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Autore: RaggioDiLuna    17/02/2008    24 recensioni
LEGGETE ANCHE IL SEGUITO: SPIRALE DI LUCE
ff scritta per sperimentare un nuovo pairing e soprattutto perchè mi è venuta spontanea. sarei grata se chi mi conosce per "i sogni son desideri...sarà vero?" volesse leggere anche questa ff per dirmi come me la cavo con questa nuova coppia.il vostro giudizio è i importante.
1)Che diritto aveva lei di intromettersi in quel momento così personale? Ma ormai non poteva più tirarsi indietro. -ciao…- la sua voce timida lasciò che quel breve suono si infrangesse nell’aria, riflettendosi e amplificandosi nelle gocce di pioggia… -cosa diavolo ci fai qui mezzosangue? Vattene! Vattene via!- era una frustata, un lama gelida capace di conficcarsi a fondo nel cuore, ma Hermione non reagì come avrebbe fatto abitualmente, non si lamentò delle sue cattive maniere, perché era troppo grande la sorpresa che la vista delle sue lacrime le aveva procurato.
2)Hermione ne approfittò e incrociò le braccia sulle ginocchia di lui, appoggiandoci il mento. Lo guardò dal basso, inclinando la testa, ma non disse nulla. Malfoy tremava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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lago_delle_fate so che siete abituate a vedere il mio nome in una ff Ron/Hermione, ma questa sera ho deciso di buttarmi...
ascoltando un brano che mi ha passato via msn Yuyutiamo mi è venuta la voglia di provare a scrivere questa piccola ff, senza troppe pretese, solo per sperimentare un pairing diverso dal solito. l'ho scritta tutta in una sera. ormai è l'1 e mezza e sto per delirare...
volevo una storia dolce come l'amore che sogno, spero tanto di esserci riuscita, ma questo me lo direte voi.... o almeno lo spero.
per favore, fatemi sapere qualcosa, le vostre impressioni, positive o negative che siano, per me sono davvero importanti...



Hermione stava passeggiando da sola, nel parco di Hogwarts, in un pomeriggio triste, in cui il cielo piangeva con lei.
Era una pioggerellina leggera, di quelle che non danno fastidio, ma ti rinfrescano nelle calde giornate estive, quella che lavava via la sua malinconia.
Si stava odiando, perché era triste, ma non ne aveva motivo. Avrebbe dovuto sfruttare quel pomeriggio per studiare, ma la voglia di uscire, di allontanarsi da tutto e da tutti l’aveva spinta fuori.
Senza un motivo.
Perché?
Perché sto così?
Non aveva risposte.
Odiava stare in quel modo, era contro ogni traccia di razionalità, non era spiegabile…ma quelle emozioni non se ne andavano…
No, si corresse, quelle non erano emozioni, erano solo delle stupide sensazioni che venivano dal nulla, che nascevano dalla sua mente…ma perché? Aveva voglia di piangere, non sapeva se a causa di quella strana tristezza o se per la frustrazione di non riuscire a capire quello che provava…maledizione!!!
Si addentrò nella foresta proibita, così fitta che il velo della pioggerellina sottile quasi non riusciva a penetrare la coltre degli alberi. Si sentiva soltanto il rumore dell’acqua sulle foglie…
Era sola, nella foresta, invece di essere insieme ai suoi amici a ridere nel calore della sala comune. Ma perché, perché, perché?
Continuò a camminare trascinata da una forza invisibile, un passo dopo l’altro, le sue gambe che si muovevano come comandate dai fili di un burattinaio crudele, che la trasportava sempre più lontano dalle luci del castello, sempre più vicino al silenzio, alla solitudine, alla pace di quel luogo selvaggio, bello nella sua malinconia.
Strinse i pugni con rabbia, rabbia contro se stessa, perché era così maledettamente difficile leggere i pensieri che raccontano la nostra storia?
C’era tanto di quel silenzio che non avrebbe dovuto essere in difficoltà ad ascoltare la propria anima…ma anche quella rimaneva chiusa nel suo mutismo…silenzio, solo silenzio, maledetto silenzio…
Sospirò forte, trattenendo le lacrime e continuando a camminare. Non sapeva neppure dove stava andando ne come avrebbe ritrovato la strada di casa…

Improvvisamente sentì qualcuno piangere, alla sua sinistra, e come mossa da una volontà non sua si avvicinò, sentendosi come un segugio durante la caccia, seguendo la traccia di quel suono disperato…
Non sapeva perché lo stava facendo, forse era soltanto il suo dolore che cercava il dolore di un altro, le sue lacrime che volevano confondersi con quelle di un’altra persona, per diluire la sofferenza di entrambi.
 
