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Autore: Anonimadelirante    11/08/2013    2 recensioni
Una Rose che non ha alcuna intenzione di diventare Caposcuola, che odia con tutta se stessa Malfoy e che NON è Hermione Granger -ma, ci tiene a precisare, NON è neanche Ronald Weasley-, un Albus che si finge una serpe, ma che in realtà nasconde un cuore d'oro e uno Scorpius che forse non è il macelato bastardo che vuole sembrare, ma che, SICURAMENTE, non può sopportare Rose.
Questi tre sono già abbastanza esplosivi da soli, ma... beh, siamo ad Hogwarts e la vita tranquilla non è fatta per i Maghi.
Perché nella Nuova Scuola -quella ricostruita sulle macerie della vecchia- ci si può trovare di tutto, da Corvonero aspiranti hippy a Tassorosso curiosi, ma, soprattutto, bisogna guardarsi da Grifondoro incazzosi e sperare di non finire fra le braccia dei classici Serpeverde -Laurie Thomas, Zaccaria Zabini, Marc Nott, della serie: “belli, ma dannati” e Viola Parkinson, Antonina Goyle e Marianne Avery, le Tre Stronze.-
Perché a volte vale davvero la pena di mettersi in discussione, di giocare il tutto per tutto.
Perché i pregiudizi esistono ancora, sta a noi dar loro peso o no.
Perché a volte i mezzi giustificano il fine...O forse è il fine a giustificare i mezzi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo Primo

Dove, secondo Albus Severus Potter, vengono tratte troppe conclusioni affrettate.

 

 

 

-Davvero?! Uou! Sempre detto io che un giorno o l'altro ne avresti fatta una giusta!

-Che cosa vorrebbe dire?!

-Ehm... no Rose, non... niente.

Rose Wesley incenerì suo cugino:- Sarà meglio per te, James Sirius- Sibilò, poi si girò verso gli altri, visibilmente eccitati per la scoperta:-Allora? Che facciamo per fermarlo?

Albus Severus Potter si sentì chiamare in causa. Era lui che organizzava i piani, era lui che considerava ogni minima possibilità, era lui che sviava i sospettosi, che si rigirava come voleva i creduloni. Era lui, in definitiva, che spalleggiava sempre Rose Wesley.

Ma lei quando mai si era sbilanciata per lui? Quando gli aveva dato ragione su qualcosa? Quando lo aveva appoggiato in qualche modo? Mai. Già, perché, ricordò in quell'istante il figlio di Harry Potter, quando mai qualcuno lo considerava diversamente dalla Serpe calcolatrice quale era? Ma, in fondo, non era lui, ad averlo scelto? In quell'istante, però, Albus si rese conto di essere stufo, stufo marcio, di essere usato in quel modo. Non aveva più voglia di dare, senza ricevere niente in cambio.

Sbuffò.

-Ma va! Dai, non essere patetica!

Rose si girò verso di lui, gli occhi sgranati e un'espressione di palese stupore che si tramutò istantaneamente in rabbia.

-Come hai detto?

Ecco. Mai mettersi contro di lei. Mai.

Albus l'aveva imparato a sue spese, ma quella volta era deciso ad andare fino in fondo.

-Hai sentito bene. Benissimo. Smettila di ignorare le persone che non sono d'accordo con te! Basta! Non è possibile che stia cercando di fare quello che pensi tu. È troppo stupido. E anche se ci stesse provando -non essere scema non ci sta neanche pensando, la mia è solo un'ipotesi- non ce la farà mai. Malfoy è un deficiente, ti ricordo. E anche un codardo.

Per una volta ascoltami senza trarre conclusioni affrettate.

-Non...- Iniziò Rose, sconcertata: in pochi avevano il coraggio di contraddirla e suo cugino Albus non era fra questi.

Il ragazzo, però, scosse la testa e, senza lasciarla finire, se ne andò.

 

*

 

Albus continuò a camminare velocemente, senza neanche rendersi conto di dove stava andando. Travolse una ragazzina del primo anno, ma non la degnò di uno sguardo, né l'aiutò. Non si scusò neanche e continuò a dirigersi come una furia verso i sotterranei.

