Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _xhugmemalik    09/08/2013    8 recensioni
-L-Louis…- mi avvicinai di nuovo a lui.
-Harry è tutto finito, riposa- dissi baciandogli la fronte.
Mentre ero sulla soglia della porta della sua stanza, sussurrò ‘Proteggimi’, per poi cadere in un sonno profondo.
Sorrisi e ‘Lo farò’, dissi chiudendomi la porta alle spalle, sussurrandolo più a me stesso che a lui.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho scritto questa os prendendo ispirazione da un film intitolato 'Guardia del corpo’, con protagonista la meravigliosa Wihtney Huston. I protagonisti della mia os invece, saranno i nostri amati Larry<3 Avevo deciso di scrivere la os riportando ugualmente tutte le scene del film, ma alla fine ho cambiato quasi tutto ahahaha. Poi beh, se conoscete questo meraviglioso film, capirete. E’ la mia seconda os larry e spero vi piaccia come la prima.
Ne approfitto infatti, per ringraziare tutte le ragazze che l'hanno letta (ne siete tantissime omg) e ovviamente, anche le ragazze che hanno recensito e l’hanno messa tra i preferiti<3
Grazie davvero, non me lo sarei mai aspettato.. mi avete resa davvero felice dskjdfh.
Basta, ho scritto troppo ahahaha, ci vediamo sotto e… buona lettura dolcezze:)






 ‘And, I will always love you…’


Tutto cominciò in una calda giornata d'inverno. Stranissimo direi, visto che a Londra soprattutto d'inverno, il tempo non è mai un granché.
Ero seduto sulla mia adorata sedia a dondolo di legno, situata nel giardino della mia piccola ma accogliente casa. Per il lavoro che svolgevo, potevo permettermi una casa sicuramente più grande e sfarzosa, ma sinceramente le trovo inutili.
Sorseggiavo del buon tè caldo e leggevo un libro, mentre i raggi del sole riscaldavano la pelle abbastanza scura del mio viso. Tutto era tranquillo, finalmente potevo godermi qualche attimo di tranquillità dopo la mia solita vita composta, per la maggior parte, solo e sempre da stress e dispiaceri continui. Lavoravo all’FBI, ma dopo la morte di mia sorella ho deciso di lasciare quel lavoro che aimè, mi ha portato via la persona più importante della mia vita. Ed è tutta colpa mia, non l’ho protetta come dovevo, non l’ho protetta come mi era stato detto, ma ormai non si può tornare indietro.
Purtroppo, la tranquillità di quel momento non durò a lungo, poiché il cellulare iniziò a vibrare senza tregua nella tasca dei miei jeans. Chi poteva mai essere se non lui, il mio migliore amico Niall?
-Sei diventato un nonno, da quant'è che sei rinchiuso in quella casa?- disse ridendo.
-Sei un rompi palle, Nialler. E comunque, giusto per la cronaca, questo nonno un anno fa ti salvò la vita- sbuffò.
-La smetti di rinfacciarmelo ogni fottuta volta? Ora faccio scarcerare quel coglione e mi faccio sparare di nuovo- ridacchiai per la sua affermazione assurda.
-Andiamo, perché mi hai chiamato?- dissi dondolandomi avanti e indietro con la sedia.
-Hai una nuova missione babe, sei la nuova guardia del corpo di una delle star più famose del momento. Il capo ha scelto te perché nonostante tutto, dice che sei il migliore e bla bla bla- il mio volto si incupì.
-Chi dovrei proteggere?- chiesi con voce bassa.
-E' un cantante, si chiama Harry Styles e viene da Los Angeles- alzai un sopraciglio.
-E.. perché dovrei proteggerlo?- chiesi nuovamente.
-Ultimamente gli arrivano minacce continue, ovviamente anonime. E sono tutti molto spaventati, perché sono minacce molto forti-
-Oh.. capisco- risposi per poi sospirare.
-Louis, senti.. so quello che provi ora, sono il tuo migliore amico da anni e ormai ti conosco come le mie tasche. Hai una vita davanti, anche se è stato duro.. il passato è passato. E poi non preoccuparti, non sarai solo. Vedi come vanno le cose all’inizio, se poi non te la senti.. tranquillo okay?- sorrisi, non ero un tipo che di solito si faceva confortare dagli altri. Sono sempre stato in grado di farcela da solo, ma Niall è come un fratello e i suoi consigli sono sempre i migliori.
-Ora devo andare, mi raccomando pensaci bene, poi ti richiamo per l’indirizzo- disse per poi chiudere la telefonata.
Chi mai sarà questo Harry Styles?



Il giorno seguente arrivai al posto stabilito. Mentre cercavo di rintracciare quel coglione del mio ex capo, notai che la casa non aveva nessuna telecamera di sorveglianza esterna per vedere chi entra, chi esce o semplicemente chi prova ad avvicinarsi alla villa. Bussai a quella specie di citofono situato vicino il grande cancello d'entrata, fingendomi diverse persone per ben tre volte. E per ogni volta, il cancello s’apriva per farmi entrare. Insomma, trovai davvero molto strano il fatto che l'anonimo gli scrivesse delle semplici minacce e non sia già entrato in casa, facendogli addirittura del male.
Una volta aver superato il cancello, rimasi a bocca aperta notando quanto fosse grande quella casa. Sembrava un castello, anzi, probabilmente era ancora più grande. Non capisco, ma cosa può esserci bisogno in una casa più di un letto, un bagno, una cucina e al massimo un giardino?
Dopo essere sceso dall'auto, notai che un ragazzo era occupato a pulire i vetri di una merceders nera già perfettamente pulita e lucida. Cercai di avvicinarmi e notai che il ragazzo aveva le cuffie con tanto di musica ad alto volume, quindi di conseguenza non aveva affatto notato la mia presenza alle sue spalle. Sfilai una cuffia dalle sue orecchie facendolo sobbalzare.
-Come fai ad ascoltare la musica a così alto volume, quando da quel cancello può entrare chiunque e fare del male anche a te?- domandai con tono serio.
-Oh, tu devi essere la nuova guardia del corpo vero? Io sono Liam, e non preoccuparti per me, tanto non faccio questo tutti i giorni- disse il ragazzo sorridendo e porgendomi la mano, che strinsi subito dopo.
-Louis. Cosa hai fatto alla mano destra?- dissi notando la sua mano destra fasciata.
-Nulla di grave, cose che capitano quando sei l'autista di una pop-star, tranquillo- disse con un pizzico d'ironia nella voce, per poi sorridere nuovamente.
-Louis- mi chiamò una voce alle mie spalle, la voce fastidiosa di Jack, il mio capo.
Sbuffai incamminandomi verso di lui -Ci si rivede eh, Louis? Forza, entriamo che ti illustro la situazione- annuii e lo seguii in quella casa enorme.


-Direi che in questa casa la sicurezza non è di moda- dissi perlustrando la grande stanza del cantante.
-No, non proprio. Infatti hanno cercato di entrare anche qui, e per sfortuna ci sono riusciti- disse una delle guardie del corpo, Zayn, spostando le tende e mostrandomi il vetro della finestra rotto- ma non è successo nulla di grave, hanno solo lasciato un altro dei tanti bigliettini con tanto di minacce, proprio sul suo letto- concluse.
-Quindi gli arrivano ovunque?- dissi nuovamente.
-Si, ovunque. Ma lui non è a conoscenza nemmeno di una di queste, Nick gli tiene nascosto tutto- disse con un pò d'irritazione nella voce.
Corrugai la fronte -Perchè?-
-Perchè è il suo manager, e a lui interessa solo il successo e i soldi. Harry è sfruttato continuamente da lui, ma è troppo buono per rendersene conto. Nick non può permettersi un Harry sconvolto e impaurito, deve avere il meglio.. sempre- rispose.
Ridacchiai -Se rispondevi 'Perchè è uno stronzo', facevi prima-
Jack nel frattempo mi fece un'occhiataccia, ma lo ignorai come sempre. Nessuno poteva dirmi quello che dovevo o non dovevo fare, come dovevo e non dovevo comportarmi. Io non sbaglio, quasi mai.
-Bene, che ne dici di andare a conoscere Harry?-



