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Autore: AriCalipso    09/08/2013    6 recensioni
-Perché è stato già tutto prestabilito da entità talmente grandi e sconosciute a noi essere umani. Io e te siamo stati destinati e questo non può essere modificato da nessun’altra cosa al mondo, siamo legati da un vincolo inviolabile, un sigillo che non si aprirà, nemmeno dopo la morte –rispose sfiorando la mia bocca con le labbra. Un bacio leggero, delicato e del tutto inaspettato
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Non sono mai riuscita a capire perché, quando si è lontani da casa, il tempo scorre via velocemente senza che nessuno sia in grado di accorgersene. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che già ben 2 anni erano volati via come uccelli migratori, pronti ogni volta a varcare nuove, rotte in cerca di habitat sempre più consoni per portar avanti la loro specie, ma io non ero uno di quelli … Ormai era giunto il momento di tornare a casa, di mettermi alla prova, vedere se questo lungo viaggio fosse servito veramente a dimenticare quegli occhi di ghiaccio, che mi penetravano dentro l’anima e la struggevano fino ad ucciderla completamente. Sì è vero … Scappare non è mai servito a niente, ma quel giorno era l’unica soluzione, tra le mille ipotesi che avevo pensato o udito dagli altri, più consona alla situazione … Ma il continuo nascondersi dalla realtà era ormai giunto al limite e, litigando più volte tra me e me, convincendomi una volta di tornare e l’altra volta di continuare a vagare lontano dalla realtà, decisi di prendere il volo per Helsinki, dove avrei verificato se questo allontanamento fosse servito almeno a qualcosa.

Il viaggio non durò moltissimo, all’incirca 3 ore, ma passarono piuttosto bene, anche perché non ero ancora profondamente convinta di quello che stessi facendo, ma una volta sull’aereo non potevo certo cambiare idea! Appoggiai  la testa al finestrino ed osservavo la magnificenza del cielo e di come tutto sembrasse minuscolo ed insignificante visto da lassù e tante volte avevo sognato di poter essere una componente del corpo celeste … una stella o una nuvola o perfino uno dei tanti anelli di Saturno, che con la loro maestosità ci osservano e ci vedono come i piccoli corpi del terzo pianeta più vicino al sole, ma purtroppo tutto questo immaginarsi un’ altra essenza non sarebbe servito a nulla. Distolsi lo sguardo dal cielo e mi osservai, vidi il mio volto riflesso nello specchio e solo così mi ricordavo di essere nient’altro che un essere umano e di dover adempire agli obblighi che il destino aveva prefissato. Continuai ad osservarmi, quando d’un tratto li vidi di nuovo … sì, purtroppo vidi di nuovo quegli occhi di ghiaccio ed intorno non vi era più la sagoma del mio volto, ma la sua, che abbozzava un piccolo sorriso. Chiusi rapidamente gli occhi e scrollai il capo velocemente, li riaprii e quel volto era già svanito. Mi tormentava continuamente, durante la notte poi, era il momento in cui riusciva a prendere il sopravvento sul mio inconscio e manipolarmi a suo piacimento, ma ormai era giunto il momento di affrontare a mani nude la situazione e dimostrare a me stessa quel pizzico di dignità e coraggio che ancora avevo in corpo.

L’aereo atterrò. Non potevo crederci, ero di nuovo a casa dopo ben 2 anni di totale assenza … quante cose potevano essere cambiate! In quel momento la curiosità e la voglia di riassaporare tutto il tempo passato mi fecero dimenticare il motivo del mio abbandono e per un istante scomparvero finalmente anche quei tremendi occhi di ghiaccio e ciò mi permise di accennare un gioioso sorriso in volto. Avevo una voglia matta di incontrare di nuovo tutti quanti, amici e conoscenti, anche perché non avevo fatto parola con nessuno del mio ritorno … nessuno tranne lui, l’amico più sincero e leale che abbia mai avuto … Lauri! Uscii dall’aeroporto e lo vidi, con il suo solito sorriso e la sua faccia da bambino. Non era cambiato di una virgola, rigorosamente vestito di nero, con quelle zeppe con cui cercava di illudere la sua altezza( o per meglio dire la sua bassezza). Si voltò verso di me e sgranò gli occhi, il suo volto era l’immagine esatta dello stupore misto ad uno stato di gioia assoluto. Corse incontro ad abbracciarmi forte

-Non ti sembra di essere stata via fin troppo tempo?- mi rimproverò sorridendo -non sapevo se darti un bel ceffone oppure abbracciarti, ma vista la tua gracilità ho preferito la seconda, anche se avevo paura di romperti un osso-continuò a sorridere prendendomi la valigia. Adoravo quel ragazzo, il suo modo unico di rasserenarmi lo rendeva davvero meraviglioso ed insostituibile. Risi alla sua battuta ed insieme ci incamminammo verso la sua macchina. Posai la valigia nel porta bagagli e Lauri mise in moto la macchina. Ci fu un attimo di silenzio, tante erano le cose da dire e nessuno dei due sapeva da dove cominciare, così mi limitai ad osservare il panorama attorno a me … non era cambiato nulla, tutto era intatto a tal punto da chiedermi se veramente fossi stata via così a lungo. Il tutto mi scorreva vicino come fosse un film, quando Lauri decise di rompere il silenzio.