Automatismo, pensò mentre si accorgeva stupito di essere davanti ad un umido muro di pietra che conosceva fin troppo bene. -Incanto Proteus- mormorò chiedendosi chi scegliesse parole d'ordine tanto stupide. Ah, già, i Caposcuola.

-Oho, Potter- Un ragazzo della sua età lo salutò, ironicamente felice di vederlo.

-Zabini- rispose Al, più lento dell'altro a fingere.

-Che c'è? Non sei contento di vederci?- Borbottò con voce impastata uno vicino a Zabini.

-Estasiato, Nott- Rispose Albus mentre constatava che il suo compagno di stanza era completamente fatto. Di nuovo.

-Ah! Malfoy- Albus si voltò di nuovo, un libro appena Appellato sottobraccio, per andare a sedersi sulla poltrona preferita (il più lontano possibile da quei tre) -Fossi in te eviterei di trattare così Rose-

Il ragazzo biondo a cui era rivolta quest'ultima parte del discorso ghignò:-Altrimenti?

-Il mio era solo un consiglio.- Albus Severus Potter fece spallucce e si lasciò cadere stancamente sulla sua poltrona davanti al camino, lasciando Scorpius interdetto a fissarlo.

 

*

 

Era successo quella mattina, quando Rose e Albus, passeggiando mollemente per i corridoi del terzo piano (avevano un'ora buca, aveva sottolineato Rose allegramente), avevano incontrato l'erede della casata Malfoy sotto una montagna di libri e scartoffie.

-Scorpius Hiperyon Malfoy, che bello vederti di prima mattina- aveva commentato sprezzante la ragazza.

-Il piacere è tutto vostro- aveva sbuffato quello, ondeggiando sotto la pila di libri.

-Tuo.-Lo aveva corretto automaticamente Albus, che non aveva aperto bocca.

-Mi scusi, professore- Scorpius era barcollato pericolosamente sibilando poi:-spostati, coglione!

Albus si era scostato, remissivo, con un'alzata di spalle, ma Rose no.

Rose, al contrario, si era impegnata al massimo per far cadere il compagno di stanza più odiato dal cugino. Gli si era parata davanti con un ghigno e non si era spostata di un millimetro nonostante rischiasse di rimanere schiacciata dalla roba che portava il biondo.

Il ragazzo era comunque riuscito ad aggirarla, ma, è risaputo, alle scale di Hogwarts piaceva cambiare e Scorpius, già in precario equilibrio era caduto travolgendo i due cugini.

Albus aveva imprecato a lungo e con una certa veemenza, rassettandosi la veste, poi aveva raccolto una pila di libri e pergamene:- Sbrigati a raccogliere le altre, Malfoy. Non intenzione di aspettarti ancora.

Sia il biondo che Rose lo avevano guardato con profondo sospetto, Albus aveva alzato gli occhi al cielo e aveva sibilato, acido:-Non starò qui a fare la muffa per te, Malfoy.

Scorpius aveva alzato un sopracciglio, scettico, ma poi, con un sospiro, aveva preso il resto e si era incamminato dietro il secondogenito Potter.

-M... ma... perché lo aiuti?- Rose lo aveva fissato a bocca aperta, decisamente scioccata.

-Siamo Prefetti, Rosie cara, devo spiegarti cosa fanno i Prefetti? Bene, aiutano i compagni, per quanto odiosi possano essere.

-Anche lui è un Prefetto!

-Sì, ma non non lo sono i ragazzini del primo e del secondo anno che avrebbe potuto travolgere -e che travolgerà sicuramente.

-Che cosa vorresti dire con questo?

-Che è nostro dovere impedire che combini ulteriori casini.- aveva spiegato placidamente Albus.

-Potter!- Aveva protestato Scorpius.

-Al!-Aveva esclamato Rose, ignorando totalmente il biondo- vuoi dire che per colpa di questo deficiente, non potremo continuare la nostra passeggiata?- La rossa sembrava sinceramente allarmata.

-Ehm... no, purtroppo- aveva mormorato Al fingendosi dispiaciuto, poi, vedendo che la cugina stava combattendo contro l'impulso di scoppiare in lacrime e strozzare Malfoy (che, per i suoi standart, si stava comportando fin troppo bene, e, probabilmente per il fatto che stava per stramazzare sotto il peso di tutti quei libri, non aveva ancora messo mano alla bacchetta, né li aveva mandati a quel paese) aveva aggiunto, sperando con tutto se stesso di convincerla:-Ma tu, se vuoi, puoi continuare, anzi! Non preoccuparti, ti raggiungo appena ho finito con questo qui.

