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Autore: Mi_Killjoy    08/08/2013    4 recensioni
-Così lasci il tuo ragazzo tutto solo?- chiesi ridendo.
-Dai, Gee, solo per pochi minuti- mi disse sfiorandomi le labbra.
-Almeno mi dici dove vai?- chiesi scrutando i suoi occhi.
-No, è una sorpresa.- mi disse distogliendo lo sguardo dai miei occhi per poi dirigerlo sulle punte delle sue converse nere. -Ah, Gee- tornò a guardarmi con un insolita tristezza. -Ti amo, più della mia stessa vita.- le nostre labbra si sfiorarono ancora, poi lui si voltò.
-Frank?- chiesi preoccupato, ma lui si chiuse la porta alle spalle prima ancora che finissi di pronunciare il suo nome.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                          And we'll all dance alone to the tune of your death,
                          We'll love again,
                          We'll laugh again and it's better off this way...

 
 
Ero distrutto, semplicemente e dannatamente distrutto.
Tutto il mondo che avevamo costruito ci era, mi era scoppiato in faccia.
Oggi sarebbe stato il giorno dell'addio. Per loro almeno lo era, ma non per me. Ci saremo rincontrati presto, forse anche troppo, ma io non potevo continuare a vivere così.
"Mi dispiace Gerard", "devi andare avanti Gerard", "un giorno starai meglio" erano le tipiche frasi che rimbombavano nel mio cervello, ma no, non sarei mai potuto stare meglio senza di lui.
Frank era morto mercoledì.
L'ho saputo con una telefonata.
Hanno trovato il suo corpo dissanguato e tra due ore ci sarà la funzione.
Quel dannato letto in cui mi trovavo era vuoto senza di lui. Il suo odore aleggiava ancora nell'aria, tra le lenzuola, persino su di me, ma lui non ci sarebbe stato. L'indomani non mi avrebbe svegliato dandomi il buongiorno e baciandomi come solo lui sapeva fare.
Lui non ci sarebbe stato mai più.
Sentii bussare il campanello ma non mi alzai per aprire, chiunque fosse stato poteva andare a farsi fottere.
-Gerard,- incominciò Mikey avvicinandosi a me -come stai?- che cazzo di domanda era come stai? Stavo male, ero distrutto volevo chiudermi in bagno e vomitare perfino il cuore e l'anima, volevo urlare e mettermi a piangere dove una volta Frank si sedeva per suonare la chitarra, volevo aprire l'armadio e annusare il suo profumo, volevo andare in cucina e trovarlo lì che mi preparava il caffè.
-Io... come hai fatto ad entrare?-
-Le chiavi, ricordi?- disse scuotendo il mazzo davanti al mio naso. Ma certo, lui aveva le chiavi di riserva.
-Ah, già- mugugnai chiudendo pesantemente le palpebre. Mi accoccolai su me stesso e sentii Mikey che si avvicinava sempre di più a me fino a cingermi in un abbraccio.
-Come stai?-mi sussurrò di nuovo mentre cercava di abbracciarmi.
Alla fine cedetti.
-Mikey, sto male, lui non c'è più, era, è la mia vita ed ora non c'è.- mi accoccolai su di lui sfogando il pianto -era troppo giovane per morire, era mio, non poteva, non doveva morire! Come ha potuto farmi questo?! Mi aveva promesso che saremmo invecchiati insieme, che saremmo andati a Parigi, avremmo adottato un bambino, avremmo viaggiato tanto.- ero sconvolto dai singhiozzi e Mikey mi stringeva sempre di più. -Non posso andare avanti senza di lui, capisci? Lui era tutto. Non ho più niente.- terminai rifugiandomi tra le braccia di mio fratello.
Passarono minuti, forse ore ma non riuscivo a calmarmi, quando il ricordo dell'ultima volta in cui vidi Frank mi tornò alla mente.
 