Entrammo in una sala completamente riempita da ballerini e ballerine, intenti a provare una coreografia. Un pò più indietro c'era una poltrona rossa, ma non riuscii a vedere chi c’era seduto perché era rivolta di spalle. Riuscii ad intravedere solo il suo viso di profilo, e scommetto che era Harry Styles.
Un ragazzo con un ciuffo enorme ci sorrise per poi avvicinarsi a lui, che subito dopo stoppò i ballerini e si alzò dalla poltrona per poi battere le mani. Mentre a quest'ultimi veniva concesso qualche minuto di riposo, il ragazzo con il ciuffo si avvicinò a noi.
-Harry, Harry vieni ti devo presentare delle persone- disse e capii che molto probabilmente, quello era il suo famoso manager stronzo.
Harry si voltò verso di noi incrociando il mio sguardo, e quella fu la prima volta che mi sentii in imbarazzo di fronte allo sguardo di qualcuno. Quei suoi diamanti verdi incominciarono a fissarmi interrottamente.
Mi guardava mentre si sistemava i suoi bellissimi capelli ricci, sotto un berretto verde scuro.
Mi guardava mentre quel Nick gli presentava il mio capo.
Mi guardava mentre si leccava le labbra.
E, guardandolo di conseguenza, notai che nonostante fosse un tipo ricco e famoso, indossava solo una semplice maglia grigia larga, con dei jeans neri strettissimi che gli fasciavano a perfezione quelle meravigliose gambe che si ritrovava. Perché mi stupivo? Aveva degli stivaletti ai piedi con la punta completamente consumata.
-E lui chi sarebbe?- chiese con la sua voce bassa e roca.
Jack sorridendo fiero, rispose –Louis, la tua nuova guardia del corpo-
Sbuffò -Non ne ho già abbastanza? Non sono un bambino, non ho bisogno di tante guardie-
E in quel momento, ricordai le parole di Niall di quella mattina 'Dicono sia un pò antipatico e scontroso, tipo uno di quei montati di testa...' e non aveva torto.
-Infatti, non credo che Harry abbia bisogno di altre stupide guardie- disse quel Nick, intromettendosi.
Sbuffai. -Sentite, io non ho altro tempo da perdere okay?- dissi mentre Jack cercava di calmarmi -Quindi, se non vi dispiace, me ne ritorno a casa mia. E.. -dissi avvicinandomi al manager- modera i termini, coglione- gli diedi una spallata per poi uscire da quella sala.
Dovrei essere la guardia del corpo di un montato di testa? Che si faccia pure ammazzare, io non ho nulla da perdere.
-Louis, Louis ragiona..- sbuffai.
-Non ne ho bisogno, grazie del pensiero ma rifiuto l'offerta e me ne vado- dissi mettendo in moto la macchina.
Jack sbuffò -Louis, cazzo lui ha bisogno di te! Se si comporta in questo modo è perchè non è a conoscenza di tutto quello che potrebbe accadergli nei giorni seguenti, non sa nulla Louis.. non ha colpe-
Roteai gli occhi -Non sono dio, ce ne sono altri molto più bravi di me-
-Nonostante tutto io mi fido di te e so che sei il migliore della città Louis, lo sanno tutti quindi muovi il culo e torna dentro. Ti pagheremo bene, promesso- disse cercando di concludere quella discussione.
Lo guardai per un attimo, per poi spegnere il motore dell’auto.
-Allora? Dai Lou, potreste fare amicizia…-
-Il solo pensiero mi fa venire il voltastomaco, già è tanto che ho accettato di proteggergli il culo- dissi rimettendo in moto l’auto per poi andarmene definitivamente.
Nel frattempo, Zayn corse da lui chiedendo notizie.
-Domani mattina sarà qui, tranquillo- Jack sorrise per poi rientrare in casa.



Il giorno seguente, decisi di far venire dei tecnici per rimodernare la sicurezza che ripeto, in quella casa non era affatto di moda.
E in una casa dove vive un cantante famoso continuamente minacciato, è ridicolo avere a disposizione solo tre, o al massimo quattro telecamere di sorveglianza.
-Iniziate dall’esterno, togliete quell’orribile citofono e mettete una telecamera fuori al cancello. Non deve essere molto grande, l’importante e’ che ci permette di vedere chi si avvicina a questa casa- dissi accompagnando i tecnici al cancello –proseguite per tutto il viale, poi venite in giardino- conclusi avviandomi verso il giardino, dove c’era mister puzza sotto il naso mentre faceva un bagno in piscina.
-Credevo non volessi più venire-
Sbuffai -Perché invece di perdere tempo non pensi al tuo lavoro, Nick?- alzò un sopraciglio.
-Come fai a sapere il mio nome?-
-Sai, gli stronzi sono molto conosciuti da queste parti- dissi con un sorriso beffardo sul viso.
Socchiuse le labbra cercando di rispondere, ma una voce lo richiamò.
-Ehy Nick, dov’è il mio asciugamano?-
Ridacchiai –Non sapevo che tu fossi anche una cameriera- girai i tacchi e ritornai al mio lavoro.



Harry.
E’ facile aprire youtube e vedere video dove sorrido continuamente, è facile anche aprire wikipedia e leggere cose belle della mia vita. Insomma, ‘una vita di un re’, come sempre la definisce il mio manager. A cosa servono tanti soldi, una casa di lusso con un enorme piscina, quando poi dentro sei vuoto? Venire qui a Londra per intraprendere una carriera del genere, non è stata del tutto una decisione giusta. Avevo solo diciassette anni quando decisi di cantare, quando decisi di andarmene di casa e quando decisi che sarei diventato a tutti i costi, una delle pop-star più famose del mondo. Ed eccomi qui, sembra come se avessi chiesto al genio della lampada dei desideri per poi essere subito accontentato. Ma ora, l’unico desiderio che voglio è ritornare indietro nel tempo per riflettere meglio, e il genio sembra non voglia affatto collaborare.
Mi ritrovo a vent’anni senza l’affetto dei familiari.
Mi ritrovo a vent’anni senza una vita libera e spensierata, come tanti altri ragazzi.
Mi ritrovo a vent’anni senza amore, e probabilmente questa è la cosa che fa più male di tutte.
Ed ora eccomi qui, a continuare la mia ‘vita da re’ a Londra, una città che dopotutto mi ha sempre affascinato. Ed ora che è arrivato questo ragazzo dagli occhi blu e i capelli sbarazzini di nome Louis Tomlinson, sento come se la mia vita abbia deciso di cambiare da un momento all’altro. Non mi è sembrato molto simpatico, ma devo ammettere che è troppo un bel ragazzo per essere lasciato andar via così. Per questo, dopo il piccolo battibecco di ieri, mi sono sentito uno stupido. E sapere che sarebbe ritornato, mi ha reso felice. Sembra un ragazzo a posto, chissà.. potrei fare amicizia.


Ero a bordo piscina e mi stavo godendo quella bellissima giornata di pieno inverno, a Londra. Non sono pazzo, oggi fa davvero caldo. E non so se il mio caldo è dovuto dal tempo o da un Louis, che spunta dal nulla con quelle sue ray-ban nere e quei jeans neri stretti che mostrano completamente le sue bellissime curve.
Beh, due in particolare mi hanno davvero affascinato.
Non trattenni una risata quando sentii il suo battibecco con Nick, per poi facendolo rimanere a bocca asciutta senza trovare le parole giuste per risponderlo.
Sorrisi –Calmati Nick- dissi mentre continuavo a fissare Louis dall’altra parte della piscina, intento a sbottonarsi due bottoni della sua camicia bianca.
-Ci proverò…- un rumore di un trapano ci fece sobbalzare.
-SONO STANCO, E’ DA STAMATTINA CHE CI SONO QUESTI RUMORI ASSORDANTI- dissi alzandomi dalla mia sdraio, sfilandomi le cuffie.
Louis alzò un sopraciglio, ma per il resto rimase indifferente alle mie parole.
-Mi hai sentito? Non credi che per oggi possa bastare?- dissi nuovamente, cercando di attirare la sua attenzione.
-Senti, non rompere. E’ il mio lavoro, sono pagato per questo, anzi dovresti esserne grato che sono qui a proteggere il tuo bel sederino mentre potrei essere a casa mia, a rilassarmi- rispose con quella sua voce che sembrò angelica e fastidiosamente orribile allo stesso tempo.
-Nessuno ti costringe a restare mio caro, il mio ‘bel sederino’ se la può anche cavare da solo- dissi provocandolo. Se fino a dieci minuti fa pensavo di scoparmelo, ora penso di affogarlo. Insomma, odio quando le persone si comportano così con me.
Sbuffò –Mettiti quelle fottute cuffie e non rompere, vedi che non sentirai più nulla- disse facendo cenno agli altri di continuare con i lavori.
Buttai l’asciugamano in un angolo della piscina e entrai in casa, chiamando Jack, il capo del tipo. Bello, ma insopportabile.
-Senti Jack, levami dalle palle quel coglione o lo affogo in piscina- dissi indicando con un indice Louis.
Jack sorrise –Styles, lui vuole solo fare il suo lavoro e essere lasciato in pace-
Roteai gli occhi –Anche io voglio essere lasciato in pace, okay? Dopo tutto lo stress che subisco credo che me lo merito, no?- dissi allargando le braccia.
-Harry, ti ci abituerai..- sbuffai prendendomi delle ciocche di capelli tra le mani.
-che PALLE!- dissi gridando per poi recarmi nella mia stanza.



