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Autore: Bella07    17/02/2008    12 recensioni
AVVERTENZE: I due capitoli iniziali hanno subito delle rilevanti modifiche, necessarie per il seguirsi della storia che, come già detto, era nata come one-shot. Premetto che il contenuto è sempre lo stesso, ho solo cambiato delle cose qua e là. Poi... per necessità di copione, ho inserito altri due personaggi tra i protagonisti che però cominceranno ad avere parti rilevanti dal terzo capitolo in poi. Ah, ovviamente... se siete moralisti cambiate ff, risparmiate sia a voi che a me la seccatura. Mi pare di aver detto tutto, il Dio ha parlato andate e leggete in pace. Amen.
Genere: Introspettivo, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh, Altro personaggio, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oggi è il 31 Ottobre. Halloween... la notte delle streghe. La notte in cui tutto è concesso. Il giorno dell’anno in cui sento di poter fare qualsiasi cosa senza ripercussione, una pretenziosa occasione per dare libero sfogo alle più macabre e divertenti fantasie... la notte oscura e soprannaturale.

E ad Halloween niente è vietato...

 

 

 

Socchiudo la bocca passando con delicatezza il rossetto rosso sulle labbra, sistemando poi le sottili linee di eye-liner nero che contornano perfettamente i miei occhi verdi chiari, il mio vanto... di un colore particolare, sul verde acqua, con striature nere a renderli ulteriormente inquietanti e profondi.

 

Adoro i miei occhi come ogni parte del mio corpo: il seno prosperoso, i tratti del viso lievemente europei, la carnagione ambrata, le curve sinuose e sensuali... sono bella, molto, forse troppo per certi standard. Ma va benissimo così.

 

 

Nel caso non si fosse capito, sono vanitosa, e molto anche. Sono la persona più insopportabile, maligna, egoista, saccente, spudorata e presuntuosa di questo mondo, eppure la gente continua incessantemente ad elevarmi al disopra degli altri, sia nel bene che nel male, collocandomi in una posizione privilegiata. Sono i loro sguardi ammiranti, i loro commenti, le loro invidie che mi viziano, che mi rendono così maledettamente sicura di me.

 

È così utile essere bella... sfoderare le armi che madre natura mi ha così generosamente concesso, sfruttandole per piacere puramente personale. Ed è questo che porta la gente ad assecondare ogni mio capriccio, evitandomi qualsiasi tipo di sforzo. La debolezza e la corruttibilità dell’animo umano, specialmente quello maschile, avvolte è quasi imbarazzante... i maschi sono esseri così facili da incantare che spesso basta una sbattuta di ciglia per farteli cadere ai piedi.

 

Sono così superficiali gli uomini... ed è proprio questa loro debolezza davanti ad un bel fisico o ad un paio di occhioni da gatta che mi ha portato ad essere, con vanto, quella che sono. Infondo, è un circolo vizioso... e io sto bene così, ci sto bene eccome.

 

 

 

Tolgo l’anellino d’argento che ho sul lato destro del labbro, sostituendolo con la classica pallina dorata. Sistemo accuratamente i capelli lunghi fino a metà schiena ed infilo le costose decolté rosse fiammanti con tacco 10.

 

Mi rifletto nel grande specchio della mia camera, ammirando il mio corpo risaltato da un succinto vestitino nero griffato.

 

È un abito decisamente provocante, senza maniche e bretelle. La gonna pieghettata non è eccessivamente corta, ma risalta comunque la linea tornita delle gambe snelle. La parte superiore del vestito fascia solo seno e ventre, lasciando scoperta parte della schiena in modo da rendere visibile la tigre bianca tatuata sulla spalla sinistra. La scollatura è talmente succinta da rendere chiaramente visibile un altro dei mie tanti tatuaggi, posto sul seno sinistro.

 

Sorrido compiaciuta mostrando una dentatura bianchissima, facendo scintillare il brillantino sul dente.

 

 

Eh sì, la vanità è proprio uno dei miei più grandi difetti... ma, spesso, anche uno de miei migliori pregi.

Io amo visceralmente solo le cose belle... di conseguenza è palesemente ovvio il perché ami così morbosamente me stessa.

 

Mi do un’ultima ravvivata ai capelli dal particolare taglio a V, infilo il Nokia nella borsetta rossa e indosso la giacca.

 

Esco di casa aspirando a pieni polmoni l’aria pulita di fine ottobre, permettendo al vento fresco di agitarmi i capelli bicromatici ulteriormente modificati e decolorati dal sole e dalle varie tinte: un miscuglio tra nero (il mio colore naturale) e biondo miele... un mix improponibile, ma decisamente azzeccato.

 

Cammino fiera e sicura di me, raggiungendo il taxi che mi porterà nel vivo della notte più peccaminosa dell’anno.

 

 

XXXXXXX

 

Milioni di fotogrammi della città illuminata scorrono veloci aldilà del finestrino... le luci soffuse e colorate risplendono sull’asfalto umido provocando contrasti di colori incredibili. La luna piena splende eterea diffondendo una luce diafana in un cielo eccezionalmente perfetto, saturo, limpido, colorato da milioni di gocce argentee.

