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Autore: Always_7    11/08/2013    1 recensioni
James Potter, Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus prima di diventare Malandrini erano semplici bambini undicenni, che non attendevano altro che il loro primo giorno di scuola e l'ingresso nel magico mondo di Hogwarts. Alle prese con dubbi, difficoltà, timori, emozioni vedremo i quattro Malandrini arrivare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, incontrarsi e stringere un'amicizia eterna (fattasi ovviamente eccezione per Codaliscia).
Dal testo:
Un curioso ragazzino con gli occhiali e i capelli arruffati teneva per mano una bella signora dai capelli scuri. Al loro fianco un uomo con una bizzarra veste color porpora trascinava un carrello, il cui carico risultava a dir poco inconsueto –così come lo strano abbigliamento- alle numerose persone che si accingevano a prendere il treno, dirette al luogo di lavoro come ogni giorno.
(...)
-Sai, Sirius, spero di essere Serpeverde come te.
-Ma io non sono ancora stato Smistato, Reg.
-Beh, ma lo sarai di sicuro o, almeno, così dice mamma.
(...)
-Sono James Potter ,tu?
-Sirius Black.
(...)
Sarebbe rimasto sempre da solo, mentre gli altri conducevano la loro vita come se lui non esistesse?
Forse. E forse era un bene.
Almeno, non avrebbe fatto del male a nessuno.
Buona lettura!
MissGale.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I Malandrini- Come tutto cominciò.


1 Settembre. 

Un curioso ragazzino con gli occhiali e i capelli arruffati teneva per mano una bella signora dai capelli scuri. Al loro fianco un uomo con una bizzarra veste color porpora trascinava un carrello, il cui carico risultava a dir poco inconsueto –così come lo strano abbigliamento- alle numerose persone che si accingevano a prendere il treno, dirette al luogo di lavoro come ogni giorno.

-Mamma! Esclamò una bambina paffutella dai riccioli d’oro ad una giovane donna , intenta a sistemare varie scartoffie nella valigetta.
-Dimmi, piccola. Rispose in tono calmo alla bimba, posando per un secondo gli occhi smeraldo su di lei, per poi ritornare alle sue carte.
-Ma quel coso cos’è?  Disse, allora, la figlioletta, puntando il dito contro una gabbia.
-Quale?  -Cominciò la signora, rivolgendo lo sguardo verso il punto che indicava la figlia. Alla vista dell’animale e del suo probabile possessore –un … gufo?!- Concluse, incredula, fissando l’umo, che trascinava il carrello con un insolito baule e quella gabbia. Era alquanto strano, vista la specie di vestaglia color porpora e il cappello a punta coordinato.
-Sarà del circo … Disse  sovrappensiero. La bambina continuava a guardarlo, finché non strillò, rimanendo a bocca aperta per lo stupore e stropicciandosi ripetutamente gli occhietti color nocciola.
-Cosa c’è Anne?  Esclamò allarmata la madre, alzando nuovamente gli occhi dal suo lavoro.
-Q-quel-l’ uomo è sp-sparito! Era con un bam-bambi-bi-n-no e l-la s-sua ma-mamma. S-sono andati con-contro il m-muro e PUFF! Disse la bambina spalancando gli occhi e mimando il tutto con le manine paffutelle- SONO SPARITI!
-Sarai solo stanca, hai dormito po..
-NO –la interruppe la figlia, alquanto contrariata- Non ho sognato!
-Ok, Anne. Ora, pero’, sta per arrivare il mio treno. Torna da papà e dagli un bacio da parte mia.
Le schioccò un bacio sulla fronte e la guardò raggiungere il padre in macchina. Che fervida immaginazione, pensò, salendo sul treno.


-Perché ti ostini a vestirti così tra i Babbani? Li spaventì! Rimproverò ancora una volta la signora Potter al marito.
-Perché eravamo in ritardo e se mi fossi cambiato, avremmo perso il treno! E poi è divertente guardare le loro facce incredule.
-Sei il solito! Sempre con le solite scuse!
-E dai mamma! Mollami la mano! La interruppe il figlio infastidito, allontanandosi dalla presa della madre.
-Oh James, cos’è? Ti vergogni? Lo canzonò divertito il padre, scompigliandogli i capelli.
Arrossendo, l’undicenne afferrò il baule e il suo gufo e si voltò con aria sognante verso il treno.
-Finalmente. Mormorò
- Stupido. Borbottò la donna al marito, per poi rivolgersi al figlio- Sei contento, James? Finalmente ad Hogwarts. Ricordo ancora il mio primo giorno di scuola … Sarai uno studente brillante, James. Vieni su, abbracciami!  Il piccolo James abbandonò i bagagli per terra e cinse la madre con entrambi le mani. La strinse forte forte. Erano anni che sognava quel momento ed ora… ora aveva paura. Paura di cosa, pero’, non lo sapeva. In lui dominavano sentimenti contrastanti: eccitazione, gioia, meraviglia, desiderio di mettersi alla prova, ma anche ansia, timore e paura di non riuscire.
La donna sembrava capire alla perfezione il suo stato d’animo. Gli carezzò la testa riccioluta e lo baciò sulla fronte, sciogliendo l’abbracciò.
-Ora devi andare o perderai il treno.
James diede un rapido bacio sulla guancia di entrambi i genitori e, dopo un lungo respiro, prese i suoi bagagli e salì sul treno, alla ricerca di una cabina libera. Il treno pullulava di ragazzini urlanti, bauli, gufi, gatti e rospi, molti dei quali, sfuggiti ai loro padroni, gironzolavano liberi per il treno.
Non riusciva a trovare uno scompartimento libero. Ai suoi lati ve ne erano due, ognuno dei quali era occupato da un solo studente, che a giudicare dall’aspetto e dalla corporatura doveva avere all’incirca la sua età. Una era occupata da un bambino dall’aria piuttosto malaticcia, l’altra da una graziosa ragazzina dai capelli ramati. Optò per la bambina. Entrò nella cabina e, dal momento che la sua occupante non si oppose, sistemò i suoi bagagli e si accostò al finestrino, vicino al quale era seduta la sua futura compagna di scuola , per salutare i genitori, che divennero sempre più piccoli, fin quasi a scomparire del tutto via via che il treno si allontanava.
A quel punto, si andò a sedere vicino la porta, guardando di sottecchi la rossa, che si ostinava a non girare lo sguardo verso di lui. Era sul punto di parlarle, quando la faccia di un ragazzino alto e piuttosto magro spuntò dalla porta a vetri.
-Posso sedermi? Sai, credo siano finite le cabine libere.
-Sì, certo. Entra. Questi fece il suo ingresso e pose il baule a posto. 
James allungò la mano verso il nuovo arrivato, che si era seduto di fronte a lui, accennando un timido sorriso.
-Sono James Potter, tu?
-Sirius Black.


MissGale allo sbaraglio:
salve, mie cari lettori!
Questa è la mia prima fanfiction. E' un' idea che ho da un po' di tempo: Harry Potter è uno dei miei libri preferiti, quasi un dogma per me, e i Malandrini sono alcuni di quei personaggi su cui vorrei che la Rowling approfondisse in un prossimo -e spero probabile- futuro. Ma mentre attendo il fatidico momento, nessuno mi vieta di fansticare e immaginare io stessa come i Malandrini sono diventati tali!
Detto questo, spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. Lasciate qualche recensione xD Sono di aiuto per migliorarmi, sappiatelo!
Al prossimo capitolo,
MissGale.
  
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