Louis.
La sera mi ritirai in una delle stanze che mi era stata affidata, gettandomi a peso morto sul letto. Quella era stata decisamente una giornata faticosa, lavorare per quel coglione non è di certo una delle cose più facili del mondo. Perché, non solo devi pensare alla casa e alla sua sicurezza, ma devi anche cercare di stare tranquillo e non tirare un pugno su quel suo odiosissimo –ma bellissimo- naso, perché è un tipo decisamente irritante.
Accesi la tv, e notai che su di essa c’erano diversi cd. Su due di questi, c’era stampata la faccia del ragazzo dai capelli ricci. Decisi di inserirlo nel lettore dvd e subito comparve un video, dove lui cantava e seguiva perfettamente il ritmo della canzone con la sua bellissima voce.
Il cd trasmetteva questa meravigliosa melodia, e devo essere sincero, ero attento ad ascoltare la sua voce più che le parole della canzone. E devo ammettere che è davvero bravissimo.
Mi piegai con il busto in avanti, poggiando le braccia sulle ginocchia e incrociando le mani, cercando di concentrarmi ancora di più sul suo viso. Gli occhi verdi brillavano come diamanti, le labbra rosse e carnose erano distese in un sorriso che avrebbe potuto illuminare qualsiasi città in una nottata buia.
Era così bello….  Mi sentii improvvisamente arrossire,quel sorriso mi aveva confuso. L’effetto che mi fece, anche solo da dietro uno stupido televisore, non mi piacque affatto. Non volevo proprio ammettere che il volto della persona che in quel momento avrei voluto uccidere con le mie stesse mani, mi avesse appena stregato.
Poi, notai che aveva diversi tatuaggi sul braccio sinistro e delle rondini sul petto che avevo notato anche stamattina in piscina. Ma non mi sono soffermato a guardarlo ancora di più, non posso proteggere una persona in questo modo. Vedere i suoi particolari da dietro una tv era decisamente meglio, il lavoro è lavoro.


E, mentre Louis si beava di quella melodia, mentre Louis si godeva per la prima volta un Harry non scontroso, ma dolce, proprio il sottoscritto era in giardino per prendere un po’ d’aria. E, visto che la stanza di Louis era situata vicino alla piscina, dalle finestre poté benissimo notare un Louis attento ad ascoltare la sua canzone. E, vedendo le sue labbra quasi distese in un sorriso, non poté fare a meno di sorridere a sua volta.


La sera seguente, Harry doveva esibirsi in un piccolo club della città. Era molto affollato, quindi Louis decise di portare con se anche Zayn e Liam.
-Liam, tu da oggi sarai la guida ufficiale. Zayn, tu resterai con me eventualmente avessi bisogno di qualcosa- non era un tipo orgoglioso, se aveva bisogno di un aiuto lo chiedeva e basta.
-E tu?- chiese Zayn.
-Io cercherò di restare il più vicino possibile ad Harry, ora lo raggiungo in camerino- dissi incamminandomi verso il camerino. Una volta entrato, notai un gruppo di persone riunite attorno ad Harry, che era seduto di fronte allo specchio mentre teneva stretto tra le mani una lettera.
-Che succede?- dissi avvicinandomi.
Harry si girò verso di me con le lacrime agli occhi.
-Cosa….cosa significa?- disse mostrandomi la lettera. La presi e iniziai a leggere:
Tic, toc, tic, toc.. il tempo scorre.  Vedo che le precedenti lettere non ti hanno fatto alcun effetto, hai le palle signorino Styles… forse ancora per poco però, ops…’
Sospirai, per poi ripiegare la lettera e consegnarla a Zayn.
-Domani questa la portiamo da Jack, non perderla- Zayn annuì.
-Po-potresti spiegarmi? Quali precedenti lettere?- chiese chinando il capo.
-Chiedilo al tuo manager, lui forse potrà dirti dove le ha nascoste- dissi fissando Nick che chiuse le mani in un pugno.
-Non ascoltarlo, Harry…- Harry però continuava a guardarmi, aspettandosi di più di una semplice risposta.
-Okay, è da più di un mese che ricevi lettere anonime con minacce, ma se te le ho nascoste è solo per evitare che tu ti spaventassi.. okay?- disse Nick carezzandogli il viso.
Harry annuì ancora sconvolto, mentre in quel momento io lo ero più di lui. Quanto poteva essere stronzo quel tipo?
-Credo che stasera non dovrà esibirsi- dissi e Zayn al mio fianco approvò, annuendo.
Harry si asciugò le lacrime per poi alzarsi dallo sgabello.
-Sto bene, e non ho paura. Andiamo- disse facendomi un sorriso forzato per poi sorpassarmi.
Che testa di cazzo.


Quando Harry salì sul piccolo palco, si creò il delirio totale. Partì una delle sue canzoni e lui incominciò a cantare, e la maggior parte delle ragazze gridavano come delle galline.
Invidiavo il modo in cui si muoveva e cantava senza nessun problema, con tutte quelle grida credo che se fossi stato al suo posto, la mia carriera sarebbe finita in un giorno. Ero dietro le quinte, vicinissimo al palco. Zayn  era al piano superiore per controllare le persone del pubblico, e per ora tutto sembrava andare per il verso giusto.
-Per ora intravedo solo una ragazza svenire, cento piangere e mille gridare- disse Zayn parlandomi dall’auricolare, sorrisi per poi ritornare a guardare  tra la folla.
Mi stavo del tutto trattenendo a non guardare Harry, e cercavo di alzare il volume dell’auricolare ogni volta che Zayn mi parlava per non sentire tutte quelle grida.. o peggio, per non sentire la voce di Harry che seguiva perfettamente il ritmo della musica. E’ un lavoro, il mio lavoro, e per quanto io possa essere preciso e determinato, quel ragazzo riusciva a confondermi e distrarmi con un semplice sguardo.
Peccato per il carattere che si ritrova...
E’ da giorni che una vocina gira nella mia testa ripetendo questa frase, ma non capisco… peccato per cosa?
I miei pensieri furono interrotti dallo sparo di una pistola. Le ragazze cominciarono ad urlare di più, il microfono di Harry cadde a terra mentre lui era immobile su quel palco. Era spaventato, tutte quelle ragazze cominciarono a salire sul palco e finirono per circondarlo, non vedevo più Harry. Mi buttai tra la mischia e finalmente lo vidi, mentre si teneva la gola con le mani e aveva le labbra schiuse cercando di parlare, ma non ci riusciva.
Un attacco d’asma.
Zayn corse da me e mi aiutò a tenere a bada tutte quelle ragazze mentre io prendevo in braccio Harry e lo portavo sul retro del club, dove già ci aspettava Liam con la macchina.
Liam corse da me e, probabilmente già sapendo il problema di Harry, corse per aprire il bagagliaio dell’auto e da una borsa prese un inalatore. Feci schiudere le labbra ad Harry, mentre con una mano circondavo i suoi fianchi per farlo rimanere all’ impiedi.
Uno, due..
Due spruzzi bastarono per far riprendere Harry, che si accasciò contro il mio petto incominciando a respirare regolarmente, mentre delle lacrime incominciarono a cadere dai suoi occhi.
Lo feci salire in auto per poi unirmi a lui, che circondò i miei fianchi con le sue braccia e poggiò la testa contro il mio petto, incominciando a singhiozzare.
-Liam, parti- annuì sfrecciando via da quel posto.
Nick cercò di fermarci per poter salire in auto con noi, ma fu troppo tardi.
Dopo esserci abbastanza allontanati, Liam incominciò a rallentare e si voltò verso di me per assicurarsi che tutto fosse a posto.
Incominciai ad accarezzare i capelli di Harry sussurrandogli –Shh, è tutto finito, calmati Harry- e lui parve rilassarsi al mio tocco.
Si accucciò ancora di più a me, tenendo salde le braccia sui miei fianchi mentre io continuavo ad accarezzargli quei meravigliosi ricci, che prima erano perfettamente issati in un ciuffo.
Arrivati a casa, portai Harry nella sua stanza facendolo stendere sul letto. Dopo avergli messo le coperte stavo per andarmene, ma la sua mano si strinse sul mio polso afferrandolo.
-L-louis…- mi avvicinai di nuovo a lui.
-Harry, è tutto finito, riposa- dissi baciandogli la fronte.
Mentre ero sulla soglia della porta della sua stanza, sussurrò ‘Proteggimi’ per poi cadere in un sonno profondo.
Sorrisi, e ‘Lo farò’ dissi chiudendomi la porta alle spalle, sussurrandolo più a me stesso che a lui.
 