 

Nonostante questo non sia assolutamente il giorno più magico dell’anno, la città oggi sembra immersa in una strana magia, sommersa in un’atmosfera quasi surreale.

 

Ma la fastidiosa sensazione che accadrà qualcosa di sconvolgente stasera, ancora non mi abbandona... in un certo senso, mi sembra che questo clima apparentemente magico mi preannunciasse un qualche particolare avvenimento. Mah... i miei soliti scazzi mentali.

 

 

Chissà cosa starà facendo... non sono abituata a non averlo intorno per così tanto tempo.

Il mio ultimo, nonché attuale fidanzato si chiama Akira Sendoh, studente e giocatore di basket del liceo Ryonan. Ormai stiamo insieme da quasi sei mesi, e già questo la dice lunga sull’attuale strada su cui ho involontariamente indirizzato la mia vita. Questa scelta mi sorprende tutt’ora essendo sempre stata io una persona totalmente egoista e vanitosa... mah, probabilmente in quel periodo avevo voglia di mettere la testa a posto e dare una regolata alla mia vita tutt’altro tranquilla. Ma sì, è sicuramente così.

 

Akira è follemente innamorato di me, lo è sempre stato. È un ragazzo molto determinato, lo devo ammettere... ha fatto l’impossibile, tutto ciò che era nelle sue umane possibilità per vincere la concorrenza ed aggiudicarsi le mie grazie.

 

Ad essere sincera non ho mai veramente contraccambiato il suo amore, ma provo comunque un fortissimo affetto per lui. Mi ricopre di amore e di attenzioni, coccolandomi e viziandomi in ogni modo e in ogni occasione... anche la più frivola e banale. Si è sempre preso cura di me, regalandomi anche quell’affetto e quel calore familiare che, non avendo mai avuto una famiglia normale, non avevo mai provato. Forse sono state tutte queste sue cure e attenzioni per me che mi hanno spinto a lasciarmi cullare e coccolare da lui.

 

Mah... non saprei spiegarlo. Lui è un ragazzo d’oro, forse sprecato per una persona fredda ed egoista come me che raramente dimostra affetto o gratitudine. Neanche lo meriterei tutto il suo amore a dirla tutta... anche perché per meritarlo dovrei apprezzarlo fino infondo, cosa che io, vivendo esclusivamente in funzione di me stessa, raramente faccio.

 

E comunque lo SmileMan dal sorriso paralitico è già da una settimana in ritiro con la sua squadra in vista degli imminenti campionati invernali... quindi, il porcospino più famoso della città stasera non mi degnerà della sua presenza.

 

 

Ora che ci penso, non ci sarà neanche Hiroaki Koshino, il compagno della mia migliore amica... ancora non mi spiego come sia riuscito ad aggiudicarsi le grazie della bella e dannata Aya, identica tanto quanto totalmente diversa da me.

 

Chissà se sarà già arrivata la mia gattina...?!

 

 

 

Arrivo davanti al Black Night, guardandomi impazientemente intorno finché non scorgo Aya ferma davanti all’ingresso. La raggiungo velocemente, posandole un bacio a fior di labbra. Naturalmente è stupenda, avvolta in quel succinto vestitino rosso che abbiamo comprato insieme. Si presenta raffinata ed elegante come suo solito, sfoggiando i suoi luminosi capelli biondi e quel sorriso da coniglietta ingannevolmente ingenua che fa girare la testa perfino a me.

 

Occhi neri come la notte, capelli lisci color grano, carnagione candida, statura minuta e un fisico sinuoso ed etereo che fanno di lei una bambola di porcellana dalla classe invidiabile... una bellezza pura, tanto raffinata quanto rischiosa che la rende inarrivabile.

 

È per questo che lei per me è al disopra di tutti, l’unica persona per cui provo un sentimento forte almeno quanto quello che provo per me stessa.

 

 

“Sei bellissima Mayu.”

“Lo so Aya, anche tu.” mi afferra la mano e, insieme, raggiungiamo la grande entrata.

 

 

Il nostro ingresso crea stupore, ammirazione, invidia... soggezione.

 

Siamo belle. Troppo per questa gente. Chi non ci ama visceralmente, irrimediabilmente ci detesta, non esistono vie di mezzo.

 

Le altre ragazze ci guardano con odio... sicuramente ci invidiano, consapevoli dell’abisso che divide noi da loro comuni ragazzine. Si limitano ad osservare in silenzio... loro sanno che la mia musa ed io siamo intoccabili, protette, superiori. Devono solo provare odio e invidia... perché è questo che rigenera il mio insaziabile Ego.

 

 

Nel locale riecheggia la voce di Robert Smith dei The Cure sulle note da brivido di “Burn”, la colonna sonora del mio film preferito.

 

Camminiamo tra la folla tenendoci per mano, lasciandoci alle spalle gli sguardi di chiunque ci noti. D’improvviso Aya viene raggiunta da Hisashi, il suo segreto amante, e lo bacia con talmente tanta passione da farlo quasi svenire.

Ormai sono due mesi che conduce una doppia vita: di giorno con Hiroaki, di notte con Hisashi.

 

E guardando il tipetto che si è scelta è più che comprensibile il perché abbia deciso di trovare appagamento fuori dal letto di Koshino. Diciamoci la verità, Hisashi Mitsui è un vero stallone, un ragazzo rude, affascinante, sfrontato... con quell’aria da teppista mancato che lo rende così fastidiosamente sensuale.

