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Autore: wilderthanthewind    11/08/2013    0 recensioni
[Youthkills]
[Youthkills]Fanfiction scritta insieme a @tearsofsky.
Nel suo sorriso si leggeva quella dolcezza che solo con lei mostrava. Lei, Sophie.
Il volto rigato dall'impotenza, il naso rosso per l'inadeguatezza, le labbra piene d'amarezza.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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HARD TO LOVE

Capitolo 1


Nei suoi occhi azzurri c'era tanto amore che solo guardandolo ti saresti persa.
Nel suo sorriso si leggeva quella dolcezza che solo con lei mostrava. Lei, Sophie.
E le sue braccia... le sue braccia ti facevano dimenticare qualsiasi problema ti assillasse in quel momento, ti facevano sentire come quando eri una bambina spensierata.
 
Correvano sulla riva, schizzandosi l'acqua che dolcemente si avvicinava a loro e poi si ritraeva, ridendo come forse non avevano mai fatto. Non nel senso che non avevano mai riso a crepapelle, ma che la loro risata non era mai stata così piena di gioia. «Vieni», la invitò Andy, sedendosi in un punto isolato della spiaggia. Sophie si sedette accanto a lui, poggiando la testa sulla sua spalla. Andy cinse il fianco della bella ragazza, intonando la loro canzone preferita, e dandole un bacio sui suoi capelli castano chiaro, che alla luce del sole calante parevano quasi rossi. I gabbiani, quasi frettolosi, attraversavano il cielo, mentre il sole si specchiava sulle acque calme. Le alzò delicatamente il viso, fissandola nei grandi occhi verdi. «Tu sei molto più del mare, del sole, di questo tramonto, lo sai?», le sussurrò, strappandole un sorriso, e poggiò le labbra morbide sulle sue.
 
In quell'istante un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi lucidi lasciò la spiaggia, trattenendo le lacrime. Si sedette su una panchina nelle vicinanze, per dar vita a quel pianto che da troppo tempo lo teneva in gabbia. Il volto rigato dall'impotenza, il naso rosso per l'inadeguatezza, le labbra piene d'amarezza.
 
«Andiamo a casa?», propose Andy, ormai terminato lo spettacolo; la ragazza annuì, raccogliendo i propri oggetti e alzandosi. Una volta in strada, Sophie sentì qualcuno singhiozzare: si voltò, ma la panchina era vuota e nei paraggi non c'era nessuno che desse l'impressione di aver pianto.
 
James continuava a pensarci, non poteva non farlo. Oramai erano ore che quella visione, quel pensiero lo torturava dall'interno, prendendosi tutte le sue energie e le sue lacrime. Era sempre stato un ragazzo abbastanza forte, questa volta no. Qualcosa l'aveva demolito, fatto crollare. Conosceva Sophie da tempo e non gli era mai capitato.
Ma ciò non contava, in quell'istante. Anni che le voleva bene come una sorella, ormai mesi che si era accorto di provare qualcosa di più, secondi in cui un semplice bacio l'avevano fatto andare in tilt e mai come allora gli avevano fatto desiderare la presenza della ragazza al suo fianco, dalla mattina fino alla sera, al letto e nella sua vita. Sapeva di non avere speranze. Doveva seppellire quel sentimento insieme a tutto il dolore.
Da tutt'altra parte, il tormento era quasi lo stesso: Sophie non riusciva a capire cosa fosse successo ore prima. Che sia stata soltanto un'allucinazione dovuta al caldo che premeva sempre di più in quei giorni, o c'era davvero qualcuno che piangeva, in quella panchina? Non sapeva darsi una spiegazione logica e, soprattutto, aveva paura che la persona intravista fosse chi stava pensando e chi non volesse mai vedere così; dopotutto, quei singhiozzi le erano familiari. Si voltò verso la sua stanza, girandosi nella sedia dove era seduta, nell'ampio terrazzo; poteva intravedere il suo ragazzo canticchiare e scorrere velocemente con gli occhi azzurri degli spartiti e dei testi. Sentendosi osservato alzò lo sguardo, fino ad incontrare il suo, e le sorrise. 
Eppure qualcosa scattò in lei.
 
«Io vado a letto», avvisò Andy. «Vengo anch'io», rispose Sophie un po' pensierosa. Si coricò: una marea di pensieri le affollavano la mente. Era quasi sicura che il ragazzo che piangeva fosse James, ma continuava a chiedersi il motivo, e il semplice fatto di vederlo star male la rendeva molto triste. Faceva sempre di tutto per tirar su di morale i suoi amici, ma questa volta? Non riusciva a pensare a nient'altro; i singhiozzi di quel ragazzo le rimbombavano nella testa.
Erano giunte le tre del mattino ormai, e Sophie non aveva ancora chiuso occhio, così si alzò dal letto e scese in salone. Si avvicinò lentamente a un tavolino di vetro su cui era appoggiato il telefono, ed impugnò la cornetta. Digitò quel numero che conosceva bene, e attese quei secondi infernali affinché squillasse. Improvvisamente sentì dei singhiozzi, che riconobbe immediatamente. «Ehm... pronto?», fece la ragazza, incerta. «Sophie?», si sentì dall'altro capo del telefono. «J-James, ma... cos'hai?», chiese preoccupata Sophie. «Niente, sono solo influenzato, ho un po' di mal di gola», rispose James con voce bassa e insicura, interrotta dai singhiozzi, e chiuse la telefonata. Sophie ripose lentamente la cornetta del telefono, ancora in pensiero, e tornò a letto, cercando invano di addormentarsi.

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Salve a tutti!
Questa è la prima fanfiction che io e Mar (tearsofsky) scriviamo insieme, speriamo davvero che vi piaccia.
Gli Youthkills sono una band britannica formata da Andy Jr e James, figli rispettivi dei noti Andy Taylor e Roger Taylor dei Duran Duran. Purtroppo gli Youthkills non sono molto famosi al di fuori della Germania, dove stanno lavorando al momento, ma noi ve li consigliamo vivamente. (:
  
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