Una settimana dopo…
Ero in giardino, continuando ad aiutare i tecnici che svolgevano il loro lavoro interrottamente. Dopo quella sera, Harry sembrava essere più gentile e cordiale con me.
Liam mi disse che gli attacchi d’asma gli capitano solo quando è nervoso o quando si trova in un posto dove non si sente a suo agio, o semplicemente quando è spaventato. Pensare di non riuscire a proteggere anche lui vedendolo in quello stato, pensare che quello sparo l’avrebbe potuto colpire in pieno, mi aveva fatto rabbrividire.
Non ero mai stato un ragazzo affettuoso con gli altri, mi limitavo sempre e solo a svolgere il mio lavoro in modo corretto. Ma abbracciare Harry, rassicurarlo e dirgli che si, io c’ero… era successo tutto d’istinto. La cosa di cui ero decisamente sicuro in quel momento, è che dovevo proteggere quel ragazzo a tutti i costi.
Camminavo nel piccolo vialetto della casa, dove ogni martedì Harry faceva la sua corsa mattutina. Oggi era mercoledì, e stranamente sentii in lontananza dei passi.
Chi sarà mai?
-Louis?- disse qualcuno richiamandomi.
-Harry, che ci fai qui?- dissi girandomi.
Brutta mossa Louis.
Avevo un Harry in torso nudo con solo una tuta grigia, una fascia in quei capelli perfetti e delle cuffiette proprio li, davanti ai miei occhi azzurri.
-Non si nota?- disse allargando le braccia, mentre potevo notare una goccia di sudore scendere dalla sua fronte.
-Liam mi disse che di solito correvi il martedì..- dissi quasi sussurrando, cercando di distogliere lo sguardo da quella visione.
Una visione, non poteva essere reale.
-Ieri ero impegnato, oggi per fortuna ho del tempo libero. Louis.. volevo parlarti appunto di questo- disse avvicinandosi a me sfilandosi le cuffie dalle orecchie, mentre ero intento a controllare il lavoro quasi terminato dei tecnici.
-Di cosa Harry?-
-Beh sai.. d-da quando.. insomma da quando ci sei tu qui io.. beh esco poche volte e beh, è da un po’ che non esco con qualcuno quindi… se posso uscire da casa poche volte p-perché è pericoloso, insomma..- sorrisi guardandolo mentre parlava e si torturava le mani.
Era così tenero.
-A cosa vuoi arrivare Harry?- dissi togliendomi gli occhiali neri.
-Beh insomma, non esco con qualcuno da un po’ e visto che sono quasi sempre chiuso qui.. l’unica via d’uscita s-sei… tu- disse per poi distogliere lo sguardo da me e guardare il prato verde che ci circondava.
No.. aspettate un attimo….
Sorrisi -Mi stai chiedendo di uscire, Harry Styles?-
-Beh, non proprio.. in un certo senso.. insomma… si? Un’uscita da.. amici? Giusto per distrarmi un po’ da tutto e tutti, che.. che ne dici?- mi sorrise e non resistetti anche se il ‘giusto per distrarmi’ avrei preferito se lo tenesse per se.
-Okay, va bene. Facciamo.. stasera?- dissi e il suo sorriso si espanse ancora di più.
-Si, va benissimo.. allora a stasera- disse per poi ritornare a correre, lasciandomi solo e immerso nei miei pensieri.



Harry.
Erano quasi le otto e mezza, ed è una delle prime volte in cui esco con qualcuno e mi sento così in.. imbarazzo.
Per primo, perché non sono mai uscito con un ragazzo. Anche se, come ho detto, stasera è ‘solo un’uscita da amici’.
Secondo, avere quei due fari azzurri puntati nei miei per quasi tutta la serata, mi metteva ancora più in imbarazzo.
Terzo, è una fottuta uscita con Louis Tomlinson.
Insomma, mai nessuno riuscirebbe minimamente a pensare a lui come una semplice uscita da amici.
Nemmeno il sottoscritto, ma lasciamo perdere.
Indossavo i miei soliti jeans neri stretti, con una semplice camicia bianca di seta un po’ sbottonata con le maniche piegate fino al gomito.
I capelli avevo deciso di issarli in un ciuffo, che ormai era già completamente un disastro. Le mie labbra a momenti piangevano per i continui morsi, e le mie gambe cominciavano a tremare.
Cosa diavolo sarà mai? Cosa diavolo mi succede?
Il fatto è che non ero gay, a me piace solo lui.
Qualcuno bussò alla porta d’ingresso, dove Nick aprì al mio posto, ma per fortuna ero già sceso per evitare un solito battibecco eventualmente fosse Louis.
-Ehi..- dissi mentre Nick mi fissava.
-Cosa ci fai qui Harry?-
-Esco, ci vediamo dopo Nick- dissi facendolo spostare per poi raggiungere Louis che si era già avvicinato all’auto.
-Hai un manager coglione, lo sai?- mi disse sorridendo per poi salire in auto.
Sorrisi di rimando, salendo in auto per poi notare che continuava a guardarmi come un ebete.
-Potrei pensare che potresti saltarmi addosso da un momento all’altro se mi guardi così, devo preoccuparmi LouLou?- sorrise per poi spostare lo sguardo sul volante e accendere l’auto.
Il tragitto all’inizio fu abbastanza silenzioso, e ringraziai il cielo perché Louis stava guidando ed era intento ad osservare la strada, quindi avrei potuto guardarlo senza problemi.
Indossava una semplice maglia a mezze maniche nera, dei jeans neri stretti che somigliavano ai miei e che gli fasciavano perfettamente le gambe (e sicuramente anche qualcos’altro che purtroppo non riuscivo a vedere) e infine, le sue solite vans.
-‘ Potrei pensare che potresti saltarmi addosso da un momento all’altro se mi guardi così, devo preoccuparmi Hazza?’- disse imitando la mia voce e capii che aveva notato il fatto che lo stessi guardando interrottamente.
Arrossii per poi notare il nomignolo con cui mi aveva chiamato.
-Aspetta, che diavolo di nome è Hazza?-
-Che diavolo di nome è LouLou?- disse e poi incominciammo a ridere come dei cretini.
Continuammo il tragitto in silenzio per poi arrivare in un locale abbastanza tranquillo, con poche persone.


-Perché prima mi guardavi?- disse all’improvviso, rischiando di farmi strozzare con la birra.
-Potrei farti la stessa domanda, Louis- dissi sorridendo beffardo.
Sbuffò -Te l’ho chiesto per primo-
Mi lasciai scivolare sulla sedia incrociando le mani, per poi piegare la testa di lato.
Perché sembri un angelo, sicuro di essere reale?
-Credevo avessi freddo, non hai freddo con solo quella maglia?-
Sei un bugiardo Harry Styles.
-Io invece pensavo che tu avessi caldo con quella camicia- disse rispondendo alla mia domanda di prima.
Sei un bugiardo Louis Tomlinson.
Sorrisi per poi bere un altro sorso di birra –E’ di seta, tranquillo-
Dopo un’altra oretta passata a ridere e scherzare, Louis mi parlò della sua famiglia e della sua vita prima di far parte della mia.
Gli raccontai di conseguenza la mia vita, e quella fu la prima volta che parlai della mia storia con qualcuno senza sentirmi a disagio.
Mi guardò sorridendo dolcemente.
-Hai fratelli Louis?- gli chiesi poggiando i gomiti sul tavolo.
Chinò il capo fissando il pavimento.
-H-ho detto qualcosa che non va?- chiesi nuovamente.
Sospirò per poi guardarmi –No.. cioè, avevo una sorella-
-Avevi?- chiesi per poi pentirmene subito dopo.
-S-scusa Louis, se non vuoi parlarne.. tranquillo- dissi sfiorando la sua mano con la mia, e lui parve non essere infastidito dal mio gesto.
Anzi, sospirò nuovamente per poi stringere la mia mano iniziando a parlare.


