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Autore: Feel Good Inc    17/02/2008    6 recensioni
... Ma è tremendamente difficile buttare giù la maschera ed essere se stessi, soprattutto se hai paura di perdere quello che hai...... E così ancora non sai quanto io vorrei dirti che...
[Basata sull'omonima canzone di Max Pezzali]
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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C’è una puntata di quest’anime in cui Li e Sakura vivono una strana avventura in un edificio, dove restano intrappolati in un ascensore

C’è una puntata di quest’anime in cui Li e Sakura vivono una strana avventura in un edificio, dove restano intrappolati in un ascensore. In questa occasione Li dimostra a Sakura quanto tiene a lei abbracciandola: è il primo vero e concreto gesto di affetto che ha verso di lei. Al ritorno a casa, quella sera, trova nella segreteria un messaggio di Sakura che gli dice quanto ha apprezzato quel gesto, perché finalmente ha la prova della sua amicizia.

E se…?

 

Ti sento vivere

 

 

Mi chiudo la porta alle spalle. Sono esausto, non vedo l’ora di fiondarmi sul letto. Questa storia della ricerca delle carte di Clow sta diventando sempre più estenuante, e sempre più pericolosa. Se penso ai rischi che abbiamo corso oggi…

Accidenti. Non riesco proprio a togliermi il tuo pensiero dalla testa.

La mia stanza è già buia, solo pochi fari giù in strada proiettano fasci di luce sulle pareti. Nella semioscurità lampeggia una debole spia rossa. C’è un messaggio nella segreteria telefonica.

Allungo un braccio verso il telefono, premo il tasto per ascoltare i nuovi messaggi e porto il ricevitore all’orecchio.

«Ciao, sono Sakura…»

Un tuffo dritto al cuore.

«… Volevo solo dirti che ho apprezzato molto il tuo gesto, oggi. Tu non ne parli mai, ma ora mi hai dimostrato che tieni alla nostra amicizia…»

Oh, no. Non questo.

Ma perché non capisci? Perché mi fai sentire così? Perché dovevi farlo proprio a me?

Eppure è successo. Ed era inevitabile. E non c’è modo di cambiarlo.

Continuo ad ascoltare fino alla fine del nastro. Poi premo un altro tasto e lo ascolto di nuovo, mentre mi lascio cadere sul letto. E un’altra volta, e ancora un’altra, e poi ancora e ancora. Ogni volta sento il cuore battere con la stessa intensità, da qualche parte del mio corpo svuotato.

Resto così, disteso e immobile, gli occhi persi nel soffitto buio, il portatile all’orecchio, per un tempo indefinito.

Non riesco a credere di essermi innamorato di te.

 

 

Non so che cosa fare, il sonno se n’è andato e non tornerà

Un vetro da cui guardare il silenzio fermo della città

 

 

Alla fine l’immobilità diventa insopportabile. Ho bisogno di muovermi, di fare qualcosa, di scuotermi di dosso questo torpore. Tutta la stanchezza è sparita, lasciando il posto ad un’inquietudine indicibile. E, come al solito, a causa tua.

Mi alzo, cammino senza meta, fino alla finestra. Fuori, il buio dà un senso di tranquillità che in questo momento mi sembra lontana mille miglia. Mi fermo davanti a questo vetro che dà su un mondo silenzioso ed estraneo, su una notte di parole non dette e di pensieri confusi. Mi siedo sul davanzale, apro le ante e lascio entrare il vento. Chiudo gli occhi mentre il buio freddo mi sfiora il viso.

Nelle mie orecchie sento ancora l’eco delle tue parole.

«… Tu non ne parli mai, ma ora mi hai dimostrato che tieni alla nostra amicizia…»

No, non è vero. Non ti ho dimostrato un bel niente. Non la verità, almeno.

Se solo tu sapessi…

 

 

E ti vorrei chiamare, sì, però a quest’ora ti arrabbierai

E poi per cosa dire? A metà io so che mi bloccherei

 

 

Vorrei tanto parlarti. Vorrei chiamarti adesso, solo per dirti che ho ascoltato il tuo messaggio, o solo per augurarti la buonanotte. Per dirti qualsiasi sciocchezza. Ma è tardi per telefonare.

No, sto mentendo a me stesso.

Non è questo che mi blocca. Non è l’ora a impedirmi di comporre quel semplice numero. Apro gli occhi e guardo il ricevitore che stringo ancora tra le dita. È che… È davvero questo, che vorrei dirti?

No. La verità è che vorrei dirti tante altre cose, così tante, così tante… Tante che sarebbe difficile metterle in ordine. E se anche riuscissi ad incominciare, non riuscirei a concludere. Non posso chiamarti, non posso parlarti, perché andrei subito in confusione. Perché è così ogni volta che ti guardo, ogni volta che ti parlo, ogni volta che ti penso.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli.

