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Autore: BlueRon    09/08/2013    0 recensioni
Ben tre volte questa settimana sono scappata da promesse di lieti pomeriggi di svago al lago rifilando ai miei accompagnatori la scusa dei compiti.
La cosa bella degli esercizi è che mi tengono la mente impegnata e, fino a quando non sollevo la testa dal foglio, tutto mi sembra normale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Compiti, compiti, compiti.
La dannazione dello studente e mia salvezza nelle torride estati.

Ben tre volte questa settimana sono scappata da promesse di lieti pomeriggi di svago al lago rifilando ai miei accompagnatori la scusa dei compiti.
La cosa bella degli esercizi è che mi tengono la mente impegnata e, fino a quando non sollevo la testa dal foglio, tutto mi sembra normale.

 

Racconto breve come spiegazione:

"Sabato mattina andremo in piscina", annunciò con fare baldanzoso Elena, entrando in cucina, "ci divertiremo tantissimo! E pensate, c’è pure l’idromassaggio".
Mentre mia madre cianciava gioiosa sui benefici dell’acqua per la cura dellacellulite, io mi estraniai dal mondo fissando il fondo della mia tazza da te. Se avessi usato le foglie al posto della bustina avrei visto, per certo, il Gramo.
La mia mente era diventata il ricettacolo dei demoni dell’ombra che, godendo di questo mio improvviso cambiamento di umore, avevano iniziato a urlare sempre più forte e a urtare, con le loro ossa acuminate e le piccole lance, le pareti del mio cervello.
La sede del mio pensiero era sotto attacco così accennai un saluto a mia madre quando uscì, ma passarono molti minuti prima che mi rendessi conto di essere completamente sola. 
Feci per alzarmi, ma il movimento mi causò un conato che repressi a stento. Sentivo l’acido sulla lingua. Corsi in bagno e mi accasciai davanti al water. 
Con movimenti lenti e malfermi riuscii a legarmi i capelli in un nodo che avrebbe impedito loro di sporcarsi. 
Aprii gli occhi e guardai il mio riflesso nell’acqua. 
Gli occhi stanchi, la pelle tirata e le occhiaie
Le occhiaie sono sempre state il mio punto debole. Prendevo il raffreddore? Le occhiaie divenivano più marcate. Ero troppo stanca, troppo depressa oppure non avevo dormito? Occhiaie.
Mi bastava guardarmi allo specchio per vedere degli enormi cerchi neri intorno ai miei occhi, neanche fossi uscita da un film di Tim Burton.
Quando mi rialzai da terra avevo le gambe doloranti e la testa che girava, impiegai qualche minuto per arrivare dal bagno al divano, arrancando per il corridoio con passo traballante.
Mi buttai a peso morto sui cuscini rossi della sala e cominciai ad ascoltare le voci dei demoni.
Quel continuo cicaleggio mi aveva fatto venire il mal di testa, ma avevano ragione.
Ero troppo grassa per andare in piscina, troppo brutta per star bene con il costume, e le cicatrici! Non dimentichiamo le cicatrici sulle braccia. Come le avrei spiegate?
Ed è qui che i compiti entrano in scena. 
Quando Elena tornò a casa la sera seguente l’accolsi sulla porta, “Mamma… Vorrei dirti che sabato non posso venire… Ho i compiti da fare!”
La donna mi guardò con leggero stupore, anni di scuola e quella era la prima volta che la figlia maggiore rinunciava a qualcosa per i compiti, ma non poté fare altro che assecondarmi.
Quindi domani mattina devo fare davvero i compiti, perché se tengo la mente occupata tutto è più colorato. Anche se i colori sono quelli dei pennarelli che uso per scrivere… 


*May's corner*
So che non è il seguito di nulla e so anche che questa "storia" non ha senso, è solo uno sfogo.
Potrei chiamarlo "Il Diario di Maya", no!  Troppo scontato, troppo banale...
Anyway, oggi ero parecchio giù e ho cominciato a pensare a come sarebbe stato mostrare a qualcuno ciò che vivo ogni giorno.
With love
-May

   
 
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