-Louis, Louis che succede?- disse mia sorella stringendomi la mano.
-Lottie devi stare tranquilla, ci sono io- dissi stringendola in un abbraccio.
Ero spaventato a morte. Chi mai avrebbe provato ad entrare nella nostra casa all’improvviso? E se fosse…
-Louis, ho paura.. se è di nuovo lui?- disse iniziando a piangere.
-Lottie devi stare tranquilla. Promettimi che ti chiudi in questa stanza fin quando non ritorno, Lottie.. devi promettermelo- dissi prendendo il suo volto tra le mani.
Annuì per poi rimettersi sotto le coperte. Uscii dalla sua stanza entrando nella mia, prendendo la pistola che avevo nascosto in uno dei miei cassetti.
Scesi lentamente le scale per arrivare al piano inferiore, notando la finestra del salotto completamente spalancata.
Continuai a camminare mentre nel frattempo sentii un rumore al piano superiore.
-Lottie- sussurrai per poi correre nella sua stanza per assicurarmi che fosse tutto a posto.
-Lottie…- dissi entrando, ma non era li.
Afferrai il cellulare cercando di comporre il numero dei ragazzi della mia squadra dell’FBI, ma proprio mentre stavo per poggiare il telefono all’orecchio sentii un grido.
Corsi nuovamente al piano inferiore, tenendo il telefono stretto tra le mani.
-Louis Louis Louis.. ci rivediamo..- disse una voce alle mie spalle.
Riconobbi la voce -Lascia  in pace mia sorella, lei non c’entra- sussurrai girandomi.
Nascosi il telefono nella tasca cercando di non farmi vedere.
-Devo pure vendicarmi di qualcuno, no? Uccidere te è troppo scontato, e poi.. devi provare lo stesso dolore che ho provato io, perdendo mio fratello..- disse quasi con fierezza nella voce.
-Lasciala in pace, ti ho detto che devi lasciarla stare- continuò a parlare.
-Si è ucciso perché non ne poteva più di rimanere chiuso in quello schifo di carcere, e indovina chi l’ha portato li dentro, Louis?- disse per poi spingermi sul pavimento –Indovina chi!- disse nuovamente gridando.
Nel frattempo il mio telefono vibrava, qualcuno aveva ascoltato. La chiamata era partita, ci avrebbero salvati.
Mi alzai di scatto correndo verso mia sorella -Un altro passo e sei morto- disse nuovamente puntando la pistola alle mie spalle.
Lottie continuava a piangere fissandomi. Sentivamo delle auto avvicinarsi, e Tom caricò la pistola.
-Hai chiamato quei fottuti bastardi! Tomlinson sei finito!- disse gridando.
Mi girai di scatto prendendogli la pistola dalle mani buttandola il più lontano possibile. Gli diedi un pugno sul labbro, seguito da uno sul naso e un calcio nello stomaco.
Si piegò a terra mentre slegavo i polsi di Lottie cercando di farla scappare. La accompagnai in giardino e notai i poliziotti incominciare ad entrare in casa.
-Prendete lei, portatela via- gridai.
Lottie inciampò, e mentre cercavo di farla rialzare, guardò un punto fisso dietro le mie spalle spalancando gli occhi.
-No- gridò spingendomi a terra.
E quella, fu l’ultima volta che vidi gli occhi azzurri di mia sorella.


Continuavo a guardare Louis mentre raccontava quella storia, i suoi occhi erano fermi in un punto indefinito sul pavimento mentre dai miei scappava una piccola lacrima.
-E’ tutta colpa mia, capisci Harry? E’ solo colpa mia…- disse stringendo la mia mano ancora più forte.
Scossi la testa.
-Ti ha protetto Louis..-
-No Harry, lei non sapeva quello che faceva- disse alzando il tono di voce.
-Louis, sapeva che se ti avrebbe spinto lo sparo finiva su di lei. Non era una bambina Louis, ha voluto proteggerti. In un solo istante si è presa cura di te come tu hai fatto con lei per tutti quegli anni. Tu avresti fatto lo stesso, e come sono sicuro io di questo nonostante ti conosco da poco, lei lo era ancora di più- dissi prendendo nuovamente la sua mano tornandola a stringere.
-Ero io a doverla proteggere Harry, solo io- disse nuovamente guardandomi negli occhi.
-Hai detto che avevate lo stesso carattere, e visto che ti conosco quasi, so che lei non ti avrebbe mai ascoltato- sorrisi quasi.
-Non avrebbe potuto, è successo tutto troppo in fretta..- si prese la testa tra le mani.
Sospirai alzandomi e sedendomi al suo fianco. D’istinto, lo abbracciai. Ricambiò il mio abbraccio stringendosi a me, mentre continuavo ad accarezzargli i capelli.
-Vuoi ballare?- dissi sentendo una canzone fin troppo familiare.
-Sei pazzo Harreh?-
Sorrisi -Forse..- dissi per poi trascinarlo con me al centro della sala.
Cominciai a muovermi mentre Louis sembrava irrigidirsi sempre di più.
-Lasciati andare, siamo soli..- sussurrai al suo orecchio.
Subito dopo parve rilassarsi, e poggiò le braccia attorno al mio collo mentre noi continuavamo a muoverci seguendo il ritmo della canzone che, subito dopo, cominciai a cantare sussurrandola nelle sue orecchie.
-Harry, è la tua canzone - disse sorridendomi.
Sorrisi di ricambio, l’aveva riconosciuta…..
Mentre continuavamo a muoverci sulle note finali della canzone, notai che nonostante lui fosse più grande d’età, era decisamente più basso di me.
-Nano- sussurrai alle sue orecchie mentre mi diede un buffetto sulla testa.