-Non voglio il tuo aiuto!- aveva strepitato allora Scorpius.

-Sì che lo vuoi- lo aveva fulminato Al, prima di salutare Rose con uno dei suoi “fantastici-e-fintissimi-ma-efficacissimi-sorrisi-da-bravo-ragazzo-o-da-Serpe-fatta-e-finita” (come li chiamava Hugo nei suoi momenti di affetto verso il cugino Serpeverde).

 

 

-Che cazzo vuoi, Potter?

La domanda era arrivata alle orecchie dell'interessato fra uno sbuffo e l'altro. I due se ne stavano stravaccati sul divano della Sala Comune dei Serpeverde.

-Liberarmi di Rose, no?! Stava per combinare uno dei suoi soliti casini, credimi, Malfoy, la conosco.

Scorpius era scoppiato in una risata:- Fifa, Potter?

-No, intelligenza, Malfoy. Non ci tengo a finire in punizione.

Oh, al proposito tu, invece, cos'hai deciso di combinare? Sei un Prefetto anche tu, ti ricordo.

-Io? Cosa centro io?

-Hai deciso di studiare tutto quello che in sei anni non hai studiato?

Malfoy aveva ghignato, divertito:-No, non so neanche di cosa parlino questi libri. E, sinceramente, non mi interessa.

La Parkinson mi ha costretto a portarglieli. Li aveva già lasciato da parte dall'Arpia.

Albus aveva dedotto che l'Arpia in questione doveva essere Madama Pince, la leggendaria bibliotecaria di Hogwarts, conosciuta dai più come “Colei-che-è-sopravvisuta-al-suo-carattere-di-merda-per-fin-troppo-tempo”.

Albus aveva alzato gli occhi al cielo.

 

*

-Cosa intendevi dire?

-Eh?

-Potter, ascoltami!

Albus fissò per qualche istante il biondino che gli si era parato davanti:-Non vedi che sto studiando, Malfoy? Che c'è, oltre a essere completamente cretino ora sei anche cieco?

Scorpius lo guardò con odio:-Cosa cazzo volevi dire con “fossi in te eviterei di trattare così Rose” e“il mio era solo un consiglio”?

Albus chiuse gli occhi, ascoltando la pessima imitazione della sua voce.

-Prova a mettere in moto il cervello.

-Spiegati meglio. Non mi risulta che tu, in sei anni, mi abbia mai dato un consiglio.

-Forse perché non me ne hai chiesti.

-Forse perché non ne voglio.- Sibilò irritato il ragazzo.

-Allora lasciami in pace. Come ti ho già detto, dovresti smetterla di insultare Rose ogni volta che la vedi. Oppure sii un po' coerente con te stesso e dichiarale il tuo odio tutte le volte che ti passa vicino.

-Tu sei completamente uscito di testa, Potter.-Scorpius lo guardò decisamente scioccato. Di cosa andava blaterando quel suo insopportabile compagno di stanza? Era da sei anni che si mandava a 'fanculo con Rose ogni volta che si vedevano. E allora come mai Albus Severus Potter si svegliava solo adesso? Non lo pensava così ritardato!

-Sei completamente andato, amico, fatti curare.

-Uno: non sono tuo amico. Due: vacci tu a farti curare. Tre: lasciami in pace, sto studiando. Non si vede, coglione?

Scorpius dovette contare fino a dieci per non saltargli addosso.

-Dimmi quello che intendevi e ti lascio studiare.

-Non scendo a compromessi con uno come te- Albus sorrise, era la parte che preferiva, quella. Si stava prendendo gioco di lui ed era una delle cose più divertenti da fare ad Hogwarts.

Scorpius continuò a disturbarlo finché Madama Pince non lo cacciò dalla biblioteca facendolo inseguire da un un libro.

Al rise soddisfatto.

*

 

-Allora? Ti sei fatto dire cosa intendeva?- sbottò Nott girandosi verso Scorpius.

Erano a cena e Malfoy, Zabini e Nott erano di fronte a Viola Parkinson, Antonina Goyle e Marianne Avery, “le tre stronze”-com'erano state soprannominate al loro secondo anno, e, negli anni successivi, avevano ampiamente dimostrato di meritare questo titolo.