La verità è che non ci riesco.

 

 

Perché non è facile, forse nemmeno utile

Certe cose chiare dentro poi non escono, restano, restano

 

 

Non hai idea di quello che mi hai dato, di quello che mi fai sentire, giorno dopo giorno. E io vorrei tanto dirtelo, vorrei finalmente aprirmi con te e dirti tutto e darti tutto di me…

Ma è tremendamente difficile buttare giù la maschera ed essere se stessi, soprattutto se hai paura di perdere quello che hai, osando desiderare di più.

E allora mi ostino a tenerlo per me, perché non servirebbe a niente, e perché davvero non riesco ad esprimere questo semplice sentimento così chiaro in me, ma così timoroso di uscire alla luce del sole…

E così ancora non sai quanto io vorrei dirti che…

 

 

Vorrei dirti, vorrei: “Ti sento vivere”

In tutto quello che faccio e non faccio ci sei

Mi sembra che tu sia qui sempre

Vorrei dirti, vorrei: “Ti sento vivere”

Dovunque guardo ci sei tu, ogni discorso, sempre tu

Ogni momento io ti sento sempre più

 

 

Niente da fare. Non riesco a dirlo nemmeno a me stesso.

Eppure è una sensazione che ormai conosco bene, fa parte di me, non c’è altro nella mia anima. Fin da quando ti ho incontrata sul mio cammino, fin da quando mi hai guardato per la prima volta con quei tuoi occhi verdi, fin da quando hai iniziato a smuovermi dal mio essere lontano dal mondo.

Ho ben chiaro in mente ciò che davvero vorrei dirti.

Che mi sembra di averti con me in ogni istante, anche quando sei lontana, come stanotte.

Che riempi ogni mio pensiero, ogni mia parola, ogni mio sguardo, ogni mio momento, eternamente e irrimediabilmente.

Che ti sento qui vicina, che ti sento vivere, che ti sento dentro.

Ma fa così male. Ma è così bello.

Ma non riesco ad esprimere le parole più adatte, non riesco ad ammettere che sto rischiando tutto con te, non riesco a credere che ora anch’io so amare.

Ora che ci sei tu.

 

 

Seduta lì a parlare con i tuoi amici, che bella sei

Mi sembra di impazzire, per esser lì con te non so che darei

 

 

Non hai idea di quante volte io resti a guardarti di nascosto, ovunque, a scuola, al parco, dovunque possa vederti, mentre parli e ridi e guardi e ascolti e vivi e mi fai morire dentro. E resterei lì a guardarti per sempre, ad ammirarti, a sognarti, a illudermi, nel sogno di quel che sarebbe se io potessi avvicinarmi a te e dirti in un orecchio quelle poche parole che mi costano tanto.

Ormai sto impazzendo.

Serro gli occhi, cerco di scuotermi, mi passo una mano sul volto. Ma non posso cancellare quelle immagini. Sono impresse dentro di me, indelebili come cicatrici, dolorose come ferite. Eppure non rinuncerei per nulla al mondo al dolore che sento quando ti guardo o ti penso o ti sento dentro di me.

E pensare che quando ti ho conosciuto non avrei mai creduto possibile che un giorno…

 

 

Ti vorrei far vedere tutti i miei foglietti e le lettere

Che ti vorrei spedire, ma non ho il coraggio e non so perché

 

 

Mi alzo di nuovo, ancora esule in questa stanza in cui la solitudine mi costringe tutte le notti a pensare a te. Arrivo alla scrivania. Un cassetto è socchiuso, un lembo bianco di carta sporge nel vuoto. So cosa contengono, cassetto e foglio. E vorrei impedirmi questo ulteriore supplizio, ma una forza irresistibile mi fa accettare anche questo come un’illusione di sfogo, perché non c’è altro che io possa fare, se non mettere per iscritto e poi rileggere i miei pensieri, per trovarvi quell’ordine che altrimenti non riesco a trovare.

Apro il cassetto e prendo il fascio di fogli solcati di parole e sentimenti che anche per iscritto spesso non seguono nessun filo logico.

Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura Sakura…

Come faccio a dirtelo? Come faccio a parlarti? Mi sento così stupido…

Non avevi nessun diritto di farmi questo… A volte arrivo ad odiarti… E ti odio perché ti…

Sentimenti e parole con tanta confusione.

E insieme ai fogli fitti di scritte, tra quelli che portano solo il tuo nome ripetuto all’infinito e quelli in cui ho riversato tutto il mio delirio, giacciono come vittime anche altri fogli, quelli appallottolati, quelli inadatti, quelli che sarebbe stato meglio strappare, quelli in cui sono riuscito a scrivere quelle due parole che mai avrò il coraggio di dirti, nemmeno in una lettera, nemmeno se la tenessi per me.