 

Mitsui è la persona che allieta molte delle nottate di Aya quando Koshino, troppo tonto e innamorato, non la controlla come dovrebbe. Ma anche se dovesse sospettare qualcosa, penso che non gli passerebbe mai neanche per l’anticamera di quel cervellino favico di lasciare la mia musa... è pianamente consapevole della fortuna sfacciata che ha potendosi permettere di avere una ragazza del calibro di Aya. Lei è l’unica cosa che gli ha permesso di uscire dall’anonimato in cui è sempre stato, ed è per questo che non si sogna nemmeno lontanamente di vietarle qualcosa.

 

 

Io non ho mai tradito Akira. Anche volendo non avrei motivo di farlo semplicemente perché, fino ad oggi, non ho ancora trovato un ragazzo che possa anche solo lontanamente eguagliarlo.

Akira Sendoh è la perfetta definizione di ragazzo modello: bellissimo, popolare, asso del basket, abile a letto e fidanzatino perfetto. Nessuno si azzarderebbe a chiedere di meglio... anche perché, in città e dintorni, non credo ci sia qualcuno in grado di reggere un simile confronto.

 

Non mi lamento. La mia vita va alla grande anche se, ultimamente, manca di colpi di scena.

 

Perdendomi nei miei filmini mentali, raggiungo il bancone e osservo raccapricciata la marmaglia di ragazzi urlanti che si contorce al centro della grande sala. Li guardo disgustata, inorridendo davanti a quell’inguardabile modo di ballare e a quel modo di strusciarsi l’un l’altro come bestie in calore.

 

Distolgo lo sguardo da quell’orrore appoggiandomi con i gomiti al bancone. Il barista non mi toglie gli occhi di dosso da quando sono entrata ed io, da grandissima stronza quale sono, ovviamente ne approfitto. Adoro sfoderare le mie armi con gli ignari maschietti, soprattutto quando si parla di bere gratis... è esilarante il loro modo di brancolare davanti ad un paio di occhioni da cerbiatta. Ammicco seducente, sbattendo le ciglia da finta ingenua... deglutisce a vuoto e si avvicina incoraggiato dal mio atteggiamento.

 

“Posso offrirti da bere principessa?”

“Un Mojito, grazie.” ordino ammiccando con finta innocenza. Il tizio si gasa e comincia a fare il figo smanettando con varie bottiglie. Attendo qualche minuto finché mi porge un bicchiere tutto decorato. Afferro il bicchiere e lo ringrazio sorseggiando il liquido gelato. Ah l’alcol... ha un sapore molto più buono quando è servito gratis.

 

Mi volto di nuovo verso il centro della sala dove la gente si dimena come ossessi. Con lo sguardo cerco e non trovo Aya e Mitsui... ne deduco quindi che i due amanti si siano già appartati nel solito privè a darci sotto come conigli. La mia piccola coniglietta non perde tempo, non c’è che dire.

 

 

 

Il mio sguardo vaga annoiato tra la folla, osservando tutto e niente con un interesse sceso ai minimi storici. Ma d’improvviso la mia attenzione si sofferma quasi violentemente su un’immagine poco lontana. Un ragazzo... che definirlo solo meraviglioso sarebbe un eresia.

 

È seduto su una panca infondo alla sala, aria scazzata, sguardo assente, un braccio disteso sullo schienale e un martini in mano.

 

Ha i capelli corvini lisci che lambiscono un viso dai lineamenti maledettamente perfetti, sguardo artico, espressione che più sensuale non ho mai visto...

Indossa una camicia nera aderente, con le maniche rigirate fin sotto i gomiti, aperta in modo da mostrare un petto dalla muscolatura perfetta, jeans blu scuri strappati e scarpa sportiva di una marca a dir poco costosa.

 

È una visione...

 

In quello stesso momento i suoi occhi incrociano per caso i miei. Quasi non mi rendo conto di fissarlo... cerco di distogliere lo sguardo, ma una forza superiore mi impedisce di farlo. Ci guardiamo per un lungo momento.

 

Si alza. Viene qui. Cammina pigro e felino, con passo deciso e mani nelle tasche. È molto alto... 1:90 di perfezione.

 

Raggiunge il bancone e mi si affianca, appoggiando i gomiti sul ripiano. Chiede al barista uno cicchetto a caso purché sia forte e senza menta.

Il mio sguardo intanto si sofferma sulle sue mani, una delle parti del corpo che preferisco guardare in un uomo. Le sue sono perfette... dita affusolate, curate, apparentemente delicate ma capaci di trasmettere una forza ed una sensualità indefinibile.

 

Il barman gli porta ciò che ha ordinato e lo beve tutto d’un fiato.

 

Mi scruta con la coda dell’occhio mostrando una disinvoltura che sicuramente non sta provando. Ricambio i suoi sguardi ammiccando seducente, mordicchiando la cannuccia del mio cocktail con ingannevole ingenuità.