-Sai benissimo che non sono riuscito a nascondere il tuo ritorno a Paula, riesce sempre a tirarmi fuori il segreto più minuscolo … sono proprio una frana- esclamò ridendo.

-Non preoccuparti-risposi  accennando un leggero sorriso –lo sai che a lei puoi dirlo... ma solo a lei-precisai voltandomi verso di lui. Non aggiunsi altro, sapevo con certezza che avesse capito a cosa mi stessi riferendo. Era fantastico il modo in cui riusciva a cogliere ogni mia singola sillaba e comprendere tutto quanto senza dover far ulteriori domande … forse era l’unica persona che mi era mancata più di tutti e di cui sentivo più il bisogno nel periodo del mio infinito girovagare. Durante il resto del viaggio parlammo del più e del meno, lui mi raccontò della bellissima novità,ovvero del fatto che sarebbe diventato papà, io gli dissi della mia crescita artistica come ballerina grazie alle varie scuole in cui mi sono misurata. In tutta la conversazione non comparve mai quel nome, perché Lauri sapeva meglio di me quanto potesse far male solo sentire la sua iniziale e di sicuro non voleva rovinare in nessun modo il mio ritorno.

Arrivammo al solito bar dove ci riunivamo gli anni passati. Anche quest’ ultimo era rimasto intatto, una piccola struttura in legno e a destra, si poteva ammirare un grazioso parco ricco di conifere e aiuole in fiore e al centro si stendeva un grazioso laghetto, dove, in alcuni periodi, si potevano osservare meravigliosi cigni.

Entrammo all’interno del locale e seduta ad un tavolo vi era Paula. Non era cambiata, soliti capelli biondi, il volto abbastanza rotondo con degli zigomi leggermente pronunciati e due enormi occhi azzurri. Solo una cosa era cambiata … la pancia iniziava ad essere piuttosto rotonda. Si alzò dalla sedia, ma non le diedi il tempo e corsi ad abbracciarla.

-Non affaticarti per nessun motivo al mondo-le dissi facendola mettere di nuovo seduta –Lauri mi ha raccontato della novità … non puoi capire quanto possa essere felice per voi!!- mi congratulai mettendomi seduta vicino a lei.

-E tu invece? Ti pare questo il modo di partire e poi tornare?-mi rimproverò in maniera scherzosa –non farlo mai più, è un ordine! Ah un’altra cosa … che ne dici di mettere su un po’ di carne? Hai fatto il digiuno questi due anni?-domandò toccandomi le braccia. Sorrisi. Ero felice … felice di averli ritrovati ancora insieme, felice della splendida notizia e soprattutto mi ritenevo fortunata del fatto che, anche se lontano, li ho sempre avuti accanto, perché loro hanno sempre vegliato su di me, notte e dì, in attesa del  giorno del mio ritorno.

Parlammo per ore ed ore, senza prendere mai fiato... è davvero incredibile cosa sono capaci di fare le donne quando non si vedono da un’infinità di tempo! La gente continuava ad entrare ed uscire dal locale senza che noi ce ne accorgessimo, perché la cosa più importante in quel momento era recuperare tutte quelle lacune che ci tenevano lontane. Ad un tratto si aprì di nuovo la porta. Di certo non mi sarei preoccupata, se non fosse per il fatto che Paula e Lauri sgranarono gli occhi ed irrigidirono improvvisamente. Forse avevo intuito cosa stesse succedendo e speravo con tutto il cuore che non fosse quello che stessi pensando, ma decisi ugualmente di voltarmi … non avrei dovuto farlo! Tutta quella felicità e spensieratezza che ero riuscita ad ottenere stando in loro compagnia svanì immediatamente non appena lo vidi poggiare il suo giaccone all’appendiabito. Un vortice di malinconia e tristezza mi travolse, smorzando ogni singolo sorriso che ero riuscita a produrre queste poche ore arrivata ad Helsinki. Nemmeno lui era cambiato, la sua bellezza eterea era rimasta intatta … mi faceva male ammetterlo, ma era davvero la creatura più perfetta che avessi mai incontrato. Il pallore della sua pelle gli conferiva un’aria regale e allo stesso tempo glaciale, un viso a dir poco meraviglioso e privo di barba lo rendeva ancor più fanciullesco, i capelli coperti da una semplicissima cuffia e due occhi di ghiaccio, contornati da un lieve rossore, scrutavano tutto il perimetro del locale. Mi voltai velocemente verso Lauri e Paula, cercai di nascondermi tra le braccia, non doveva vedermi … non volevo vederlo. Paula vide il terrore nei miei occhi, tanto che anche lei cercò di non farsi vedere, provando in tutti i modi a non incontrare il suo sguardo … ma tutto fu inutile, dato che nulla poteva sfuggire a quegli occhi. Fece un cenno a Lauri con la mano e avanzò verso il nostro tavolo.

