Cap 1
Mi chiamo Susy e ho diciott’anni. Ho appena finito le superiori e mi stavo godendo l’estate prima di tutto questo. Vivo con i miei genitori e la mia sorella più piccola a cui sono molto affezionata. Lei  fa ancora il primo anno del liceo. Viviamo in città da 10 anni da quando ci siamo trasferiti. Abbiamo fatto amicizia molto facilmente io e Lizzy.
Lizzy: Andiamo al centro commerciale insieme?
Io: Uffa volevo uscire con le mie amiche!!
Lizzy: Eddai non esci mai con me!!
Io: Va bene però dopo mi devi un favore.
Lizzy: Cioè?
Io: Non devi dire ai genitori che dopo esco dopo con le mie amiche.
Lizzy: Affare fatto.
Partimmo con la macchina alla volta dell’unico posto che realizza i sogni di noi ragazze. E chiesi a Lizzy di farmi l’inventario degli oggetti che avevo portato.
Io: Patente?
Sì.
Chiavi?
Sì.
Cellulare?
Si.
Portafoglio?
Sì
Fazzoletti?
Sì
Kit portafortuna?
Sì
Io: A posto. Siamo quasi arrivati.
Lizzy: Parcheggia là!!!
Io: Ok.
Entrai nel grande sotterraneo e mi infilai tra due macchine. Ci avviamo verso l’atrio ed entrammo. Ci si illuminarono gli occhi quando scorgemmo i tantissimi vestiti che ci aspettavano. non feci in tempo a fare un passo che andai a sbattere contro qualcuno.
Io: Fa-Fabrizio!! Scusami tanto.
Fabrizio: Non preoccuparti Susy. Non è niente. Mi avvicina la mano al braccio per controllare il mio stato di salute. Che fate da queste parti?
Lizzy: Compere
Fabrizio: Giusto. Era anche ovvio. Scusate ragazze ma devo scappare.
Rimasi a guardarlo mentre si allontanava. Mi colpiva la sua gentilezza e la sua disponibilità. Lui era sempre pronto a darmi una mano. Ha 25 anni ma non li dimostra, tranne che per la sua altezza. Io in confronto sembro una bambina.
Lizzy: Smettila di sbavare.
Io: Non sto sbavando. Protestai
Lizzy: Sì che stai sbavando muoviamoci.
Ci fu un rumore assordante. Poi spruzzi di liquido bianco caddero dall’alto bruciando chiunque fosse nel loro raggio d’azione.
Io: Attenta!!!
Afferrai  Lizzy per il braccio e corremmo verso l’uscita cercando di schivare gli spruzzi, ma questa era bloccata. Tornai indietro e corsi a più non posso.
Vidi un tavolo e ci infilai Lizzy.
Lizzy: Vieni anche te.
Io: Non c’è posto.
Lizzy: Non importa.
Uno getto di quello strano liquido ci divise e mi allontanai da mia sorella per non essere colpita.
Lizzy: Aspetta lì. Ti verrò a prendere.
Io: Noooo non andare via!!
Salii le scale che tremarono e raggiunsi il piano superiore. Ma alcuni schizzi mi arrivarono alle braccia. Cominciai a sentirmi pesante. E la testa ciondolava. Mi aggrappai alla ringhiera e sentii le mani scivolose e mollicce. Provai a parlare, ma non uscì neanche un suono. La luce si stava facendo bianca. E poi buio completo. Riaprii gli occhi lottando per non addormentarmi e sentii i miei arti muoversi e tremare in maniera incontrollata.
Ce la posso fare. Pensai .
Salii altre rampe di scale o almeno credo. Caddi pesantemente sul pavimento freddo ed iniziai a contorcermi come se non potessi far altro. Poi non ricordo altro.