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Autore: Betty_95    11/08/2013    0 recensioni
Storia di Eliswein Wayland una shadowhunter rimasta orfana. La ragazza in seguito alla morte della sua famiglia vivrà tra i mondani. Si sussegueranno le vicende che hanno caratterizzato la vita di Elisewin. Ad un certo punto innamoratasi di un misterioso ragazzo dovrà fare delle scelte.
Ps: è la mia prima storia e potrebbe presentare imperfezioni ¿_¿ spero vi piacerà :)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 L'IMBOSCATA


 "Quando il mio sguardo si posò su quel corpo
   inerme,dilaniato,morente,lì tutto mi crollò addosso"
 
 
                                                                                                                                                                                                                                           Londra,Ottobre 2005. 
 
Quella era una giornata grigia. Anche se l'inverno non era ufficialmente arrivato,a Londra si respirava già un aria gelida,quel tipo di freddo che ti congela il naso non appena varchi la soglia della porta di casa. Il cielo era diventato cupo a causa delle nubi grigie e arricciate che,probabilmente, portavano acqua con se. Gli alberi incominciavano a spogliarsi delle loro foglie ormai secche e ingiallite; il canto degli uccellini non era più vivace e caldo come durante l'estate. Il Sole stava quasi per lasciare quella giornata per cedere il posto alla Luna che,con il suo pallore,avrebbe debolmente illuminato la capitale Inglese.
Domani avremmo festeggiato il mio dodicesimo compleanno e l'Istituto (Che i miei genitori gestivano insieme a Michael,il nostro tutore adesso partito per la Francia) sarebbe stato invaso dagli ospiti,arrivati direttamente dalla terra degli Shadowhunters attraverso il portale,che volevano partecipare alla festa della primo genita dei Wayland. Tutti mi parlavano della terra natia dei Nephilim,Idris,come una terra verde e rigogliosa,con alberi folti e foglie dai colori vivaci. Si dice che uno Shadowhunter ha sempre nostalgia di Idris e della sua capitale,Alicante,meglio conosciuta come "La città di vetro",ma dato che io non vi avevo mai messo piede non potevo confermare. Decisi di scrollare via quei pensieri posando il libro,che un minuto prima stavo leggevo,sul comodino,alzandomi dal letto e incamminandomi verso il bagno. La mia era una stanzetta spaziosa con un armadio di legno di ciliegio,una grande libreria,una scrivania molto ampia,un comodino e,accanto,il letto a baldacchino a una piazza e mezza. Le pareti erano di un azzurro acceso e una di esse ospitava una grande finestra da cui si poteva scorgere tutta la città. Il soffitto invece era semplicemente dipinto di bianco. Del bagno invece non si poteva dire esattamente la stessa cosa. Era piccolo ma andava bene per le mie poche ma buone esigenze. Aveva soltanto una toletta abbastanza grande dove tenevo spazzolino,dentifricio e,nei vari cassetti sotto il lavandino, tutti i cosmetici. Un semplice gabinetto,una doccia e un porta asciugamani in vimini completavano l'arredamento della stanza. Le pareti erano di un giallino crema ma senza finestre e il soffitto sempre bianco,mentre il pavimento di un rosa antico un pò sbiadito.