 Stava uscendo fuori dal sentiero segnato dai passi di Hagrid e doveva farsi strada nella fitta vegetazione: doveva scansare con le braccia i rami degli alberi e chinarsi per passare sotto gli archi di legno frondoso stando sempre attenta a dove metteva i piedi per non inciampare nelle radici nodose. Era una danza strana, un avanzare scomodo, ma quei movimenti la calmavano, il contatto delle mani col legno umido la stava aiutando ad estraniarsi dal mondo e quella strana ricerca, il fatto di avere un obiettivo, le stava scacciando dalla testa il suo dolore, i pensieri pieni di malinconia.

Improvvisamente sbucò in una radura, un piccolo spazio circondato dagli alberi con al centro una pozza d’acqua verde smeraldo limitata da rocce chiare coperte dal muschio e da un tappeto di piccoli fiori rossi. Il prato, tutt’attorno, era verde intenso, ma in quel caldo pomeriggio era punteggiato di mille colori, mille fiori colorati, fiordalisi, viole, margherite, tarassaco, papaveri…era stupendo, era semplicemente fiabesco.
Si chiese come fosse possibile che nel bel mezzo della foresta proibita ci fosse quel piccolo paradiso quando sentì un fruscio alle sue spalle, come uno sbattere d’ali.
Si girò e si trovò davanti ad una piccola creatura volante, simile ad una fata, che volteggiava accanto al suo orecchio, vestita solo di una luce soffusa.