 
-Così lasci il tuo ragazzo tutto solo?- chiesi ridendo.
-Dai, Gee, solo per pochi minuti- mi disse sfiorandomi le labbra.
-Almeno mi dici dove vai?- chiesi scrutando i suoi occhi.
-No, è una sorpresa.- mi disse distogliendo lo sguardo dai miei occhi per poi dirigerlo sulle punte delle sue converse nere. -Ah, Gee- tornò a guardarmi con un insolita tristezza. -Ti amo, più della mia stessa vita.- le nostre labbra si sfiorarono ancora, poi lui si voltò.
-Frank?- chiesi preoccupato, ma lui si chiuse la porta alle spalle prima ancora che finissi di pronunciare il suo nome.
 
 
Passai quella notte a piangere e pregare qualunque dio perchè tornasse sano e salvo da qualsiasi posto in cui era andato.
Ma lui non tornò mai.
Secondo me aveva sempre saputo che quella notte doveva morire, mi chiedevo solo come.
 
-Gerard, tu te la senti di...- Mikey interruppe il filo dei miei pensieri.
-Si, devo salutarlo.- mi alzai e cominciai a vestirmi, pantaloni e giacca neri,camicia bianca e cravatta rossa. Spazzolai i capelli neri e poi fui pronto per uscire.
Non mangiavo da quando ho saputo di Frank, ma la cosa non mi dava fastidio, non avevo bisogno di mangiare, ne di altro. L'unica cosa di cui avevo bisogno non c'era, ma io non mi detti per vinto, un modo di raggiungerlo c'era.
 
Entrai nella sala e quando vidi la bara chiusa sentii di stare per svenire. Forse sarebbe stato un bene perchè chissà, magari sarei morto, ma c'era Mikey al mio fianco che si accorse che mi stavo sentendo male e mi fece sedere in prima fila, davanti alla bara di legno adornata di fiori.
Continuavo ad immaginare il cadavere pallido, le labbra violacee, gli occhi senza vitalità.
Frank era morto e tutto questo era fottutamente vero, non era un incubo.
La consapevolezza si faceva sempre più spazio nella mia mente mentre persone non esattamente identificate mi dicevano cose senza senso.
Come può una persona cercare di stare bene quando la persona che ama si trova rinchiusa tra quattro mura di legno, senza il cuore che batte e perso chissà dove?
Tutti si sedettero mentre io non facevo altro che piangere ed osservare la bara.
Il prete entrò e cominciò a parlare: -Con mio grande dispiacere, oggi siamo qui riuniti per rendere omaggio a Frank Anthony Thomas Iero che è venuto a...-
Non sentii quasi niente di quello che disse di Frankie che se fosse stato lì in quel momento avrebbe trovato la cosa molto divertente. Avrebbe detto di sicuro che quella era tutta gente falsa perchè nella vita era stato odiato e disprezzato da tutti, compreso i genitori che non erano presenti al suo funerale, mentre ora veniva acclamato dalla gente.
Mi avrebbe preso la mano e mi avrebbe convinto ad uscire fuori a divertirci, mentre ora era rinchiuso in un posto che non gli andava tanto a genio con persone che odiava. Povero amore mio.
-Gerard, vuoi dire qualcosa? Gerard?- la voce del prete mi arrivava così lontana.
Mikey mi scosse un po, così mi alzai.
Corsi ad abbracciare quello che si poteva di Frank. La bara era così fredda ed ancora oggi il ricordo mi lascia allibito. Non era possibile che un uomo fosse la dentro, era tutto troppo freddo e Frank odiava il freddo. Feci cadere le composizioni di fiori che Frank di sicuro avrebbe odiato e cominciai a piangere sul legno laccato.
-Amore mio, che cosa ti hanno fatto, che cosa!?- cominciai ad urlare tra i singhiozzi mentre delle braccia cercavano di staccarmi dalla bara -Lasciatemi! Vi ho detto di lasciarmi! Fatemi stare con lui...- ma le mani non si arrendevano, continuavano a strattonarmi mentre le persone ancora sedute parlavano tra di loro. -Perchè, perchè proprio tu? Se mi avresti dato retta non saresti andato, se quella fottutissima notte fossi rimasto con me ora saresti ancora tra le mie braccia. Perchè Frank, perchè?- giurai di stare piangendo sangue. -Perchè ci sei andato! Avrei dovuto venire con te, saremmo morti insieme, ricordi Frank? Ricordi? Sarei venuto perfino all'inferno con te! Lo sapevi! Avresti dovuto...Frank... avresti dovuto portarmi. Lasciatemi stare brutti bastardi, lasciateci stare! - urlai con tutto il fiato che avevo in corpo fino a quando qualcuno riuscì a portarmi via dalla bara e farmi sedere.
-Fottuti bastardi! Giuro che vi ucciderò uno ad uno!- oramai la rabbia si era impossessata di me, non avrebbero dovuto staccarmi da lui, non avrebbero dovuto.
Continuavo a singhiozzare -Troverò il modo di raggiungerti amore mio, te lo prometto!- e Mikey cercava di tenermi lontano le persone che avevano intenzione di confortarmi, peccato che l'unica persona in grado di confortarmi era morta e se solo gli altri avessero provato a toccarmi li avrei uccisi in quel momento.
Mi rannicchiai sulla panca in cerca di conforto da me stesso che non arrivò mai. Continuavo a tirarmi i capelli e ad asciugarmi le lacrime ma niente funzionò.
 
