C’è una
puntata di quest’anime in cui Li e Sakura vivono una strana avventura in un
edificio, dove restano intrappolati in un ascensore. In questa occasione Li
dimostra a Sakura quanto tiene a lei abbracciandola: è il primo vero e concreto
gesto di affetto che ha verso di lei. Al ritorno a casa, quella sera, trova
nella segreteria un messaggio di Sakura che gli dice quanto ha apprezzato quel
gesto, perché finalmente ha la prova della sua amicizia.
E se…?
Ti sento vivere
Mi chiudo la porta
alle spalle. Sono esausto, non vedo l’ora di fiondarmi sul letto. Questa storia
della ricerca delle carte di Clow sta diventando sempre più estenuante, e
sempre più pericolosa. Se penso ai rischi che abbiamo corso oggi…
Accidenti. Non
riesco proprio a togliermi il tuo pensiero dalla testa.
La mia stanza è già
buia, solo pochi fari giù in strada proiettano fasci di luce sulle pareti.
Nella semioscurità lampeggia una debole spia rossa. C’è un messaggio nella
segreteria telefonica.
Allungo un braccio
verso il telefono, premo il tasto per ascoltare i nuovi messaggi e porto il
ricevitore all’orecchio.
«Ciao, sono Sakura…»
Un tuffo dritto al
cuore.
«… Volevo solo dirti che ho apprezzato molto
il tuo gesto, oggi. Tu non ne parli mai, ma ora mi hai dimostrato che tieni
alla nostra amicizia…»
Oh, no. Non questo.
Ma perché non
capisci? Perché mi fai sentire così? Perché dovevi farlo proprio a me?
Eppure è successo.
Ed era inevitabile. E non c’è modo di cambiarlo.
Continuo ad
ascoltare fino alla fine del nastro. Poi premo un altro tasto e lo ascolto di
nuovo, mentre mi lascio cadere sul letto. E un’altra volta, e ancora un’altra,
e poi ancora e ancora. Ogni volta sento il cuore battere con la stessa
intensità, da qualche parte del mio corpo svuotato.
Resto così, disteso
e immobile, gli occhi persi nel soffitto buio, il portatile all’orecchio, per
un tempo indefinito.
Non riesco a
credere di essermi innamorato di te.
Non so
che cosa fare, il sonno se n’è andato e non tornerà
Un
vetro da cui guardare il silenzio fermo della città
Alla fine
l’immobilità diventa insopportabile. Ho bisogno di muovermi, di fare qualcosa,
di scuotermi di dosso questo torpore. Tutta la stanchezza è sparita, lasciando
il posto ad un’inquietudine indicibile. E, come al solito, a causa tua.
Mi alzo, cammino
senza meta, fino alla finestra. Fuori, il buio dà un senso di tranquillità che
in questo momento mi sembra lontana mille miglia. Mi fermo davanti a questo
vetro che dà su un mondo silenzioso ed estraneo, su una notte di parole non
dette e di pensieri confusi. Mi siedo sul davanzale, apro le ante e lascio
entrare il vento. Chiudo gli occhi mentre il buio freddo mi sfiora il viso.
Nelle mie orecchie
sento ancora l’eco delle tue parole.
«… Tu non ne parli mai, ma ora mi hai
dimostrato che tieni alla nostra amicizia…»
No, non è vero. Non
ti ho dimostrato un bel niente. Non la verità, almeno.
Se solo tu sapessi…
E ti
vorrei chiamare, sì, però a quest’ora ti arrabbierai
E poi
per cosa dire? A metà io so che mi bloccherei
Vorrei tanto
parlarti. Vorrei chiamarti adesso, solo per dirti che ho ascoltato il tuo
messaggio, o solo per augurarti la buonanotte. Per dirti qualsiasi sciocchezza.
Ma è tardi per telefonare.
No, sto mentendo a
me stesso.
Non è questo che mi
blocca. Non è l’ora a impedirmi di comporre quel semplice numero. Apro gli
occhi e guardo il ricevitore che stringo ancora tra le dita. È che… È davvero
questo, che vorrei dirti?
No. La verità è che
vorrei dirti tante altre cose, così tante, così tante… Tante che sarebbe
difficile metterle in ordine. E se anche riuscissi ad incominciare, non
riuscirei a concludere. Non posso chiamarti, non posso parlarti, perché andrei
subito in confusione. Perché è così ogni volta che ti guardo, ogni volta che ti
parlo, ogni volta che ti penso.
Sospiro e mi passo
una mano tra i capelli.
La verità è che non
ci riesco.