-ciao-
non aveva neppure mosso le labbra sottili, era come se avesse sussurrato direttamente alla sua anima.
In qualche modo la mente della ragazza capì esattamente come funzionava quella strana conversazione, perchè una voce nella sua testa rispose senza che dalla sua bocca uscisse un solo suono.
-ciao-
-sembri triste… come mai?-
-oh…non lo so- concluse tristemente, ma cercò di deviare il discorso
-cos’è questo posto?-
-il lago delle fate. È un luogo poco conosciuto, sono anni che non ci veniva nessuno…tu cosa ci fai qui?-
Hermione guardò quella creatura eterea.
-ho sentito qualcuno piangere-
-sì, è laggiù…appoggiato a quella grande sequoia, lo vedi?-
-Ma…ma…cosa ci fa lui qui?-
-lo conosci?-
-si…purtroppo si…-
-purtroppo? Perché? Viene qua spesso, non lo sapevi?-
-no, non lo sapevo, effettivamente so poche cose di lui…viene sempre da solo?-
-si …viene qui e piange. Piange molto a lungo.- sospirò – ma non vuole parlare con me..- sembrava triste e delusa per non aver potuto parlare con quel ragazzo, ma presto la tristezza lasciò il suo viso per fare spazio all’entusiasmo.
-tu come ti chiami?-
-Hermione-
-bel nome…lui come si chiama?-
-Malfoy- rispose secca   
-di nome?-
-no, è il cognome-
-perché lo chiami per cognome? È così triste…-
-perché non siamo mai stati buoni amici- sembrò pensarci un attimo  poi aggiunse quasi in un soffio
-Draco…si chiama Draco-
-perché non vai da lui?-
-cooooosa?- la proposta era talmente inverosimile che Hermione parlò ad alta voce, attirando l’attenzione del ragazzo.
-chi c’è?-
il tono duro  fece sentire Hermione come un’intrusa.
Che diritto aveva lei di intromettersi in quel momento così personale? Ma ormai non poteva più tirarsi indietro.
-ciao…- la sua voce timida lasciò che quel breve suono si infrangesse nell’aria, riflettendosi e amplificandosi nelle gocce di pioggia…
-cosa diavolo ci fai qui mezzosangue? Vattene! Vattene via!-  era una frustata, un lama gelida capace di conficcarsi a fondo nel cuore, ma Hermione non reagì come avrebbe fatto abitualmente, non si lamentò delle sue cattive maniere, perché era troppo grande la sorpresa che la vista delle sue lacrime le aveva procurato.
-scusa-
silenzio
-scusa…non volevo, ho sentito piangere e…-
-ora che hai visto che sono io puoi anche  ritornare dai tuoi amici con la notizia che sto piangendo… fatevi due belle risate, mi raccomando, perché domani non ne avrete l’occasione-
era una minaccia, ma Hermione ancora una volta non reagì, perché le sue parole erano state troppo dure, troppo amare…forse troppo vere.
Se qualcuno il giorno prima le avesse detto di aver visto il ragazzo piangere probabilmente avrebbe pensato che gli stava bene, senza pensare a quello che avrebbero potuto dire Harry e Ron…
Me ora…ora che lo aveva davanti…
-te ne vuoi andare?-
Malfoy era scattato in piedi e aveva cominciato ad urlare, camminando verso di lei, come una furia.
Hermione ebbe paura, vedendolo avvicinarsi a quel modo, e si girò per andarsene, anche se qualcosa nella sua testa le urlava di restare
Mentre cominciava a camminare avvertì un dolore al braccio. Era forte, lancinante e il braccio cominciò immediatamente a pulsare dove la mano di Malfoy  si era stretta, trattenendola.
Hermione urlò di dolore ma soprattutto di sorpresa, ma il ragazzo la strattonò con violenza e la spinse con la schiena contro il tronco di un albero tenendo una mano sulla sua spalla e posando l’altra sulla corteccia umida, imprigionandola.
La ragazza aveva paura di alzare lo sguardo, ma lo fece comunque, appellandosi al suo grande coraggio.
Un paio di occhi chiari la stava fissando.
Era uno spettacolo orribile: i capelli, ormai fradici, ricadevano sul viso scomposti, oscurando gli occhi cerchiati di rosso, gonfi a causa di quel pianto disperato, incontrollabile. Le labbra erano esangui e il corpo era scosso dai singhiozzi,lo sentiva tremare dalla mano che ancora posava dalla sua spalla.
-credi di andartene così, mezzosangue? Guai a te se dici una parola su quello che hai visto, intesi?-  
-non ho nessuna intenzione di- la sua voce flebile fu sovrastata dalle urla di lui, il viso distorto dalla rabbia.
-non mi importa quello che hai intenzione di fare, giurami che non farai parola di questo!-
-perché?- era una domanda stupida, ma le era uscita spontanea e sembrava aver fatto arrabbiare ancora di più il suo interlocutore.
-mi prendi in giro? MI PRENDI IN GIRO?-
Hermione faticò a sostenere il suo sguardo.
-perché non voglio che nessuno lo sappia!-
-neanche Zabini, Tiger o Goyle?- prese fiato, sapendo che quello che stava per dire era pericoloso
–ma non dovrebbero essere i tuoi amici? Con loro non dovresti essere libero di parlare e di piangere?- anche lei aveva alzato la voce, ora, forse perché si rendeva conto che le sue parole avrebbero potuto ferirlo. Ma non aveva intenzione di ferirlo, voleva solo trovare uno spiraglio a cui aggrapparsi, una breccia in quella corazza intessuta di rabbia e superiorità, perché dai suoi occhi, dal veleno della sua voce, dal tutto il suo corpo che tremava, vedeva tutto il dolore che lo stava dilaniando.
 –VATTENE!- scagliò un pugno contro il tronco, facendosi sanguinare la mano.
-no, Draco, non me ne vado- aveva ricominciato a parlare piano, con voce sommessa, nella speranza di calmarlo.   
Malfoy si limitò a fissarla negli occhi con odio.
-fammi vedere la mano, Draco- continuò ad usare il nome, le veniva spontaneo, anche se per sei lunghi anni non lo aveva mai fatto.
Gli prese la mano e concentrò l’attenzione sulla ferita, per non guardarlo negli occhi. Gli aveva fatto male, lo sapeva, ma era stato solo per aiutarlo.
La sua mano era fredda, pallida, Hermione tamponò la ferita con un lembo del leggero foulard che portava al collo e l’avvicinò al viso soffiandoci piano.
-brucia?-
Malfoy non rispose, continuando a fissarla, il volto assolutamente inespressivo.
Hermione intrecciò le sue dita intorno a quelle del ragazzo e, visto che lui non sembrava voler ricambiare la stretta, chiuse le sue dita fredde appoggiandoci anche l’altro mano.
-Draco?-
il ragazzo stava tremando e a quel contatto abbassò lo sguardo, fissando le radici dell’albero a cui la ragazza era appoggiata.