La messa finì. Ora sarebbe stato il turno del cimitero.
Frank amava i cimiteri, ci passeggiava spesso, anche solo per rilassarsi.
Di sicuro a Frank avrebbe fatto piacere sapere di essere seppellito nel posto in cui avevamo scelto.
Rividi ancora la bara che stava per essere sotterrata.
-Lasciatemi andare con lui...lasciatemi vi prego!- Mikey mi teneva per le braccia per non farmi andare -Ti prego Mikey, lasciami andare da lui, ti prego- furono le cose che riuscii a dire fra i singhiozzi -Ti raggiungerò Frank... io ti... si, e dopo saremo di nuovo felici, inseme...oh Frank, come hai potuto lasciarmi da solo? Sapevi che avevo bisogno di te, lo sapevi cazzo!Lo sapevi...- tutto attorno a me divenne più sfocato e i contorni delle cose si contorcevano e si mischiavano fra di loro -Ti amo Frank, io ti...- poi il buio.
 
Quando mi risveglia ero nel mio letto e la prima cosa che vidi fu il soffitto macchiato di fumo.
-Oh sei sveglio.- constatò Mikey preoccupato e assonnato.
-Ma, la bara... come sono finito qua?- chiesi confuso.
-Sei svenuto, sei rimasto privo di sensi per parecchie ore. Non preoccuparti, ti ho portato a casa solo... solo quando il funerale è finito- sospirò e cercò di sorridermi.
Mi girai tra le lenzuola profumate di lui, vidi la nostra foto sul suo comodino e tutto mi ritornò alla mente, la realtà mi schiacciò come una formica e quelle quattro mura divennero improvvisamente troppo strette, dove sei amore mio?
Vidi la radio sveglia. 23.48.
-Mikey, è tardi, dovresti tornare a casa, Sarah sarà preoccupata.- lui era davvero stanco, e poi dovevo trovare il modo di raggiungere Frank.
-No, Gee, non ti lascio.- 
-Mikey starò meglio devo affrontare questa cosa- dopo tutto la cosa peggiore che avrebbero potuto trovare era il mio cadavere.
-Sei sicuro di...?-
-Si, vai Mikey- cercai di sorridergli e lo accompagnai all'uscita.
Quando chiusi la porta mi sedetti dando le spalle ad essa e cominciai di nuovo a piangere.
Non poteva essere finita così, proprio non poteva.
Mi guardai attorno in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa, ma l'unica cosa che trovai fu la disperazione.
Ero disperato e se avessi trovato chi aveva fatto del male al mio Frankie... oh, se lo avessi trovato...
Forse il pensiero di una vendetta fu l'unica cosa che riuscì a farmi sentire meglio.
Trovai il coraggio di alzarmi e mi preparai un caffè.
Non me ne accorsi e presi la tazza di Frank, ma mentre bevevo capii ed osservai la porcellana scheggiata che lui si ostinava a tenere, diceva che era speciale perchè era un mio regalo e anche se gli avevo ripetuto milioni di volte che potevo regalargliene un'altra insisteva per tenere questa.
Avevo sentito dire che i fantasmi si legavano agli oggetti, quindi chissà, magari lui era imprigionato ancora in quella dimensione che era oramai solo la mia e forse un giorno ci saremmo ritrovati a baciarci come in quei stupidi film per ragazzine.
Fantasia Gerard, solo fantasia.
Appoggiai la tazza sul mobile e poi presi una sigaretta dal mobile della credenza.
Uscii fuori il balcone e perfino la notte sembrava triste.
La luna era coperta dalle nuvole, mentre le stelle non brillavano, semplicemente erano ferme lì, quasi non visibili.
Il buio della notte si confondeva con il fumo che inspiravo ed espiravo.
-Frank?- un movimento in strada colse la mia attenzione, sembrava proprio Frank che mi stava aspettando sorridendomi. -Amore?-
Scesi in strada, ma quando arrivai non trovai niente se non la delusione.
Stavo proprio impazzendo.
-Cazzo, sto perdendo la testa.- sorrisi amaramente mentre ripercorrevo le scale per arrivare al mio appartamento.
Spalancai la porta e quello che vidi, beh...
-Amore!- chiusi la porta alle mie spalle, quasi per non fare uscire la persona. Poteva darsi che io stessi impazzendo, ma in quel momento non importava, anche se era frutto della mia mente malata lui era lì.
Corsi verso quello che mi sembrava Frank, ma finii per abbracciare l'aria.
Eppure era tutto così dannatamente reale, il suo profumo all'improvviso era diventato più forte.
-Ti raggiungerò amore mio...- tornai in bagno e ingerii tutte le pillole che trovai.
Mi rifugiai in camera e mi stesi su letto mentre cominciavo a singhiozzare, ero così dannatamente stanco, di tutto. Mi addormentai con la convinzione che mi sarei ritrovato tra le braccia di Frank.
 