Andai verso la toletta per bagnarmi un pò il viso leggermente stanco dopo un abbondante lettura,gurdai l'immagine di me stessa riflessa allo specchio e pensai "Stai crescendo Elisewin." E in effetti era vero. Anche se avrei compiuto dodici anni e quindi ero ancora solo una bambina,quasi tutte le persone che conoscevo continuavano a ripetermi che ero troppo matura sia fisicamente che mentalmente rispetto all'età che avevo. Il mio viso era tondo e paffuto,zigomi alti, un nasino piccolino e grandi,grandissimi occhi blu come il mare. I miei capelli,che di solito tenevo sciolti,erano una folta chioma liscia e castana che mi ricopriva fino a metà schiena. Per essere una bambina di dodici anni ero inoltre molto alta. L'altezza si aggirava intorno al metro e sessanta e la mia corporatura era esile ma forte. Mi allenavo quasi ogni giorno in armeria con mio padre,Joseph,che mi aveva insegnato a maneggiare le spade angeliche e soprattutto l'arco. Una volta mi disse "Ricorda Elisewin,quando devi tirare con l'arco,inocca la freccia ma lasciala lentamente in modo che il colpo di sorprenda. E ricorda sopra ogni cosa: Mira sempre al cuore. Quando tiri,tutto intorno a te deve scomparire...Dovete restare solo tu,il tuo arco e il nemico."
D'un tratto fui strappata a quel ricordo da qualcuno che bussava alla porta. Una voce piccolina e familiare che conoscevo bene mi stava chiamando. Uscii dal bagno e attraversai la stanza per aprire la porta. Il mio udito non mi aveva ingannata,la voce era quella del mio fratellino Adam. -Sorellina posso entrare?- Era davanti a me sorridente. Adoravo mio fratello. Aveva sei anni ed era un bambino dolcissimo,quel tipo di bambino che faceva amicizia con tutti e non dava mai problemi ai genitori,cosa che invece non facevo io dato che ero una tipa ribelle. Era alto più o meno un metro e trenta e anche lui era esile. Aveva due grandi occhi verdi e folti capelli castano-chiaro che gli ricadevano davanti agli occhi. -Ma certo, vieni tesoro.- Lo presi per mano e ci sedemmo sul letto. -Allora dimmi,perchè sei venuto da me? E' successo qualcosa con la mamma?- Chiesi aggrottando le sopracciglia. A quella domanda lui rise -Elise,ogni volta che vengo da te mi chiedi sempre se è successo qualcosa con lei. Guarda che non sono come te.- Continuava a ridere di gusto. -In realtà sono venuto perchè volevo stare un pò con la mia sorellina.- Adesso aveva gli occhi dolci e io non potevo far altro che intenerirmi. -Oh Adam vieni quì.- Lo presi e me lo misi sulle gambe e continuai a parlare -Come vuoi giocare furbacchione?- Sorrisi e gli diedi un dolce bacio sulla guancia vellutata. -Mmm potremmo giocare a guardia e ladri.- Aggrottai nuovamente le sopracciglia incuriosita. -Che gioco è?- e lui rispose -L'ho visto fare ai bimbi mondani l'altro giorno. Alcuni fanno i poliziotti e altri fanno i ladri. Il poliziotto deve acchiappare il ladro perchè ha fatto il cattivo.- Batteva le mani contento -Dai giochiamo,ti prego!- Sembrava carino come gioco. -E' un pò come facciamo noi con i demoni allora!.- Dissi e poi ripresi -Certo la stanzetta non è abbastanza grande per questo,ma possiamo provarci.- Sorrisi dolcemente,ci alzammo e ci misimo in posizione. -Allora io faccio la ladra e tu il poliziotto,ok?- Ero già pronta a giocare con Adam. -Si sorellona,ti acchiaperò!-. 
E iniziammo a giocare felici. 
 