 

Fa cenno al barista che gliene porta altri due. Ne fa scivolare uno verso di me, facendomi un segno con la testa come ad invitarmi a bere. Questo ragazzo ci ha capito tutto della vita, chiunque mi offra da bere entra direttamente nella mia esclusiva oasi della felicità! Da brava alcolizzata quale sono, afferro il bicchiere di vetro e lo innalzo verso di lui...

 

“All’alcol, ragazzaccio.”

“Hn...” la sua espressione non cambia di una virgola, schiocca il piccolo bicchiere sul mio senza staccarmi un secondo gli occhi di dosso. Ne beviamo velocemente il contenuto e stavolta la sua espressione non trattiene una smorfia di disgusto.

“Questo era forte.” affermo a voce più alta cercando di sovrastare il rumore della musica.

“Decisamente. Tu, altri due, diversi stavolta.” il suo tono strafottente gli fa rimediare un’occhiataccia omicida dal barman che accontenta comunque la cordiale richiesta.

 

 

 

Al decimo cicchetto che mandiamo giù a piombo, il bello e dannato continua a non dare il minimo segno di cedimento, nonostante l’alcol ingurgitato avesse una gradazione decisamente elevata.

 

Ordina l’undicesimo doppio e mentre aspetta l’ordinazione fa una cosa strana.. prende un tovagliolo dal contenitore, si fa prestare una penna e comincia a scriverci sopra qualcosa.

 

Una volta serviti i due bicchierini, ne appoggia uno sul tovagliolo in questione e fa scivolare il tutto davanti a me, lasciandomi lievemente perplessa. Senza dire una parola, beve il suo cicchetto e si alza, raggiungendo lentamente l’atrio opposto dell’enorme sala.

 

Il mio sguardo segue contemplante la sua schiena finché non sparisce tra la folla. Ritorno alla realtà alzando curiosa il bicchiere, leggendo il messaggio lasciatomi scritto su quel tovagliolo di carta...

 

 

«Raggiungimi...n°7»

 

 

Deve essere molto sicuro di se per lasciare un messaggio dal simile contenuto. Sorrido compiaciuta... anche involontariamente, non c’è nessuno che riesca a rimanere impassibile al mio fascino. Sono bella, so di esserlo e lo so sfruttare anche molto bene d’altronde.

 

Ho una strana sensazione.

 

Se lo raggiungo c’è solo un modo in cui andrà a finire la nottata...

 

Per Akira provo un forte rispetto, ma adesso mi trovo a fronteggiare una situazione alquanto fastidiosa. E questa è una conseguenza allo sbaglio di essermi sempre adagiata sulla certezza che non avrei mai potuto incontrare un ragazzo migliore di Sendoh... rimanendo, quindi, sempre lontana dalla tentazione di tradirlo. Almeno finché non incontrassi colui che pochi minuti fa ha letteralmente mandato a cagare il mio decoro.

 

 

Ad un ragazzo simile è impossibile dire di no. Gli è bastato uno sguardo per ammaliarmi, per farmi diventare sua nel giro di un nanosecondo. È un desiderio incontrollabile quello che sta continuando a crescere dentro di me, troppo profondo e viscerale da riuscire a spiegare... perfino riuscire a resistergli mi è dannatamente difficile. È un sentimento che inquina la mia mente di libidine e perversione.

 

Intendevo esattamente questo parlando di corruttibilità e debolezza dell’animo umano. Ed è proprio l’inferno che si sta scatenando dentro di me in questo momento che da credibilità alla mia filosofia in quanto davanti alla bellezza si diventa automaticamente vulnerabili e perversi... in quanto le proibizioni rendano ancora più eccitante il trasgredire.

 

Mi mordo il labbro inferiore, trovandomi poi a mordicchiare inconsapevolmente il piercing. Non importa, mi prenderò la responsabilità delle mie azioni.

Non sono una puttana e non mi importa se il ragazzo che mi attende nel privè n°7 penserà questo di me... voglio solo dare libero sfogo alle mie fantasie più nascoste.

 

Scusami Akira...

 

 

 

 

Con passo felpato percorro il lungo corridoio fermandomi davanti alla porta rossa n°7. Non potrei entrarci ovviamente visto che non l’ho prenotata, ma poco me ne importa. Apro e lo trovo lì... avvolto nella penombra della saletta, appoggiato con la schiena al muro, testa bassa, occhi chiusi e mani affondate nelle tasche. Alza lo sguardo, mostrandomi quelle iridi blu che mi fanno quasi mancare il respiro.

 

Da quanto tempo è che non provo sensazioni simili...? Nemmeno con Akira mi sono mai sentita così... viva.

 

Entro e chiudo a chiave la porta. Non ci diciamo una parola, mi dice tutto quello che vuole solo guardandomi negli occhi.

 

Avanzo armoniosamente raggiungendo la lunga e spessa lastra in marmo adornata da varie bottiglie di alcolici e su cui domina un enorme specchio. Mi fingo disinvolta, cercando di mascherare l’impazienza... prendo il lucidalabbra dalla borsetta e lo passo con studiata calma sulle labbra.

Ci guardiamo attraverso il riflesso dell’enorme specchio senza proferire la minima parola. Mi protendo maggiormente nel tentativo di sistemarmi una piccola sbavatura, inarcando la schiena in avanti in una posizione tutt’altro che casta.