Quando mi risvegliai fui sorpreso di farlo.
Le pillole non mi avevano fatto fuori e non ne conoscevo il perchè. Era quasi impossibile.
Erano le 19.35 e mi destai per il cellulare che suonava.
Era Mikey e dovetti rispondere per forza.
-Gerard! Gerard stai bene?- esclamò Mikey dall'altro lato della cornetta. -Perchè non rispondi al cellulare? Mi hai fatto spaventare, stavo venendo da te...-
-Oh, Mikey, non preoccuparti, ho solo preso un sonnifero, niente di che.- dovevo assolutamente evitare che venisse a casa mia perchè altrimenti ci sarebbe restato ed io non avrei avuto il tempo e l'occasione di riprovare. 
-Come ti senti oggi?- 
Mentii.
-Meglio.-
-Capisco.-
-Ora scusami, c'è la vicina che sta suonando il campanello, ti chiamo io domani.- Mentii ancora. La vicina non si sarebbe mai sognata di chiedermi qualcosa, o addirittura di parlarmi.
Il sole stava tramontando e la luce, che oramai detestavo, stava invadendo il mio salotto, così me ne ritornai al buio nella camera da letto.
Forse più tardi sarei andato al cimitero ed avrei portato delle rose al mio Frankie, gli avrei parlato di come mi sentissi, di quanto mi mancava e di cosa stavo cercando di fare, e magari chissà forse mi avrebbe sorriso da là sotto.
Aprii il suo armadio. Non mi sarei mai permesso di levare la sua roba da lì, ci sarebbe rimasta per sempre, insieme alla mia.
Presi la chitarra e mi sedetti dove lo faceva Frankie di solito, anche se non sapevo suonare cominciai a sfiorare leggermente le corde.
Pansy era stata la sua compagna di avventure da prima di conoscermi, e chissà forse sarebbe stato contento se avessi messo la sua chitarra nella bara, almeno gli avrebbe fatto compagnia.
Il ricordo di tutti quei pomeriggi passati a suonare e a cantare mi stava distruggendo.
Vi prego fatelo smettere.
Poi mi alzai e la notte era ritornata ad accarezzarmi.
Anche se faceva freddo mi sedetti in un angolo del balcone con la testa appoggiata al muro.
Incominciai a piangere di nuovo. Lui mi aveva lasciato lì al freddo, oramai la mia vita era come quella notte, senza stelle, senza luna e fredda, maledettamente fredda.
Le lacrime cominciavano a bagnarmi la maglietta. Se solo...
 