 
 
 
Giocammo per un ora intera e ora eravamo sfiniti. Alla fine mi ero arresa e l'avevo fatto vincere. A quel punto ci accoccolammo sul letto e ci addormentammo dopo quell'estenuante gioco. 
Mi svegliai di soprassalto. Non sapevo che ora fosse ma la Luna era ormai grande nel cielo e le stelle insieme ad essa erano splendenti. Forse potevano essere le nove o le dieci. Mi sciolsi dall'abbraccio di Adam lentamente e attenta a non svegliarlo,scesi dal letto e mi incamminai verso la porta. Quando fui uscita dalla stanza rimasi sorpresa dal fatto che nell'Istituto regnava il silenzio più assoluto,il che era abbastanza strano. Percorsi qualche metro del corridoio che portava alla sala grande dove sicuramente avrei trovato i miei genitori. Ma quando la raggiunsi loro non c'erano. Tutto taceva e si sentiva solo lo scaplittio del camino ancora acesso. Sul tavolino basso c'erano due tazze di thè lasciate a metà,come se,chi le beveva fosse andato via all'improvviso. Mentre mi aggiravo all'interno osservavo silenziosamente la stanza. Tutto era come lo avevo lasciato. Un senso di malinconia mi attanagliava il cuore. Dove sono finiti tutti? Sobbalzai quando sentii dei passi correre verso la mia direzione. La figura che mi si parò davanti era quella di mia madre apparentemente sconvolta. Mia madre si chiamava MaryAnn Herondale e molti dicevano che ero identica a lei.I capelli erano legati in uno chignon ma qualche ciocca era uscita dalla presa dell'elastico. Aveva indosso la tenuta da Cacciatrice e teneva in mano una spada angelica già illuminata. -Mamma...vi stavo cercando. Perchè tutto questo silenzio e perchè hai una spada angelica in mano?!- Chiesi un pò incuriosita e un pò impaurita. Lei rispose con un sussurro disperato. -Elise! Vai via da quì! Chiuditi in camera con tuo fratello e non uscite per nulla al mondo!- Aveva gli occhi blu spalancati e adesso aveva un tono implorante. -Mamma,io,non capisco...Cosa succede,per l'Angelo!?- Non capivo...Cosa poteva essere successo di così grave da far allarmare tanto mia madre? -Elise,ti prego fa come ti ho detto!- Stava quasi per andare via quando la presi per un braccio. -Dimmi cosa succede mamma.- Adesso ero davvero impaurita. Lei,stufa delle mie continue domande rispose: -Dei demoni ci hanno attaccati,sono passati attraverso il portale. Evidentemente la protezione che li tiene lontani non ha funzionato. E adesso và! Vai e non uscire da quella stanza! Io e tuo padre ce la caveremo.- Stava già correndo via dalla sala grande. Arrivata a metà però si volto e continuò a parlare -Elisewin,per una volta fa come dice tua madre per l'Angelo.- E scomparve dalla mia vista. Demoni. In preda alla paura corsi via da lì e mentre percorrevo a ritroso il corridoio di prima,potevo udire in lontananza le grida dei miei genitori. Mi si strinse il cuore. Erano da soli,come potevano uccidere un orda di demoni? E io,cosa avrei fatto? Sarei potuta andare da loro ad aiutarli. "No Elise,non farlo. Devi stare con tuo fratello. Sii ottimista,mamma e papà ce la faranno." Mi imposi di non fare quello che pensavo e mi imposi anche di andare nella mia stanza e stare insieme ad Adam. Così percorsi velocemente quel corridoio,arrivai alla porta,entrai nella stanza e me la chiusi alle spalle chiudendo gli occhi ansimante. 
Quando li riaprii Adam si era alzato dal letto per venirmi incontro.Vedendo la mia espressione il suo viso si allarmò e i suoi occhi verdi si incupirono -Elise,che succede?- Mi staccai dalla porta e mi buttai verso il letto. Risposi -Adam,non dobbiamo uscire da quì. Dei demoni sono entrati all'interno dell'Istituto. Mamma e papà stanno già combattendo. La mamma mi ha detto di stare quì e di non uscire per nulla al mondo.- Il viso del bambino diventò pallido di colpo e si avvinghiò a me piangendo.
-Moriremo tutti vero?- Alzò la testa per guardarmi.
-No,che dici. Mamma e papà sanno combattere. Sono esperti. Tranquillo,andrà  tutto bene.- Con la mano tremante gli accarezzai il viso rigato dalle lacrime. Ripensai alla domanda che mi aveva fatto Adam. Saremmo morti tutti? Incominciavo a credere che quel pensiero potesse diventare realtà. Mi alzai dal letto,lo presi per mano e ci sedemmo ai piedi della porta. Presi Adam tra le braccia e lo strinsi forte a me. Stavamo lì in attesa che i miei genitori bussassero alla porta e ci dicessero che era tutto finito.
 
 
 