 

Batte il piede a terra nervosamente, mordendosi il labbro inferiore. È nervoso... lo vedo, lo percepisco, lo sento.

 

Lo sento arrivarmi dietro... allunga una mano e mi accarezza i capelli così delicatamente da farmi rabbrividire. Mi sollevo e premo la schiena contro il suo petto, travolta dalla bellissima sensazione delle sue labbra che accolgono il mio collo, accarezzandomi la pelle con estrema sensualità. Il sangue smette improvvisamente di affluirmi al cervello ribollendomi vorticoso nelle vene.

 

Mi accarezza i fianchi con disarmante lentezza... poi le sue mani salgono, percorrendo lente e sensuali il mio ventre fino a raggiungere il seno, sfiorandolo con dolcezza... quasi con reverenza.

 

Mi strofino maggiormente contro di lui stuzzicando la sua eccitazione, inducendolo a respirare più affannosamente. Alzo la testa trovandomi immediatamente a guardare le sue labbra quasi contemplandole... sorrido languida colmando, poi, la distanza che separa la mia bocca dalla sua. Mi sfiora appena le labbra percorrendone i contorni con la lingua, cercando quel consenso che gli concedo qualche istante dopo schiudendo la bocca.

 

È estasi...

 

La sua mano scende pericolosamente infilandosi sotto la svolazzante gonna pieghettata. Il contatto delle sue dita sulla mia intimità mi fa letteralmente sobbalzare... mi accarezza con delicatezza sfiorando appena la stoffa degli slip.

 

Faccio scivolare la mano sulla sua assecondando i suoi movimenti lenti e maledettamente eccitanti. L’atmosfera si surriscalda. Il bacio diventa molto più veemente, quasi violento. Ma il bisogno di respirare diventa indispensabile per entrambi, così divide a malincuore le sue labbra dalle mie provocandomi un’improvvisa sensazione di vuoto.

 

Il suo sguardo mi penetra, i suoi occhi ammaliatori mi travolgono. Mi scruta nel profondo mentre con un dito sfiora il contorno delle mie labbra... ed il suo tocco è indescrivibile a parole. Mi guarda come se stesse cercando nei miei occhi un qualsiasi consenso per continuare. Sorrido con malizia e colmo la distanza che divide la sua bocca dalla mia mordicchiandogli il labbro inferiore...

 

“Non ti fermare...” gli sussurro sulle labbra dandogli quell’autorizzazione che cercava nei miei sguardi, abbandonandomi totalmente a lui.

 

Mi rivolge uno sguardo incredibile prima che le sue labbra incontrino nuovamente le mie dando il via ad un gioco dalla sensualità accecante. Le sue mani abbandonano il mio seno, andando ad insinuarsi nuovamente sotto la gonna... mi sfila gli slip neri lentamente, con delicatezza estrema.

 

Finalmente mi volto, gli sbottono velocemente la camicia gettandola indelicatamente a terra... rimango a fissare la perfezione del suo petto, incapace di resistere alla tentazione di toccare quei muscoli che sembrano scolpiti nel marmo. Con la punta delle dita gli sfioro i pettorali, facendole scivolare fino agli addominali...

 

Quasi sobbalza quando la mia bocca comincia ad esplorare ogni centimetro di quel torace scultoreo... vibra sotto il tocco dolce delle mie labbra che percorrono sentieri infuocati tra le linee dei suoi pettorali.

Carico d’eccitazione, pone fine a quella tortura lenta e maledettamente eccitante prendendomi il viso tra le mani e impadronendosi veementemente delle mie labbra. Mi preme ulteriormente contro il suo petto, i nostri corpi si cercano e si attirano...

 

Le mie mani esplorano bramose il suo spettacolare corpo, percorrono la schiena scolpita... poi scendono... raggiungono i fianchi... trovando poi l’impedimento dei jeans. Che inutilità colossale i vestiti! Con le dita percorro lenta il bordo dei suoi pantaloni fino a raggiungere la lampo... velocemente apro il bottone e tiro giù la cerniera. Accarezzo la sua potente erezione lentamente, bramosa di riempire il mio essere di ogni millimetro del suo corpo perfetto.

 

Ansima più forte, aggrappandosi ai miei capelli bicromatici quasi con forza... il movimento della mia mano lento e intenso lo sta mandando in tilt totale. In quel momento mi afferra la testa spingendomi verso la sua bocca, annullando nuovamente la distanza tra di noi.

 

Oramai annebbiato dal desiderio di dare finalmente sfogo alla mia e alla sua eccitazione, mi solleva da terra e mi fa sedere sul marmo freddo. Incrocio le gambe intorno al suo bacino e gli affondo le mani nei capelli baciandolo di nuovo, con una foga che non ho mai mostrato a nessun’altro.

 

Mi lecca sensualmente il labbro superiore, scendendo fino a trovare meta sul mio seno. Lo bacia con passione e altrettanta delicatezza, leccando come fosse zucchero il tatuaggio che decora il mio seno sinistro. E a quel punto non riesco più a trattenere gemiti di puro piacere che, per una sorta di pudore verso me stessa, prima non sono riuscita ad emettere.

 

Reclino la testa all’indietro e sento immediatamente le sue labbra accogliermi nuovamente il collo. Intanto le sue dita discendono fino alla mia caviglia, risalgono lungo la linea delle gambe arrivando finalmente ai fianchi che afferra in un improvviso impeto di passione.