Le sue mani sono calde, mentre tengono stretta la mia, il suo soffio è delicato, la sua voce dolce, dolcissima.
Sta usando il tono che usava mia madre con me quando ero ancora un bambino, quando mi rifugiavo nel suo abbraccio.
Ma perché se ne sta lì, davanti a me? Doveva andarsene, non aveva il diritto di spiarmi.
È  solo una sporca mezzosangue, maledizione, cosa ne sa lei dei miei amici?
Però ha ragione…sono solo, praticamente solo…Tiger e Goyle non sono veri amici e Blaise…Blaise è in infermeria, colpito da un incantesimo partito dalla mia stessa bacchetta, per rabbia.
Mi sta chiamando per nome, non lo ha mai fatto, pochi lo fanno.
Non si è mossa quando il mio pugno è partito, sfiorandola, è rimasta qui, e mi ha preso la mano.
Le sue mani calde…i suoi occhi si muovono cercando i miei, ma non riesco a sostenere il suo sguardo, fa troppo male, apre una voragine dentro cui vorrei lasciarmi cadere…


-Draco?- Hermione stava sussurrando ormai.
Silenzio.
Silenzio in quella foresta, silenzio tra loro.
Rimasero così per pochi, interminabili attimi, poi Hermione spostò una mano sfiorandogli il viso, senza sapere il perché di quel gesto, agendo per istinto.
Il ragazzo si ritrasse e si voltò velocemente, andando a sedersi poco lontano, appoggiando la schiena alla sequoia.  

Perché sei così gentile, Hermione? Ti ho minacciato, ti ho fatto male, ho urlato contro di te, ti ho insultato…perché?
La sua mano calda sul mio viso…è un tocco gentile, ma devo sottrarmi, non posso permettermi di crollare, devo allontanarmi.

Hermione rimase appoggiata all’albero, chiudendo gli occhi. Prese un respiro profondo.
Cosa stava succedendo? Di quale strana scena erano silenziose spettatrici le gocce di quella pioggia sottile?
Erano Hermione Granger e Draco Malfoy, dopotutto, ma sembravano averlo dimenticato come lei aveva dimenticato la sua malinconia, la sua tristezza ingiustificata.
Vederlo piangere in quel modo, proprio lui, sempre così sicuro, così Malfoy…si rese conto di quello che aveva pensato: lo aveva semplicemente definito “Malfoy”, come se quel nome fosse un’etichetta.
Non lo conosceva, di lui conosceva solo la maschera con cui si difendeva, niente di più.
Si rese conto che di Draco, non di Draco Malfoy, semplicemente di Draco, non sapeva nulla.
Riaprì gli occhi e lo vide ancora seduto, col volto tra le mani, la testa appoggiata alle ginocchia piegate verso il petto. Sembrava fragile, debole…sembrava un bambino.
D’istinto gli si avvicinò e si rannicchiò di fronte a lui.
Malfoy sentì i suoi passi e alzò la testa , lasciando scivolare le braccia lungo il corpo.
Hermione ne approfittò e incrociò le braccia sulle ginocchia di lui, appoggiandoci il mento.
Lo guardò dal basso, inclinando la testa, ma non disse nulla.
Malfoy tremava.