Erano passate già due ore da quando avevo saputo che un orda di demoni era entrata nella nostra casa. Adam era ancora abbracciato a me ma non dormiva. Aveva gli occhi spalancati e impauriti,i capelli sudati e il viso bagnato dalle lacrime. Io fissavo un punto della stanza,pensando. Incominciava a balenarmi l'idea di uscire da quella prigione e andare ad aiutare i miei genitori. Avevo imparato a combattere ed ero anche brava. Potevo farlo al loro fianco...Di certo ero una cacciatrice in più e questo poteva essere solo un aiuto.
Con quel chiodo fisso in testa scostai Adam da me,mi alzai e mi chiani verso di lui mettendo le mani sulle sue spalle. -Tesoro,io vado ad aiutare mamma e papà,tu non uscire qualunque cosa accada,intesi?- Presi la spada che tenevo sempre al mio fianco e aprii la porta. Stavo per varcare la soglia quando il bambino mi tirò per un braccio,tirandolo. -Dove vai Elise? La mamma ha detto di restare...-Lo interruppi con un gesto della mano. -Non importa quello che ha detto la mamma. Sono una Nephilim,so combattere. Di certo non starò quì con le mani in mano mentre loro rischiano la vita.- Presi l'arma e uscì di fretta chiudendo la porta,senza dargli neanche il tempo di replicare. 
Mi facevo strada sentendo solamente le grida che si facevano sempre più forti man mano che mi avvicinavo. Correvo senza sosta nel lungo corridoio buio e capii che le urla provenivano dalla stanza dove si trovava il portale. La porta era spalancata e nell'aria regnava il tanfo tipico di quelle creature orribili. Presi la spada,pronunciai il nome -Samhel- e questa si accese illuminando il corridoio. Entrai nella stanza e la scena che vidi non fu delle migliori. C'erano otto demoni che combattevano contro mia madre e mio padre. La prima persona che mi vide fu mio padre che mi gridò qualcosa che non compresi. Senza dar peso alle sue parole mi buttai contro la prima creatura che mi si scagliò contro. Erano dei demoni Shax,quelli stupidi ma molto forti. Non erano molto alti e avevo tre teste gongolanti. Per farli morire,bisognava tagliarne una. A quel punto sarebbero scomparsi ritornando alla loro dimensione. Questa correva verso di me agitando le lunghe braccia e le tre teste con le bocche spalancate da cui fuorisciva della bava. Con un movimento fulmineo fui di fronte ad essa e con un colpo gli staccai un braccio che per poco non mi aveva preso. Il demone gridò contorcendosi e approfittai di quel momento per lanciare un fendente che gli staccò di netto la testa. Il mostro si contorse ancora di più gridando disperato e si sgonfiò su se stesso come un pallincino,scomparendo nel nulla. Mia madre corse vicino a me e arrabbiata mi disse -Dannazione,Elisewin! Ti avevo di restare in stanza!- Era sudata e aveva delle ferite sul braccio. Per tutta risposta dissi -Ho appena ucciso un demone mamma! Sono una cacciatrice,ho imparato a combattere con papà e voglio aiutarvi. Non potevo stare in camera ad ascoltare le tue grida!- Mentre pronunciavo quella frase un demone alle spalle di mia madre le si stava per scagliare contro. Con uno strattone la buttai lontano dal mostro e mi ritrovai di fronte a questo,brandendo la mia spada. Il demone però fu più veloce di me e con un lungo braccio mi scagliò contro muro. Il dolore che provai fu lancinante e si espandeva dalla spina dorsale a tutti gli altri arti,bloccandomi a terra e annebbiandomi la vista. Sentii mio padre gridare e successivamente urlò anche il demone. Non appena mi fui ripresa dalla botta mi alzai e in preda alla rabbia mi avvicinai alla creatura immonda. Quando le fui davanti le scagliai la spada tagliandole la testa. Nel frattempo mio padre e mia madre avevano ucciso altri due demoni. Ne restavano solo quattro. Forse ce l'avremmo fatta,avremmo ucciso tutti gli altri e avremmo festeggiato. Ma le mie speranze furono interrotte da una scena che non avrei mai voluto vedere. Sulla soglia della porta c'era una figura che con il buio della stanza non riuscivo a distinguere. Di sicuro era umana. Il suo corpo era esile e non era molto alta. Avvicinai la spada per far luce a quell'ombra che non riuscivo ad identificare. Man mano che l'arma la illuminava si poteva scorgere il colore castano-chiaro delle ciocche cadutegli sul viso e dei grandi occhi verdi spaventati. Un solo nome accorse alla mia mente. Quello di mio fratello. -Adam!- Gridai disperata. -Vai via da quì,Adaaam!- Seguì insieme al mio,l'urlo di mia madre.
Stavo già correndo verso Adam quando un demone si scagliò contro il bambino. Accadde tutto in pochi secondi. Quando arrivai vicino al demone era troppo tardi. Vidi una scena così macabra da far contorcere le viscere. C'era il mostro chinato su mio fratello e lo stava dilaniando. Adam si contorceva in preda al dolore e gridava aiuto disperatamente. Ebbi una fitta al cuore e le lacrime minacciavano di uscire dagli occhi. Urlai,e il mio urlo lacerò la stanza facendo girare il demone dalla bocca insanguinata,che evidentemente non mi aveva vista. -Noooo!Bastardo,figlio di...- Mi scagliai violentemente contro il demone e gli tagliai la testa con un colpo fulmineo. Il sangue nero schizzò dappertutto e andò a finire sui miei vestiti. Questi si contorse su stesso dissolvendosi e scomparendo nel nulla. A quel punto mi voltai verso Adam e quando il mio sguardo si posò su quel corpo inerme,dilaniato,morente,lì tutto mi crollò addosso. 
  
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