Quante volte ho pensato che scrivendo sarebbe stato tutto più semplice.

Quante volte mi sono illuso.

Perché tu sei la mia illusione, il mio sogno irrealizzabile, e ciò che fa più male è che non saprai mai il dolore che mi dai ogni giorno.

Non saprai mai ciò che mi hai fatto.

 

 

Perché non è facile, forse nemmeno utile

Certe cose chiare dentro poi non escono, restano, restano

 

 

Con un gesto rabbioso lancio di nuovo i fogli nel cassetto e lo richiudo di scatto. È inutile tormentarsi in questo modo, rileggere quelle parole timorose e nascoste nel buio è ancor peggio della difficoltà con cui le ho scritte, notte dopo notte, sogno dopo sogno.

È troppo difficile, e soprattutto è totalmente inutile. Per tanti motivi. Perché tu non provi i miei stessi sentimenti. Perché sei stata innamorata e forse lo sei ancora. Perché io non sono che un tuo amico. Perché siamo diversi, e mentre tu esprimi i tuoi sentimenti senza paure, io rifuggo dal mondo per la paura di soffrire di ciò che i miei sentimenti potrebbero provocare.

Eppure non riesco a smettere di pensarti.

Non riesco a smettere di sognarti.

Non riesco a smettere di amarti.

Stavolta sono riuscito almeno a confessarlo a me stesso…

 

 

Vorrei dirti, vorrei: “Ti sento vivere”

In tutto quello che faccio e non faccio ci sei

Mi sembra che tu sia qui sempre

Vorrei dirti, vorrei: “Ti sento vivere”

Dovunque guardo ci sei tu, ogni discorso, sempre tu

Ogni momento io ti sento sempre più

 

 

Un attimo.

Se riesco finalmente ad ammetterlo con me stesso…

Perchè non dovrei essere in grado di correre da te e dirti che ormai sei dentro di me?

Con questo pensiero, come un automa, ascolto di nuovo il nastro con il tuo messaggio.

«… Ma ora mi hai dimostrato che tieni alla nostra amicizia…»

Perché non dovrei essere in grado di rivelarti tutto il resto?

Non so cosa sia successo stanotte. Non so se il tuo messaggio ha avuto il potere di smuovermi. Non so nulla, ma del resto non mi importa di nient’altro che di te. Di te e me. Di noi.

E adesso so che posso farlo.

Sarà stata la tua magia.

Perché tu sei davvero magica.

Sei il mio piccolo miracolo…

 

 

Vorrei dirti, vorrei: “Ti sento vivere”

In tutto quello che faccio e non faccio ci sei

Mi sembra che tu sia qui sempre

Vorrei dirti, vorrei: “Ti sento vivere”

Dovunque guardo ci sei tu, ogni discorso, sempre tu

Ogni momento io ti sento sempre più

 

 

Sono sotto casa tua. So che è tardi, so che tra poche ore dovremo andare a scuola, so che forse non è il momento né il modo adatto. Ma non me ne importa niente.

La porta si apre lentamente. Tu sei sulla soglia, insonnolita, con i capelli arruffati, avvolta in una vestaglia, eppure bellissima come e più di sempre.

«Li? Che cosa ti è successo a quest’ora della notte?»

Sorrido tra me.

Mi è successo tutto e anche di più…

Faccio un passo avanti.

«Posso entrare? Devo parlarti…»

La porta si chiude alle mie spalle e io mi concentro sulle parole che ho scritto sull’ultimo di quei fogli nascosti.

La verità è che io ti sento vivere… La verità è che tu sei tutto per me… La verità è che…

«… Io ti amo, Sakura.»

 

 

– FINE –

 

Nota: Nella puntata da cui prende spunto questa storia effettivamente c’è il messaggio telefonico, ma dato che ho visto la puntata in questione moltissimo tempo fa, non posso assicurare di ricordare le precise parole di Sakura. Chiedo scusa se le parole che ho riportato in questa fic non collimano con le originali. Mi auguro comunque che la reinterpretazione sia stata di vostro gradimento. Questa canzone mi sembrava troppo adatta ai sentimenti di Li, e non ho potuto fare a meno di inserire anche un lieto fine…

Un’ultima cosa. Dedico questa storia con immensa gratitudine a tutti coloro che hanno letto le mie fic su “Card Captor Sakura” e che mi hanno recensito con tante belle parole. Grazie mille a tutti, ragazzi, grazie di vero cuore. Parole come le vostre mi fanno capire che forse vale davvero la pena di mettere per iscritto qualche sentimento.

Vorrei solo che Li Shaoran, che nell’anime mi rispecchia tanto, con tutte le sue insicurezze e il suo amore silenzioso, lo avesse capito anche lui. Forse avrebbe saputo convivere meglio con i suoi sentimenti irrefrenabili.

Per me scrivere è questo.

   
 
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