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Autore: roby_lia    11/08/2013    0 recensioni
Secondo Alec avrebbe dovuto piovere.
Non era giusto che in un giorno come quello ci fosse il sole che addolciva l’aria di Alicanta, e faceva sembrare tutto ciò che era successo quella notte solo un brutto incubo, di cui non resta altro che l’amaro in bocca.
E un cadavere da seppellire.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime e sorrisi

Secondo Alec avrebbe dovuto piovere.
Non era giusto che in un giorno come quello ci fosse il sole che addolciva l’aria di Alicanta, e faceva sembrare tutto ciò che era successo quella notte solo un brutto incubo, di cui non resta altro che l’amaro in bocca.
E un cadavere da seppellire.
Il cacciatore strinse i pugni, riducendo le labbra ad una livida striscia sottile.
Era il funerale di Max e il sole splendeva alto nel cielo, senza che nulla di ciò che era successo lo toccasse minimamente.
Alec voleva la pioggia, così magari avrebbe potuto nascondere le sue lacrime salate in mezzo a tutte le gocce che cadevano dal cielo.
Invece c’era il sole, e le sue lacrime Alec doveva trattenerle dietro lo specchio dei suoi occhi, mentre uno scomodo groppo gli si formava in gola.
Un cacciatore non poteva piangere.
Per i cacciatori la morte è un’insegna all’onore della loro battaglia.
Anche quando si trattava di un bambino.
Emise un respiro strozzato, per poi allontanarsi con calma ma passo sostenuto. Non gl’’importava dove l’avrebbero portato le gambe e la disperazione, l’importante era allontanarsi da lì: dai suoi genitori che in quel momento erano vicini come non lo erano stati da un sacco di tempo, dagli amici di famiglia che non conoscevano nemmeno Max, da tutto.
Si fermò dietro un monumento di chissà quale altra famiglia di Shadowhunters.
Il cuore gli batteva forte ed aveva il fiatone come se avesse corso per miglia.
Una voce famigliare lo prese alla sprovvista “Alec…”
Il moro si girò di scatto, fissando con occhi lucidi la figura fin troppo nota del suo stregone che lo avvicinava con discrezione.
“Alec” lo richiamò Magnus alzando una mano per toccarlo.
Il cacciatore si allontanò di scatto da lui “Non dovresti essere al consiglio?” domandò con voce dura.
“Sì però… pensavo che avresti voluto un po’ di compagnia”
“Bhe ti sbagli” ribattè, sfregandosi velocemente gli occhi.
“Alexander” ripetè per la terza volta, riuscendo ad appoggiargli una mano sulla spalla.
“Non toccarmi!”
“Ma-“
“Vai via!” gli urlò contro, spintonandolo.
“Vai via” disse di nuovo vedendo che il mago non faceva cenno di voler obbedire.
“Vai via” disse per l’ultima volta, prima di lasciarsi cadere sulle ginocchia, mentre le spalle gli tremavano per la rabbia, la tristezza e la frustrazione.
Magnus scosse la testa, sospirando esasperato, prima di inginocchiarsi anche lui ed avvolgere l’altro con le sue braccia.
“Avrei dovuto essere con lui- lo sentì mormorare tra i singhiozzi malamente trattenuti- avrei dovuto proteggerlo”
Lo stregone non disse niente: aveva imparato da tempo che a volte nessuna parola può essere di conforto come un abbraccio.
Il cacciatore impiegò qualche altro minuto per tranquillizzarsi, ma alla fine il suo respiro si fece di nuovo tranquillo.
“Va meglio?” gli domandò Magnus, passando una mano tra i suoi capelli scuri.
Domanda stupida, ovvio che non poteva andare meglio.
“Un po’” mormorò a mezza voce l’altro, continuando a tenere il viso affossato contro il suo collo per aspirane l’odore.
Alla fine sospirò, allontanandosi dal mago “è meglio che torni dagli altri”
Magnus annuì senza dire una parola.
Alec lo fissò imbarazzato, mentre un po’ di colore gli saliva finalmente alle guance “Questa sera…-iniziò imbarazzato, giocando con l’oro della manica bianca- … non ho voglia di stare da solo”
Non dopo quello che era successo: non sarebbe riuscito a sopportare di sognare il suo fratellino e svegliarsi in un letto da solo.
Un angolo della bocca di Magnus s’arricciò all’insù “Verrò il prima possibile”
“Grazie”
“Di nulla” ribattè sorridendo leggermente, prima di riavvicinarlo a posargli un bacio leggero sulle labbra.
Dopodiché fece per allontanarsi, ma si fermò pochi metri dopo.
“Magnus!- lo richiamò con urgenza il suo cacciatore, facendolo girare incuriosito-… la promessa. La promessa è ancora valida” ricordò mordendosi il labbro inferiore.
“Ci conto”
Il sorriso di Magnus faceva sembrare tutto un po’ meno brutto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Inizialmente non era stata idea così questa storiella, ma poi ha preso vita propria e si è ribellata u.u
Spero che non sia obbrobriosa come sembra a me, ma per questo mi rivolgo al vostro parere.
 
Ciao ciao
roby_lia
  
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