 

Mi guarda con spettacolare malizia e in un istante lo vedo sparire verso il basso. Affonda la testa tra le mie gambe, pronto a dare libero sfogo alle sue e alle mie fantasie più perverse.

 

Il contatto della sua lingua sublime con le mie labbra più intime mi provoca una fitta che attraversa tutto il corpo... la vista si annebbia e non ho più nemmeno la lucidità necessaria per ricordarmi chi e dove fossi. Intanto infila piano un dito baciando con sensualità estrema i contorni dell’inguine...

 

Serro le mani tra i suoi capelli, stringendoglieli talmente forte da fargli quasi male... il suo dito continua a muoversi nel mio sesso, provocandomi una serie di intensi ed forti sussulti. Lo sfila lentamente e riprende a leccare la mia intimità come fosse miele.

 

 

Dopo qualche minuto di puro piacere, deciso a dare finalmente sfogo anche alla sua eccitazione, si alza in piedi accolto immediatamente dalle mie labbra che lo baciano con infuocata passione. Nel frattempo gli abbasso di poco i boxer neri, godendomi finalmente la sua maestosa virilità. Un desiderio forte e incontrollabile pulsa violento nella mia testa, l’eccitazione è così potente che l’idea di poterle finalmente dare sfogo mi provoca numerose fitte allo stomaco.

 

Lo guido con sensualità e con un'unica spinta profana le mie labbra più intime concedendomi un’estasi che non ho mai provato prima. Stavolta non trattiene un gemito che mi raggiunge il cervello come un proiettile, provocando spontanea la risposta del mio corpo che ha deciso di abbandonarsi totalmente al suo volere.

 

Spinta dopo spinta mi fa raggiungere un piacere tale da sconvolgere completamente ogni millimetro del mio immenso essere.

 

Oddio...

 

Lo stringo forte a me quasi timorosa che possa svanirmi tra le braccia da un momento e l’altro, veloce così come lo avevo incontrato. Le sue mani mi accarezzano il viso, le labbra, i capelli. Poi scendono delicate come il tocco di una farfalla... sul collo, il seno, i fianchi... mi fa impazzire.

 

 

Scosta le mani dal mio corpo appoggiandole sul vetro alle mie spalle... in quello stesso momento il ritmo e la forza dei suoi movimenti aumentano vertiginosamente, facendo raggiungere alla mia libidine livelli storici. Mi penetra con foga e le sue spinte sono talmente forti da far tremare il marmo sotto di me...

 

Ti voglio... voglio essere tua per sempre... fammi impazzire... fammi arrivare in paradiso... fammi ardere l’anima di puro piacere...

 

Ormai non abbiamo più controllo e, sinceramente, chi cazzo vuole più averne.

Siamo fronte contro fronte... gli passo le mani tra i capelli madidi di sudore, spostandogli la frangia dal viso imperlato. Nonostante il piacere mi stia praticamente mandando in pappa totale il cervello, riesco a riempire i miei occhi della stupenda luce che brilla nel suo viso, di quella sua espressione stupendamente accesa.

 

 

Ritmo frenetico, ricerca veemente del piacere assoluto... estasi... sbattimi fino allo sfinimento... sono tua e di nessun’altro... sei come una droga... ti voglio... ti bramo... ti pretendo...

 

Con un movimento felino, lo scosto da me invogliandolo a cambiare posizione. Lui acconsente e mi permette di scendere per assecondare la mia richiesta... lo guardo maliziosa, impaziente di riprendere da dove avevamo interrotto. Lo prendo per le spalle e lo conduco fino al tappeto di enormi cuscini rossi sistemati ad arte in un lato della saletta. Lo faccio accomodare, appoggia la schiena al muro candido e mi rivolge uno sguardo spettacolarmente erotico... mi prende le mani e mi attira a se aiutandomi a sistemarmi sopra di lui. Oh si... era questo che intendevo...

 

Mi siedo su di lui, permettendo alla sua erezione di penetrarmi di nuovo... e la reazione del mio corpo è più sconvolgente di prima. Abbandona il viso sul mio petto, abbracciandomi così forte da farmi impazzire, riempiendomi l’anima di una strana quanto bellissima sensazione di protezione.

 

Lo stringo forte, tengo la sua testa stretta contro il mio seno, baciando i suoi stupendi capelli corvini e ansimando in preda al piacere totale. Mi muovo armoniosamente su di lui mentre le sue mani si spostano sul mio bacino assecondando i miei movimenti.

 

 

Inarco il dorso verso di lui e, graffiandogli schiena, raggiungo l’orgasmo senza riuscire a trattenere un gemito di pura estasi. Nel frattempo lui si irrigidisce nascondendo il viso nell’incavo della mia spalla. Stringe forte i denti affondano le dita nei miei lunghi capelli bicromatici... un lieve sussulto lo scuote finché non esce da me liberando il suo caldo seme altrove.

 

Finalmente si rilassa e sfiora leggermente le mie labbra prima di abbandonare, sfinito, il viso sul mio petto. Appoggio la testa sulla sua, accarezzandogli i capelli e cullandolo in una scena quasi patetica. I nostri respiri veloci si fondono, tornando lentamente alla normalità.