Sembra un cucciolo, con la testa così reclinata…È vicina, tremendamente vicina…per fortuna.
Grazie. Perché un secondo dopo essermi allontanato la mia mano chiedeva il calore delle tue, il mio viso voleva essere sfiorato piano, ma tu rimanevi lontano, a metri da me, incollata a quell’albero.
Perché non vieni verso di me Hermione? Da quando ti chiamo per nome? Da quando il mio stomaco si chiude al pensiero di averti vicino…di avere vicino una mezzosangue? Ma non importa più, ormai, e il mio corpo si muove senza che io possa controllarlo, mentre mi avvicino a te e la mia fronte si appoggia alla tua…

Draco chiuse gli occhi ed Hermione con lui.
La pioggia continuava a cadere increspando le acque di quel lago minuscolo, raccogliendosi nei petali dei fiori.
Stava calando la sera e la luce del crepuscolo filtrava da uno squarcio nel cielo nuvoloso, scaldando l’atmosfera anche lì sotto, tra le fronde degli alberi della foresta.
Nascosta tra le rocce, a bordo del lago, una strana creatura, simile ad una fata, sorrideva all’indirizzo dei due ragazzi.  
-Mia madre è morta-
Hermione spalancò gli occhi, trovando quelli grigi di Malfoy fissi su di lei, senza più odio, senza più disprezzo, senza rancore.
La ragazza si maledì, ma non riuscì a trovare nulla da dire, rimase semplicemente a bocca aperta, con gli occhi sgranati, ma la mente svuotata e il gelo nel cuore. Abbassò lo sguardo.
-io..- io cosa? Maledizione, avrebbe tanto voluto trovare le parole…
-tu?-  Draco la apostrofò in un tono così dolce, che la ragazza non potè che ritornare a guardarlo, sorpresa.
Gli occhi grigi erano lucidi di nuove lacrime, ma il suo viso si illuminò di un sorriso.
-Hermione…- pronunciò quel nome come un bambino prova ad imparare una parola nuova, come se fosse stato qualcosa di strano…
la ragazza ne fu sorpresa, ma soprattutto provò un istintivo moto di affetto verso quel ragazzo. Immaginava quanto doveva essere stato difficile per lui aprirsi con lei.
Si sentì importante per qualcuno. Davvero importante.
La malinconia, il dolore, la tristezza…tutte quelle sensazioni che ancora non era riuscita a classificare e che l’avevano spinta a fuggire nella foresta erano scomparse.
Era felice. Sorrise radiosa.

-mia madre è morta- l’ho detto. Ed è stato semplice…naturale, come se fosse sempre stato così.
Hermione non riesce a trovare il modo adatto per rispondermi…Hermione, non è importante quello che dirai tu… sono stato io ad aver fatto tutto. Grazie a lei. Grazie ai suoi occhi che ora mi guardano in cerca di qualcosa da dire.
Hermione Granger, la ragazza che ha sempre risposto a tono al mio sarcasmo, quella che non sarei mai riuscito a piegare, ora è qui, davanti a me, e se volessi ferirla ora sarebbe facile: le sue difese sono basse…le hai abbassate per me, Hermione.
La chiamo. Per nome.
È strano, ma è bello. Sento la mia voce esitare e la testa mi gira, ma cosa mi sta succedendo?
Sorridi, a me, e ho solo voglia di abbracciarti, perché sento che qualcosa è scoccato tra di noi.
Cosa sia non lo so. Amicizia, confidenza, amore? Domanda inutile, è troppo presto per dirlo.
Sento solo questo groppo alla gola e i brividi che mi attraversano come scariche elettriche, perché non sono più solo, perché ci sei tu e sei vicinissima. Vorrei abbracciarti perché ho voglia di sentire il calore  del tuo corpo contro il gelo che è ormai padrone del mio, che governa la mia anima.
Aiutami a scioglierlo, prendimi per mano.
 Ma tu non fai nulla , resti seduta di fronte a me e non dici una parola, ma non c’è imbarazzo tra noi. Soltanto questo filo invisibile che incatena i miei occhi ai tuoi.
La vedo rabbrividire e sento che mentre il sole tramonta l’aria nel bosco comincia a farsi più fredda.
Andiamo via. Da soli. Per cercare di capire cos’è successo. Per cercare di far luce su quello che potrà accadere. Ma non si può.