Malfoy scrollò le spalle, fingendosi disinteressato:-No-mormorò, ingozzandosi.

-Merlino! Scorpius, fai schifo!- Lo rimproverò civettuola Marianne, Scorpius grugnì qualcosa in risposta.

-Guarda là.-Zabini fece segno col mento di guardare dall'altra parte della Tavolata.

Ed eccolo lì, Albus, sprofondato nella lettura di quel dannato libro che, qualche ora prima, aveva inseguito Malfoy per tutta Hogwarts.

Sembrava troppo concentrato per degnare della sua attenzione quello che c'era per cena: ogni tanto, prima di voltare pagina si ricordava di essere a tavola e si infilava distrattamente un cucchiaio di uovo in camicia in bocca.

Malfoy sbottò in una risatina indignata:-Ora dovrà ben spiegarsi!- e si scrollò di dosso Marianne.

Zabini e Nott ridacchiarono e, dandosi di gomito si apprestarono a godersi la scenetta.

 

 

Scorpius buttò giù dalla panca una ragazzina bionda del secondo anno senza alcun rimorso e ignorò bellamente il migliore amico di Albus, Laurie Thomas, che pomiciava allegramente con una tipa bruna che doveva aver già visto, da qualche parte.

-Spiegati.- sibilò ferocemente ad Albus Severus Potter, che sembrava intenzionato a sbattersene altamente, delle minacce di quel damerino inamidato.

-See, Malfoy, un'altra volta, eh. Sono un po' occupato, nel caso la tua testa vuota (perché dubito tu abbia un cervello) non l'abbia registrato.

-Fottiti.

Albus ghignò, senza alzare gli occhi dal libro:-No, grazie. Ho altro da fare.

Scorpius trattenne bruscamente il respiro: lo avrebbe strozzato, prima o poi.

Ma era un Serpeverde anche lui, non se l'era dimenticato, e, certamente, pensò, non si sarebbe fatto prendere per il culo da un Potter. Era una questione di principio.

-Sai, girano voci che tu voglia... rappacificarti, in un certo senso... con quelli della tua stanza- finse di non ricordare di essere anche lui suo compagno di dormitorio e si aspettò la reazione del Potter sorridendo sornione.

Albus lasciò cadere il cucchiaio nella ciotola e, prestando per la prima volta attenzione al biondo, mormorò, indignato:-Che cazzata.

Possibile che tutti prendessero conclusioni affrettate, ad Hogwarts?

-Già-Toccò a Malfoy sogghignare e Albus se ne accorse. Scrollò le spalle, poco importava, in fondo, quello che avrebbero pensato gli altri, il suo piano avrebbe funzionato, lo sapeva. Bastava soltanto che giocasse bene le sue carte. Ma, Al sorrise, non era proprio questo che insegnavano nella Casa dei Serpeverde?

-Bene, allora. Vieni con me, Malfoy- Al non mancò di sottolineare il cognome di Scorpius come fosse un insulto. Il biondo non ci fece caso, lo faceva lui stesso ogni volta che gli si presentava l'occasione, ma anzi, guardò soddisfatto il moro raccogliere le sue cose:-Lontano da orecchie, ma soprattutto da occhi indiscreti-. Il ragazzo uscì tranquillo dalla sala Grande rivolgendo un'occhiata a metà fra il divertito e l'irritato non, come ci si sarebbe potuti aspettare a Laurie -che in quel momento pareva troppo concentrato a far altro che anche solo ricordarsi dov'era- ma a Rose, che dal tavolo dei Grifondoro, lo fissava infuriata.

 

*

 

-Allora...- cominciò Scorpius, assottigliando gli occhi.

-Allora,-lo interruppe Al spiccio (ora che che erano arrivati al punto sembrava avere intenzione di sbrigarsi) -il fatto è questo: Rose pensa che tu stia cercando di far resuscitare Voldemort e rimettere insieme i Mangia-kebab-ammuffiti.

Scorpius alzò un sopracciglio, strabuzzò e...-EH?!

Al sbuffò:-Rose pensa che tu stia...

