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Autore: MiChiamoChiara    08/08/2013    6 recensioni
Francesco e Giulia si sono incontrati la prima volta all’età di 4 anni, all’asilo. A quell’età non importava molto se uno era maschio e l’altra femmina, o se lui era un po’ paffutello e lei portava due occhiali spessi come fondi di bottiglia, l’importante era che giocavano con gli stessi giochi, per questo si erano trovati subito ed erano divenuti amici.
Ora sono alle superiori, dove invece il peso dell’uno e la cecità dell’altra contano, ma Francesco e Giulia continuano a vedersi, di nascosto dai loro amici, perché la loro amicizia, diventata con gli anni una relazione, è più forte dei canoni che la società impone.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                  1 LUGLIO 1998.
                                                                          
Per la piccola Giulia era il primo giorno d'asilo, aveva compiuto quattro anni proprio il giorno prima. La mamma la tenne per la sua piccola manina, lungo il viale alberato dell'asilo, dove si potevano già notare dei bambini giocare nel prato. Varcarono la soglia dell'asilo, dove tutti i giocattoli erano completamente sparsi sul pavimento, per colpa di due o tre bambini che dopo averli usati li lasciavano lì incuranti. Una maestra con un grembiulino arancione gli diede il benvenuto a entrambe, sorridendo. La mamma salutò Giulia accarezzandogli i capelli biondi con il palmo della mano, per poi schioccargli un leggero bacio in fronte come piaceva a lei.
«Fai la brava, piccola.»
Le raccomandò seria la mamma per poi lasciare la sua piccola bambina nelle mani della maestra. L'accompagnò in classe, dove c'erano alcuni bambini che giocavano con le macchinine e due o tre femminuccie che erano intente a fare un puzzle. S'avvicinò a quest'ultime, intenta a stringere nuove amicizie. Una bambina più grande di lei appena la vide si mise a ridere, prendendola in giro di com'era brutta con gli occhiali spessi come due fondi di bottiglia, coinvolgendo anche le altre che erano intorno al tavolo intente a disegnare. Allora decise di andarsene da lì, era stata appena umiliata davanti a tutte.
«Ciao, se vuoi puoi venire a giocare con me!»
Esclamò un bimbo poco distante da lei, mostrando i dentini bianchi appena cresciuti. Era piuttosto paffutello, ma dava l'aria di essere simpatico. Giulia annuii per poi sedersi sul pavimento incominciando a giocare alle costruzioni con lui.
«Come ti chiami?»
Chiese Giulia aprendo finalmente la bocca per proferire parola, lasciandosi scappare un lieve sorriso nella sua direzione.
«Francesco, tu?»
«Giulia.»
Passarono tutta la mattinata e il pomeriggio insieme, giocando come due matti e divertendosi un mondo. Quando fu l'ora di andare a casa la mamma di Giulia, Emily, la venne a prendere all'asilo chiedendole com'era andato il primo giorno. La bambina era euforica.
«Bene, ho un nuovo amico!» disse sistemandosi meglio sul suo piccolo naso gli occhiali spessi.
La mamma sorrise sincera, felice per Giulia. La bimba salutò Francesco, che di rimando la salutò anche lui incurvando le labbra in un dolce sorriso.
«A domani!» le urlò il bambino correndo verso di lei.
«Sì, a domani!»


                                                                                                  23 Aprile 2013.

POV GIULIA'S.