Dopo un’oretta, arrivammo a casa di Louis.
Non era grandissima, ma nemmeno troppo piccola. Era normale e davvero graziosa, una casa così non dispiacerebbe nemmeno a me.
Sono stanco di quel labirinto di casa, alcune stanze non le conosco nemmeno.
-E’ carina..- dissi sedendomi sul divano guardandomi intorno.
-Vivo qui da quando.. beh, non è la stessa casa di quando vivevo con Lottie- disse -Vuoi qualcosa da bere?- mi chiese infine.
-No, grazie- sussurrai mentre lui annuiva e si sedeva su una sedia vicino al tavolo, che era posto al centro del salotto.
-E quella?- dissi alzandomi fissando una specie di spada che fuoriusciva da uno scatolone posto di fronte al divano dove ero seduto.
-Non toccarla, Harry- disse sorseggiando un po’ di birra, continuando a guardarmi.
-Woa- mi sedetti sul tavolo della sua cucina, facendo ondeggiare la spada a destra e sinistra.
-Lou, perché hai due tavoli se vivi solo?- dissi continuando a far ondeggiare la spada.
-Harry, potresti farti male- disse Louis nuovamente, alzandosi e venendo verso di me riferendosi alla spada –E non parlarmi di cose inutili in una casa, quando sei il primo ad avere cento stanze e in quella casa ne siete.. due o tre di voi?- concluse ridacchiando.
-Altolà Louis, ora sei tu che potresti farti del male- dissi puntandogli la spada verso il petto.
La spostò con due dita per poi afferrarla e venendo verso di me, si posizionò tra le mie gambe sfilandomi la giacca per poi sussurrarmi all’orecchio ‘tranquillo, te ne comprerò una nuova’.
Sorrise mentre lo guardavo ancora confuso, piegò la giacca lanciandola in aria e facendola atterrare proprio sulla lama della spada, che la tagliò in due parti come se fosse un semplice filo di seta.
Rimasi a bocca aperta -Che cavolo…- nel frattempo Louis gettò la spada sul divano avvicinandosi.
-Visto? Potevi farti male- mi baciò il collo -e io non voglio- disse per poi riprendere a baciare il mio collo.
Spalancai gli occhi per il suo gesto improvviso, ma poi mi lasciai andare inclinando la testa all’indietro. Baciava, succhiava e mordeva ogni singola parte del mio collo, e io credevo di stare impazzendo da un momento all’altro.
Misi una mano tra i suoi capelli tirandoli quasi, facendo scontrare le nostre fronti. Continuammo a guardarci per un tempo che sembrò infinito, ma poi accadde tutto velocemente.
Le sue labbra, quelle labbra perfette e sottili che bramavo da tanto, erano poggiate prima delicatamente, e poi sempre più dolcemente sulle mie, combaciando perfettamente come se fossero state create apposta per essere baciate da loro.
Morsi il suo labbro inferiore facendogli schiudere le labbra, dando vita a un vero e proprio bacio.
Lo stavo baciando… mi stava baciando.
Le nostre lingue iniziarono da subito a toccarsi e cercarsi come se aspettassero questo momento da sempre, come se avessero trovato la propria anima gemella.
Continuammo a baciarci per molto, finché non ci staccammo giusto per prendere aria. Era passato abbastanza tempo, e sentivo il bisogno di ritornare di nuovo a baciare quelle labbra. Mi sporsi in avanti ma Louis si ritrasse sorridendo, feci un ghigno di protesta per poi prendere le sue guance stringendo il suo viso e avvicinandolo prepotentemente al mio. Mi accarezzava le gambe mentre continuavo a baciarlo con foga, come se avessi bisogno di quello per continuare a vivere.
Scesi con le mani sul suo collo avvicinandolo ancora di più, per poi scendere sulla sua schiena accarezzandolo e infine, arrivare al suo perfetto fondoschiena e stringerlo ancora di più a me.
Si staccò per un attimo da me -Nessuno ti ha dato il permesso- disse sorridendo beffardo.
Sbuffai –Torna a baciarmi, stupido- dissi avvicinandolo nuovamente a me mordendogli il labbro inferiore.
Scesi dal tavolo continuando a stringerlo a me per poi prenderlo in braccio, facendogli circondare con le sue gambe il mio bacino, e portarlo verso una delle stanze infondo al corridoio. Entrammo e…
-Coglione, è lo stanzino- disse ridendo continuando a stringere i miei capelli tra le sue mani.
-Rende le cose molto più interessanti, non credi?- dissi dandogli un bacio sul naso, per poi raggiungere finalmente la stanza giusta.
Lo distesi sul letto –Sei pesante Tomlinson- dissi, ricevendo un buffetto dietro la testa –E un nano…- dissi nuovamente, per poi baciargli il collo.
-Smettila, sei tu che sei troppo alto- disse mettendo il broncio.
-...il nano più bello del mondo- continuai sorridendo, per poi ritornare a baciarlo.
Sorrise sulle mie labbra ricambiando il bacio, iniziando a sbottonare la mia camicia e successivamente i jeans. Feci lo stesso, continuando a baciare e mordere il suo collo, finché non rimanemmo entrambi nudi. Era bellissimo con le guance arrossate, il respiro corto e le labbra gonfie per i baci. Così tenero, così diverso dal suo solito aspetto freddo e arrogante. Continuavamo a scambiarci sguardi e baci pieni di dolcezza, e poi fu mio.
E quella, fu decisamente la notte più bella di tutta la mia vita.



Louis.
La piccola finestra situata alla mia destra rifletteva i primi raggi di sole mattutini, che riscaldavano il mio viso facendomi prima rilassare, ma poi mi costrinse ad aprire gli occhi e focalizzare tutto quello che accadeva in quel momento.
Ero disteso a pancia sotto, con la guancia destra completamente sommersa nel morbido cuscino. Un braccio mi cingeva la vita possessivamente e contemporaneamente sentivo quei meravigliosi capelli ricci solleticarmi la spalla. Sorrisi, ricordando perfettamente la meravigliosa nottata passata con quell’angelo dagli occhi verdi. Quell’angelo che avevo odiato fin dall’inizio.
Mi girai, sentendolo sbuffare per poi stringermi ancora di più. Poggiò la testa sulla mia pancia solleticandomi l’addome con i suoi morbidi ricci, che istintivamente cominciai ad accarezzare. Quel meraviglioso momento venne subito interrotto..
Tutto questo è sbagliato.
Non puoi proteggerlo in questo modo.
Finirà come tua sorella.
Sobbalzai al solo pensiero, è davvero sbagliato?
-Ti stai fermo per un secondo?- disse con la sua voce roca, stringendomi ancora di più a se. I miei occhi continuavano a fissare il soffitto.
Non puoi proteggerlo in questo modo.
Spostai delicatamente il suo braccio dal mio corpo, per poi mettermi seduto. Mi presi la testa tra le mani cercando di scacciare via quei pensieri, non trovavo nulla di sbagliato in questo, ma il mio compito è quello di proteggerlo.. non di andarci a letto.
-Lou?- mi richiamò Harry, mentre continuava ad abbracciarmi.
-Ehi.. tutto bene?- disse nuovamente per poi lasciare un piccolo bacio sulla mia spalla.
Non puoi proteggerlo in questo modo.
Presi i boxer e il resto dei vestiti, incominciando ad indossarli mentre Harry scrutava ogni mio singolo movimento con quei suoi diamanti verdi.
-Lou, ehi- afferrò il mio polso mentre cercavo di abbottonarmi i jeans.
Sbuffai –Harry.. ti-ti prego non rendere le cose ancora più difficili-
Corrugò la fronte –Ma di cosa parli? Cosa succede Lou?-
-Harry, tutto questo è sbagliato. Io.. io non posso proteggerti in questo modo- dissi.
-Di cosa parli? Cazzo guardami Lou, di cosa parli?- mi disse costringendomi a voltarmi. I suoi occhi facevano scomparire ogni singolo dubbio, i suoi occhi mi dicevano che la cosa giusta era abbracciarlo, baciarlo…. amarlo.
-
Harry…-
-Louis, Louis io.. io non so cosa mi succede okay? So solo che non sono mai stato bene in tutta la mia vita come ieri, nessuno mi ha fatto sentire come hai fatto tu in una sola notte.. Louis io, io non ci trovo nulla di sbagliato in questo.. io..- cercai con tutte le mie forze di non baciarlo e di non sorridere alle sue parole.
Non posso proteggerti in questo modo, piccolo..
-E’ stato uno sbaglio.. non posso proteggerti in questo modo, sono qui per fare il mio lavoro e non per portarti a letto- le mie stesse parole mi spezzarono il cuore, e sono sicuro di poter aver sentito anche quello di Harry.
-Mi stai dicendo che ieri per te è stata solo una semplice scopata, Louis? - disse quasi con le lacrime agli occhi.
Chinai il capo –Non posso proteggerti in questo modo, capiscilo..-
-Mi hai rotto il cazzo, la smetti di dire sempre le stesse cose? Non puoi andartene così- disse nuovamente.
-Dimentichiamo tutto Harry, sarà meglio per entrambi..- dissi continuando a tenere lo sguardo basso, per poi uscire dalla stanza.
Corsi velocemente verso l’auto sfrecciando via, cercando di dimenticare tutto.
Cercando di dimenticare la persona di cui probabilmente mi stavo innamorando.  E si, mi sentii proprio uno stronzo.