Perché
non è facile, forse nemmeno utile
Certe
cose chiare dentro poi non escono, restano, restano
Non hai idea di
quello che mi hai dato, di quello che mi fai sentire, giorno dopo giorno. E io
vorrei tanto dirtelo, vorrei finalmente aprirmi con te e dirti tutto e darti
tutto di me…
Ma è tremendamente
difficile buttare giù la maschera ed essere se stessi, soprattutto se hai paura
di perdere quello che hai, osando desiderare di più.
E allora mi ostino
a tenerlo per me, perché non servirebbe a niente, e perché davvero non riesco
ad esprimere questo semplice sentimento così chiaro in me, ma così timoroso di
uscire alla luce del sole…
E così ancora non
sai quanto io vorrei dirti che…
Vorrei
dirti, vorrei: “Ti sento vivere”
In
tutto quello che faccio e non faccio ci sei
Mi
sembra che tu sia qui sempre
Vorrei
dirti, vorrei: “Ti sento vivere”
Dovunque
guardo ci sei tu, ogni discorso, sempre tu
Ogni
momento io ti sento sempre più
Niente da fare. Non
riesco a dirlo nemmeno a me stesso.
Eppure è una
sensazione che ormai conosco bene, fa parte di me, non c’è altro nella mia
anima. Fin da quando ti ho incontrata sul mio cammino, fin da quando mi hai
guardato per la prima volta con quei tuoi occhi verdi, fin da quando hai iniziato
a smuovermi dal mio essere lontano dal mondo.
Ho ben chiaro in
mente ciò che davvero vorrei dirti.
Che mi sembra di
averti con me in ogni istante, anche quando sei lontana, come stanotte.
Che riempi ogni mio
pensiero, ogni mia parola, ogni mio sguardo, ogni mio momento, eternamente e
irrimediabilmente.
Che ti sento qui
vicina, che ti sento vivere, che ti sento dentro.
Ma fa così male. Ma
è così bello.
Ma non riesco ad
esprimere le parole più adatte, non riesco ad ammettere che sto rischiando
tutto con te, non riesco a credere che ora anch’io so amare.
Ora che ci sei tu.
Seduta
lì a parlare con i tuoi amici, che bella sei
Mi
sembra di impazzire, per esser lì con te non so che darei
Non hai idea di
quante volte io resti a guardarti di nascosto, ovunque, a scuola, al parco,
dovunque possa vederti, mentre parli e ridi e guardi e ascolti e vivi e mi fai
morire dentro. E resterei lì a guardarti per sempre, ad ammirarti, a sognarti,
a illudermi, nel sogno di quel che sarebbe se io potessi avvicinarmi a te e
dirti in un orecchio quelle poche parole che mi costano tanto.
Ormai sto
impazzendo.
Serro gli occhi,
cerco di scuotermi, mi passo una mano sul volto. Ma non posso cancellare quelle
immagini. Sono impresse dentro di me, indelebili come cicatrici, dolorose come
ferite. Eppure non rinuncerei per nulla al mondo al dolore che sento quando ti
guardo o ti penso o ti sento dentro di me.
E pensare che
quando ti ho conosciuto non avrei mai creduto possibile che un giorno…
Ti
vorrei far vedere tutti i miei foglietti e le lettere
Che ti
vorrei spedire, ma non ho il coraggio e non so perché
Mi alzo di nuovo,
ancora esule in questa stanza in cui la solitudine mi costringe tutte le notti
a pensare a te. Arrivo alla scrivania. Un cassetto è socchiuso, un lembo bianco
di carta sporge nel vuoto. So cosa contengono, cassetto e foglio. E vorrei
impedirmi questo ulteriore supplizio, ma una forza irresistibile mi fa
accettare anche questo come un’illusione di sfogo, perché non c’è altro che io
possa fare, se non mettere per iscritto e poi rileggere i miei pensieri, per
trovarvi quell’ordine che altrimenti non riesco a trovare.
Apro il cassetto e
prendo il fascio di fogli solcati di parole e sentimenti che anche per iscritto
spesso non seguono nessun filo logico.
Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura
Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura…
Come faccio a dirtelo? Come faccio a
parlarti? Mi sento così stupido…
Non avevi nessun diritto di farmi questo… A
volte arrivo ad odiarti… E ti odio perché ti…
Sentimenti e parole
con tanta confusione.
E insieme ai fogli
fitti di scritte, tra quelli che portano solo il tuo nome ripetuto all’infinito
e quelli in cui ho riversato tutto il mio delirio, giacciono come vittime anche
altri fogli, quelli appallottolati, quelli inadatti, quelli che sarebbe stato
meglio strappare, quelli in cui sono riuscito a scrivere quelle due parole che
mai avrò il coraggio di dirti, nemmeno in una lettera, nemmeno se la tenessi
per me.
Quante volte ho
pensato che scrivendo sarebbe stato tutto più semplice.
Quante volte mi
sono illuso.
