di più.
Ma i Franz Ferdinand, la sua band, erano più che reali.
Ogni giorno che si svegliava mandava una piccola e segreta preghierina anche se non sapeva a chi.
Sapeva che qualsiasi cosa capiti,  capita sempre per una ragione superiore. A volte questa ragione è molto nascosta.
E ogni volta che si sentiva forte e invincibile sapeva non sarebbe durato per sempre. Lo chiamava ‘scuola di vita’. Ma anche quando provava ad essere il più preparato che poteva, questa lo buttava a terra.
‘Devi.. devi star prendendomi in giro.’
Alex si passò una mano tra i capelli scombinati, ignorando quanto questa tremasse. La sua voce era sforzata e molto bassa quando parlò. ‘Ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi dispiace tanto se l’ho fatto, oh mio dio, sai quanto sono negato con gli anniversari, i compleanni e tutta questa merda. Possiamo provare a calmarci un po’, sederci insieme e parlare come due adulti?’
Eleanor era una donna intelligente. Alex non l’aveva mai vista comportarsi come tale per tutti quegli anni in cui erano stati insieme. C’era qualcosa di sbagliato, C’era qualcosa di terribilmente sbagliato.
‘Questo è esattamente quello che facciamo tutte le volte, Alex. Ci calmiamo, ci sediamo uno vicino all’altro parlando come due adulti’. Sospirò forte, i suoi occhi tristi e rassegnati. ‘Tu non mi ami.’
La voce di Eleanor era singhiozzante, come se fosse sul punto di piangere ma continuò a tenere le sue piccole spalle alte e non mosse il suo sguardo da Alex.
Aprì la bocca, decidendo se dire qualcosa di abbastanza rassicurante ma il suo cuore ma il suo cuore batté dolorosamente nella sua cassa toracica quando si rese conto che non era capace a dirle quello che lei voleva sentire così tanto e mentire.
Ci fu un infinito momento di silenzio in cui Alex non sapeva cosa fare con le sue sensazioni così confuse. Era solo un brutto incubo, giusto?
Si sarebbe svegliato da un momento all’altro. Avrebbe allungato il suo braccio ed Eleanor sarebbe stata lì, a dormire accanto a lui, spostando quella frangetta disordinata nel suo modo così familiarmente divertente.
‘Vado a stare da Matthew, tornerà lui a prendere il resto delle mie cose la prossima settimana. Chiamerà prima di venire, ok?’
Alex odiava il modo così deciso in cui la sua voce risuonava nella stanza. Come quello di qualcuno che ci ha pensato e ripensato finché non c’era nessun’altra soluzione.
Si avvicinò un po’ a lei ma anche se l’avesse abbracciata con tutta la sua forza, poteva sentire che era già chilometri lontana da lui. Da qualche parte in cui non era capace di seguirla ancora.
‘Mi dispiace, El. Mi dispiace così dannatamente tanto farti questo.’
Eleanor abbassò la sua testa sulla spalla di Alex e annuì leggermente. ‘Lo so.’
Gli sorrise timidamente, le sue lunghe dita gli scorrevano sulla fronte aggrottata.
‘Sai Alex.. la verità è che non dimentichi mai il compleanno di Nick.’

 


XxFlashbackxX
 

Alex sospirò forte, era annoiato a morte. Guardò il suo piccolo quaderno, non era sicuro di cosa stesse provando a scrivere, ma non suonava proprio come una canzone. I suoi occhi si concentrarono sulla partita di calcio per un po’, fino a quando Richard gli mostrò il suo dito medio, insieme ad un eloquente sguardo dal centro del campo, quindi riportò la sua attenzione al quadernetto.
Odiava le lezioni di Educazione Fisica.
Odiava tutti queiperfetti giocatori che non erano capaci di fare nient’altro che non fosse amare loro stessi. 
Ogni stupida ragazza dentro quell’edificio era pazza per loro, pronta ad aprire le gambe ad un loro schiocco delle dita. Anche gli insegnanti, che avrebbero dovuto essere imparziali, avevano questa piccola debolezza per il loro aspetto fisico e il loro coraggio. Non avevano bisogno di essere intelligenti o di stare attenti in classe. Tutto ciò che dovevano fare era goal.

Odiava la sua asma come qualsiasi altra cosa nella sua vita. Nemmeno Richard poteva battere in amarezza quella sensazione nel suo petto che nasceva guardando quei ragazzi muscolosi e perfetti che correvano attraverso il campo.
Lui non sarebbe mai stato come loro. Perfetto o almeno buono abbastanza. Non avrebbe mai fatto goal, sarebbe rimasto in panchina per il resto della sua vita, ignorato da tutti gli altri.
Invisibile.
‘Che bello vederti senza la faccia fracassata, amico!’ Il ragazzo che aveva incontrato nel corridoio della scuola una settimana fa si sedette sulla panchina proprio vicino a lui.
Alex sapeva già che era nuovo nella scuola anche se non sembrava lo fosse, e era anche più piccolo di lui.
Alex scoprì che gli era impossibile resistere a quel sorriso a trentadue denti così sincero, quindi gli sorrise indietro.
‘Non credo durerà a lungo.’ I suoi occhi si fissarono nel mezzo del campo e l’altro ragazzo seguì il suo sguardo. ‘I cretini mi sono dietro.’
‘I cretini?’ Il ragazzo rise forte e anche se Alex non voleva, non poté far a meno di ridere con lui.
‘Credevo fossi un ragazzo serio e intelligente. Sono shoccato da quello che sento!’ Il  ragazzo si portò la mano al  petto, per rendere meglio la sua scenetta, quindi scoppiarono a ridere di nuovo.
‘Chiamo tutti i ragazzi della scuola Cretini. E il nostro capitano Richard è il Cretino di tutti i Cretini.’
Il suo nuovo amico annuì lentamente in segno di comprensione.
Alex gli allungò la mano un po’ esitante. ‘Sono Alex comunque.’
La stretta di mano dell’altro ragazzo è ferma e calda. ‘E io temo di essere solo un altro Cretino per te’. 


  
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