 

Rimaniamo così per un tempo indeterminato.

 

Dividendomi da lui, mi alzo ed indietreggio di qualche passo... rimango a guardarlo quasi incantata, inclinando candidamente la testa da un lato. È abbandonato su quel mare di cuscini, appoggiato con la schiena al muro adornato da pesanti tende scarlatte, viso e petto imperlati di sudore, occhi socchiusi... la sua aria sfinita lo rende così terribilmente sexy da farmi venire voglia di abusare nuovamente di lui.

 

Ci guardiamo per un lungo momento, confermando l’assenza totale d’imbarazzo o pentimento. Nei nostri sguardi c’è solo passione, attrazione e complicità.

Con un balzo felino scatta in piedi e supera agilmente l’ostacolo dei cuscini. Recupera qualche tovagliolo per darsi un contegno e me ne porge un paio prima di chiudersi nell’inerente cabina del bagno.

 

Ancora barcollante e su di giri, recupero gli slip infilandomeli velocemente. Mi guardo allo specchio e mi viene quasi un principio d’infarto.

I capelli ormai sono allo scazzo totale... il rossetto è sbavato, il vestito è ridotto talmente male che sembra sia uscita da una lavatrice, per non parlare dell’espressione da completa bimbaminchia che mi si è stampata in faccia come una protesi. Sono terrificante.

 

Approfittando della sua momentanea assenza, recupero la borsetta cercando di darmi una sistemata. I capelli non oso nemmeno toccarli viste le condizioni in cui sono... domani, ahimè, impegneranno ore della mia mattinata.

 

Prendo il pacchetto di sigarette e me ne accendo una, apro una bottiglia di martini e mi ci attacco con molta poca classe, facendomi scorrere il liquido in gola. Nel frattempo, il ragazzo più libidinoso della galassia, risorge dalla cabina più bello che mai... la scena a rallentatore di lui a petto nudo che cammina sexy mi fa quasi andare di traverso l’alcol rischiando di strozzarmi.

 

Mi raggiunge e mi prende dalle mani la bottiglia... indietreggia di qualche passo sedendosi sul marmo freddo, sorseggiando piccole dosi. Mi afferra per un polso e mi tira verso di se, ritrovandomi in piedi tra le sue gambe a guardarlo quasi fosse un Dio. Comincia a baciarmi il collo, accarezzandomi la schiena lentamente, provocandomi frequenti e intensi brividi... respiro il suo profumo di pesca fino a farmi quasi girare la testa. Avvicina la bottiglia alla mia bocca consentendomi di berne il contenuto, poi riprende l’infuocato scambio di lingue...

 

 

...portami via con te...

 

 

Ma il momento idilliaco viene barbaramente interrotto da un dannato idiota che ha cominciato a bussare come un ossesso reclamando la proprietà del privè.

 

“Ehi, questa saletta è nostra, volete aprirla questa cazzo di porta o no!!”

“Testa di cazzo, è occupata! Cercatene un altra se hai tanta fretta di darti piacere da solo!” rispondo alterata con la solita grazia che non mi contraddistingue.

“Razza di cretina, ma che cazzo ci stai a fare nel mio privè?!”

“Coglione, non te lo sei mica comprato! Vedi di andarti ad incipriare quel naso da checca da un’altra parte prima che ti spacchi la faccia!!” sento la voce del tizio blaterare qualcosa che non comprendo prima che si tolga finalmente dalle palle.

 

Sogghigno soddisfatta, prima di sbiancare all’istante ricordandomi solo ora di non essere sola. Il ragazzo moro mi guarda perplesso, poverino... lui non conosce il mio lato malato, sadico e volgare.

 

“Sia chiaro, io sono una ragazza molto più fine... escludendo qualche sporadica eccezione.” mi giustifico sorridendo nel tentativo di rimediare alla raffinata dimostrazione di classe innata.

 

Lui si gratta la testa corvina inarcando un sopracciglio, poi scrolla le spalle come se non gliene potesse fregare di meno. Sospiro rasserenata, finché non sento di nuovo il coglione di prima bussare con più vigore. Sicuramente è andato a raccattare il suo gruppo di mentecatti per farsi più forte... sfigato.

 

“Ma ancora qui sei? Te ne vuoi andare a no? Se adesso non sparisci ti scardino quel culo da frocetto che ti ritrovi, quindi dileguati coso!”

“Oh che paura, me la sto facendo nelle mutande! Prova ad uscire e poi vedi come te lo scardiniamo noi per bene!!”

“Provaci checca, e poi vedi cosa ti combi...” non ho neanche in tempo di finire, che il figone qui con me apre la porta torreggiando sul povero disgraziato che gli arriverà per si e no ai pettorali. Il tizio sbianca non appena si trova a fronteggiare lo sguardo di morte del bel moro.

 

Poveraccio, non vorrei proprio essere nei sui panni... senza dire la minima parola, il ragazzaccio lo agghiaccia con uno sguardo omicida davvero terrificante.

 

“S-scusa, non volevamo disturbarvi... andiamo via subito...” detto fatto, lo sfigato si dilegua nel nulla veloce come razzo, togliendosi dalle palle in meno di un nanosecondo.