Passò una settimana da quel giorno, ed io e Harry a stento ci scambiavamo il buongiorno. Tutta questa situazione mi stava uccidendo, ma era meglio così. Dovevamo dimenticare entrambi quello che era successo, dovevo semplicemente continuare a svolgere il mio lavoro senza distrazioni.
Molte cose sono cambiate in una settimana, ora è come se tutto il mondo mi fosse contro. Harry tornava quasi ogni sera a casa con una ragazza diversa, e molto spesso ero costretto ad andarlo a prendere in uno dei soliti locali dove rimorchiava. Non riuscivano a capire perché non volesse Liam, ma era ovvio il fatto che lo facesse per infastidirmi. Per quanto cercavo di essere indifferente, tutto questo mi infastidiva maledettamente. Non mi infastidivano le puttanelle che si scopava, mi infastidiva quello che era diventato. Mi infastidiva la sua reputazione e quello che scrivevano su di lui, perché Harry Styles non è il ragazzo di cui parlano.
Passò un’altra settimana, e le cose non erano affatto cambiate. Zayn non riusciva più a gestire la situazione, visto che Harry voleva solo lui al suo fianco. Ero diventato come un intruso in quella casa, e stavo seriamente pensando di lasciarmi tutto alle spalle e andarmene.
Una sera, il mio telefono squillava interrottamente. Mi ero addormentato sul divano del salotto di quella gigantesca casa, mentre cercavo di distrarmi guardando la tv.
-Pronto?- dissi sbadigliando.
-Louis corri, Harry sta male e ha bisogno di te! Ha avuto un attacco d’asma e non riesce a calmarsi- gridò zayn dall’altra parte del telefono.
Harry sta male.
Harry ha bisogno di te.
-Zayn, zayn dove siete- dissi prendendo l’inalatore dalla sua stanza e incominciando a correre verso l’auto.
-Sul retro di un locale, qualcuno cercava di tirarlo con se ma lui è riuscito a scappare. All’improvviso abbiamo sentito uno sparo e ora è qui con me. E’ il solito locale, corri Louis ti prego, non ha fatto altro che dire il tuo nome- non me lo feci ripetere due volte.
Gettai il telefono non so dove nell’auto, per poi accelerare ancora di più. Fanculo i semafori, fanculo le macchine, fanculo le bestemmie che tutti mi mandavano in quel momento.
Non hai protetto Harry, lo stavi facendo uccidere.
Una lacrima cadde dai miei occhi al solo pensiero di perderlo, continuai ad accelerare ancora di più.
Arrivai al locale in meno di mezz’oretta, corsi sul retro trovando Harry steso sull’asfalto mentre Zayn gli teneva la testa.
Mi inginocchiai immediatamente prendendolo tra le mie braccia mentre sentivo i suoi respiri strozzati.
I suoi occhi incrociarono i miei, e li vidi brillare. I suoi occhi incrociarono i miei e tutto il resto intorno a noi scomparve.
Gli feci schiudere le labbra spruzzando con l’inalatore, ma Harry sembrava non riprendersi, anche perché gli spruzzi non erano abbastanza.
L’inalatore era vuoto, completamente vuoto.
-Merda- dissi gettandolo via -Harry.. Harry respira, respira Harry guardami- dissi prendendo il suo viso tra le mani.
-Harry respira, fallo per me Harry respira- annuì debolmente mentre provava a respirare.
-Bravo piccolo, continua così- dissi e incominciai ad accarezzargli i capelli. Sapevo che quello era l’unico modo per farlo rilassare, e infatti lo fece.
-Cazzo fagli la respirazione a bocca a bocca, chiama un’ambulanza ma fai qualcosa, qualsiasi cosa perché non riesco a vederlo così- disse zayn sull’orlo di una crisi. Conosceva Harry da ormai molto tempo, mi ha sempre detto che per lui era come un fratello, ed era molto preoccupato per lui.
Però….
Cercai di seguire il consiglio di zayn, mi misi a cavalconi su di lui avvicinando pian piano le mie labbra alle sue, facendogli la respirazione bocca a bocca.
-Respira Harry, continua a respirare- dissi riavvicinandomi mentre continuavo a respirare nella sua bocca. Harry chiuse gli occhi, mentre iniziava a respirare regolarmente. Pian piano il respiro di Harry diventava stabile, e mi contenni da non fare i salti di gioia. Mi distaccai dalle sue labbra contro voglia, cercando di farlo respirare ancora un po’ da solo.
-Respira.. così piccolo, respira- e dopo cinque minuti, gli occhi di Harry ritornarono a brillare come prima, e il suo respirò ritornò normale.
-L-louis..- sussurrò per poi abbracciarmi, stringendomi sempre di più a se.
Vidi zayn mentre si asciugava una lacrima e aiutava a far alzare Harry.
-Brutto coglione, mi hai fatto morire dallo spavento- disse per poi abbracciarlo. Harry sorrise per poi venire verso di me.
-T-torniamo a casa, p-portami via Louis..- disse abbracciandomi e mettendo la testa nell’incavo del mio collo.
Sorrisi salendo in macchina, mentre Zayn decise di guidare.
Arrivammo a casa, entrando e cercando di non fare rumore, non volevo vedere la solita faccia di quel coglione del suo manager. Arrivati nella sua stanza, gli rimboccai le coperte accarezzandogli i ricci che quella sera erano issati nel suo solito ciuffo.
-Lou..- disse mentre stavo per andarmene.
-Non lasciarmi Louis, ho bisogno di te..- disse continuando a guardarmi con quei fari verdi, che brillavano anche al buio…
Stava piangendo…
Mi avvicinai al suo viso dando un bacio casto a quelle labbra rosso fragola.
-Mai- dissi dandogli un altro piccolo bacio –Perdonami Harry, perdonami, io-io voglio solo proteggerti e…-
-Shh- disse poggiando l’indice sulle mie labbra -Resta con me stanotte-
Non me lo feci ripetere due volte. Desideravo abbracciarlo ormai da troppo, così tolsi le scarpe e entrai in quel letto troppo grande per una sola persona. Mi abbracciò affondando il viso sul mio petto, rialzò il capo avvicinandosi alle mie labbra regalandomi quel bacio e quelle labbra che bramavo da giorni. Erano loro il mio ossigeno, era l’unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento.
O per sempre.
Ritornò ad abbracciarmi e sussurrò due parole, due parole che fecero scoppiare il mio cuore freddo, due parole che mi mandarono in paradiso per un istante.
-Ti amo-



Quella mattina facemmo colazione a letto, rimanemmo tutta la mattinata abbracciati e continuavamo a baciarci ogni secondo. E sorrisi quando –Credo che ormai non avrò bisogno di un nuovo inalatore- e ritornò a baciarmi, in quel modo che solo lui sapeva fare, in quel modo che solo lui riusciva a farmi battere forte il cuore. Ma sfortunatamente, il pomeriggio dovevo ritornare al mio lavoro. Le minacce non arrivavano da giorni, ma cercavamo comunque di restare all’allerta.
-Tra poco dobbiamo andare, è stato candidato ai grammy Louis, dobbiamo stare attenti- disse zayn, mentre Nick al nostro fianco sbuffava.
-Provate a rovinargli la serata e siete finiti-
-Vorresti dire, provate a ‘rovinarmi’ la serata, vero Nick?- dissi fulminandolo con lo sguardo.
-Ehi..- sentimmo una voce alle nostre spalle e ci girammo contemporaneamente.
Sorrisi notando che per la prima volta, Harry era vestito in modo elegante. Indossava una camicia blu abbottonata fino al collo, con un completo blu scuro composto da giacca e pantalone. I capelli issati nel solito ciuffo –quasi disordinato- e si, era perfetto.
Rimasi incantato, e quando incrociai i suoi occhi lo notai sorridere mentre mi fissava e notava il mio sguardo perso.
-Sei bellissimo Harry, andiamo?- disse quel coglione di Nick.
Con un braccio gli cinse i fianchi, e subito mi alzai avvicinandomi.
-Già, andiamo- dissi sorridendo ad Harry, per poi spostare infuriato il braccio di Nick.
Harry ridacchiò, e mentre ci incamminavamo verso l’auto si sporse verso il mio orecchio sussurrandomi –Quanto sei geloso?-
Sorrisi, era vero, ormai ero diventato dannatamente possessivo nei suoi riguardi.


Dopo qualche foto sul red carpet, arrivammo al grande teatro dove si svolgeva uno degli eventi più importanti. Harry era eccitatissimo, essere candidati ad un premio come i grammy non è una cosa da sempre.
-Zay, vado a controllare l’ambiente nel backstage, resta qui con lui- dissi per poi allontanarmi.
Incominciai a controllare l’ambiente nel backstage, e notai Nick di fronte a me intento a parlare con un cameraman.
Mi guardai ancora un po’ intorno, per poi ritornare su Nick e il cameramen, che questa volta era rimasto solo e si avvicinava sempre di più al palco.
‘E il vincitore è…. Harry Styles’ gridò il conduttore. Volevo correre da Harry e abbracciarlo, ero così fiero di lui. Nel frattempo, notai che il cameramen continuava ad avvicinarsi al palco. Harry era appena salito per ritirare il premio, delle luci mi accecarono togliendomi la visuale.
Riuscii solo a vedere una luce rossa nella telecamera di quel cameramen, e la stessa luce era ferma sulla fronte di Har….
Una pistola.
-
Zayn, corri da quel cameraman- gridai nell’auricolare iniziando a correre.
Corsi sul palco mentre Harry sorrideva e teneva fiero tra le mani il suo premio, corsi ancora più veloce vedendo zayn spingere il cameraman a terra, e poi accadde tutto velocemente.
Uno sparo, e si creò il delirio.



