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Autore: kseyes    08/08/2013    3 recensioni
''e sapevo che quegli occhi mi avrebbero fatto impazzire, ma non volevo ammetterlo'' la scontrosa Jen, una ragazza di 16 anni che deve affrontare due dure separazioni, una dalla madre e dal fratello, rimasti a Londra dopo il divorzio, l'altra proprio dalla sua città natale, per trasferirsi in una piccola cittadina del cheshire, fortunatamente lì farà nuove amicizie che le faranno capire il vero senso della vita e scoprirà un lato del suo carattere mai visto prima. chi sarà il fortunato che le farà battere il cuore?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jen guardava gli aerei fuori dalle vetrate davnti al check-in aspettando il suo turno, nel frattempo pensava ''e io sarò lì sopra tra pochi minuti..portatemi via'', il sudore colava dalle sue tempie andando a finire sulle guancie. Era una mattina molto calda a Londra, l'ideale per farsi una vacanza ai tropici, o in sudamerica, magari su una spiaggia in brasile bevendo suucco di cocco, ma invece per Jen quella calda partenza non era per andare a rinfrencarsi sotto una bella palma prendendo il sole, per lei era l'inizio di una nuova vita. 'AVANTI' una voce fermò i suoi pensieri, il controllore del check-in, una donna sulla trentina con i capelli neri legati con una cipolla le rivolse un sorrisetto, per educazione.
-prego metti qui le ccose, poi passa sotto quell'arco.
Jen obbedì, mise il suo bagaglio a mano su una specie di vaschetta e passò sotto quell'arco. 
-fa caldo eh. disse il controllore.
-si abbastanza. rispose Jen.
-allora, dove vai?
-in paesino sperduto in cheshire. 
-ah io, sono del cheshire.
appena il controllo fu finito Jen prese le sue cose di corsa e andò nel lungo corridoio, aspettando suo padre che stava 3 o 4  posti indietro di lei. Si mise a sedere su una sedia, prese il telefono e vide quanti messaggi aveva, nessuno. ''tipico'' pensò.
-tesoro, andiamo, partiamo fra 15 minuti.
-ok. rispose alsandosi dalla sedia. 
Attraversò un lungo corridoio, quando si udì una voce ''in partenza il volo 03467''.
Salirono sull'aereo, il suo posto era il 38, di suo padre il 41, la fila dietro, passò un hostess che gli disse cosa avrebbe dovuto fare, allacciarsi la cintura; prendere il sacchetto se si ha un malore e tutte cose che si fanno su un aereo in caso di emergenza. 
Dopo un po' di minuti partirono, Jen mise le sue cuffie nelle orecchie e si addormentò. All'incirca un'ora dopo si svegliò, chiamata dalla voce di suo padre Taylor, che le diceva che sarebbero atterrati entro pochi instanti. ''si prega i signori passeggeri di allacciare le cinture ddi sicurezza''. mezz'ora più tardi, dopo essere scesi, aver preso le valigie, salirono in macchina, quella cittadina distanziava non molto da Manchester. 
-allora, come è andato il viaggio?
-ho dormito, quindi bene.
-sei nervosa? 
-no, è che mi manca Londra, già.
-non è un addio, è un nuovo inizio, prendila così, ti farai altri amici, amici VERI. 
Misero un po' di musica e cominciarono a cantare a squarciagola, urlando alle macchine che passavano, probabilmente era la cosa più pazza che Jen abbia mai fatto. Era una di quelle ragazze tranquille, che solo al pensiero di una litigata le tremavano le gambe, a volte era fredda, non dava molta confidenza alle persona. ''Londra è una città selvaggia'' le diceva sua madre.
Arrivarono in questo paesino di appena 6.000 abitanti. Avevano una casina carina, adatta per due persone. Jen entrò e corse subito a vedere la sua camera arredata. I mobili erano diversi da quelli di Londra, più chiari, sul rosa confetto, più raffinati, e i quadri erano più delicati, posò le sue valigie per terra, senza nemmeno togliere i vestiti perchè suo padre le aveva detto di scendere appna l'avrebbe vista. Scese le scale, la porta era aperta e vide il furgone per il resto dei mobili. 
-ti piace? chiese suo padre.
-molto, grazie mille. 
Si strinsero forte, ma ad interrompere quel'abbraccio fu una voce femminile.
-buongiorno, sono Anne, e abito alla casa affianco.
Taylor rimase impietrito al suono di quella voce, ''ma come è possibile?'' pensò, ''non può essere lei''. 
Si girò.
-A..A..anne? sei davver tu? wow ti trovo molto...cambiata. disse, cercando di far restare il tono della sua voce il più normale possibile.
-papà, chi è? chiese Jen, sussurrandogli.
Taylor andò incontro ad Anne per salutarla. La baciò sulle due guancie e le strinse la mano. 
-andavamo a scuol insieme alle elementari. hei l'ultima volt che ti ho visto è stata circa 18 anni fa, ti trovo in splendida forma. disse Anne.
-bhe anche tu. E tu marito, Des, come sta? tutto ok?
-in realtà noi ci siamo separati 9 anni fa, ora vivo con il mio compagno. e tu? le relazioni? vedo che hai una figlia.
-in realtà mi sono appena separato, sono tornato qui perchè c'è mia madre. ne ho due. Spiegò Taylor.
-quanti anni haie come ti chiami? chiese Anne a Jen.
-16, mi chiamo Jen, piacere.
-ah 16, anche mio figlio ne ha 16, dovresti conoscerlo, è un ragazzo molto in gamba.
-non lo metto in dubbio, ma per ora sono apposto così. replicò Jen.
''non voglio complicazioni, non più'' pensò Jen.


  
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