Si sveglia di soprassalto, come dopo essere
stato in apnea per troppo tempo.
E da lì, Haruka non riesce più a dormire.
Si gira e rigira nel letto, frustrato,
finché un guizzo al lato del suo occhio lo cattura.
Makoto, coperto per metà dal lenzuolo, gli
da le spalle.
Haruka non si è mai soffermato tanto a
guardarlo; anzi lo ha fatto, ma Makoto l’ha sempre sorpreso e con uno dei suoi
sorrisi gli aveva fatto abbassare lo sguardo. Eppure, deve ammetterlo, non ha
mai fatto caso alla linea netta che divide in due parti uguali la sua schiena,
la quale, dopo un tratto duro e definito, scende morbida, delineando le
rotondità a venire.
Non ha mai notato le sue scapole, i muscoli
dorsali così netti, così attraenti e
nemmeno le sue braccia- o meglio, si che le ha viste, le ha viste un sacco di
volte, ma mai così da vicino, mai con tutto il tempo del mondo, senza essere
visto, senza bisogno di dover fingere di non farlo.
E, all’improvviso, come una consapevolezza
avuta sotto gli occhi tutto il tempo e ignorata, Haru si rende conto che
vorrebbe toccarlo.
Toccarlo davvero, toccare ogni centimetro
di quella schiena, saggiarne la consistenza, la solidità. Sapere che è reale,
che Makoto c’è, è li con lui, per lui,
nella sua stanza, non se ne andrà. Mai.
Senza rendersene conto si avvicina, sale
sul suo futon e appoggia il viso proprio lì, tra le spalle forti, e annusa.
L’odore di Makoto è leggero, sa di qualcosa che gli fa venire un groppo
all’altezza dello stomaco.
Makoto profuma d’acqua.
E ad Haruka piace, il suo odore. Gli piace
così tanto che finisce per appoggiare il viso tra le sue scapole, e a mettere
una mano chiusa a pugno al centro della sua schiena.
E’ come se fosse immerso, è come se stesse
nuotando. Si sente nello stesso modo, vicino a Makoto. Si sente protetto e sente
che potrebbe addormentarsi di nuovo così.
Ma Makoto sussulta, borbottando qualcosa di
incomprensibile e Haruka rotola immediatamente dalla sua parte di futon,
trattenendo il respiro.
«Haru…» sussurra, voltando appena la testa
verso di lui.
Ha gli occhi semi chiusi, il verde che
balugina come un lampo.
Haruka non risponde, non ha nulla da dire,
e spera che le sue guance non siano rosse.
Makoto lo guarda ancora, adesso un po’ più
attentamente.
«Non riesci a dormire?» chiede ancora.
Il suo braccio, così vicino. Haru vorrebbe
stringerlo, ma non si muova da dov’è.
E Makoto si sdraia supino, continuando ad
attendere una sua risposta.
Gli addominali delineati che si alzano e si
abbassano col suo respiro.
Haruka scuote la testa, più per scacciare
il bisogno di passarci una mano sopra che per rispondergli, ma Makoto ha già
capito, Makoto sa già quello che vuole, senza bisogno che lui parli.
Makoto ha sempre saputo tutto ed ha sempre
atteso, paziente, con quel suo sorriso mite che nasconde tempesta.
E ad Haruka piace, il suo sorriso.
Gli piace anche in quel momento,
soprattutto in quel momento, mentre Makoto allunga un braccio verso di lui,
sfiorandolo, e gli mostra la conca accogliente del suo petto.
«Vieni qui» gli dice, con una nota di
autorità sfumata nella dolcezza.
E Haruka obbedisce, senza pensarci.
Si avvicina e appoggia la testa sulla sua
spalla, inspirando a pieni polmoni il suo odore.
Sta già tornando il sonno, pensa, mentre
Makoto gli poggia il braccio lungo il fianco, con un sospiro di stanchezza.
«Va meglio così?» gli chiede, la voce
impastata di sonno.
Haru si stringe un po’ di più contro di
lui, per nascondere il rossore e Makoto sorride ancora, voltandosi su un fianco
e ingabbiandolo in un abbraccio stretto.
Haruka spalanca gli occhi, il petto di Makoto
premuto sul viso come un cuscino, le sue braccia intorno alle spalle, il suo
odore dappertutto. E pensa che è così che vuole stare, sempre, ogni volta che
gli è possibile.
Vuole che Makoto continui a proteggerlo, ad
indovinare i suoi pensieri, a parlare al posto suo.
E in definitiva, mentre Makoto poggia
mollemente il mento sulla sua testa, ormai addormentato, e il sonno comincia a
prendere anche lui, Haruka sa un cosa, la sa con la certezza devastante di una
scoperta: vuole lui, in tutti i modi in cui gli è possibile averlo.
Sempre.
Note autrice: ebbene sì, anche
io sono entrata nel vortice FREE! e sentivo la necessità di tirare fuori un po’
di MakoHaru feels, per lenire l’attesa del sesto episodio <3
che dire, l’ho scritta in tipo un ora, e ne vado un po’ fiera, spero che possa
piacere anche a voi :D* lasciate un commento, se vi va!