-Merda … -sussurrò il mio amico. Tutto poteva accadere, tranne questo. Mi sentivo in trappola, una preda allo stremo delle proprie forze che non riesce a sfuggire al proprio cacciatore e quest’ultimo, invece di porre fine alla vita del suo bottino, continua a torturarla e martoriarla, finché non è la preda stessa ad invocare la sua morte.

-Beh cos’è questa storia?-chiese il cacciatore al suo amico –è da almeno un’ora che provo a chiamarvi ma sembra che entrambi non vogliate proprio saperne oggi-concluse sorridendo, era evidente che stesse scherzando.

-Ciao Ville- lo salutò l’amico abbassando lo sguardo –scusaci ma avevamo entrambi il silenzioso e quindi … -cercò di inventare una scusa, ma purtroppo non servì a nulla, dato che tutti sapevamo quanto fosse pessimo Lauri nell’inventarsi delle scuse plausibili.

-Sì certo come no- rise Ville –volevate tenervi la nuova conoscente tutta per voi, così da raccontarle quanto sia perfido e meschino Ville Valo- continuò sorridendo alle mie spalle. Il suo sorriso era un qualcosa di allucinante, riusciva a stregarti nel giro di un nano secondo e mandarti fuori strada a proprio piacimento. Mi sono sempre chiesta se fosse solo un essere umano o una sorta di creatura mistica. Non so cosa mi percosse in quel momento, un sentimento che mi risulta tuttora difficile da decifrare, so solo che mi alzai in piedi e,senza voltarmi, risposi alle sue battute.

-Non devono raccontarmi nulla, so già tutto quello che devo sapere- esclamai tremando come una foglia. Non so di preciso che faccia fece Ville, si limitò a poggiare una mano sulla spalla e voltarmi verso di lui. Li vidi di nuovo, quegli occhi di ghiaccio che per due anni mi avevano tormentato tutto il tempo, solo che ora erano talmente vicini, tanto che me li sentivo dentro fino nelle viscere. Ero completamente immobile, non riuscivo a muovere nessun muscolo o articolazione che sia, mi aveva paralizzato, ancora una volta.

-Sei … sei tornata- riuscì solo a dirmi penetrando dentro il mio corpo solo con il suo sguardo glaciale.

-Sai … -iniziai a rispondere, non sapendo nemmeno cosa mi facesse parlare in quel momento –dopotutto questa è casa mia, quindi non dovresti essere così sorpreso … - terminai il mio discorso. Uscii dal locale di fretta. Appena fuori, presi una sigaretta e l’accesi velocemente, ne avevo bisogno per scaricare tutta la tensione che mi si era accumulata in corpo durante la conversazione. Mentre portavo la sigaretta alla bocca, la mia mano tremava come percorsa da brividi di freddo, non riuscivo a tranquillizzarmi, il solo pensiero che in pochissimi istanti avrebbe varcato anche lui la soglia per venir a fumare, mi terrorizzava a tal punto da maledirmi per il fatto che ricordassi così bene ogni suo minimo gesto o abitudine.

Ed eccomi qui, in questo nuovo ambiente, pronti a deliziarvi (almeno si spera) con la mia prima storia. Tutto nasce da una notte insonne, in cui non riuscivo in nessun modo a chiudere occhio, la mente partoriva scene nella mia testa che ho deciso di imprimere, creando questa piccola "opera". Come si può ben notare, dentro c'è incastrato il bel finnico, Ville Valo, ormai mia ossessione personale e si può dire che l'ispirazione nasce grazie a Funeral of Hearts. Potete anche vedere che la protagonista sono io in persona, forse per egoismo, per la svogliatura di inventare un personaggio feminile, o forse perché la sento talmente nelle viscere da volerla vivere appieno, sia da autore, sia da protagonista!
E' da molto tempo che non scrivo più, quindi spero di non deludervi e che possa piacervi!
Buona lettura!!
  
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