«Giuly ti muovi a scendere?»
Ennesimo richiamo di Francesco dal piano di sotto. Dovevamo andare a scuola e io, mi ero svegliata come al solito in ritardo di venti minuti, il quale rendevano difficile anche fare una colazione decente.
«Arrivo, aspetta un minuto!»
Esclamai con la mia voce sottile e roca ancora impastata dal sonno, lo sentii sbuffare sonoramente. Infilai gli ultimi libri nella mia cartella a fiori per poi mettermi le mie amate Vans. Appena scesi le scale un sorriso comparve sulla faccia di Francesco.
«Era ora!»
Disse alzandosi dal mio divano color panna, mettendosi sulle spalle il suo zaino nero sgualcito.
«Scusami ma non è suonata la sveglia.» mi giustificai dandogli un leggero bacio sulla guancia arrosssata.
«Tranquilla, ora andiamo.»
Detto questo ci incamminammo per andare a scuola, dove ancora un volta dovevamo sopportare gli insulti e le prediche di tutta la gente presente. Io e Francesco non avevamo molti amici, solo alcuni. Pochi ma buoni. Io avevo Alexia, la mia migliore  amica dalle elementari. Ci eravamo conosciute per caso facendo un piccolo progetto a coppie, ai tempi si era rivelata sincera e molto simpatica e lo è tutt'ora. Invece Francesco ha solamente Davide, un'amico che non so neanche io com'è l'ha conosciuto precisamente. I miei pensieri furono immediatamente bloccati da quell'oca di Silvia, la puttanella di turno. Non ci feci caso alle sue parole, era noiosa. Terribilmente noiosa.
«Chiudi quella fogna che ti ostini solo ad aprirla per qualcos'altro.»
Le risposi immediatamente, bloccando subito le sue inutile chiacchere. Lei mi fulminò con uno sguardo di fuoco. Se gli sguardi potessero uccidere io sarei già morta. Francesco, che era al mio fianco dall'inizio, ridacchiò.
«Cazzo ti ridi, palla di lardo!»
Sbottò Silvia incurvando le sue labbra in un sorrisetto strafottente. Dio, quanto avrei voluto prenderla a schiaffi. Ma i suoi genitori non si vergognano ad avere una figlia tanto stupida?
«Senti Silvia, non ho voglia nè tempo di discutere con te anche perchè perderei il mio tempo. Quindi, evita di atteggiarti in questo modo che sembri un'oca e chiudi quella boccaccia che ti ritrovi.»
Le risposi stizzita io di rimando, prendendo per il maglione Francesco allontandomi per arrivare ai nostri armadietti. Inserii di fretta la combinazione, mettendo alcuni libri dentro, invece di sopportare tutto quel peso sulle mie povere spalle.
«Non dovevi difendermi, so di essere una palla di lardo.»
Sussurrò Francesco facendomi rimanere interdetta per qualche secondo;
«Francesco, ti dirò la verità: non potrò dirti che sei uno di come quei ragazzi della squadra di football, però tu sei perfetto così come sei. Intesi?»
Lo vidi annuire sorridendomi leggermente, per poi chiudere il suo armadietto rosso stracolmo di libri. Vidi Alexia che mi veniva incontro mostrando il suo sorriso degno del giornale di "Vogue", era talmente bello che era da invidiare quasi quasi. Aveva i capelli un pò ondulati che gli incorniciavano il viso divinamente, e i suoi occhi. Dio, io avevo una relazione con i suoi splendidi occhi. Erano grigi, misto blu. Invidia. Ecco cosa provavo.
«Giulia, Francesco, ciao!»
«Ciao Ale!»
Rispondemmo in coro io e Francesco sorridenti come sempre. Ci abbracciò entrambi dandoci un leggero bacio sulla guancia come ogni mattina. Ci incamminammo insieme verso l'aula di fisica visto che ce l'avevamo tutte in tre in comune la lezione.


                                                                                                        ****


«Ale, accompagnami alla macchinetta del caffè, ne ho proprio bisogno dopo sei ore di lezione estenuanti!»
Dissi stanca io, tirando per la manica del giacchetto Alexia che annuii solamente accompagnandomi gentilmente. Sfortunatamente c'era una fila lunghissima e dovettimo aspettare più di dieci minuti per uno stupido caffè caldo. Arrivato il mio turno per dispetto, passò apposta Silvia davanti a me facendomi ribollire le vene.
«Fai la fila invece di sorpassare non guardando che ci sono altre persone prima di te.»
Dissi duramente io, pensando a quanti modi diversi sarei riuscita ad ammazzarla quella mattina maledetta. Mi domandavo sempre quanta perfidia avesse quell'essere rivoltante.
«Magari se mi presti i tuoi bellissimi occhiali ci vedo molto meglio.»
Detto questo rise isterica con le altre sue amiche che si trovavano difianco a lei. Risero poco in confronto a lei.
«Beata te che non ne hai bisogno! Senti Silvia io non ti ho fatto nulla, se mi odi okay. Però insultarmi solamente perchè sono più grassa di te non mi sta affatto bene.»
«Solo più grassa? Cazzo guardati, sembri una balena.»
Constatò te guardandomi da capo a piedi senza pietà, come se mi stesse facendo una tac al momento. Fece un piccola smorfia di disgusto alzando i suoi tacchi dodici per poi andare non so dove. E non mi importava, sinceramente.
«Non darle ascolto, è solo una stronza.»
Mi disse Alexia una volta che Silvia andò via con le sue amiche verso il gruppo dei ragazzi che giocano a football.
«Certo che non la ascolto, sono felice con me stessa anche se sono grassa. E' questo quello che conta.»







        
                                                                                                     Spazio autrice.
Heylà ragazzuole! Questa è la prima OS che produco, quindi non sarà un granchè. Vorrei veramente tanto che mi lasciaste una piccola recensione (più di dieci parole, possibilmente.) e vedo se vi piace oppure no. Accetto anche le critiche, così posso sempre migliorare e farvi piacere le mie storie sempre di più! :D
Ho voluto farla su questo argomento perchè ci sono molte ragazze che hanno questo problema, che vengono insultate ogni giorno per il loro "grasso". Mi è venuta in mente così l'ho scritta subito. Questa OS ha un messaggio ben preciso: FREGATEVENE DEL GIUDIZIO DEGLI ALTRI, SIETE PERFETTE COSI COME SIETE.

Se volete passare nella mia altra FF (sicuramente un pò più bella di questa.) andate sul mio profilo. S'intitola "I am nothing without you." se volete recensite. TANTO SONO GRATIS. Che vi costa recensire? Nulla, appunto.
Grazie mille e bacioni.
 

  
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