Perché tu sei la
mia illusione, il mio sogno irrealizzabile, e ciò che fa più male è che non
saprai mai il dolore che mi dai ogni giorno.
Non saprai mai ciò
che mi hai fatto.
Perché
non è facile, forse nemmeno utile
Certe
cose chiare dentro poi non escono, restano, restano
Con un gesto
rabbioso lancio di nuovo i fogli nel cassetto e lo richiudo di scatto. È
inutile tormentarsi in questo modo, rileggere quelle parole timorose e nascoste
nel buio è ancor peggio della difficoltà con cui le ho scritte, notte dopo
notte, sogno dopo sogno.
È troppo difficile,
e soprattutto è totalmente inutile. Per tanti motivi. Perché tu non provi i
miei stessi sentimenti. Perché sei stata innamorata e forse lo sei ancora.
Perché io non sono che un tuo amico. Perché siamo diversi, e mentre tu esprimi
i tuoi sentimenti senza paure, io rifuggo dal mondo per la paura di soffrire di
ciò che i miei sentimenti potrebbero provocare.
Eppure non riesco a
smettere di pensarti.
Non riesco a
smettere di sognarti.
Non riesco a
smettere di amarti.
Stavolta sono
riuscito almeno a confessarlo a me stesso…
Vorrei
dirti, vorrei: “Ti sento vivere”
In
tutto quello che faccio e non faccio ci sei
Mi
sembra che tu sia qui sempre
Vorrei
dirti, vorrei: “Ti sento vivere”
Dovunque
guardo ci sei tu, ogni discorso, sempre tu
Ogni
momento io ti sento sempre più
Un attimo.
Se riesco
finalmente ad ammetterlo con me stesso…
Perchè non dovrei
essere in grado di correre da te e dirti che ormai sei dentro di me?
Con questo
pensiero, come un automa, ascolto di nuovo il nastro con il tuo messaggio.
«… Ma ora mi hai dimostrato che tieni alla
nostra amicizia…»
Perché non dovrei
essere in grado di rivelarti tutto il resto?
Non so cosa sia
successo stanotte. Non so se il tuo messaggio ha avuto il potere di smuovermi.
Non so nulla, ma del resto non mi importa di nient’altro che di te. Di te e me.
Di noi.
E adesso so che
posso farlo.
Sarà stata la tua
magia.
Perché tu sei
davvero magica.
Sei il mio piccolo
miracolo…
Vorrei
dirti, vorrei: “Ti sento vivere”
In
tutto quello che faccio e non faccio ci sei
Mi
sembra che tu sia qui sempre
Vorrei
dirti, vorrei: “Ti sento vivere”
Dovunque
guardo ci sei tu, ogni discorso, sempre tu
Ogni
momento io ti sento sempre più
Sono sotto casa
tua. So che è tardi, so che tra poche ore dovremo andare a scuola, so che forse
non è il momento né il modo adatto. Ma non me ne importa niente.
La porta si apre
lentamente. Tu sei sulla soglia, insonnolita, con i capelli arruffati, avvolta
in una vestaglia, eppure bellissima come e più di sempre.
«Li? Che cosa ti è
successo a quest’ora della notte?»
Sorrido tra me.
Mi è successo tutto
e anche di più…
Faccio un passo
avanti.
«Posso entrare?
Devo parlarti…»
La porta si chiude
alle mie spalle e io mi concentro sulle parole che ho scritto sull’ultimo di
quei fogli nascosti.
La verità è che io ti sento vivere… La
verità è che tu sei tutto per me… La verità è che…
«… Io ti amo,
Sakura.»
– FINE –
Nota:
Nella puntata da cui prende spunto questa storia effettivamente c’è il messaggio
telefonico, ma dato che ho visto la puntata in questione moltissimo tempo fa,
non posso assicurare di ricordare le precise parole di Sakura. Chiedo scusa se
le parole che ho riportato in questa fic non collimano con le originali. Mi
auguro comunque che la reinterpretazione sia stata di vostro gradimento. Questa
canzone mi sembrava troppo adatta ai sentimenti di Li, e non ho potuto fare a
meno di inserire anche un lieto fine…
Un’ultima
cosa. Dedico questa storia con immensa gratitudine a tutti coloro che hanno
letto le mie fic su “Card Captor Sakura” e che mi hanno recensito con tante
belle parole. Grazie mille a tutti, ragazzi, grazie di vero cuore. Parole come
le vostre mi fanno capire che forse vale davvero la pena di mettere per
iscritto qualche sentimento.
Vorrei
solo che Li Shaoran, che nell’anime mi rispecchia tanto, con tutte le sue
insicurezze e il suo amore silenzioso, lo avesse capito anche lui. Forse
avrebbe saputo convivere meglio con i suoi sentimenti irrefrenabili.
Per me
scrivere è questo.