-Non dovresti piangere per me.- il sorriso da bambino mi riempì gli occhi.
Sono fottutamente pazzo.
-Amore!- lo abbracciai, e questa volta quello che trovai fu molto peggio dell'aria. -Amore, amore, amore!- Frannk era lì che mi stringeva mentre mi riempiva il collo di baci, ma lui era in qualche modo diverso.
Era freddo e qualcosa mi diceva di stare lontano da lui, ma quel qualcosa fu subito ignorato.
-Frankie, sei un fottuto bastardo!- esclamai mentre ero ancora fra le sue braccia scosso da singhiozzi violenti.
-Lo so amore, lo so.- mi sussurrò mentre mi accarezzava i capelli e mi baciava la tempia.
Pensai una attimo e poi mi staccai da lui per guardarlo dritto negli occhi, con le braccia saldamente ferme sulle sue.
-Sono morto?- un brivido mi scosse.
-No, non ancora...- mi sorrise dolcemente con gli occhioni da bambino.
-E allora, come...?- rimasi senza parole.
-Ti devo spiegare un paio di cose.- inclinò la testa per spostarmi un ciuffo di capelli neri dietro l'orecchio. Sospirò e il suo respiro gelido mi fece rabbrividire. -Entriamo?-
 
Ero tra le braccia fredde del mio Frankie, sul nostro divano, tra le nostre coperte.
-Ti sei mai chiesto perchè non hanno aperto la bara al mio funerale?-
-Pensavo che quel bastardo che ti ha ucciso ti avesse conciato talmente male che... aspetta, quindi sei morto o no?-
-Tecnicamente si.-
Mi rattristai. Molto probabilmente stavo sognando, o forse le medicine del giorno prima stavano facendo effetto ora.
Cominciai a piangere sulla spalla del mio amore perduto che nel frattempo mi accarezzava la schiena.
Solo ora notai le macchie rosse sulla sua felpa.
-Amore mio, perchè piangi?- mi chiese guardandomi negli occhi.
-Frank, tu sei morto! L'amore della mia vita e morto e... oddio Frankie... sto impazzendo!- ora che potevo guardarlo meglio notai quanto la sua pelle fosse pallida e facessero risaltare i suoi bellissimi occhi.
-Credi davvero che ti avrei lasciato da solo?- anche i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi. 
Non seppi cosa rispondergli. Non sapevo neanche se lui era vero o no!
-Oh Gerard, guardami, sono reale!-
-Frank, non mi importa, voglio solo che tu stia per sempre con me.-
Frank si avvicinò alle mie labbra. Esse si toccarono, ma io volevo approfondire quel contatto, così dischiusi le labbra e feci in modo che le nostre lingue si accarezzassero ancora una volta. Ma lui aveva qualcosa di diverso.
-Quindi hai visto tutto al funerale?-
-Si, amore.- sorrise dolcemente.
-Oh... ti sarò sembrato davvero patetico.- sorrisi anche io.
-Ti amo Gerard, più della mia stessa vita, e ieri mi hai dato prova, per l'ennesima volta di quanto anche tu mi ami.-
-Per sempre. Vorrei stare con te per sempre.-
-E' un tempo parecchio lungo, sai?- mi sorrise di nuovo.
-Non mi importa, se ci sei tu non mi importa!-
Eravamo di nuovo l'uno nella bocca dell'altro, ma questa volta il bacio fu più passionale, più travolgente e mentre le sue mani fredde mi accarezzavano la schiena, quasi realizzai.Quando ci staccammo lo guardai intensamente e sorrisi.
-E allora cosa sei?-
-Tu cosa pensi che io sia?-
-Ieri eri tu?-
-Si.-
-E perchè diamine non sei venuto da me?-
-Avevo un paio di cosette da fare.-
-Cosa?-
-Ancora non ti ho detto cosa faccio per vivere...-
Frank mi guardò malizioso e io ricambiai.
Cominciò a baciarmi il collo, poi un dolore atroce mi inondò e liquido cremisi fu subito da tutte le parti.
Fu così che morii.
Il giorno dopo ne quelli successivi trovarono il mio corpo, ma in compenso trovarono i cadaveri delle persone che mi avevano tenuto lontano da Frank il giorno del suo funerale.
Ora so cosa Frankie fa per vivere. Lo faccio anche io.
  
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