“Li hai terrorizzati... sei un grande.”

“Hm...”

 

Richiude la porta e raggiunge di nuovo il centro del privè per recuperare la sua camicia nera, regalandomi una celestiale panoramica del suo fondoschiena perfetto.

Scrollo la testa in modo quasi infantile nel tentativo di ritrovare un minimo di contegno, aspirando nervosamente la sigaretta.

 

Passo con precisione il rossetto sulle labbra mentre lui, a pochi passi da me, tenta di riabbottonarsi la camicia. Sorrido languidamente contemplando incantata il suo riflesso attraverso lo specchio. Mi scuoto da quei pensieri finché il mio sguardo si sofferma su un contenitore di tovagliolini di carta. Sorrido maliziosa.

Ne prendo uno e utilizzo il rossetto rosso per scrivere.

 

Lo raggiungo alzandomi sulle punte e lo bacio, infilandogli il tovagliolino nel bordo dei jeans griffati. Mi allontano permettendogli di leggere ciò che gli ho scritto...

 

«7331775317... Mayu»

 

“Se vuoi chiamami.” gli dico poco prima di girare la chiave per aprire la porta. Ma qualcosa m’impedisce di uscire, bloccandomi sulla soglia come una cretina...

“Kaede.” mi volto verso di lui, sorpresa di sentire nitidamente la sua voce senza il fastidioso rumore della musica.

“Cosa?”

“Mi chiamo Kaede... Mayu.” il modo in cui pronuncia il mio nome mi pervade di una sensazione bellissima...

“Sarà difficile dimenticarmi il tuo nome, ragazzaccio.” sussurro ammiccando seducente. Mi raggiunge e appoggia le labbra sulle mie sfiorandole appena.

“Infatti non devi farlo.” mormora rivolgendomi una sguardo strano, che non lascia spazio ai dubbi.

“Ho l’impressione che te ed io ci vedremo molto più spesso di quanto immagino...” sussurro baciandogli il margine delle labbra, accarezzandogli il petto con una mano...

“Perspicace...” colma di nuovo la distanza e mi bacia con trasporto, proteggendomi tra le sue forti braccia.

 

Ma non appena mi divido da lui, vengo travolta da un assurdo senso di sconforto... non so nemmeno da cosa dipenda e perché mi abbia colpito così all’improvviso, so solo che mi fa sentire terribilmente fragile e infantile. Ma perché...?

Il contatto con le sue dita interrompe quell’improvviso stato di malinconia che mi aveva investito come una valanga, mi risolleva il viso permettendomi di perdermi nuovamente nel blu dei suoi occhi.

 

“Ci vediamo presto.” mi rassicura con voce bassa. Gli faccio un po’ di fusa e lui mi asseconda divertito, grattandomi la testa come una gatta. Poi mi sfila la sigaretta dalle labbra e aspira, tossendo subito dopo. “Questa roba ti fa male.” dice con una smorfia di disgusto gettando la cicca nel posacenere accanto a se. “Devo andare.”

“Si...” ci salutiamo con un lungo bacio, poi esce da quel privè che non scorderò almeno per i prossimi trent’anni...

 

XXXXXXX

 

Esco dal locale e respiro profondamente l’aria pulita di questa notte d’inizio Novembre. Accendo l’ennesima Marlboro rossa e aspiro la nicotina a pieni polmoni.. il cuore mi batte ancora così forte che sembra scoppiarmi nel petto. Alzo gli occhi al cielo riempiendomi del pallido riflesso della luna, permettendo al vento fresco di accarezzarmi il viso.

Mi sento bene... bene come non mi sono mai sentita prima.

 

 

Ormai stavo diventando intangibile ad ogni tipo di emozione, protetta nel mio rassicurante guscio di certezze. Eppure stanotte quel ragazzo mi ha dato una scossa talmente forte e devastante da non avermi neanche dato il tempo di rendermi conto in che caos mi stessi cacciando, spezzando quel sottile filo precario che equilibrava la normalità della mia vita.

 

La cosa più assurda è che non mi sento in colpa per aver tradito Akira... perché quello che ho provato per Kaede stanotte è molto più forte del legame che fino ad oggi ha legato Aki a me. Non so descriverla questa sensazione, so solo che mi piace... mi piace da impazzire.

 

 

Il rumore del cellulare mi distoglie.

Fisso il display, leggendo più e più volte il nome che vi appare. Sospiro, respingendo la chiamata. No, non ora. Mi dispiace Akira.

 

Getto la cicca della sigaretta più lontano possibile e spengo il cellulare riponendolo nella tasca della giacca... adesso ho un solo pensiero in testa e voglio che ci rimanga per tutta la notte.

Cammino lungo il marciapiede gongolando mentre le luci della notte si affievoliscono lasciando posto ai primi colori dell’alba.

 

Un nuovo giorno.

 

Mi siedo sul muretto di recinzione di una villetta inerente al marciapiede e osservo, in religioso silenzio, il cielo che albeggia...

 

Con SmileMan credevo di stare bene, di avere tutto quello che una ragazza potesse desiderare... ma la magia che ho provato questa notte con Kaede, io con Akira non l’ho mai provata.

 

 

 

FINE 1°CAPITOLO

 

  
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