-Draco…hai voglia di parlare?
-no…- Hermione si sentì quasi tradita
-oh…- Draco sorrise
-te ne parlerò, Hermione, tranquilla, te ne parlerò- la ragazza lo fissò sorpresa, non era ancora abituata al Malfoy che aveva di fianco, era successo tutto troppo in fretta.
Annuì.
-hai freddo?-
annuì ancora, non riusciva a parlargli.
-andiamo al castello, che ci scaldiamo, dai…- si alzò e allungò una mano per aiutarla a fare altrettanto, ma la ragazza era già in piedi al suo fianco. Fiera grifondoro.

Bella. Sei bella, così fragile, di fronte a me.
Vorrei stringerti, arrivare fino al castello abbracciati, senza lasciarti, perché sei la mia ancora di salvezza.
Ho bisogno di te.
Perché non mi prendi per mano, Hermione?
E visto che non lo fai tu, lo faccio io.

PARTE IN AGGIORNAMENTO:
ciao!!! ne approfitto per ringraziare le persone che fino a questo momento hanno lasciato una recensione

elettric-demon:  non ho ben capito la storia del capitolo extra, sarà che dopo un giorno a studiare sono leggermente stordita...se ti va di spegarmi per bene giuro che ci penso...

kithiara: anch'io adoro Draco così "umano"...se ti interessa ho in cantiere un'altra ff...grazie dei complimenti

ferao: ma guarda un po' che nome conosciuto! ciao, tutto bene? sono contenta che ti sia piaciuta "la mia creatura"...che tra  parentesi è la mia shot....ahhhhhh sto delirando!!! ci sentiamo riguardo "i sogni son desideri..sarà vero?"

neera Sharim: ok, mi avete quasi convinto...magari un seguito lo faccio...spero davvero di ritrovarti...

vivian_black: essere tristi senza un motivo può capitare...ed è ancora più brutto...sai, mi sto davvero convincendo a continuare. le vostre recensioni mi danno la carica!!

valesilente: ci penso, ci penso...deduco che ti sia piaciuta allora???

Crazy_Fra: grazie mille...troppi complimenti, davvero...la tua recensione mi ha fatto un piacere enorme...descivere emozioni è il mio obbiettivo e sono molto descrittiva anche per quanto riguarda l'ambiente!!! sono passata a vedere qualcosa di tuo ma prprio di sfuggita...giuro che mi impegnerò di più appena la scuola me lo lascerà fare!!!

YuYutiamo: non c'è nulla da dire...t ho già detto tutto...grazie musa ispiratrice

marygenoana: quello che hai scritto è molto bello...grazie davvero!!!

lunachan62: sono contenta che la mia "piccola creatura" ti sia piaciuta, spero vorrai leggere ancora qualcosa di mio...

silmarilichigo: che strano nick!!!! comunque non ho ben capito come interpretare la tua recensione, diciamo che prendo i complimenti!!! grazie per aver letto, è bello sapere che quello che scrivi piace...

AqUa PrInCeSs: spero di aver azzeccato tutte le maiuscole e le minuscole del tuo nick... :-)  ... comunque grazie mille per aver lasciato un commento, spero di ritrovare il tuo nome anche in altri miei scritti...

buddap: grazie grazie grazie!!! troppo buona!!!

gloria85: un seguito??? vedrò...come ho detto se me lo chiederete ancora in 2 o 3 lo farò...giuro!!
 comunque mi fa davvero piacere che ti sia piaciuta.

tinky tinky: grazie mille...sarai accontentata!! spero di sentirti per "rivelans"

kiki91: te in ginocchio vuol dire me alla tastiera :-) :-)..... ci vorrà poco, lo prometto...

guenny: l'hai letta per tre volte??? wow, sono una ragazza felice!!! per quanto riguarda il segiuto, non ho nessuna intenzione di farci molti capitoli, pensavo addirittura ad una shot...


e grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti:

Crazy-Fra
dianta
Enigma
guenny 
Yuyutiamo
AqUa PrInCeSs
GrEEn
Selene_Malfoy
titti6493
iaiaMalfoy_4ever
pinkstar_thebest
herm83

ho postato il seguito di questa piccola shot.
lo trovate con un titolo diverso:
SPIRALE DI LUCE


  
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