Harry.
Uno sparo, Louis che correva, Sangue.
Il corpo di Louis era steso al mio fianco, il suo addome era ricoperto da un grande strato di sangue. Lo stesso io, ma non avevo nessun dolore.
Spalancai gli occhi realizzando il tutto.
Hanno sparato Louis.
Dovevano sparare me.
-No- gridai –No, no Louis no. Cazzo correte, aiutatelo- continuavo a gridare mentre il pubblico nel frattempo correva via.
-Louis..- dissi iniziando a piangere.
Mi sorrise stringendomi la mano.
-Ti-ti hanno ferito, Harry? Stai b-bene?- disse iniziando a tremare.
-Sto bene, anche tu stai bene vero Louis? Devi restare sveglio okay?- dissi accarezzandogli il viso.
-Sai con quale canzone ho vinto, Louis? Con la canzone che ho scritto per te, ti ho scritto una canzone Louis, devi ascoltarla quindi resta sveglio.. fallo per me amore- continuai mentre le lacrime scendevano veloci.
Louis accennò un sorriso –L’ho ascoltata Harry, è-è b-bellissima..-
-Allora non lasciarmi, la canzone dice questo Louis. Non devi lasciarmi perché sono stanco di sentirmi solo, tu mi completi e-e dobbiamo restare insieme. Devi proteggermi Louis, e io devo baciarti e abbracciarti. Poi ci sposeremo, te lo prometto. Lascerò questa vita per stare con te, ma tu devi promettermi che non mi lascerai Louis.. non ora, mai- dissi baciandogli la fronte continuando ad accarezzargli il viso.
Louis annuì alzandosi con fatica sui gomiti, per poi lasciarmi un piccolo bacio sulle labbra –T-ti a-amo…- disse per poi ritornare steso e chiudere lentamente gli occhi.
-No, no Louis no, non lasciarmi Louis- gridai –Fate qualcosa, sta morendo cazzo- gridai in lacrime voltandomi verso Zayn e gli altri ragazzi, mentre cercavano di rintracciare l’autoambulanza che non arrivava.
Poggiai la fronte sul suo petto piangendo, sentendo il suo cuore battere sempre più lentamente. Il suo respiro si bloccò improvvisamente, e il mio cuore fece lo stesso.



Un anno dopo.
-Andiamo Harry, muovi il culo- disse zayn aiutandomi con i bagagli.
Era passato un anno. Un anno da quando Louis si era risvegliato dal coma, un anno da quando la sera stessa dell’accaduto furono arrestati sia Nick che il cameraman, che aveva sparato. Nick voleva solo i miei soldi, ed io non me ne ero mai reso conto.
Era passato un anno, e stavo partendo per Los Angeles, ritornando alla mia vecchia e solita vita.
Louis aveva un altro lavoro ormai, e il mio nuovo bodyguard era un vecchio, uno stupido vecchio antipatico. Louis mi mancava terribilmente, e avrei voluto che partisse con me quel giorno.
Arrivammo all’aeroporto e i ragazzi iniziarono a salire sul jet privato. Stavo per salire anch’io, quando sentii una voce alle mie spalle.
-Non si saluta?-
Sorrisi, i battiti del mio cuore accelerarono e le mie gambe iniziavano a tremare.
-Ehi.. sei venuto- dissi voltandomi incrociando quei meravigliosi occhi azzurri.
Persi un battito.
Louis sorrise avvicinandosi –Perdonami per il ritardo, il sindaco voleva per forza avermi al suo fianco..-
-Ah, com’è? Carina?- dissi con un pizzico di gelosia nella voce.
Sì, un pizzico.
-
Abbastanza Harreh, solo che non ha ne i ricci ne gli occhi verdi- sorrise continuando ad avvicinarsi –E purtroppo, nemmeno le tue labbra- arrossii improvvisamente –Poi è troppo tranquilla, mi manca proteggere un rompipalle- sorrise.
Gli diedi un piccolo schiaffo sul braccio –E’ tranquilla perché ci prova con te-
-Nah, troppo vecchia, non mi piace- sorrise leccandosi le labbra.
Baciami.
Sospirai avvicinandomi e stringendolo in un abbraccio, cercando di fare attenzione al suo addome ancora fasciato.
-Mi mancherai..- dissi mettendo la testa nell’incavo del suo collo e respirando il suo bellissimo profumo, cercando di imprimerlo nel mio cuore e portarlo sempre con me.
-Anche tu, ma ora vai Harry.. ti aspettano- disse staccandosi dall’abbraccio.
Annuii, voltandomi e iniziando a camminare. Salii sull’aereo, guardandolo un’ultima volta. Mi sorrise, ricambiai chinando il capo e mi sedetti accanto a Zayn.

Now you were standing there right in front of me,
I hold on scared and harder to breathe,
All of a sudden these lights are blinding me,
I never noticed how bright they would be…

L
’aereo iniziò a partire, mentre Louis era ancora fermo sullo stesso posto continuando a guardarmi. I nostri occhi non smisero nemmeno un secondo di incrociarsi, i nostri cuori continuavano a battere all’impazzata, e le lacrime inondarono i miei occhi verdi iniziando a scendere lentamente.

I saw in the corner there is a photograph,
No doubt in my mind it’s a picture of you,
It lies there alone in its bed of broken glass,
This bed was never made for two…

-Fermati- gridai all’improvviso.
-Harry cosa…- interruppi zayn.
-Ho detto fate fermare questo cazzo di aereo, fermati.. ORA- continuai mentre l’aereo lentamente si incominciava a fermare.

I’ll keep my eyes wide open,
I’ll keep my eyes wide open…

Scesi dall’aereo correndo come non avevo mai fatto prima, scesi dall’aereo ripetendomi che non ero nulla senza di lui. Scesi dall’aereo, decidendo che la mia vita doveva continuare al suo fianco.
Corsi finché non arrivai ad un palmo del suo viso, continuava a guardarmi con le lacrime agli occhi mentre misi le mani attorno al suo collo attirandolo a me.
E lo baciai.

Don’t let me, don’t let me, don’t let me go..
Cause I’m tired of feeling alone.
Don’t let me, don’t let me, don’t let me go……

Continuammo a baciarci come non avevamo mai fatto, continuava ad accarezzarmi la schiena stringendomi ancora più forte, continuavo a baciarlo facendogli capire che era mio, che non volevo condividerlo con nessuno e che la mia vita doveva continuare al suo fianco.
-O resto io, o vieni tu con me- dissi poggiando la mia fronte sulla sua, facendo sfiorare i nostri nasi.
-H-Harry..-
-Louis, sei tutta la mia vita. Fai parte di me, ormai ci sono dentro, e non ho intenzione di condividerti con nessuno. Sei mio, sono tuo, ci apparteniamo e ci completiamo. Voglio vivere il resto della mia vita con te, voglio essere io a svegliarmi tutti i giorni con te e..- mi bloccò, ritornando a baciarmi.
-Resta- sussurrò –Restiamo qui insieme, non c’e’ bisogno di andare così lontano. Ci sarò io, a proteggerti da qualsiasi cosa.. te lo prometto ma resta, resta-
Sorrisi come mai avevo fatto prima, ritornando ad abbracciarlo e stringerlo a me. Zayn e i ragazzi, scesero dall’aereo avendo capito la situazione e..
-Ecco, che palle, ritornare a Los Angeles per cosa poi? Amata Londra, i’m back- gridò infine facendo ridere tutti, mentre continuavo a stringere Louis contro il mio petto.
-Ti amo piccolo- sussurrò.
-Ti amo anche io amore- dissi baciandogli la fronte.

…..cause i’m tired of sleeping alone.


*sbuca dalla tana* *fa ciao con la manina*
Okay, prima di tutto vi ringrazio di essere arrivati fin qui. Avete appena letto 29 pagine di word, e spero che non ve ne siate pentiti c.c
Il banner è gigantesco ma okay ahahaha. Anyway, a parte alcune scene, ho cambiato anche il finale. Nel film lei partiva e lui rimaneva, ma sinceramente non ce l’ho fatta a far separare i Larry.
Dopo credo che mi avreste uccisa anche voi, ahahahahha.
Anyway x2, ringrazio tuuutti quelli che l’hanno letta e tutti quelli che gentilmente, lasceranno una recensione.
Ovviamente non siete obbligati a farlo, già è bello sapere che l’avete letta.
Ringrazio ancora con il cuore, ci tengo tanto a questa os. Ci sto lavorando da mesi e… finalmente eccola.
Se volete, su twitter sono @_xhugmemalik<3 grazie ancora dolcezze, love u all.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _xhugmemalik