‘Miriam, alzati forza, è ora di andare a scuola!’ urlò mia madre dalla cucina.
 

Sbuffando mi alzai e aprii il cassetto per cercare qualcosa da mettermi.
 

Frequento il liceo artistico a Napoli. 
 

Il mio sogno? Beh, vorrei diventare qualcuno, cantare è tutto, la musica è tutto, per me.
 

Presi un jeans e una semplice felpa dal mio cassetto, andai in bagno e mi vestii.
 

Guardai il mio riflesso allo specchio, non riuscivo a capire perché gli altri dicevano che assomigliavo a Selena Gomez, andiamo, lei è stupenda, perfetta. 
 

Raccolsi i miei capelli in una coda e uscii dal bagno.
 

Andai in cucina e mi sedetti per fare colazione.
 

‘Tesoro, il volo è domani mattina alle 5 del mattino.’ disse mio padre mentre guardava il suo cellulare che aveva in mano.
 

Mia madre appena lo sentii spalancò gli occhi e gli diede un calcio sotto al tavolo.
 

‘Che volo?’ domandai spostando lo sguardo da mio padre e mia madre.
 

‘Oh, niente piccola, cose di lavoro, non preoccuparti, pensa ad andare a scuola’ disse mio padre sorridendomi.
 

Feci spallucce, rimanendo con il dubbio ma decisi di non pensarci più. 
 

Finii il mio cornetto e mi alzai andando a prendere la mia borsa.
 

Intravidi una valigia nella camera dei miei, stavo per avvicinarmi alla porta quando mia madre mi chiamò dicendomi che era tardi.
 

Così uscii salutando i miei e mi incamminai verso la scuola.
 

Odiavo andarci, non per lo studio o cose del genere (certo, anche un po’ per questo, ovviamente) ma anche perché dovevo vedere quelle facce da culo dei miei compagni di classe e sinceramente non mi andava. 
 

Ogni cosa che dicevo o facevo per loro non andava mai bene.
 

Ormai ero davvero stufa.
 

Faceva molto freddo, presi le mie cuffiette dalla borsa e iniziai ad ascoltare musica.
 

5 Seconds of summer - Unperdictable.
 

Amavo quei ragazzi. Erano a dir poco fantastici.
 

Dopo un po’ arrivai a scuola ed entrai nella mia classe. 
 

‘Buongiorno prof, mi scusi per il ritardo.’ dissi poggiando la borsa sul banco.
 

Prime due ore: Italiano - Promessi sposi. 
 

UCCIDETEMI.
 

Mentre posai la borsa dietro la sedia, vidi le solite ochette che ridevano nell’ultimo banco vicino al mio ex-migliore amico, lui mi guardò e subito abbassò lo sguardo.
 

Eravamo davvero uniti, ma da quando si è fidanzato con una di loro non è più lo stesso, è cambiato.
 

Mi sedetti e così iniziò la lezione.
 

Dopo quasi due ore non ce la facevo più, la testa mi scoppiava, così chiesi il permesso per andare in bagno.
 

Appena uscii dalla mia classe, nello stesso momento, uscii il ragazzo per cui avevo una cotta da ormai quasi due anni.
 

C’era una ragazza appoggiata vicino al termosifone.

Lui si avvicinò sorridendole e la baciò.
 

Sentii una fitta al cuore, cercai di non guardarli e mi recai in bagno.
 

Dopo due minuti entrò proprio lei.
 

‘Hai l’accendino?’ mi domandò.
 

‘No, mi dispiace’ risposi.
 

Lei sbuffò e uscì sbattendo la porta.
 

‘Che tipa..’ pensai.
 

Mi lavai le mani e uscii dal bagno per poi tornare in classe.
 

Fortunatamente la giornata finii in fretta, uscii subito da scuola e mi incamminai a casa.
 

‘Sono tornata!’ urlai buttando la borsa a terra.
 

Sentii dei passi, era mia madre.
 

‘Ehi piccola, dobbiamo dirti una cosa, vieni qui..’