-Ho capito!-sbottò Scorpius -non sono sordo! Solo pensavo che tua cugina non fosse così... così...- tirò un calcio allo scalino con fin troppa veemenza e fu subito chiaro a entrambi che non sarebbe mai esistiti insulti sufficientemente esaustivi per descrivere la malcapitata.

-Sì, ok, veniamo al dunque...-

-Che c'è, Potter, ora vorrai dirmi che ovvio che io stia cercando di rimettere in piedi una setta di invasati con tatuaggi di pessimo gusto solo per il fatto che erano gli amichetti di infanzia di mio padre? Oppure che Rose ha assolutamente ragione ha pensare che io stia cercando di trovare una formula -sconosciuta a Merlino in persona e che, peraltro, probabilmente manco esiste- per far resuscitare il tipo che ha messo a repentaglio la mia famiglia -e il mondo magico, se vogliamo specificare- per quasi tre generazioni?

Oh! Sì, scusa. È ovvio.

Albus sospirò. Perché diamine Malfoy stava saltando a conclusioni così affrettate?

-No. Non è ovvio.

Malfoy sgranò gli occhi. No, non poteva aver sentito bene: -Scusa?

-Ho detto: no, non è... Oh, lascia perdere!- Albus girò sui tacchi con studiata foga, ma cominciò a salire le scale abbastanza piano perché l'alto lo potesse fermare.

-Aspetta!

Albus si voltò:-Sì?

-Io...

IL moro scosse la testa con una certa arroganza:- Non capisci, eh?!

-No.

-Ebbene, mio stupido compagno di stanza, la faccenda è questa: oggi, quando andavi avanti e indietro per il castello carico come un beduino, non hai mandato a 'fanculo Rose (cosa di cui, diciamocelo, solo lei si è accorta) e lei, facendo due più di due, ne ha dedotto che eri impegnato in qualcosa di.. grosso.

-No, aspetta. Fammi capire, Rose pensa davvero che io non abbia niente di meglio da fare che mandarla a quel paese tutte le benedette volte che la vedo?

-Mhmh, cominci a capire- annuì Al, quasi congratulandosi con se stesso.

-È pazza. Completamente.

Albus non pote fare a meno di annuire mentre un sorrisetto gli increspava le labbra:-Non ha proprio tutti i torti, in fondo.

Già, non ha proprio tutti i torti, in fondo.” Scorpius aveva passato sei anni della sua vita a non fare altro che insultarsi con Rose.

-Merlino! Ma da qui ha pensare che io sia un Mangiamorte...

-Mia cugina è un po'... impulsiva. Non ha ancora capito che due più due fa quattro non cinque, se mi spiego.

Ingrandisce sempre tutto. Prende... conclusioni affrettate.

Scorpius aprì la bocca una o due volte, poi sospirò:-Sì, ma...

-Oh, andiamo chiunque avrebbe pensato che tu stessi cercando di fare qualcosa di losco.

Chiunque? Scorpius non ne era così sicuro.

-Ma...

-Ora, il punto è che sono stufo di lasciare che Rose faccia quello che vuole. Stufo- inchiodò il compagno con lo sguardo -perciò ti propongo un patto.

-Cioè?

-Sospendiamo le offensive. Per Rose sarebbe come un pugno in occhio. Sarà... divertente.

-Cioè... mi stai proponendo di fingerci amici?

Al annuì di malavoglia. Proprio non lo sopportava, quel biondino platinato, ma... il fine giustifica i mezzi, pensò.

Scorpius ghignò:- Ma non hai detto tu che non vuoi scendere a patti con uno come me?

-No. Ho detto che non sarei mai sceso a compromessi, con uno come te. E non ho cambiato idea. Comunque, se proprio ci tieni, puoi lasciare che Rose si abbandoni alle sue elucubrazioni e ti denunci a qualche Caposcuola. Chissà che non l'abbia già fatto...

Albus sorrise fra sé e sé quando Scorpius lo bloccò:-Oh!- sbottò il ragazzo, esasperato -D'accordo!

Malfoy gli prese la mano e, con una faccia schifata mormorò:-Allora... amici, Potter?

Albus fece una smorfia:- Tregua.-corresse.

Scorpius si rilassò mentre intensificava la stretta. Albus sorrise.

Forse ad Hogwarts c'era ancora  qualcuno che non traeva conclusioni troppo affrettate.

 

 

 

 

  
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